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Autore: LaPrincesseJasmine    24/05/2021    0 recensioni
STORIA INCENTRATA SU ALEX E MARC
Dal testo: "L'ipotesi era inconcepibile. Sfuggiva ad ogni logica ma, d'altronde, tutta quella vicenda era fuori dal comune.
Alex non sapeva cosa fare. La testa le doleva e non aveva più la forza di pensare: in poco tempo tutto il suo mondo le era crollato addosso."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CIAO A TUTTI! ENNESIMO RITARDO CAUSA SESSIONE MA MI SA CHE ALMENO FINO A META' GIUGNO NON RIUSCIRO' AD ESSERE MOLTO COSTANTE NEL PUBBLICARE :( MA CONTINUERO' AD ANDARE AVANTI NELLA STORIA OGNI VOLTA CHE POSSO! INTANTO ECCO UN NUOVO CAPITOLO, BUONA LETTURA!
LASCIATE TANTI FEEDBACK SU QUESTO NUOVO COLPO DI SCENA!
P.S.: LA STORIA CONTINUA DIRETTAMENTE DAL CAPITOLO PRECEDENTE

Ovviamente così non fu.

Il contadino non riuscì a resistere alla ghiotta occasione di raccontare ai suoi compaesani e ai viandanti che incontrava che ospite a casa sua c’era il figlio del Falco in persona.

La voce sul luogo in cui si trovava Marc giunse praticamente ovunque e giunse anche alle orecchie di chi non aspettava altro per potersi vendicare dei Ponthieu…

Un giorno dopo la partenza di Laurent, Marc fu circondato, mentre era nei campi, da tre uomini a cavallo. Non avevano i colori di nessun casato, ciò significava che viaggiavano in incognito e la cosa non lo rassicurò affatto.

“Chi siete?” chiese Marc cercando di mantenere un contegno fiero e spavaldo che non aveva minimamente.

“Non è importante” rispose uno degli uomini, sembrava avere un accento dei feudi del sud. “L’importante è che tu sei Marc de Ponthieu e che finalmente ti abbiamo trovato!”

Detto questo tutti e tre si lanciarono verso Marc. Il ragazzo tentò di difendersi menando pugni e calci a destra e a manca ma non aveva nessuna speranza solo e disarmato contro tre cavalieri.

Marc non capiva chi potessero essere, ma visto che il villaggio in cui si trovavano lui ed Alex era parte dei territori del re e non dei Ponthieu, potevano essere praticamente chiunque. Vide che avevano all’incirca la sua età, forse qualche anno in più. Uno dei tre giovani lo prese con la forza e lo sospinse dentro il casale.

Gwendoline non capiva cosa stesse succedendo, vedendo tutti quegli uomini armati improvvisamente piombare a casa sua.

“Chi siete?!” chiese spaventata “non abbiamo nulla da darvi, siamo solo poveri contadini” tentò di protestare.

Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che uno dei cavalieri le legò le mani e le tappò la bocca con una pezza legata. Erano molto organizzati, era evidente che l’attacco era stato premeditato. 

“Sta zitta donna” si intromise quello che sembrava essere il capo della banda. “non siamo qui per voi e se non ci darai problemi potremmo persino lasciarti in vita. Siamo qui per il cadetto de Ponthieu. Abbiamo un conto in sospeso io e la sua famiglia.”

E così dicendo si avvicinò a Marc e mentre un altro lo teneva lo legò strettissimo in modo che non potesse praticamente muoversi. 

“Ci dev’essere un errore, mio signore.” tentò Marc disperato per sé ma soprattutto per Alex, per quello che avrebbero potuto farle quei bastardi che tanto ce l’avevano con lui. “Io non sono Marc de Ponthieu e non vi ho mai visto né, tantomeno, recato offesa alcuna…”

Il ragazzo si avvicinò fissandolo negli occhi e gli diede uno schiaffo che gli tolse l’udito dall’orecchio destro per mezzo minuto. “Bugia!” urlò con uno sguardo folle “certo che sei Marc de Ponthieu, sei uguale spiccicato a quel cane di tuo padre.” e così dicendo gli sputò.

Come a peggiorare ulteriormente le cose arrivò Alex, probabilmente allarmata da quei rumori.

“Cosa sta succedendo…”

Marc non le diede il tempo di terminare la frase, non voleva che dicesse qualcosa che potesse tradire la sua vera identità, minore fosse stato il suo legame con Marc, maggiore era la possibilità che la lasciassero stare.

“Vai vicino a tua madre, Charlotte” disse Marc lanciando uno sguardo eloquente ad Alex. “È la figlia della contadina” disse poi ai tre.

Alex era rimasta senza parole dalla scena che aveva davanti ma sembrò afferrare l’occhiata di Marc e fece per mettersi vicino a Gwendoline, senza fiatare.

“La figlia della contadina?!” rise il capo dei cavalieri. “Allora non ti importa se faccio questo” si avvicinò ad Alex e la baciò stringendola a sé in maniera deliberatamente esagerata.

Alex si allontanò da lui e Marc si morse la lingua fino a sanguinare pur di starsene zitto, ne andava del bene di Alex.

“Molto bene” se la rideva il capo “allora non ti darà nessun fastidio nemmeno questo” e così dicendo immobilizzò Alex da dietro e con una mossa abile e veloce le aprì uno squarcio sulla guancia sinistra che iniziò subito a sanguinare copiosamente. Alex gemette di dolore e Marc gemette con lei perché gli faceva male fisicamente vederla star male e fu più forte di lui.

“Come immaginavo” continuò quello con un sorriso ampio come se avesse appena scoperto dov’era nascosta una pentola d’oro. “Compagni, la fortuna sta volgendo lo sguardo dalla mia parte, finalmente” si rivolse agli altri “non solo ci fa trovare qui Marc de Ponthieu ma ce lo fa trovare con la sua innamorata che, ironia della sorte, è pure incinta!”

E così dicendo fece per accarezzare il volto di Alex, la ragazza gli diede un morso.

“Attenta a cosa fai” si limitò a dirle il cavaliere buttandola a terra, vicina a Gwendoline.

Marc si sentì scoraggiato come mai prima d’ora, erano a poche ore di cammino dal suo feudo eppure non era riuscito a portare Alex in salvo e, anzi, l’aveva appena condannata a chissà quale destino.

“Marc de Ponthieu” iniziò il cavaliere guardandolo con una soddisfazione sadica che baluginava nei suoi occhi folli “oggi per me si presenta l’occasione di una vita: circa 20 anni fa tuo padre mi ha reso orfano, avevo solo tre anni e mia madre è morta di parto, mi restava solo mio padre ma Jean de Ponthieu l’ha ucciso. L’ho aspettato per mesi ma mio padre non ha mai potuto tornare da me… Quando sono cresciuto ho giurato che mi sarei vendicato contro l’assassino di mio padre. E quale modo migliore di togliergli la persona a lui più cara, suo figlio?! Tu, mio caro cadetto, mi hai solo reso le cose ancora più ghiotte, mettendo incinta la tua sgualdrina. Come tuo padre mi ha reso orfano di padre tanti anni fa, io renderò orfano di te tuo figlio. Sono Jules Derengale e mio padre era lo sceriffo Jerome Derengale.


Châtel-Argent, Francia

5 Settembre 1233

 

Ian e Daniel tornarono a Châtel-Argent scossi e solo in parte sollevati. Adesso sapevano che anche Alex era viva, o per lo meno lo era fino a qualche settimana prima, anche se ne aveva passate tante.

A quanto pareva era con Marc e anche questo era un bene.

Ma allora perché dopo tutto quel tempo non erano ancora tornati a Châtel-Argent? La strada dalla locanda a casa distava al massimo una giornata di cammino anche se Alex era incinta non potevano metterci tanto di più.

Le ipotesi che vagavano nella mente di Ian erano due, entrambe terribili.

La prima era che fossero feriti così gravemente da non poter proseguire il viaggio, o che fossero addirittura morti.

La seconda ipotesi aveva iniziato gradualmente a farsi strada nella mente di Ian e adesso non lo abbandonava più…

“Daniel” iniziò “e se Marc e Alex non volessero farsi trovare?”

Daniel lo guardò con uno sguardo interrogativo.

“Pensaci Daniel… quei due sono insieme ormai da settimane e non erano troppo lontani da qui, perché allora non sono tornati qui. Io penso che potrebbero essere scappati insieme volutamente. Qui avevano un sacco di obblighi, altrove avrebbero potuto stare insieme senza problemi… Alex ormai avrà la pancia troppo evidente per farli sposare pubblicamente, sarebbe uno scandalo e metterebbe in cattiva luce soprattutto lei Daniel, ci avranno pensato anche loro… e potrebbero aver semplicemente deciso di restare dov’erano…”

Daniel continuava non dire nulla ma sul suo volto comparve un’espressione indecifrabile. “Ian pensi davvero che potrebbero arrivare a tanto?”

“Gli unici a sapere che Marc è vivo siamo noi, quale migliore momento per sparire e cambiare vita?” disse Ian triste “a mio figlio sono sempre andate strette le regole della vita da feudatario… spero che per una volta in vita sua abbia ragionato con la testa e non con il cuore ma non ci metterei la mano sul fuoco, purtroppo Marc è molto impulsivo e mi sembra che abbiamo avuto una prova abbastanza evidente che quando quei due sono insieme ragionino molto con il cuore e poco con la ragione”

Daniel sembrava aver improvvisamente su di sé il peso del mondo a quella rivelazione di Ian. “Mio Dio Ian… non ci posso pensare a non rivedere mai più mia figlia, a non sapere nemmeno se sta bene. Alex mi ha deluso e molto, fa sempre di testa sua e si mette nei guai ma io non credo, se la conosco almeno un decimo di quanto credo, che farebbe mai una cosa del genere. Finché non sarò sicuro che non c’è più nulla da fare la continuerò a cercare, fosse anche in capo al mondo…”

Ian sorrise all’amico e pregò che davvero i due ragazzi non avessero fatto una sciocchezza simile.

Avevano appena rimesso i cavalli nelle stalle e stavano rientrando al castello per annunciare le novità su Alex e Marc anche alle mogli quando vennero distratti da una confusione al portone di accesso. 

Le guardie stavano respingendo un uomo, un vecchio contadino con un carretto. “Devo parlare con il conte de Ponthieu!” sbraitava il contadino “Come ve lo devo dire!”

Le guardie continuavano a respingerlo dicendo “ormai è tardi, è già sera, torna domani adesso il conte non può riceverti”

“Ma io DEVO parlargli adesso” insisteva il contadino.

“Dicono tutti così” rideva una delle guardie con le altre. 

Intanto Ian e Daniel si stavano avvicinando per capire meglio cosa stesse succedendo.

“Lo ripeto di nuovo, ho bisogno di parlare al conte!” insistette l’uomo impavidamente “mi manda suo figlio Marc de Ponthieu!”

A quelle parole Ian e Daniel saltarono su come grilli e, dopo essersi scoccati un’occhiata significativa, corsero dall’uomo.

Le guardie vedendo Ian, anzi Jean, arrivare correndo gli si inchinarono salutandolo con deferenza, temendo di aver fatto un passo falso a non far entrare il contadino.

“Buonasera” inziò Ian “sono il conte de Ponthieu, ho sentito che mi stavate cercando” disse all’uomo.

“Sì mio signore” disse quest’ultimo.

“Seguitemi allora e vi riceverò in un luogo più consono”disse Ian con la chiara intenzione di allontanare la conversazione che si sarebbe svolta di lì a poco da orecchie indiscrete.

Quando finalmente raggiunsero la sala delle udienze Ian incitò l’uomo a parlare. Lui e Daniel non stavano più nella pelle.

“Mi manda vostro figlio Marc, signor conte, si è rivelato a me perché venissi a chiedervi aiuto per farlo tornare al castello”

“Ma dov’è mio figlio?!” disse Ian incredulo di poter forse, finalmente, avere una pista concreta per ritrovare Marc.

“A casa mia, in un villaggio non lontano da qui, appena oltre il confine del feudo”

“E allora perché non è tornato?” domandò Ian incredulo.

“Non può venire, mio signore.” disse il contadino facendosi improvvisamente più cupo “Vostro figlio sta bene ma non vuole lasciare la ragazza… lei non può fare la strada fino a qua.”

“Alex?!” intervenne per la prima volta Daniel sgomento “cosa le è successo?”

Il contadino sembrava confuso dal vedere che un cavaliere qualunque si intrometteva in una discussione privata del conte ma rispose ugualmente. “Non lo so bene… quando hanno bussato alla mia porta lei stava già male. Ha perso molto sangue e pensavamo tutti che il bambino fosse morto. In tutta onestà pensavo che anche la ragazza non ce l’avrebbe fatta, era pallidissima, mai vista una cosa così.”

Ian e Daniel erano sbiancati al racconto. Ian provava emozioni contrastanti e pensò che per Daniel dovesse essere lo stesso, non aveva mai voluto quel bambino, mai e poi mai si sarebbe aspettato di diventare nonno, eppure non avrebbe mai voluto che a suo figlio e ad Alex potesse toccare un dolore del genere e adesso a quel piccolino si era affezionato.

“E poi?” lo incitò Ian a proseguire.

“Poi ieri finalmente il piccolino si è mosso dopo diversi giorni e quindi abbiamo capito che era vivo, dovevate vedere com’erano felici i due ragazzi che ormai non ci speravano più. Ma la ragazza deve stare a riposo, non può più rischiare o moriranno sia lei che il bambino, è troppo debilitata. Marc non la vuole lasciare da sola e quindi ha chiesto a me di venire ad avvertirvi.” disse l’uomo tutto d’un fiato “Ah, mi ha promesso del denaro” aggiunse con uno scintillio negli occhi.

 
   
 
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