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Autore: Rota    23/05/2021    0 recensioni
Dallo sgabuzzino, sente suonare il campanello della porta d’ingresso. Così, mette in fretta e furia a terra lo scatolone che regge tra le braccia e torna alla propria postazione, dietro il banco da lavoro.
-Ci sono, ci sono! Buonasera-
Ma si ferma prima di finire la frase, perché qualcosa gli arriva addosso e lo fa quasi cadere all’indietro. Due occhi grandissimi si alzano dalla sua tuta la lavoro e gli offrono un sorriso mancante di qualche dente.
-Ciao, papi!

[Renga /LangaxReki Week 2021 - Day 3: Time skip]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Langa Hasegawa, Nuovo personaggio, Reki Kyan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Eccoci qui con la seconda, piccola fic per la week! Il prompt dava l’occasione per una future fic, e io avevo proprio bisogno di qualcosa di fluff e carino!
Come al solito, l’inglese non è la mia prima lingua, quindi ogni consiglio per migliorare è super gradito!
Buona lettura!

 
 
 





 
 
Dallo sgabuzzino, sente suonare il campanello della porta d’ingresso. Così, mette in fretta e furia a terra lo scatolone che regge tra le braccia e torna alla propria postazione, dietro il banco da lavoro.
-Ci sono, ci sono! Buonasera-
Ma si ferma prima di finire la frase, perché qualcosa gli arriva addosso e lo fa quasi cadere all’indietro. Due occhi grandissimi si alzano dalla sua tuta la lavoro e gli offrono un sorriso mancante di qualche dente.
-Ciao, papi!
Tutto il senso della fatica e della stanchezza sparisce in un istante: Reki prende tra le braccia la figlia e la solleva in aria, per poi stringerla al petto e riempirle di baci il viso paffuto. Lei ride, cercando inutilmente di ribellarsi a tutto quell’affetto.
Langa si avvicina a loro con un certo garbo, rimanendo immobile oltre il bancone di legno. Si prende qualche minuto per guardarsi attorno: il Dope Sketch, dopotutto, è rimasto uguale, anche quando il signor Oka ha lasciato la gestione a Reki. Lo fa sentire un po’ nostalgico.
E appena il marito fa cenno di essersi accorto anche di lui, Langa si avvicina.
-Siamo venuti a prenderti per andare a casa tutti assieme.
-Ah! Ho ancora del lavoro in arretrato, mi è appena arrivata una consegna e allora…
Guarda il fagotto che ha tra le mani, codini alti e ancora una macchia di pennarello sulle dita della mano. È il suo compleanno, d’altronde.
Reki le sorride, abbassandosi a strofinare la punta del naso contro quella di lei.
-Datemi dieci minuti e ci sono.
 
 
Un piccolo cono di carta viene fatto esplodere, e una pioggia di coriandoli colorata viene lanciata in aria prima di cadere sopra di lei. Un applauso, delle risa, voci alte e allegre sotto quella lampada fredda da appartamento.
La bimba sorride e alza il viso dalla torta, assieme a filamenti grigiastri dei fumi delle candeline appena spente.
-Buon compleanno!
-Buon compleanno!
Lei arrossisce per quanto è contenta.
Langa prende il coltello da dolce e taglia la prima fetta per lei, con alcune fragole in più rispetto alle altre e tanta panna. Lei non aspetta neanche che il piattino venga appoggiato sul tavolo e subito si avventa sul dolce: la cena a base di baozi e patatine fritte non deve esserle bastata, evidentemente.
Dopodiché, Langa serve Reki della propria fetta, prende la sua forchettina e alza un boccone nella sua direzione.
-Reki, la tua torta.
Lo guarda fisso, con quel suo solito sguardo deciso che lo mette un po’ a disagio – non sa capire se lo sta facendo apposta oppure, pur dopo tutti quegli anni in Giappone, ancora non si renda conto di cosa sia imbarazzante e cosa no. Prova a tranquillizzarlo.
-Sai, posso mangiare anche da solo-
Nulla da fare, Langa non demorde.
Sospirando, Reki accetta la sua gentilezza e si lascia imboccare. Chiude gli occhi perché sa che Langa sta sorridendo un po’ troppo e si concentra sul sapore del dolce.
Squisito.
-Uhn, è molto buona! Dove l’hai presa?
-Vicino al mio ufficio hanno aperto una nuova pasticceria, vendono un sacco di dolci di questo tipo.
-Passaci più spesso!
-Reki, troppi dolci poi fanno male alla salute.
Tra i due, interviene la bambina al di là del tavolo, la bocca sporca di panna e di crema.
-Mica è il mio compleanno tutti i giorni!
Reki, dall’alto della sua maturità di padre e adulto di più di trent’anni, le fa una linguaccia.
-Al mio compleanno allora mangeremo una torta più grande di questa!
-Ah?
Langa lo rimprovera, come se ce ne sia reale bisogno e tutto quello non sia che un gioco.
-Non metterti in competizione con lei…
Scuote la testa, sconsolato.
Guarda i cartoni del cibo sul bancone dei fornelli e del lavabo, il piccolo ingresso ancora nel buio di luci spente. Dietro la sedia della figlia, c’è qualche passo di vuoto e poi le loro camere da letto, il bagno con quella vasca che a Langa è sempre piaciuta tanto – grande abbastanza da starci almeno in due.
Ma la cosa che più di ogni altra lo fa sentire davvero bene è accanto a lui: Langa gli preme la coscia contro la sua, perché non ha mai smesso di avere necessità di sentirlo addosso, proprio come quando erano poco più che ragazzi.
Si incontrano con lo sguardo per caso. I capelli corti di Langa, la barba rossiccia appena appena non curata di Reki, sono i segni del tempo che passa e della loro abitudine giornaliera.
I gesti che li portano ad abbracciarsi sono naturali. Lì dentro, non c’è imbarazzo che possa davvero separarli.
Si sorridono con la fronte premuta l’una contro l’altra, gli occhi socchiusi alla gioia.
-Piccioncini.
Reki sbuffa e poi sorride verso la figlia, che ricambia il sorriso più che felice.
Un piccolo bacio di lui, a quel punto, è solo che perfetto.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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