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Autore: Eririchan    16/05/2021    1 recensioni
DAL TESTO
Lavi non avrebbe mai immaginato che stringere l’esorcista con i capelli più belli di tutto l’Ordine potesse essere così afrodisiaco. Non si era nemmeno accorto che le proprie mani avevano iniziato a sbottonare il cappotto dell’altro: era in completa trance. Fu però in grado di provare sorpresa nello scoprire che Kanda si ostinava a girare a petto nudo sotto l’uniforme. E anche a pensare che fosse meglio così
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Komui non era mai stato bravo con le pozioni. Questo lo sapevano tutti, ma lui, l’unico che se ne sarebbe dovuto accorgere una volta per tutte, non sembrava volerlo fare.
 
Era talmente preso a cercare la cura definitiva per miopia e astigmatismo, che non si curò dei possibili effetti collaterali delle sue azzardate combinazioni di ingredienti. Fu così che creò quei due liquidi che comparvero sulla sua scrivania in contemporanea. Dal momento che le aveva provate su due cavie scelte a caso con delle pagliuzza (stavolta era toccato a Johnny e Jerry) conosceva già i loro effetti collaterali: la prima decuplicava la resistenza muscolare, ovvero aumentava forza e durezza corporea: l’ideale qualora servisse un aiutino in uno scontro fisico contro un akuma. Mentre la seconda rendeva disinibiti e oltremodo vogliosi della persona amata.

Insomma, la prima anche se non risolveva del tutto la miopia era comunque sfruttabile sul campo di battaglia, la seconda invece era a dir poco sconveniente, così Komui decise di continuare a lavorare sulla seconda. Peccato che Johnny, in preda al suo effetto collaterale non ancora smaltito dopo 30 minuti, distrusse mezzo ufficio di Komui nel momento stesso in cui provò ad aprirne la porta: la scaraventò senza volerlo contro la scrivania del supervisore, il quale si salvò unicamente perché in quel momento si trovava in un angolo della stanza a maneggiare i flaconi identici delle suddette pozioni gemelle.

Mentre i due cercavano di sistemare il disastro, Lavi entrò nell’ufficio per fare rapporto della missione appena conclusa. Indossava ancora l’uniforme, composta dalla casacca nera, i pantaloni bianchi e la sua amata sciarpa arancione.

- Hei, Komui! Che hai combinato stavolta? –
Fu Johnny a rispondergli, mentre rompeva una dopo l’altra ogni cosa che cercava di afferrare per riporla al suo posto: - Un disastro, Lavi! Non controllo il mio corpo! È da mezz’ora che distruggo tutto ciò che tocco! È orribile! –

Lavi indietreggiò, preoccupato che la pozione potesse essere contagiosa, poi chiese i dettagli. Nel rispondergli a Komui balzò in mente un’idea malsana: chiese a Bookman Junior di provarla.

Ovviamente Lavi si disse contrario, ma un conto era rifiutare un’offerta, un’altra era negare un ordine… - Ti prego, Lavi, voglio solo vedere se è trasferibile all’Innocence! Quanto mai potrà durare l’effetto? -

In quel momento, la mezza scrivania che Johnny stava sollevando gli cadde dalle mani. Bene: l’effetto durava circa mezz’ora! In quel disastro, tuttavia, Komui non si accorse di aver porto all’esorcista la boccetta sbagliata…

Lavi si diresse in mensa con il flacone in una tasca: aveva troppa fame per provarla subito e rischiare di rompere forchetta e quant’altro, perciò si avvicinò a Jerry per ordinare qualcosa da mettere sotto i denti: - Ho famissima, Jerry! Dammi la prima cosa che ti viene pronta, ti prego! –

- Oi oi, Lavuccio, mi sa proprio che la missione ti ha messo fame! Vedrai, ci pensa il tuo Jerry a rimetterti nel pieno delle forze! –Il rosso aggrottò le sopracciglia: - Jerry, stai bene? Sembri… diverso. –

- Non farci caso, ho smesso di essere una cavia di Komui solo pochi minuti fa… è stato orribile! –
- Anche tu con la pozione della super forza, eh? Quanti piatti hai rotto là dietro in cucina? –
- Pozione della forza?! Magari! A me è toccata l’altra! –

Mentre Jerry spiegava quali orrori aveva dovuto veder compiere al suo corpo, quanto imbarazzo aveva provato nel flirtare affatto velatamente con l’oggetto dei suoi sogni proibiti da cui non avrà di certo più il coraggio di farsi rivedere, Lavi si ricordò di aver visto due boccette cadere dalle mani di Komui nell’ufficio… e se gli avesse dato quella sbagliata? Cavolo, se fosse bastato essere attratti fisicamente da qualcuno, allora Komui lo avrebbe ucciso a mani nude perché di certo l’unica davvero attraente dentro all’Ordine era Lenalee!

L’esorcista dall’occhio verde scosse la testa per rimuovere quel pensiero. – Parlando d’altro, che hai di pronto? –

Dopo poco, Lavi finì il suo hamburger e decise di provare il liquido portentoso. Di certo Komui poteva essere sbadato, ma non su queste cose… vero? E poi erano due boccette identiche contenenti liquidi identici, impossibile che Komui potesse distinguerle, per cui doveva aver fatto sicuramente attenzione!

Tirò fuori dalla tasca il flacone e lo osservò: sembrava acqua. Deglutì esasperato dal terrore di avere tra le mani la pozione sbagliata… e se fosse tornato da Komui per chiedergli di controllare bene la boccetta?

Nuovo piano: ne avrebbe bevuta solo metà, così ne avrebbe dimezzato l’effetto o perlomeno la durata!
Si alzò in piedi e tornò da Jerry per restituirgli il vassoio. L’idea di Lavi era di uscire in cortile per aver meno gente possibile nelle vicinanze ma…

- Allora, l’hai già presa? – chiese Jerry sorridente.Lavi fece cenno di no col capo, poi gli mostrò la boccetta e provò a chiedergli se riuscisse a riconoscerla. La aprì speranzoso che Jerry potesse distinguere almeno l’odore, ma ecco che arrivò Kanda, il quale spintonò il povero Junior, colpevole di essersi frapposto tra lui e il suo piatto di soba già fumante sul bancone.

Fu un attimo. La boccetta si riversò per buona parte nel piatto sottostante, mescolando subito con il liquido in cui galleggiavano gli spaghetti che tanto piacevano al giapponese.

- Oh mio… -
- E togliti, stupido coniglio! –

Jerry e Lavi rimasero senza parole. Si limitarono a osservare Kanda allontanarsi col proprio vassoio, finché: - Non era la boccetta che dovevi prendere per Komui? –

- Sì… ma mi sa che a ‘sto punto attenderò che la prenda prima Yuu… -Due secondi e una lavata di capo dopo, Lavi si lasciò convincere da Jerry ad avvertire il collega esorcista. Fu così che il rosso si ritrovò subito di fronte al moro, già intento a mangiare il suo cibo preferito. Quest’ultimo lo minacciò con uno sguardo e Lavi deglutì. – Ehm, Yuu, c’è una cosa che dovrei dirti… -

- Tipo il perché ti ostini a chiamarmi per nome e a disturbarmi mentre mangio? Sappi che le prossime potrebbero essere le tue ultime parole se non mi dai una spiegazione soddisfacente. –Lavi deglutì di nuovo. Le labbra di Yuu Kanda avevano già concesso al suo corpo di ingerire parte del liquido di Komui, poco ma sicuro. – No, è che prima, nel tuo piatto, mi ci è caduta una cosa che… -

In quel momento gli occhi di Kanda si sgranarono. Alzò la testa verso il rosso e, con fare impassibile ma urgente, scattò in piedi e lo afferrò per un polso. Poi lo condusse altrove, noncurante nemmeno di lasciare incustodito il suo amato pranzo.

- Yuu! Dove mi stai portando?! Giuro che non l’ho fatto apposta di farti cadere quella cosa nel piatto! -

Camminavano da almeno cinque minuti e Kanda, nonostante Lavi gli avesse raccontato per filo e per segno come erano andate le cose, non sembrava aver ascolto nemmeno mezza sillaba. Il bookman si ritrovò nel sotterraneo, nei pressi del magazzino delle scorte alimentari e, una volta giunti in un corridoio nascosto ed illuminato solo da un fioco lume dietro l’angolo, Kanda lasciò il polso di Lavi solo per poterlo afferrare per le spalle.

Poi sbatté il rosso contro la parete.

Il cervello di Lavi stava processando quegli avvenimenti considerando un susseguirsi infinito di variabili. Arrivò a concludere che se Kanda non gli aveva spezzato il polso dopo averlo afferrato con cotanto entusiasmo, di certo la pozione che aveva ingerito il moro non era quella che decuplicava la forza…

- Y-Yuu… - gemette il guercio, ma non riuscì a chiedere a Kanda come mai lo avesse portato laggiù perché il giapponese lo costrinse ad un bacio selvaggio e soffocante, uno di quelli che tolgono il respiro e non solo a causa dell’effetto sorpresa. Kanda stava infatti premendo il proprio corpo contro quello stordito di Lavi, impedendogli  fisicamente di riprendere fiato.

Inizialmente Lavi aveva sgranato l’unico occhio visibile e si era irrigidito. Kanda lo stava davvero baciando? Questo significava che il suo compagno d’armi era segretamente innamorato di lui? Impossibile! Anche se questo avrebbe spiegato come mai non avesse mai portato a termine le sue minacce di ucciderlo per l’insistenza con cui lo chiamava Yuu…

Lavi stava ancora cercando di raccapezzarci qualcosa quando notò che il proprio spaesamento si era trasformato in qualcosa di altrettanto imprevisto: quella situazione anomala lo aveva eccitato.

Fu allora che un brivido lo percorse in tutto il corpo, rendendolo vulnerabile per un solo, singolo, piccolissimo secondo. Fu solo un istante ma Kanda, proprio perché era un ottimo combattente, colse quell’attimo di debolezza e, nell’istante in cui il brivido giunse al cervelletto di Lavi, forzò l’apertura del rosso per insinuarvi la propria lingua. Da quel momento la situazione precipitò.

Lavi si ritrovò assuefatto a quella penombra così seducente che li avvolgeva, a quel tepore che il fiato infiammato di Yuu gli causava sulla pelle del viso, al senso di urgenza che quel corpo schiacciato contro il proprio gli trasmetteva… Per non parlare del profumo di Kanda: ora che lo aveva così vicino, poteva distinguerlo così chiaramente che non se ne sarebbe più dimenticato nemmeno se non fosse stato un Bookman.

Non si accorse nemmeno di aver avvinghiato le braccia attorno al busto del giapponese. Si ritrovò a stringerlo a sé come se avesse voluto accorciare anche la distanza delle loro anime, come se desiderasse diventare un tutt’uno con lui. In tutta risposta, le mani di Kanda lasciarono le sue spalle per andare a infilarsi tra i suoi capelli. Li afferrò con forza mentre un gemito uscì dalla sua bocca ancora impegnata ad assaporare quella di Bookman Junior in ogni angolo. Lavi era ormai oltremodo inebriato da quel mix di profumo, buio e suoni imbarazzanti che rendevano superfluo chiedersi se anche Kanda fosse eccitato. Si lasciò andare, permettendo alle proprie mani di vagare sul corpo che aveva addosso, di studiarlo attraverso il solo senso del tatto, mentre la parte razionale di lui, quella sempre vigile, si raccontava di star solo accontentando l’amico. D'altronde aveva iniziato Kanda, giusto? Quindi era ciò che voleva… un favore, diciamo.

Lavi non avrebbe mai immaginato che stringere l’esorcista con i capelli più belli di tutto l’Ordine potesse essere così afrodisiaco. Non si era nemmeno accorto che le proprie mani avevano iniziato a sbottonare il cappotto dell’altro: era in completa trance. Fu però in grado di provare sorpresa nello scoprire che Kanda si ostinava a girare a petto nudo sotto l’uniforme. E anche a pensare che fosse meglio così...

Nel frattempo Kanda aveva iniziato a mordere e leccare le labbra dell’altro. Prima quello inferiore e poi, come se temesse che potesse esserne geloso, dedicò lo stesso trattamento anche al labbro superiore di Bookman Jr. Non sussultò quando sentì le mani di Junior sulla propria pelle del petto, curiose di palparne ogni centimetro, però si permise di emettere un mugolio compiaciuto quando sentì le labbra del rosso sul proprio collo.

Come per incentivarlo a non smettere, Yuu fece scendere un palmo sulla nuca di Lavi come a implorarlo di scendere di più con quella bocca impudente, mentre l’altra mano corse a cercare la zip della casacca sotto la sciarpa arancione che non gli era mai piaciuta. Quando la trovò, la tirò verso il basso con forza, rivelando che a differenza sua, Bookman Jr indossava altri vestiti sotto il cappotto imposto dall’Ordine Oscuro. Fu per questo che Kanda sbuffò, ma subito scattò con la schiena dritta perché Lavi, partendo dall’ombelico, era risalito a leccargli in punta di lingua una linea immaginaria in mezzo al busto, portando quella lunga scia di saliva e lussuria a terminare agguantando tra le labbra il lobo sinistro del moro.

Yuu aveva un sapore che Lavi non avrebbe mai potuto scordare, un misto di miele e sale che gli avrebbe causato di certo una dipendenza. Ma ancora più indimenticabile sarebbe stata la sua voce in quel momento: un suono mellifluo appena percettibile, un sussurro scappato a quella gola intenta ad ansimare senza ritegno. Lavi si permise di lasciare l’orecchio che stava tormentando per guardare in faccia il ragazzo che teneva tra le braccia e, come immaginava, lo trovò con le guance arrossate dall’affanno. Affanno per cosa non gli era chiaro, visto che oltre a baci e palpeggi non stavano facendo un granché, ma in quel momento Lavi non poté ipotizzare una risposta perché sussultò, lasciandosi sfuggire uno strilletto acuto: Kanda gli aveva sgraziatamente afferrato un gluteo mentre l’altra mano era corsa ad allentargli la cintura dei pantaloni. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma Yuu rimise le proprie labbra sulle sue e, ad occhi chiusi, lo condusse nel paese delle meraviglie…

La schiena di Lavi iniziò a scivolare giù, lungo il muro, finché l’esorcista non si ritrovò seduto per terra con un Kanda affamato di lui sul proprio grembo. Ormai era impossibile distinguere quali gemiti appartenessero all’uno o all’altro, così come,  a causa del vorticare di mani e bocche sui loro petti nudi che li aveva infiammati, nessuno dei due sentiva più il fresco tipico dell’aria stagnante di ogni sotterraneo degno di tale nome.

Kanda stava muovendo il bacino sopra l’erezione sempre più costretta di Lavi, il quale a sua volta era intento a tenere il volto del moro tra le mani per impedirgli di staccarsi dalla sua bocca. Non che Kanda avesse dato segni di volerlo fare, comunque.

Solo quando il rosso sentì le unghie nella carne delle spalle si accorse che Kanda aveva iniziato a fargli togliere la maglietta azzurra. Si staccò allora dal bacio per permettergli di finire quel gesto ma, improvvisamente, Kanda si immobilizzò. Rimasero a fissarsi per qualche attimo: Kanda sembrava sorpreso, mentre Lavi non capiva perché l’altro avesse smesso di provare a spogliarlo. Fece spallucce senza pensarci troppo e si tolse la maglietta da solo, ma appena lo ebbe fatto gli arrivò un potente cazzotto in pieno stomaco.

- Ahi… ahia… ma cosa fai?! –

Yuu scattò in piedi sbraitando: - Sei un pervertito! Non osare mai più farti vedere da me, razza di maniaco! –

Improvvisamente pervaso dai brividi di freddo, Lavi si affrettò a rivestirsi. Tremava, ma non capiva se era per un residuo di eccitazione, per la temperatura troppo bassa oppure per un eventuale imbarazzo che non si sapeva spiegare.

- Guarda che hai iniziato tu! –

- Palle! Io non ho iniziato niente! – gridò Kanda già dileguatosi tra i corridoi.

Lavi ricordò allora una cosa importante. – La boccetta… - si sentì un idiota, e come tale si accasciò nuovamente a terra, battendosi un palmo sulla fronte: - Sono un tale cretino! Era sotto l’effetto del… ma che cavolo mi è preso?? E sì che lo sapevo! Perché mai ho reagito così? Io non… - all’improvviso si ricordò anche di un’altra cosa, e allora scattò in piedi e corse adirato verso Yuu: - EHI! TU ERI COSCIENTE! –

Yuu, già in procinto di salire gli scalini che lo avrebbero riportato al piano terra, emise uno “tsk” e decise che non avrebbe mai ammesso di essere stato cosciente durante quel… quella cosa. MAI.
   
 
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