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Autore: MilaEdwards    21/05/2021    1 recensioni
La mia fanfiction è liberamente ispirata alla storia di Can­dy, dell'autrice gia­pponese Keiko Nagita.
"Liberamente" perché ne riprende la sto­ria e gli avveniment­i, ma non tutti.
E anche laddove gli avvenimenti sono ripresi dalla storia originale, sono stati sviluppati in mani­era diversa, secondo una mia personale visione e impostazione narrativa, verosim­ile, ma senza perdere di vista i sogni e le ambizioni dei personaggi, e i sogni di noi amanti di questa bellissima storia.
L'ambientazione è collocata negli anni '20, gli anni del dopoguerra, in cui si sviluppò certame­nte, secondo fonti storiche, una maggiore apertura verso il nuovo, l'emancipazio­ne e l'anticonformis­mo, nella vita socia­le, nel lavoro e nel­la moda, specialmente in una città cosmo­polita come New York.
I nomi dei personaggi sono quelli del racconto originale, benché in Italia il personaggio di Terry sia noto e conosciuto attraverso l'anime solo con il nome di Terence, che non esiste invece nella versione originale.
Enjoy the reading!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                                            CAPITOLO 1
 



 
Il 7 maggio del 1919 Candy aveva compiuto 20 anni.
Stava diventando una donna. Era più alta, il viso tondo, con le lentiggini e grandi occhi verdi, le ciglia lunghe e i capelli biondi e mossi, lunghi oltre le spalle. Amava portarli sciolti e ribelli, ma anche legati in una coda o tenuti a bada da un nastro.
 
Nel 1919 il mondo era ormai fuori dal periodo buio della Prima guerra mondiale, ma occorreva del tempo per ritornare alla normalità. Pian piano tutto si apprestava a riprendere il suo ordinario fluire di cose, persone, eventi, attività. A ritornare alla vita.

Dopo aver dolorosamente deciso di lasciare Terry, a New York, nell'inverno del 1916, perché lui potesse stare accanto a Susanna in seguito all'incidente che le era capitato, Candy era ritornata a Chicago, dove viveva, e aveva continuato a lavorare nella Clinica Felice del Dr.Martin. 

Ma dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti, nel 1917, la partenza per il fronte di Stair e la notizia della sua morte, due eventi che avevano addolorato tutti coloro che lo avevano conosciuto, Candy aveva deciso di prendersi una piccola pausa da tutto. Troppi eventi tristi erano accaduti, quasi uno dopo l'altro, e avevano appesantito il suo cuore. Aveva pensato di ritornare per un periodo alla sua amata Casa di Pony, nei suoi luoghi preferiti nella campagna dell'Indiana, per ricaricare le energie e godere dell'affetto incondizionato delle sue due "mamme", Miss Pony e Suor Lane, e del prezioso tempo insieme a loro.
Tutto ciò sarebbe stato un balsamo per la sua anima, ci aveva pensato a lungo e un giorno, dopo aver già avvisato il Dr.Martin delle sue intenzioni, aveva preparato la valigia e preso un treno che l'avrebbe ricondotta a casa.

Capitava che si ritrovasse a pensare alla sua condizione di orfana. Al fatto di non avere una famiglia, nel senso canonico del termine. Una mamma e un papà, da poter chiamare con questo nome. Ma ogni volta che pensava a questo non poteva fare a meno di sentirsi allo stesso tempo fortunata, per essere stata abbandonata proprio alla Casa di Pony. Il posto migliore del mondo secondo il suo giudizio, essendo laggiù cresciuta felicemente da bambina e conservando dei bellissimi ricordi. Lì era stata accolta amorevolmente, aveva ricevuto tanto di quell'affetto e di quella cura che non le era mancato mai nulla in particolare. La sua infanzia era stata serena, aveva stretto una delle sue amicizie più importanti con Annie, abbandonata alla Casa di Pony come lei, e nello stesso giorno, ed erano ancora talmente amiche da considerarsi come sorelle, pur avendo due caratteri diversi.

Era stata di fondo una bambina con un carattere allegro e non arrendevole, e questo l'aveva aiutata tanto nel suo percorso di vita. Aveva subìto dei torti e delle cattiverie, ne aveva certamente sofferto, ma il suo carattere la aiutava ad andare avanti sempre con positività, nonostante le difficoltà della vita. E sapeva di poter considerare come la sua famiglia le persone a lei più care che abitavano la Casa di Pony e di poter sempre contare su di loro. Era felice per questo.
 
Arrivata a destinazione, Miss Pony e Suor Lane non furono sorprese di rivederla. Candy aveva accennato loro tramite lettera la sua volontà di passare a trovarle un giorno, ma non aveva specificato quando e per quanto tempo. Le due donne avevano intuito che doveva essere accaduto certamente qualcosa alla loro cara ragazza, perciò la accolsero con gioia, senza fare troppe domande.

Sedute vicino al fuoco scoppiettante nel camino, Candy raccontò loro della morte in guerra del suo caro amico Stair, e le ultime vicende riguardanti la famiglia Ardlay. Di come aveva scoperto che il misterioso zio William altri non era che Albert. Albert... un ragazzo più grande di lei di 11 anni, che aveva conosciuto a Lakewood nel periodo in cui era alla tenuta dei Lagan. L'aveva aiutata in diverse occasioni ed era diventato un amico importante. L'aveva rivisto a Londra, e poi a Chicago, quando lavorava in ospedale e Albert arrivò incosciente e senza memoria tra i feriti di guerra, coinvolto in un bombardamento su un treno in Italia. Aveva condiviso con lui un appartamento a Chicago, per aiutarlo a recuperare la memoria e per prendersi cura di lui al di fuori dell'ospedale. Le sembrava quello anche un modo per ricambiare quanto Albert avesse fatto per lei in passato.

Ma poi un giorno Albert era sparito. Candy l'aveva cercato ovunque, senza riuscire a trovarlo, e quando Neil, il perfido fratello di Eliza, le dichiarò il suo amore e le disse che il loro matrimonio era già stato organizzato, per volere dello zio William, Candy decise che era giunto il momento di incontrare, per la prima volta, il suo benefattore e chiedergli spiegazioni.
Così riuscì a scoprire che lo zio William era in realtà Albert. Il suo più caro amico apparteneva alla famiglia Ardlay che l'aveva adottata, e ne era diventato il capostipite per raggiunta età.

Candy descrisse alle sue mamme lo stupore di quel momento, e anche loro dovettero convenire sul fatto che doveva essere stato un evento destabilizzante per Candy. Perciò espressero il loro consenso anche quando Candy annunciò che aveva deciso di rinunciare al cognome degli Ardlay. Che era molto grata ad Albert per quanto aveva fatto per lei quando era solo una ragazzina... averle permesso di studiare a Londra era stata una grande opportunità, ma ora sentiva di voler vivere la sua vita come desiderava. Anche se Albert naturalmente non l'avrebbe mai ostacolata nelle sue scelte, Candy non voleva avere vincoli di parentela e obblighi familiari con il clan dei Lagan, strettamente legato agli Ardlay. Non era solita portare rancore alla gente, anzi, era sempre ben disposta a perdonare. Ma, crescendo, aveva capito quanto fosse giusto concentrarsi a volte anche sul proprio benessere e prendere le distanze da tutto ciò che potesse essere causa di sofferenza. Dunque aveva maturato questa decisione e l'aveva comunicata ad Albert. Voleva andare avanti per la sua strada. Albert non si era opposto. Sapeva benissimo che nulla avrebbe interrotto il loro meraviglioso rapporto d'amicizia. Avrebbero senza dubbio continuato a tenersi in contatto e ad aiutarsi nei momenti di difficoltà, come due grandi amici che si volevano un bene immenso.

Lui era ora ufficialmente a capo degli Ardlay, e con un ruolo tale era sempre impegnato in questioni d'affari che lo portavano ad essere spesso in viaggio, in giro per il mondo. Non che non ci fosse abituato, in fondo anche prima Albert conduceva questo tipo di vita. Ma mentre prima erano viaggi dettati dalla sua voglia di libertà e sete di conoscenza, adesso quei viaggi avevano tutto un altro tenore. Le attività finanziarie avevano subìto però un rallentamento a causa della guerra, così, con più tempo libero a disposizione, Albert aveva promesso a Candy che sarebbe passato a trovarla un giorno alla Casa di Pony. 
 
La sera, ritrovarsi davanti al camino era diventato un rituale per le tre donne. Candy aveva così tanti aneddoti da raccontare, tante piccole notizie ricevute dai suoi amici tramite le lettere che si scrivevano, che quel momento in cui si riunivano era diventato un momento prezioso, un momento per cui Candy si sentiva molto grata. La scusa era quella di mangiare marshmallows abbrustoliti sul fuoco. E la stanza si riempiva di risate e profumo di vaniglia. 

Proseguendo a parlare del suo trascorso, Candy riferì alle due donne anche di Annie, la sua amica d'infanzia alla Casa di Pony, ritrovata per caso alla St.Paul school di Londra, dove la loro amicizia ebbe modo di approfondirsi, dopo un inizio un po' particolare dovuto alle insicurezze di Annie. 

Miss Pony e Suor Lane ricevevano ogni tanto delle lettere anche da Annie. Ormai la ragazza aveva ripreso i contatti con loro due, dopo un periodo in cui, per volere dei suoi genitori adottivi, le era stato imposto di dare un taglio alle sue origini. Annie non si rendeva conto fino in fondo del significato di quella richiesta. Aveva ubbidito perché credeva fosse giusto così, che fosse necessario per essere accettata nel nuovo ambiente borghese in cui stava crescendo. Ma dopo aver incontrato Candy alla St.Paul school, e dopo aver avuto anche lì un atteggiamento simile, facendo credere a tutti di non conoscerla, riuscì in seguito a capire che non poteva portare avanti quella recita ancora per molto tempo. Voleva troppo bene a Candy, lei era stata ed era ancora la sua migliore amica, in passato l'aveva considerata come una sorella. Pertanto si liberò finalmente di quel segreto, che stava diventando un peso per lei, e insieme recuperarono il tempo perso trascorrendo a Londra uno dei periodi più belli e spensierati della loro giovane vita. 
Miss Pony intuì che Candy poteva aver sofferto all'inizio per l'atteggiamento di Annie, ma che grazie al suo carattere generoso e altruista era riuscita a capire le sue ragioni, senza giudicarla. Le cose erano andate per il meglio, Annie era ancora un'amica importante per Candy, questo era per lei segno che qualcosa di buono doveva esserci nella loro amicizia, e che quel qualcosa era così forte da superare il tempo e le circostanze. Ora pensava soltanto che le sue due bambine si erano ritrovate, ed erano adesso diventate delle donne.

Candy raccontò di aver conosciuto anche un'altra ragazza alla St.Paul school, la sua vicina di stanza, Patricia, detta Patty. Lei era una ragazza timida all'inizio, molto rispettosa delle regole della scuola. Dopo poco tempo diventò una cara amica per lei e, insieme ad Annie, condivisero diverse esperienze che Candy avrebbe portato per sempre nel suo cuore.
 
Candy non menzionò invece mai Terry, nei suoi discorsi.

Benché le due donne avessero avuto in passato l'occasione di conoscerlo, quando lui si recò in visita alla Casa di Pony, e benché avessero intuito che tra i due ragazzi potesse essere nato un sentimento, decisero di non essere invadenti e di aspettare che fosse lei a parlargliene, se mai avesse voluto farlo.
 
 
Dopo la notizia del coinvolgimento dell'Inghilterra nella Prima guerra mondiale, Annie, Archie e Stair avevano lasciato Londra per tornare in America, a Chicago. Patty li aveva raggiunti in un secondo momento.
Stair aveva deciso di partire volontario per il fronte, arruolandosi nell'Aviazione, prima ancora che l'America entrasse ufficialmente nel conflitto. Non lo aveva comunicato alla sua famiglia e ai suoi amici, per non essere ostacolato nella sua scelta. L'ultimo ricordo che Candy aveva di lui era il suo dolce saluto alla stazione di Chicago, all'alba di una mattina in cui lei era in partenza per New York, per andare da Terry. Le era sembrato strano il suo amico quel giorno... ma in quel momento non sapeva spiegarsi quella sensazione.                                                                                                                                              
Stair era morto durante un combattimento a fuoco nei cieli francesi, e la notizia che in seguito era giunta ai familiari aveva naturalmente gettato nello sconforto e nella tristezza tutte le persone che gli avevano voluto bene. Patty era stata la ragazza di Stair a Londra. La notizia della sua morte le aveva strappato il cuore, così, per cercare di dimenticare gli ultimi eventi, aveva deciso di partire per la Florida e andare a stare per un po'di tempo da sua nonna Martha.

Con la fine della guerra però, ognuno dovette riprendere in mano la propria vita e cominciare a pensare ai propri progetti personali. Annie aveva deciso di studiare Musica in un Conservatorio a Boston. Si era fidanzata ufficialmente con Archie, che pure era a Boston per studiare Economia all'Università. Patty si trovava ancora in Florida. Dopo la guerra si era iscritta all'Università per studiare Pedagogia e diventare un'insegnante.
 
 
 
I primi giorni trascorsi alla Casa di Pony Candy si era dedicata ad aiutare Miss Pony e Suor Lane con i bambini, che al momento erano 18, e dunque c'era sempre un gran da fare! Un aiuto in più era sempre gradito.
Ma dopo qualche settimana decise di ritornare al suo lavoro di infermiera. Sentiva di voler trascorrere ancora del tempo nella sua Indiana, e fu per questo motivo che pensò di candidarsi per un annuncio che aveva letto un giorno in centro città a La Porte. Un piccolo ambulatorio medico locale cercava un'infermiera qualificata. Era stata assunta quasi subito, dopo un colloquio di presentazione.
Il Dr.Gilmor, il medico referente con cui Candy avrebbe dovuto lavorare, un uomo di circa 60 anni, molto cordiale e un vero professionista, aveva deciso di darle un'opportunità, dopo averla ascoltata parlare delle sue precedenti esperienze negli ospedali del vicino Stato dell'Illinois, dove aveva anche conseguito il diploma. Nel tempo, il medico era rimasto soddisfatto del suo intuito e della sua scelta. Candy si era dimostrata efficiente e preparata, e in più aveva un carattere gentile e un sorriso sempre pronto che contribuivano a rendere quell'ambiente e l'approccio con esso un'esperienza più serena e meno nervosa, specialmente per i pazienti più piccoli.
 
Candy aveva scelto il suo lavoro quando era ancora una ragazzina, studentessa alla Royal St.Paul school. Dopo aver ricevuto una lettera di Albert dall'Africa, in cui le raccontava la sua vita laggiù, il motivo della sua partenza e il fatto che lì avesse incontrato un'infermiera americana che le assomigliava, lei aveva cominciato a pensare seriamente che questa professione così nobile e gratificante potesse essere adatta a lei. Così aveva deciso di studiare per diventare una brava infermiera.
 
E brava lo era diventata davvero. Inoltre riusciva a calmare i bambini e loro la prendevano subito in simpatia. Aveva sempre un marshmallow o un biscotto per ognuno di loro, era il suo pensiero prima di recarsi al lavoro ogni mattina... portare con sé dei dolcetti per addolcire l'umore dei piccoli che avrebbe potuto incontrare in ambulatorio.
Il lavoro era molto impegnativo e le occupava quasi tutta la giornata, era contenta di poter mettere a frutto le sue conoscenze e tutto quello che aveva studiato, di dare un valore alla sua esperienza, ma a sera era felice di poter tornare nel tepore di casa sua. 

D'inverno, al suo rientro, il caminetto acceso e una buona cioccolata calda preparata da Miss Pony riuscivano a ritemprarla dal freddo e dalla stanchezza; d'estate, invece, al pomeriggio inoltrato la strada di periferia che conduceva a casa era incorniciata da lunghe file di fiori selvatici coloratissimi in piena sbocciatura e di arbusti a perdita d'occhio. Il cielo era spesso acceso di colori vivaci tra l'arancione e il viola, nell'esplosione dei tramonti che la natura concede a tutti, come spettacolo per gli occhi, e anche Candy ne rimaneva affascinata, ogni singola volta come fosse la prima. Il frinire delle cicale, il vento caldo che soffiava laggiù e che le inondava il viso e i capelli, riuscivano a darle sensazioni di calma e serenità.
E a farle sentire di essere nel posto giusto.

D'estate trovava Miss Pony e Suor Lane sedute fuori casa, sulle loro sedie a dondolo preferite, intente a sorseggiare un tè freddo alla pesca e a rammendare abiti leggermente usurati dal tempo, mentre i bambini giocavano sfrenatamente sul prato. Questo quadretto che appariva davanti ai suoi occhi era ciò che lei chiamava "casa" e aveva un profumo ineguagliabile.
   
 
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