Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Degonia    19/05/2021    0 recensioni
Sono passati così tanti giorni, così tanti mesi, cosa ci fai ancora lì? Se ne sono andati tutti... torniamo insieme, possiamo tornare a prima che tutto iniziasse.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”





⚜ Somnium


Da una delle grandi finestre di uno dei corridoi principali, guardavo di fronte a me nella silenziosa oscurità. Uno strano sogno mi aveva destata, ancora una volta, volti di sconosciuti erano venuti a trovarmi durante il sonno e questo mi dava pensiero.
All’improvviso udii dei passi silenziosi alla mia destra. Mi voltai quando, sotto la flebile luce della luna che veniva da fuori, vidi mio fratello che era appena rincasato.
“Quando la smetterai di usare la porta sul retro?”
Ridacchiò lui e si sedette sul davanzale interno, e dando la schiena alla grande vetrata poggiò la testa sulla mia spalla, mentre io continuavo ancora a guardare fuori.
“Che c’è? Non riesci a dormire?”
“Mh... te l’ho detto no? Da quel giorno sogno qualcuno che mi sembra di conoscere...”
“Dai sorellina, sono solo sogni” disse inspirando.
“E i tuoi sogni invece? L’ho visto come guardavi quel tipo dai lunghi capelli scuri, perché non chiedi a lui di uscire invece che farlo con ragazze di cui non ti importa nulla?”
“Suvvia, non dire così, non è che non mi importa, sono carine”.
Sospiro spostando la sua testa: “Torno in camera” dissi facendo qualche passo indietro e volgendomi verso la porta poco distante.
Lui mi seguì: “E poi lo sai che nostro padre...” si fermò, fissando un punto vuoto nel corridoio “naa nulla”.
“Basterebbe che scegliessi qualcuno che ami e lui non potrebbe farci molto”.
“Ok sì, ma sai che ha la fissa degli eredi, voleva anche farti sposare quel tipo... se ci penso ancora oggi...” strinse uno dei pugni mentre varcava la soglia.
Ridacchiai: “Ahah, davvero ci pensi ancora?”
“Ovviamente, che rabbia! No, non posso andar via... devo proteggerti! Non posso ancora lasciare questa casa” disse infine sedendosi sul letto.
“Vedi che non ho bisogno di essere protetta, so combattere molto meglio di te!” sorrisi, e c’era un po’ di orgoglio in quel gesto.
“E questo cosa vuol dire? Sei una ragazza, e le ragazze vanno protette!” disse all’improvviso e serio in volto.
Salgo sul letto dal lato opposto: “E’ per questo tuo modo di parlare che le ragazze ti vengono dietro, sai? Dici cose carine e imbarazzanti senza neanche accorgertene”.
Si toglie la giacca e le scarpe.
“Intendi restare qui?”
Mi da le spalle senza rispondermi. Mi avvicino alla sua schiena:
“Dovresti restare a dormire con le ragazze con cui fai... beh qualsiasi cosa tu faccia. E’ triste uscire dal letto di una ragazza in piena notte, pensa a come possa sentirsi lei”.
Si volta: “Non ho bisogno delle donne con cui vado a letto, loro lo sanno, è solo...” china la testa, è sempre restio a parlare di questo, non mi ha mai raccontato nulla delle sue ‘ammiratrici’, continua “...ho bisogno di una sola donna nella mia vita” dice avvicinandosi e stringendomi forte.
“Ma quella donna” sussurro “non dovrei essere io, lo sai vero?” dico, e mentre ricambio il suo abbraccio gli passo una mano tra i suoi biondi capelli, ora disordinati.
Sospiro e poi sorrido, potrebbe sembrare strano questo agli occhi di un estraneo, ma non c’è assolutamente nessuna malizia in lui, nessuna lussuria nelle sue parole.
“Basta che non dici queste cose davanti agli altri... non mi piace vedervi litigare per questo”.
“Mhh” mugugna accucciandosi.
“Se loro non capiscono che non mi piaci in quel modo, io non posso farci molto... sei la persona con cui mi sento più a mio agio e a cui vorrei stare accanto”.
“Vedo già la faccia di nostro fratello corrucciarsi” dico ridacchiando e spostandomi dal suo abbraccio.
“Quello è perché lui non lo fa da troppo tempo...”
“Dai, non dire queste cose”.
“E’ solo la verità” affermò infilandosi dentro le coperte, e aggiunse “quindi quel tuo sogno?”
“Ci sono delle persone, c’è qualcuno che mi sembra che dovrei ricordare, ma non so chi sia...”
“E questo perché dovrebbe turbarti?”
“Non lo so...” riflettei “a volte vedo le loro sagome, ma i loro volti sono neri, è tutto così confuso”.
“Sei andata a chiedere al chierico giù al tempio?”
“No, non credo c’entrino le divinità in questo... non è quel tipo di sogno, è più nostalgico, sembra quasi... quasi un ricordo...”
“Philia?”
“Si?”
Non risponde subito, sembra riflettere su qualcosa: “A volte ho la sensazione di non vederti da tanto, eppure ogni volta che torno a casa tu sei qui, c’è stato un tempo in cui credevo di averti persa, ricordo foreste che non conosco, luoghi che non ho mai visitato, eppure...” il suo sguardo è così malinconico e inquieto “eppure quando apro gli occhi sono consapevole che sia solo una sorta di allucinazione, un inganno della mente, forse è solo una proiezione delle mie paure...”
Nella quasi oscurità, so che il suo sguardo sta incrociando il mio, i suoi verdi occhi brillanti riflettono la debole luce della candela alle mie spalle, e mi ritorna quella strana sensazione di pochi giorni fa. Mi prende una mano e mi tira a se: “Non andare via, non andare in un posto in cui non possa raggiungerti”, dice quasi tremando. “Sono qui Hendry, sono...” non mi lascia finire “Lo so! Lo so benissimo, ma... quelle sensazioni, io potrei non...”
“Ehi” lo conforto accarezzandogli una guancia “calmati”.
Restiamo in silenzio per un po’, vicini e abbracciati sotto profumate lenzuola.
Questa sua vicinanza, mi rasserena in qualche modo, seppur quei sogni... una lunga spada nera alzata verso il cielo a spezzare il bagliore lunare. Chi... sei?
Sbadiglio “mi sta venendo sonno, sai, riesci sempre a farmi venire sonno”, sbadiglio ancora.
“Non sembra un complimento” ridacchia lui spostandomi i capelli dalla fronte.
“Oh si che lo è, non c’è nulla di più intimo e bello che dormire insieme, fratello”.
Vedo il suo sorriso mentre i miei occhi quasi si chiudono, un piccolo tocco sulla fronte, stringo le sue vesti pensando: “anche questo è così nostalgico”.

●●●

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Degonia