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Autore: AlsoSprachVelociraptor    28/05/2021    0 recensioni
Due amici- Lloyd, un Velociraptor ed Earl, un Citipati- vivono nella tranquilla e desertica Djadochta. Un giorno, dopo la morte del ricchissimo nonno di Lloyd, i due devono recarsi nella lontana città di Hell Creek, scontrandosi con l’enorme e forse pericolosa fauna locale.
Ce la faranno i due piccoli teropodi a compiere la loro missione, ovvero trovare la cugina perduta di Lloyd e affidarle l’eredità del nonno, senza venire spennati vivi?
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Questa storia è un esperimento: una storia fantasy “tranquilla”, quasi slice of life, ambientata in un mondo moderno abitato da dinosauri senzienti.
Ho cercato di mantenere la storia più scientificamente accurata possibile, anche se saranno presenti dinosauri di diverse epoche geologiche assieme, e i nomi delle città sono presi dai nomi dei siti fossiliferi.
Storia adatta a tutti, non solo agli appassionati di dinosauri!
Buona lettura!
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole stava calando, lentamente, oltre le colline di Djadochta. Rosso, sempre più spento mentre il cielo passava dal bianco azzurrastro del pomeriggio al blu sporco del tramonto, macchiato dal rosso intenso del sole e dalle ventate di sabbia rossa che si sollevavano dal terreno arido.

Era il crepuscolo, l'ora in cui la città di Djadochta si riempiva di vita.

Il giorno era eccessivamente caldo e arido e il sole batteva così forte sulla sabbia rossiccia da renderla bollente. Anche le strade e i marciapiedi diventavano ustionanti, e camminarvici sopra era un incubo che solo pochi dinosauri, principalmente quelli estremamente grossi, potevano permettersi di fare senza subire ustioni alla pianta dei piedi.

Ma la sera e la notte erano perfette, soprattutto per i teropodi più piccoli, dalle piume sgargianti e isolanti a proteggerli dalla brezza fredda della notte nel deserto del Gobi.

I due fratelli therizinosauridi stavano bisticciando davanti al bar del più giovane dei due, dalle piume di un rosa brillante sulla testa e color mattone sulle ali, che nascondevano sotto le soffici piume giganteschi artigli.

Un enorme Deinocheirus dalle piume variopinte stava amabilmente conversando col minuscolo Parvicursor al suo fianco (o meglio, ai suoi piedi), la cui voce acuta e un po' stridula arrivava benissimo metri sopra di lui, alle orecchie del grosso dinosauro che lo ascoltava con apprensione.

"Buonasera, prof Arthur!" lo salutarono i due ragazzi che camminavano nel senso opposto al loro. Il Velociraptor che l'aveva salutato aveva le piume color pesca e il muso nero e un sorriso che non nascondeva il suo tremendo caratteraccio. Al suo fianco, ben più grosso ma altrettanto snello e pieno di piume nere e arancioni, un Citipati tutto stretto nella sua giacca in pelle borchiata. Anche con un look così rock, tuttavia, l'oviraptoride sembrava comunque una preda spaventata da qualsiasi cosa.

"Lloyd, Earl." Rispose il Parvicursor, che era stato loro professore alle scuole superiori. 

"Ciao Fitz." pigolò Earl il Citipati, con la voce un po' incrinata dall'imbarazzo. Fitz, dall'alto dei suoi cinque metri d'altezza, rispose con un sorriso.

"Siete venuti a cazzeggiare un po' per la città?" gracchiò Lloyd, ridacchiando all'espressione offesa del piccolo professore, che gonfiò le piume rosse sul suo petto. "No! Non stiamo cazzeggiando!"

Fitz però rise. "In effetti, cazzeggiare a Djadochta è meglio che cazzeggiare a Nemegt, dove abitiamo noi."

Nemegt era una cittadina non lontana da Djadochta, che era invece il centro nevralgico di tutta la provincia. 

In realtà, nessuna delle tre città del posto- Djadochta, Nemegt e Barun Goyot erano particolarmente grosse o affollate. C'era un aeroporto di medie dimensioni a Barun Goyot, ma non era mai affollato. La zona attorno a Djadochta non era particolarmente turistica, e d'altronde, chi avrebbe voluto passare volontariamente del tempo in quel buco in mezzo al deserto? 

Non molti, tanto che l'aeroporto di Barun Goyot era usato, per la maggior parte, da giovani dinosauri che fuggivano da quella provincia desertica senza speranze per recarsi in località che avrebbero offerto un futuro migliore, come Hell Creek o Cloverly in Laramidia, o Ischigualasto e Rio Limay nella Gondwana Occidentale, o la più vicina città asiatica di Yixian e tutta la sua ricchissima provincia di cui era capoluogo. 

Loro quattro, tuttavia, erano rimasti a Djadochta.

Il professor Arthur e il suo compagno Fitz lavoravano alla scuola superiore di Djadochta, Earl era troppo povero per lasciare la città e Lloyd… Lloyd era solo pigro.

I due ragazzi avevano finito le scuole superiori già da diversi anni, e non le avevamo nemmeno frequentate assieme- Earl aveva ventotto anni e Lloyd ventitré. Però il Parvicursor si ricordava di entrambi, e non bene di nessuno dei due.

"E voi per quale motivo siete qui?" borbottò il professore, guardandoli entrambi in modo sospettoso e altezzoso- incredibile come riuscisse a guardarli dall'alto verso il basso pur essendo lungo a malapena quaranta centimetri.

Earl alzò le spalle, senza nessuna spiegazione da dare: non era così strano per lui uscire con Lloyd qualche sera, passando per i pub e parlottando un po' sul lungolago, godendosi la brezza fresca del lago di Djadochta.

Lloyd invece rispose. "Ho news da dare a Earl." 

Il Citipati strabuzzò gli occhi- news?! In che senso?!

Arthur annuì, comprensivo ma anche frettoloso. "Bene. Buone news, allora."

"Buon giretto romantico ad entrambi!" pigolò Lloyd, facendo gonfiare le piume al prof per l'imbarazzo.

Fitz prese Arthur tra le sue gigantesche mani artigliate e, con delicatezza, lo sollevò e se lo mise sulla spalla, comodamente per entrambi, e ripresero il loro giretto romantico per la città.

"Che novità devi darmi?" chiese Lloyd all'amico, che però si limitava a sorridergli e camminare, ed Earl non poté fare altro che seguirlo.

I lampioni si erano accesi ai lati della strada e del marciapiede, pallidi sull'asfalto colorato di rosso dalla sabbia portata dal vento. I lampioni non avevano bisogno di fare troppa luce, dato che la maggior parte degli abitanti della città aveva uno stile di vita notturno, o crepuscolare, e i loro occhi erano adatti alla poca luce.

I due si sedettero su una panchina, a pochi metri dalle sponde del lago. Le temperature erano ancora fredde per quel periodo dell'anno, così Earl nascose per bene il collo scoperto nelle folte piume sul petto e il viso protetto tra il colletto alto della sua giacca in pelle.

Lloyd non aveva mai freddo, o almeno così sembrava. Portava solo la sua solita maglietta del Planet Hollywood e il cappello della stessa marca, le folte piume del suo petto che sbucavano forzatamente dal colletto della maglia troppo larga per lui, decisamente costruita per un teropode di stazza più grossa che un piccolo Velociraptor.

"Sai che mio nonno è morto, no?"

"Sì." pigolò Earl. Se lo ricordava, il vecchio e ricchissimo nonno di Lloyd: un Saurornithoides spelacchiato e ricurvo, con lo sguardo cattivo e i denti mancanti, ma l'artiglio sui suoi piedi sempre gigantesco e affilato. Ricordava di aver avuto paura di lui fin dal primo giorno che l'aveva visto, quando era a malapena un pulcino ricoperto di piumino grigiastro e si era nascosto sotto la coda a ventaglio di suo papà assieme a suo fratello maggiore Brendan.

"Mi spiace." mentí al dromeosauride al suo fianco. Lloyd alzò le spalle. "Sai cosa me ne frega, di quel vecchio del cazzo. Era un tirchio maledetto, interessato a nient’altro che i suoi soldi di merda, quello stronzo. Picchiava sempre me e mia cugina. Sono contento sia crepato."

"E allora perché..?"

Lloyd scoprì ancora i denti, bianchi e appuntiti. "L'eredità spetterà ai nipoti. Sembra strano, no? E invece no. Il vecchio bastardo aveva due figli, no? Mio padre e suo fratello, ma hanno litigato per qualche motivo, che ne so, non ero ancora nato, e mio zio si è trasferito in Laramidia. E poi è crepato, ed è rimasto solo mio padre. Però c'è ancora l'erede di mio zio- mia cugina. Beh, e poi ci sono io."

La famiglia di Lloyd era la più ricca di deinonychosauridi di Djadochta, facoltosi mecenati che avevano fatto costruire le scuole della città e l'aeroporto a Barun Goyot e la diga a Nemegt. Erano tremendamente ricchi, potenti e spaventosi, ed Earl, povero oviraptoride di umili origini, aveva sempre avuto un po' paura di Lloyd, pur sapendo che il ragazzo lo considerava un amico

Earl rimase a becco aperto mentre processava tutte le informazioni che il Velociraptor gli aveva scaricato addosso in uno dei suoi soliti, lunghissimi monologhi, mentre Lloyd mordeva nervosamente la gomma da masticare rosa pesca come le piume sul suo corpo. 

I suoi occhi azzurri schizzarono su Earl. Non sembrava soddisfatto, ma più su di giri. "Mia cugina abita a Hell Creek, e tu mi avevi detto che anche tuo fratello lavora lì, no?"

Earl si rizzó sulla panchina, come risvegliato. "Brendan! Sí! Te lo ricordi!"

Hell Creek era la più grande città di tutta la Laramidia, ricchissima e piena di grattacieli che arrivavano fino al cielo- così l'aveva vista Earl nei film, così gliel’aveva descritta Brendan, che non vedeva da così tanti anni. 

Vide un caro sorriso sul musaccio di Lloyd. "Me lo hai detto così tante volte che è difficile da dimenticare. E poi me lo ricordo quando abitava qui, sai? Quel gallinaccio gigante blu e marrone."

No, pensò Earl tutto felice. Te lo ricordi perché sei mio amico e ci tieni a me, anche se non lo ammetterai mai.

Lloyd allungò un pacchetto di sigarette ad Earl, che accettò volentieri. Earl aveva le proprie di sigarette, ma erano una marca scadente e il tabacco sapeva di marcio. Quelle di Lloyd erano di una marca decisamente costosa e avevano un sapore quasi dolce, che Earl adorava. La strinse nel becco e se la accese, mentre il Velociraptor al suo fianco faceva lo stesso. 

"Devo andare a Hell Creek per accertarmi che mia cugina Cynthia sia meritevole dell'eredità. Così c’era scritto nel cazzo di testamento. Non è mai piaciuta a quello stronzo di mio nonno. Volevo chiederti se… insomma, che palle andare in Laramidia da solo. In due sarebbe più divertente. E poi mi serve tuo fratello, che la metropoli la conosce bene di sicuro, potrebbe farci da guida."

Il silenzio calò tra i due teropodi. Earl era completamente sbiancato sotto le piume, e tutte le parole erano scappate dal suo lungo collo. La sua corta coda iniziò a scodinzolare da sola, mentre Earl pian piano si rendeva conto di cosa stava succedendo.

"Vuoi che io ti accompagni a Hell Creek?!?

   
 
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