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Autore: Dreamer In Love    24/05/2021    0 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
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38.
Semifinale

- Ospiti indesiderati -
 
Shade arrivò sugli spalti già gremiti. L’atmosfera era tesa: c’erano molti studenti della Keonguk ma diverse file erano occupate dalla tifoseria degli avversari. Le due fazioni si lanciavano sguardi nervosi e occhiatacce. 
Individuò i suoi amici tra la folla e sedette accanto a loro producendo un sospiro sconsolato.
- Che succede? -, gli chiese Auler.
- Quella maledetta gallina mi ha dato problemi. –
Mostrò le mani massacrate dalle beccate che la Tigre Rossa gli aveva riservato e, accortosi che una ferita aveva iniziato a sanguinare, portò il dito alla bocca per succhiarlo.
Gli altri due iniziarono a sghignazzare senza ritegno.
- Il trucco del telo non funziona più eh. –
- Quella bestia è astuta. –
- Quanto ci hai messo? -, volle sapere Bright.
Il cobalto alzò gli occhi al cielo.
 
Era assurdo come fosse attaccato a quella gara e, ogni settimana, non mancasse di aggiornare la classifica. Il record che avevo fatto all’inizio dell’anno rimaneva imbattuto ma non ero più riuscito a replicare un tale successo.
 
- Quindi? -, insistette l’altro.
- Quasi dieci minuti. -, ammise sconfortato.
I ragazzi produssero un verso di delusione.
- La mia teoria è confermata: hai solo avuto la fortuna del pivello. –, concluse Bright.
Shade gli rivolse una linguaccia. Poi, lo vide tirare fuori il telefono e digitare velocemente sulla tastiera.
- Che stai facendo? –
- Avviso mia sorella. Dopo la partita deve aggiornare il blog. –
L’amico sbuffò: era proprio fissato.
Auler si limitò a un’alzata di spalle e rivolse un sorriso imbarazzato a Shade, come per scusare il comportamento del biondino.
- Non toccava a Fine oggi? –, tentò di salvarlo cambiando argomento.
Shade annuì con la testa mentre frugava nelle tasche alla ricerca di un fazzoletto.
- L’ho sostituita. Ha chiesto alle ragazze di fare un riscaldamento supplementare. Mentre si allenavano, io mi sono occupato dell’uccellaccio infernale. –
Gli amici lo fissarono per un attimo, pensierosi.
- È preoccupata? –
Il cobalto diede un’alzata di spalle e tamponò il dito.
- Non più del solito. Sono questi avversari che la rendono nervosa. –
Auler si sistemò meglio sulla seduta e incrociò le braccia al petto.
- Beh, la Sendagaja ci ha dato parecchi problemi quest’anno. –
- Ma la Tigre rossa ha cantato? -, chiese invece Bright.
Gli altri due lo fissarono stralunati.
- Sì, certo. Ma non è questo il punto. -, gli rispose il cobalto, controvoglia.
La faccia del biondino si aprì in un’espressione confusa.
- Il capitano della squadra è lo stesso tizio che ha cercato Fine all’inizio della scuola. –
Il ragazzo produsse un ‘ah’ strascicato.
- Infatti, Fine ci ha chiesto di tenere d’occhio gli studenti. Non esclude che ci possa essere un traffico sospetto o che la Sendagaja cerchi rogne. –
Auler e Bright annuirono di rimando, seri.
- Stanno per cominciare. -, aggiunse poi l’azzurro notando che le due squadre stavano prendendo posizione.
L’attenzione di tutti andò sul campo da gioco.
- Sono splendide come sempre. -, commentò Bright ammirato.
Shade passò lo sguardo sulla fila di ragazze in divisa blu e shorts che s’inchinava educata agli avversari: riconobbe Lemon, Chiffon, Lione, Altezza, Sophie e altre cinque studentesse, fino ad arrivare a Fine; la sua Fine. La giovane donna dai capelli rossi aveva appena stretto la mano a Toma, il capitano della Sendagaja, non mancando di sfoggiare una delle sue espressioni guardinghe. L’avversario si aprì in un ghigno sfrontato.
Ci fu il fischio d’inizio e i giocatori cominciarono a muoversi in campo.
Concentrato sulla prima azione, allungò distratto una mano verso Auler che, subito, frugò nella borsa che portava ai piedi e ne estrasse dei panini. Li consegnò agli amici che li scartarono famelici. Poi, scoperchiò il termos e versò in tre bicchieri del tè caldo, un toccasana per le due ore previste seduti al freddo di inizio dicembre. Esitò un attimo prima di distribuirli ai ragazzi.
- Siamo alla semifinale. -, disse laconico.
Bright e Shade lo fissarono straniti, in attesa della bevanda.
- Sono le ultime partite che guarderemo insieme così… -, e fece un cenno della mano per indicare quello che li circondava.
La voce aveva tradito una nota malinconica.
Bright gli diede una lunga pacca sulla spalla.
Shade, invece, sorrise tristemente.
- Allora vediamo di godercela. -
 
 
La Keonguk era riuscita a stento a segnare un goal. Per la prima volta le ragazze erano in difficoltà con degli avversari. Era stata solo la pronta reazione di Fine a un assist della Sendagaja a permettere quel piccolo vantaggio.
Era appena iniziato il secondo tempo, quando Shade scorse tra la folla dei tifosi un caschetto castano che conosceva fin troppo bene.
- Non ci credo. -, sussurrò più a se stesso che ai due amici.
In ogni caso, questi si erano accorti del suo cambio di umore.
- Che succede? –
Indicò a Bright e Auler la figura di Mirlo, seduta in un angolo degli spalti, che li stava fissando.
- Ha davvero avuto il coraggio di presentarsi oggi? -, sbottò Shade.
- Non sapevo stesse frequentando la Sendagaja. -, commentò Auler.
- Lo finisci quello? -, chiese Bright indicando il panino mangiucchiato del cobalto.
Shade alzò gli occhi al cielo e lo schiaffò sul petto del biondino.
- Vado a parlarle. Se Fine la vede, scoppia il finimondo. –
Si alzò dalla tribuna mentre Auler gli annuiva serio e Bright mordeva vorace e soddisfatto il cibo appena conquistato.
 
 
In campo l’atmosfera era tesa e non erano mancati i fischi dell’arbitro per sedare gli animi e riprendere i giocatori da comportamenti scorretti; soprattutto da parte della Sendagaja.
La palla era tra i piedi di Toma che, dall’inizio della partita, non si era ancora tolto dalle labbra quel ghigno strafottente che stava mandando in bestia Fine. Corse senza esitazione verso di lui e tentò di scartarlo. Con un affondo di gamba riuscì a rubargli il pallone ma prima che potesse allontanarsi, lui l’agguantò per un braccio e la tirò a sé.
- Devi stare lontana dai Moon. –
Fine sgranò gli occhi, confusa, e subito lo sguardo corse alle tribune, dove aveva visto Shade in compagnia di Auler e Bright.
Il ragazzo non era più lì ma il movimento di una zazzera cobalto che si avviava verso il retro degli spogliatoi non gli sfuggì: e non era solo.
Il corpo si fece improvvisamente pesante, impossibile da muovere, e Toma approfittò della situazione per sfilarle la palla. Proseguì verso la porta della Keonguk.
- Fine! -, la chiamò Altezza avendola vista in difficoltà.
La ragazza tentò di concentrarsi nuovamente sul gioco: si doveva fidare di Shade. Ebbe però bisogno di ripeterselo parecchie volte.
Vide Chiffon e Lemon cercare di fermare l’avversario ma questo fu abile e le superò facilmente. Con un tiro secco riuscì a fare goal.
 
 
Alla fine erano riuscite a vincere lo stesso. La prontezza di spirito delle sue compagne aveva ribaltato il risultato a pochi minuti dalla fine.
Per festeggiare degnamente, era ormai consuetudine concludere la giornata nel fast food della zona.
Si sedettero a un lungo tavolo e ordinarono da mangiare.
Mentre Auler, Bright e Sophie andavano a recuperare i vassoi, Lione e Altezza si preoccuparono di lasciare Fine e Shade da soli. La loro amica dai capelli rossi era di umore nero da metà partita e non riuscivano a capirne il perché. Avevano tentato di chiederle cosa fosse successo ma la ragazza non aveva risposto. Il suo atteggiamento distaccato era troppo simile a quello di un anno prima ed erano in difficoltà nell’affrontarla. Speravano nel miracolo di Shade.
In quel momento, erano seduti l’uno accanto all’altra e il cobalto stava giocando distrattamente con la carta della cannuccia.  
Dedicò alla sua ragazza un’occhiata di sbieco.
Fine lo fissava con le braccia incrociate e in un ostinato silenzio.
Alzò gli occhi al cielo e decise, rinunciando a malincuore al suo orgoglio, di andarle incontro.
- Sei strana –, tentò di approcciarla.
La rossa non potè fare altro che dargli ragione: le parole di Toma le stavano dando da pensare. Era davvero preoccupata per la situazione che si stava andando a creare. Soprattutto perché quello stronzo non aveva parlato unicamente di Shade ma dei Moon, in generale. Non riusciva a capire cosa centrassero e l’idea di averli messi in mezzo in quella folle faida la spaventava davvero. Non voleva che Maria o Milky pagassero delle azioni che lei aveva compiuto in passato. E non voleva che per colpa di ciò, la sua relazione con Shade potesse andare a rotoli. La paura di perderlo si era fatta di nuovo tenacemente viva nella sua mente.
In più c’era Mirlo.
Come se le avesse letto nel pensiero, Shade spezzò di nuovo il silenzio tra loro.
- Le ho solo chiesto di allontanarsi, Fine: non è successo nulla. –
Non c’era bisogno di specificare di chi stesse parlando.
Fine si mosse agitata sulla panchina.
- Che cavolo ci faceva a scuola? Le avevo detto chiaro e tondo di non avvicinarsi più a noi, a te. –
- A quanto pare era in vena di minacce. –
La ragazza alzò sorpresa un sopracciglio.
- Tipo? –
- Di stare lontano da te e Rein. –
Lei si strinse nelle spalle.
- Toma mi ha detto parole simili e ha coinvolto la tua famiglia. –
Stavolta fu il cobalto a stranirsi alle sue parole. Assunse un’espressione seria e meditabonda.
- Si stanno facendo sempre più audaci e questo vuol dire solo una cosa: che hanno un asso nella manica. –, continuò la Tigre Rossa.
- Che cosa pensi di fare? –, le chiese Shade con tono distratto.
Fine parve non farci troppo caso.
- Non lo so. Ma sono davvero stanca. –
- Ci vorrebbe proprio una bella vacanza. -, le disse il cobalto con un sorriso furbo sulle labbra.
Lei aggrottò la fronte, guardinga.
- Che cosa stai architettando? -
- Io e Lione stavamo pensando a cosa fare a Natale. -, li interruppe Altezza arrivando in quel momento dal distributore delle bevande.
- Che dite di festeggiare insieme la Vigilia? -, continuò Lione.
Entrambe le amiche avevano già notato il cambio di umore di Fine: era ancora turbata ma più rilassata. Shade si confermava nel suo primato.
Li raggiunsero anche gli altri e si sedettero tutti al tavolo. Distribuirono gli ordini e cominciarono a mangiare.
- Io e Fine non ci siamo. -, annunciò allora Shade.
Dal tavolo si alzò un’ovazione maliziosa mentre la ragazza in questione si voltava verso il cobalto, stupita.
- Eri serio? –
Lui diede un’alzata di spalle, noncurante.
- Perché no? –
- Perché non ho soldi da spendere per certe frivolezze. –
Tutti i loro amici, compreso Shade, alzarono gli occhi al cielo, esasperati da quella storia. Altezza aveva già aperto la bocca per dirle di smetterla di essere così taccagna ma il cobalto l’anticipò.
- Mia mamma mi ha chiesto di invitarti a passare il Natale con noi. Zero spese: sarà tutto offerto da lei. –
- Dove? -, chiese con tono acido, ancora restia a dargliela vinta.
L’idea di allontanarsi da Osaka, soprattutto con i loro nemici che cominciavano a esporsi, non la faceva impazzire.
- Wakaiama. -, rispose Shade con una nota dolce ma ansiosa della voce.
Quel dettaglio colpì Fine e le fece torcere lo stomaco: era raro vederlo nervoso.
- Wakaiama? -, intervenne Lione, confusa.
- Sì, è la mia città natale. –
Bright quasi cadde dalla panca.
- Quindi non sei originario di Tokyo? –
- Ho vissuto lì solo cinque anni in realtà. –
- Quindi la nostra amicizia è basata su una menzogna? –
Shade lo liquidò con un gesto di stizza.
- Non me lo avete mai chiesto. –
Auler si voltò verso la Tigre rossa.
- Tu lo sapevi? –
La giovane raggiunse tonalità di rosso mai viste.
- In realtà, no. –
Il diretto interessato scoppiò a ridere.
- Tu sai tutto di noi ma noi non sappiamo quasi nulla di te. -, intervenne Sophie con sguardo trasognato.
L’intero tavolo la fissò sbigottito: come sempre quando si trattava di lei, riusciva ad avere attimi di lucidità e dire cose tanto sensate da essere scomode.
Bright si strinse nelle spalle e rivolse al ragazzo un sorriso imbarazzato.
- Come sempre, Sophie ha ragione. –
- Immagino sia anche colpa del mio carattere. -, convenne Shade rivolgendo ai loro amici uno sguardo di scusa.
Poi, tornò su Fine.
- Ora non puoi più rifiutare. È la tua occasione per scoprire tutti i miei segreti. –
- Odio questi favoritismi. -, sbottò il biondino, contrariato.
Mentre tutti scoppiavano a ridere, il suono delle notifiche del cellulare li riportò all’attenzione.
Shade controllò il display per poi alzare lo sguardo su Altezza; come lui, anche gli altri la stavano fissando.
La ragazza li guardò con fare scontroso.
- Che cosa c’è? I miei fan adorano le notizie in tempo reale. -


 



Angolo dell'autrice...
scusate il ritardo. Probabilmente ce ne saranno altri ma insomma, sto procedendo a scrivere, dovete solo essere pazienti. Sapete che ne vale la pena, mantengo sempre la parola, e a dimostrazione sono qui dopo anni che questa storia era inconclusa in un angolo di EFP. 
Questo capitolo è piccino ma carino, sembra insulsino ma è pieno di indizi su come procederà la storia. Forse non vi aspettate quello che scoprirete, forse invece era chiaro fin dall'inizio ma spero che questi ultimi colpi di scena vi siano graditi. Non oso dirvi di più, sicura che altrimenti farei capire troppo. Ci aspettano dei momenti intensi, spero di trovarvi ancora qui a leggere, numerosi come siete. 
Un bacione, 
Dreamer In Love
  
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