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Autore: f9v5    25/05/2021    0 recensioni
[Broshipping; Eula/Razor]
I lupi sono estremamente territoriali, ma prova più rispetto per loro che per certe persone, sono creature che conoscono il valore della forza e non si fanno corrompere dal passato.
I primi tempi li sorprendeva spesso a scrutarla dai cespugli, sempre in allerta e pronti all’attacco, col tempo hanno imparato che non costituisce una minaccia, vivono la loro vita e non si disturbano a vicenda.
Ma un lupo, in particolare, viene ancora e sempre ad accoglierla quando si presenta lì, con quello che col tempo è divenuto il loro peculiare metodo di saluto.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eula Lawrence, Razor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando il suo sguardo si posa sui frutti di Wolfhook maturi comprende di essere entrata nel territorio del Wolvendom.
Personalmente lo preferisce d’inverno, la neve avvolge ogni cosa come un manto, i fiocchi discendono dal cielo con eleganza e il tempio dello spirito di Lupus Boreas sembra il palcoscenico perfetto per un’esibizione di danza.
Durante il resto dell’anno quell’atmosfera mistica svanisce sotto i raggi del sole, ogni parvenza di fiabesco è soppiantata dagli spenti colori dei massi e degli alberi bruciati, una vista che per lei non presenta alcuna attrattiva.
-La Spark Knight è fortunata a trovarsi molto in fondo nella mia lista.- e nel profondo sa che non torcerebbe mai un capello a quell’adorabile bambina.
Sente come un bisogno istintivo il recarsi lì, una brama di pace che Mondstadt non potrà mai darle davvero, troppo impantanata nel ricordo della tirannia del suo clan.
Vaga tra i cespugli rilassata, ma non è una novellina che abbassa la guardia, specie quando sa che lo sguardo del Lupo del Nord è puntato su di lei da quando ha varcato i confini e, a differenza sua, Andrius un’eventuale vendetta la pretenderebbe coi fatti.
I lupi sono estremamente territoriali, ma prova più rispetto per loro che per certe persone, sono creature che conoscono il valore della forza e non si fanno corrompere dal passato.
I primi tempi li sorprendeva spesso a scrutarla dai cespugli, sempre in allerta e pronti all’attacco, col tempo hanno imparato che non costituisce una minaccia, vivono la loro vita e non si disturbano a vicenda.
Ma un lupo, in particolare, viene ancora e sempre ad accoglierla quando si presenta lì, con quello che col tempo è divenuto il loro peculiare metodo di saluto.
Con un rapido movimento il capitano della quarta divisione impugna la Claymore e, con un elegante giravolta, blocca l’attacco della sua simile e spinge indietro l’aggressore.
Sorride, un misto di fierezza e scherno, puntuale come sempre.
-Stai migliorando.- concede, abbassando l’arma, non è certo venuta per ostilità.
Razor imita l’azione e le rivolge un cenno d’assenso, deve riconoscere che è stato rapido, ha percepito la sua presenza in ritardo rispetto al solito.
Il volto della donna diviene freddo e glaciale, come la Vision che la rappresenta.
-Oppure sono io che mi sto ammorbidendo. Per avermelo fatto notare subirai la mia vendetta.-
Razor aggrotta la fronte, se lo sta minacciando è pronto a difendersi.
-Non badare a lei quando blatera di vendetta, recita la parte della tipa tosta ma in fondo è una tenerona.- ricorda le parole dell’altra ragazza rossa, evidentemente la donna glaciale sta facendo sfoggio di quello che gli umani chiamano umorismo… o qualcosa del genere.
Eula si concede presto un sospiro, di distensione, quasi sereno.
In fondo, pensa la rinnegata del Clan Lawrence, non ha poi molto senso tenere su quella sceneggiata con lui, può concedersi il lusso di sciogliersi un po'.
-No, sei tu che stai compiendo progressi. Lisa sicuramente sarebbe fiera… ma non azzardarti a dirle che l’ho detto.- ha pur sempre una reputazione da difendere, a Mondstadt non si può certo diffondere la voce che lei elargisca complimenti a chiunque.
Avverte il soffio del vento scompigliarle la chioma azzurra, si gode per un po' quella naturale carezza prima di voltare le spalle al ragazzo e riprendere il cammino.
Non teme un attacco alle spalle, è prerogativa umana d’altronde.
Ma sente il suono dei passi, Razor è assurdamente rumoroso quando non si preoccupa di non farsi notare, ma non parla molto, questo ha sempre reso la sua presenza ben più che tollerabile.
Il viaggio non dura granché, non che abbia una vera meta, ma quando arriva sul ciglio della montagna decide che quel punto va bene.
Conficca la spada nel terreno e si adagia lì vicino, schiena poggiata sul tronco di un albero, osservando l’orizzonte.
Perché si è recata lì?
Domanda retorica, lo sa bene, ma ostentare quella finta ignoranza le permette di godersi meglio la risposta che la sua testa formula ogni volta.
Il ragazzo-lupo si mantiene a pochi metri di distanza, negli occhi la curiosità tipica dei bambini mista all’ammirazione che si riscontra solo nei fratelli minori.
La guarda con quegli occhi sin dalla prima volta e mai vi ha percepito traccia di malizia o denigrazione.
Non può negarlo, Razor ha spesso suscitato la sua curiosità… e forse anche la sua invidia.
-Puoi anche sederti qui se vuoi, al massimo sarei io a dovermi preoccupare che tu possa mordermi.- asserisce con sarcasmo.
Normalmente non concederebbe una tale vicinanza a qualcuno, questa è una rara eccezione e lui probabilmente ignora persino di potersene vantare.
È un tipo semplice, Razor, forse è per questo che è uno dei pochi a cui ha concesso di vedere oltre il ghiaccio che la circonda, come piccole scariche elettriche che si insinuano in esso, penetrando lentamente ma progressivamente fino a giungere allo strato più centrale.
Con Amber era stato diverso, l’Outrider aveva direttamente sciolto ogni barriera, ardente come le sue fiamme, insinuandosi di prepotenza nella sua vita e ora un’esistenza in cui lei è assente le appare inconcepibile, chissà che un giorno non riesca persino a dirglielo.
Il ragazzo si accomoda di fianco a lei con un tonfo sgraziato, poggiando le braccia sulle ginocchia rialzate e non curandosi di tenere la schiena dritta.
Se uno qualunque dei suoi familiari lo vedesse avrebbe un infarto, è un insulto alla compostezza e all’etichetta.
Non bada all’opinione degli altri lui, o almeno non di chi si limita a giudicarlo superficialmente, vorrebbe riuscire ad essere così anche lei a volte.
Ma le occhiatacce e gli insulti feriscono più di quanto ammetta, perciò a Mondstadt indossa la maschera della snob altezzosa che ha osato infiltrarsi tra i Cavalieri di Favonius per progettare la sua vendetta, molti la evitano e fa meno male.
Razor non ha legami, non ha il fardello di un’eredità dannata a gravargli sulla schiena e per ciò lo invidia.
-Tu… stai… bene?- proprio come un fulmine, la sua voce giunge perentoria e inaspettata, per un attimo la sua espressione stoica crolla.
Quella domanda da dove salta fuori? Per giunta con una premura così sincera e disinteressata? Di certo è un’eredità dei lupi, gli umani non si preoccupano disinteressatamente per qualcuno, non per una come lei.
-A cosa ti riferisci?- all’esterno si mostra fredda e padrona di sé, ma il suo animo si ritrova turbato.
Persino con Amber non riesce ancora ad andare pienamente oltre questo difetto, le dispiace davvero per questo, in lei ha trovato un’amica sincera e a volte teme di non riuscire a trasmetterle i suoi veri sentimenti.
Ma è più abituata alle dimostrazioni d’odio che di affetto.
-Tu… triste!- lo afferma, non lo chiede.
La finta Eula torna dunque in superficie.
-Tsk, tu pensi di sapere troppo per uno che difetta di contatto umano, quale insolenza.-
Razor per tutta risposta sbuffa e le rivolge la sua miglior occhiataccia offesa.
-Tu non migliore.- quasi le mancano i tempi in cui ancora non sapeva ribattere alle provocazioni vocalmente, fintanto che restavano sul piano fisico poteva contare sulla sua maggiore forza ed esperienza per avere la meglio.
Tempo addietro quel ragazzo non sarebbe stato in grado di concepire una risposta tanto carica di cinismo e tanto rapidamente, forse si sta umanizzando troppo.
Le sorge spontaneo ridere, una rara risata leggera e genuina, sufficiente a calmare gli animi.
-Non ti fai mettere i piedi in testa vedo. Fai bene.- il suo sguardo stavolta trasmette quella che a Razor pare fierezza nei suoi confronti, spera non sia una sua impressione, col tempo ha realizzato di tenerci alla sua opinione.
-Non mi definirei triste… solo stanca.- continua poi -Ogni passo tra quelle mura è come un coltello nel mio petto. Non è facile, persino per me.- conclude, un velo di malinconia le copre ora gli occhi.
Razor allunga la mano e la poggia sulla sua spalla, è impacciato ma deciso, sta cercando di consolarla.
-Tu… non sola.-
-Nessuno vuole stringere rapporti con la discendente dei tiranni che ti hanno oppresso.- il suo clan si è macchiato di azioni deplorevoli, l’infamia che ora giace con il nome dei Lawrence è solo la meritata conseguenza.
-Ma tu… non cattiva.- già, vorrebbe solo che ci fossero più persone disposte  a darle l’occasione di dimostrarlo.
Amber e Sara sono state due eccezioni insperate, e malgrado ciò è consapevole di godere del sincero rispetto dell’Acting Grand Master e dei suoi colleghi, ma un atteggiamento amichevole non è comunque concesso di fronte alla prospettiva di screditare quei pochi che hanno saputo guardarla per ciò che lei è.
Perché si è recata lì?! Perché è l’unico luogo dove può ritemprare il suo spirito, dove può temporaneamente interrompere la recita.
-Noi… amici.-
Di fronte a Razor la maschera di ghiaccio si scioglie, Eula Lawrence mostra il suo vero volto.
Il volto si distende e le labbra si incurvano leggermente verso l’alto.
Allunga una mano verso la sua testa, gli scosta il cappuccio e gli arruffa giocosamente i capelli, il risultato ottenuto è lui che allontana la testa infastidito, sembra davvero un ragazzino come tanti altri.
I suoi capelli sono incredibilmente soffici tra l’altro, le dona un senso di pace passare delicatamente la mano tra di essi.
-Io no piccolo.-
-Oh, scusa tanto, non sapevo che la dolce Barbara avesse l’esclusiva.- commenta con finta distrazione, volgendo l’occhio ad acchiappare la visione di lui che cerca di nascondere un palese imbarazzo.
-Non… non so… di cosa tu parla- non sa mentire per niente, qui potrebbe davvero insegnargli molto.
-Vi ho visti alla Cattedrale, come ti ha chiamato?! Oh sì, il suo lupacchiotto.- aggiunge poi con dolce malizia.
Deve ancora dei soldi a quella canaglia di Kaeya per via di ciò e l’eccessiva sicurezza con cui propose la scommessa a suo tempo la porta a credere che lui già sapesse… si vendicherà per questo.
-La piccola Diaconessa ha domato il fiero Lupo, ammetto che mi ha sorpreso la cosa.-
In quel momento Eula aggiunge il tenero imbarazzo di Razor di fronte all’argomento Barbara alle ragioni per cui continuerà ad andare nel Wolvendom per rilassarsi.
È una visione quasi adorabile, osservarlo stringere i denti e chinare il capo, rimettendosi il cappuccio e calandolo sul volto per celare le gote rosse, un’azione decisamente molto umana, il Razor di una volta non avrebbe mai compreso il significato di certi gesti.
La Spindrift Knight sente la sorella maggiore insita in lei solleticata e spinta ad emergere, ma pensa che per il momento lo ha torturato abbastanza, questa carta vuole che duri a lungo.
Ed è anche convinta di averlo sentito ringhiare.
-Ok, ok, per ora posso ritenermi soddisfatta.- dice dunque.
Lo sguardo di lui è inizialmente scettico, ma in seguito sospira e torna a guardare l’orizzonte con lei.
È a quel punto che la donna si ritrova a riflettere: momenti del genere, a Mondstadt, sono quasi un divieto per lei.
Quando è stata l’ultima volta che ha potuto gettare via la maschera senza il timore di essere giudicata?
Non riesce sinceramente ad averne memoria, almeno non all’interno di quelle mura, la porta da così tanto che a volte ha creduto che fosse quella la vera Lei.
Non smetterà mai di ringraziare Amber per avergliela scostata e aver portato in superficie quel calore che ignorava di avere, un affetto che era costretta a celare e che ora ha ormai realizzato essere destinato a pochi.
Come il ragazzo che ora è accanto a lei.
Il suo sguardo si addolcisce, gli accarezza la testa un’altra volta.
-Sei in gamba, Razor.-
Lui sgrana gli occhi e la guarda stralunato, probabilmente ha sentito male.
-Cosa?- quando ciò che riceve in cambio è un sorriso silenzioso ed enigmatico ha per un istante l’impressione di avere davanti Lisa, non sa se provare fastidio o sollievo.
Poi una risata si diffonde nel vento, pura e cristallina, spontanea.
Eula si sente davvero bene in quel momento, e trova ironico che, per sentirsi umana, le occorra la compagnia di un lupo.
La sua risata diviene più forte, genuina e liberatoria.
-Tu strana.- la rimbecca lui.
Magari arriverà il giorno in cui tutta Mondstadt potrà udire il soave suono del riso di Eula Lawrence, per il momento lei è felice di avere qualcuno a cui poterlo dedicare.
-Non sai quanto hai ragione.-
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Alcuni giorni fa spuntavo la mia lista mentale sulla “famiglia” di Razor e mi ritrovo in questa situazione:
-Allora, figura materna? Lisa; migliore amica/sorellina adorabile? Klee; migliore amico/fratello che lo trascina in situazioni assurde? Bennett; interesse amoroso? Barbara; fratello maggiore severo ma giusto? Diluc; Sorella maggiore?... cavolo.-
Poi è arrivato il teaser trailer di Eula ed io:
-Hm, sì, continua pure.-
Arriva l’altro trailer di Eula:
-Ok, consideratemi enormemente interessato.-
E infine la sua Quest:
-Razor, ti ho trovato una sorella!-
Tralasciando l’aneddoto in questione, trovo il personaggio di Eula veramente interessante e dichiaro prontamente che si è subito conquistata un posto tra i miei personaggi preferiti (Barbara, Xiao, fate un po' di spazio sul gradino del secondo posto, grazie.) e, dopo aver letto la sua voiceline su Razor il mio cervello si è subito attivato su come farli interagire.
Non garantisco sulla qualità di questa one-shot, l’ho scritta più che altro per mettermi alla prova e vedere se questa Broshipping è una mia folle ipotesi o magari anche qualcun altro la crede fattibile, né sul IC del personaggio di Eula che reputo decisamente complesso nella sua interezza.
E in ogni caso la visione di Razor che l’ammira con gli occhi del fratello minore e lei che mostra quel lato da sorella maggiore dispettosa e premurosa al tempo stesso mi suscitava un tuffo al cuore per non provare a scriverci sopra qualcosa.
Non lo nego, spero di vedere questi due condividere la scena almeno una volta nel gioco, potrebbe uscirne fuori una dinamica interessante, specie per la questione del rapporto con la famiglia e la reciproca invidia delle rispettive situazioni sociali.
Chi può dirlo, magari accadrà davvero.
Una buona giornata a tutti.


 
  
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