«Chi ha deciso che dobbiamo avere paura del Lupo?», continuò Thérèse imperterrita.
«Io». La voce profonda alle loro spalle fece sobbalzare tutte le ragazze, che per poco non si spinsero a vicenda giù dal tronco.
«Sei un’imbecille!» strillò Thérèse alzandosi in piedi di scatto e rivolgendosi al fratello, che appoggiato ad un albero ghignava beato.
«E tu una sgualdrina». Con le guance arrossate per l’indignazione Thérèse si voltò e prese a marciare diretta all’altro capo del falò, immediatamente seguita dal suo corteo di amiche. Tutte tranne una, che rimase seduta dov’era, troppo impegnata a pulirsi i bordi del lussuoso mantello rosso dalla polvere per preoccuparsi di quei drammi famigliari. [...]
Il ragazzo rise sommessamente poi, fattosi improvvisamente serio, si sporse verso di lei con una domanda sulle labbra ghignanti: «E voi, donzella, non avete paura del Lupo cattivo?».
[Storia ripubblicata]