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Autore: May Jeevas    26/05/2021    2 recensioni
A quanto pare nel campo si era diffusa l’abitudine di parlare di lui, delle sue imprese pre e post siero. Il salto sulla granata era uno dei racconti preferiti di Philips, e quanto pare aveva raggiunto le orecchie di Norita.
Che adesso la stava raccontando a Bucky.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morto.
Era morto, lo sapeva.
Nessun siero, nessuna super-forza poteva salvarlo.
Era andato a vedere come stava Bucky nella tenda adibita a Pronto Soccorso: anche se era passata una settimana dal salvataggio del Centosette, i soldati erano stati tenuti in condizioni precarie e avevano bisogno di controlli frequenti.
L’amico stava chiacchierando con Norita, si sentivano le loro voci gioviali anche all’esterno. Steve aveva capito di cosa stavano parlando un secondo prima di entrare. La voce di Bucky all’improvviso non era più allegra. Era troppo tardi per entrare e cambiare discorso, ma aveva fatto in tempo ad andare il più lontano possibile.
A quanto pare nel campo si era diffusa l’abitudine di parlare di lui, delle sue imprese pre e post siero. Il salto sulla granata era uno dei racconti preferiti di Philips, e quanto pare aveva raggiunto le orecchie di Norita.
Che adesso la stava raccontando a Bucky.
Lo stesso Bucky che prima di partire per l’Europa gli aveva detto testualmente di non fare niente di stupido finché non sarebbe tornato. E Steve sapeva benissimo che era stato un avvertimento, quasi una minaccia. Già non aveva commentato il fatto di essersi sottoposto al siero, e aveva l’impressione che i free pass fossero finiti.
Adesso aveva tempo fino all’ora di cena per inventarsi una scusa plausibile da dire alla persona che lo conosceva più di ogni altra al mondo.
Aveva capito che era un test? Oggettivamente impossibile.
Aveva addosso delle protezioni? Non abbastanza credibile.
Una sua proiezione dal futuro gli aveva fatto visita avvisandolo di… Oh, per l’amor del Cielo, Rogers, datti un contegno!
Sospirò rassegnato e si diresse da Philips che lo aspettava per parlare della loro prossima mossa.

Com’era prevedibile l’ora di cena arrivò troppo presto e senza che avesse trovato un alibi valido.
Sedette accanto al suo migliore amico, studiandolo. Bucky lo osservava, i suoi occhi azzurri che lo trafiggevano. Si concentrò su quel colore: il siero gli aveva corretto anche la discromatopsia, permettendogli di scoprire la bellezza di colori prima sconosciuti. Aveva deciso che quella tinta di azzurro era la sua tonalità preferita.
Bucky sbattè con forza il bicchiere sul tavolo, facendo tornare Steve alla realtà.
“Una granata, Rogers? Sul serio?!”
Ecco.
Dritto al punto, tipico di Barnes.
“Ascolta, io non…” provò a iniziare senza sapere bene come continuare.
Si ritrovò preso per il colletto dell’uniforme. Bucky lo faceva solo quando lui si metteva davvero in pericolo, mai in modo violento, solo per ricordargli un po’ il significato di istinto di sopravvivenza. Però si sarebbe dovuto abituare alla nuova differenza di altezza tra loro due, notò con un ghigno.
“Tu adesso mi ascolti bene, Captain America. Sei sempre stato spericolato, indipendentemente dalle tue condizioni fisiche. E io sempre a tirarti fuori dai guai o e impedirti di farti seriamente male se non alcune volte di tirare le cuoia! Adesso sei diventato un maledetto essere praticamente invincibile, ma in realtà non lo sei. Sei ancora umano, Steve…” il tono si addolcì, e negli occhi del Sergente apparve preoccupazione. “ quindi ti prego, ti prego. Già era difficile starti dietro quando eri uno scricciolo iperattivo, adesso… adesso cerca almeno di capire i tuoi limiti. E per essere chiari, saltare su una granata è uno di quelli. Ti prego!”
Bucky lo lasciò, tornando alla sua cena, non senza lanciargli occhiate nervose di tanto in tanto.
Steve gli sorrise. Si rese conto che era bello avere qualcuno che ricordasse chi fosse stato. Negli ultimi giorni ormai era nato il mito di Captain America. Era bello avere qualcuno che ricordasse Steve Rogers.
Non aveva ancora realizzato che aveva rischiato di perdere l’amico di una vita. Perderlo per sempre. Era successo tutto così velocemente, la liberazione del Centosette, la fuga, il ritorno al campo, i soccorsi medici e tutti gli impegni e i rapporti da fare…
Si ritrovò a stringere il corpo di Bucky in un abbraccio, grato di avere il suo migliore amico al suo fianco. Grato che lui e Bucky avessero così tanti ricordi in comune sulla loro infanzia e degli anni passati insieme.
Grato che nemmeno la guerra fosse riuscita a dividerli.
Grato di avere la certezza che James Buchanan Barnes sarebbe stato sempre e comunque parte della sua vita.

 

 

 

 

Angolino di May
Intanto ringrazio Melanto per l’ispirazione nata dai nostri scleri sulla Marvel e per la betatura!
Secondo, un altro headcanon che Falcon and the Winter Soldier ha confermato: Bucky sapeva dell’episodio della granata. E come diavolo l’avrà presa? In realtà voleva essere più sul comico ma questi due se non mi sommergono di feels non sono contenti! -.-’
Come al solito le critiche sono benvenute!!
Mata ne!
May

   
 
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