Anime & Manga > Violet Evergarden
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Autore: tsukuyomi_    28/05/2021    1 recensioni
|| Multicouple | Introspettivo/Malinconico/Romantico | Raccolta | Missing Moments | Questa storia partecipa alla "Challenge delle sei coppie" indetta da GiuniaPalma/LadyPalma sul forum di EFP. ||
I ➨ Crack ⎯ Dietfried/Violet: «Violet, pronuncia il mio nome, almeno una volta, e non il suo». [ Questa storia partecipa anche alla Challenge "Solo i fi❀ri sanno" indetta da Pampa313 sul forum di EFP. ]
II ➨ Canon ⎯ Cattleya/Benedict: Sorrise Cattleya, restando ancora immersa in quella stretta. Nonostante lui l'avesse già compreso, un giorno lei glielo avrebbe detto, a cuor leggero.
III ➨ Slash/Femslash ⎯ Benedict/Hodgins: «Eri preoccupato, tesoro?».
IV ➨ NOTP ⎯ Cattleya/Hodgins: «Unisciti a me», le aveva detto.
V ➨ Het ⎯ Julia/Laurus
VI ➨ OTP ⎯ Gilbert/Violet
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Cattleya Baudelaire, Dietfried Bougainvillea, Gilbert Bougainvillea, Violet Evergarden
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice: E pian piano siamo arrivati alla terza coppia e metà del nostro cammino è giunto al termine, ora manca solo l'altra metà (vi dirò, il prossimo capitolo, come questo, mi darà filo da torcere) xD. 
In questa storiella non ci sarà un senso profondo d'amore percepibile nel testo come nel capitolo precedente (Cattleya/Benedict) o un senso d'unione carnale come nel primo (Violet/Dietfried) in quanto tutto proseguirà su di un cammino poco comprensibile, da ambedue le parti. Non considero questi due in questa ff innamorati, in quanto uno è legato all'altro per un senso di riconoscenza e affetto e l'altro per un senso paterno e d'affetto verso un qualcuno bisognoso d'aiuto, ma neanche completamente estranei al forte sentimento che li lega; ma tutto va all'interpretazione singolare che ognuno ha, quindi lascio a voi la chiave di lettura che più preferite: un probabile amore sul nascere, uno scherzare malizioso, un legame "genitoriale" o un senso d'affetto poco chiaro, che non sa manco lui che direzione prendere. 
Anche in questa storia, ho preso vari elementi dalle light come nel capitolo precedente, che vi spiegherò prendendoli per punti: 
→ Il primo incontro tra i due avviene quando Hodgins, andato per affari in un altro continente, salva il biondo svenuto da una strada desolata, dove è stato sommerso da uno strato di sabbia per impedirgli di scappare. Il fatto che l'abbia trovato è stata una mera fortuna per Benedict, in quanto altrimenti sarebbe morto in quel luogo, considerando il fatto che il giovane non fosse legato ad anima viva, e che nessuno sarebbe mai andato a cercarlo. 
Benedict poi si ritrova in una locanda con Hodgins, dove l'uomo gli chiederà il motivo per cui si trovasse il quello stato, e varie altre cose della sua vita, chiedendogli poi di unirsi a lui e iniziare a lavorare per lui, se non aveva un altro posto dove andare o una casa a cui tornare. 
→ Anche se non l'ho scritto, sarà Hodgins a dargli un nome, visto che lui non ne aveva uno e si faceva semplicemente chiamare tramite il colore dei suoi occhi (che poi lo userà come cognome. Da considerare il dualismo tra Hodgins e Benedict e Gilbert e Violet: entrambi sono stati "salvati" dai due adulti, ricevendo un nome da loro). 
→ Il rapimento di Hodgins (e Lux, che non ho inserito) da una società postale nemica (che non ho inserito) e il suo salvataggio da parte di Benedict (nella light anche da Violet e Cattleya, che ovviamente non ho inserito xD, dove sarà Cattleya, per prima, a riferirsi a Hodgins come una "principessa prigioniera", frase che poi riprenderà lui in modo ironico per riferirsi al presidente).
→ La parte finale è strettamente legata al punto precedente, in quanto dopo aver distrutto insieme (Violet, Hodgins, Cattleya, Benedict e qualche altro dipendente) la società nemica che gli aveva causato problemi, tutti andranno a festeggiare in una locanda, dove prenderà luogo quel divertente siparietto tra loro (nella light, in quel giorno, Violet aveva un appuntamento con Gilbert - non si sono potuti vedere prima di sera visti i vari avvenimenti e imprevisti della giornata, dove Benedict farà una mezza scenata di gelosia da fratello maggiore, incapace di lasciarla nelle mani di un "vecchio" che era stato per tanto tempo lontano da lei per poi ritornare di punto in bianco in un determinato momento. 
Piccolo sfasamento di 35 parole.
Tutte le scene, ovviamente, sono state rivisionate.
(Piccola curiosità aggiuntiva: Gilbert, nel tragitto per portare Violet a casa in quella stessa sera - vista la preoccupazione che aveva colto la famiglia Evergarden per gli eventi che avevano richiesto l'attenzione della figlia adottiva, sentirà un'importante rivelazione della ragazza dopo che lui, in modo accattivante, le aveva baciato il dorso della mano dopo averle detto di amarla ancora di più - lei però si metterà a piangere ( per via di una "bella" esplosione di emozioni che le faranno comprendere di aver sempre ricevuto attenzioni e amore da parte sua, anche se ai tempi non lo comprendeva ) e dopo aver causato un mezzo infarto al povero colonnello che non comprendeva la natura di quelle lacrime (che si riteneva colpevole di aver esagerato, in quanto le aveva promesso che avrebbe aspettato, e che si era ripromesso di esser il migliore dei cavalieri per lei) si avvicinò a lui che si era allontanato, prendendogli la mano e aprendo per la prima volta il suo cuore a lui, dicendogli di ricambiare i suoi sentimenti e di amarlo.) 



 
Ancora


Il vento smosse rapido i suoi dorati capelli, pungendo rallegrato il suo viso, mentre lui apriva pian piano le palpebre, liberando due profondi e languidi zaffiri dalla loro crudele prigionia. I suoi ricordi erano annebbiati, la sua testa estremamente pesante. 
Tre giorni fa uccidevo... due giorni fa, anche.
Ieri ballavo con le donne e bevevo. 
Ora...
Urlò prima di perdere nuovamente conoscenza, complice il pessimo stato in cui era stato ridotto, rendendosi conto che sarebbe sicuramente morto lì, sommerso dalla sabbia, e che nessuno sarebbe mai giunto a salvarlo, in quanto non legato ad alcuna anima viva. 

Poco più tardi quando il ragazzo senza nome riaprì gli occhi, si ritrovò seduto sulla sedia di una terrazza di un ristorante, con abiti troppo larghi per lui a coprirgli il corpo, in compagnia del suo stravagante e allegro salvatore dei folti capelli cremisi. 
«Perché mi hai salvato, vecchio?» brontolò, mentre la sua voce riecheggiava. «Mi stai offrendo anche del cibo. Non ho soldi, cosa cerchi? Vuoi il mio corpo?». 
L'uomo che l'aveva salvato si ritrovò a ridacchiare «Hai davvero tanta fiducia in te».

Dopo una lunga conversazione, il suo salvatore gli disse: «Se non hai un posto dove andare, perché non ti unisci a me? Lavora per me».

 
*
 
In seguito, quel giovane uomo salvato da un perfido destino, ricevette anche un proprio nome: Benedict Blue
Ha guadagnato un luogo a cui appartenere, un luogo dove stare e dove poter sempre tornare, come una nuova professione.
Ha ottenuto dei nuovi compagni, una famiglia. 
Si è stranamente legato a un uomo, la sua ancora di salvezza, un stravagante individuo a lui tanto caro, una persona che avrebbe sempre seguito: Claudia Hodgins

 
*
 
Benedict lo squadrò dalla testa ai piedi, colpendo il suo corpo in vari punti per accertarsi che stesse bene. Era stato rapito, eppure non sembrava minimamente scosso, nonostante una sua guancia fosse rossa e gonfia.
«Un nuovo modo per esprimere amore questo?» biascicò Hodgins, senza però fermarlo. 
«Stai bene, principessa prigioniera?»
«Eri preoccupato, tesoro?» Hodgins rispose in maniera frivola e lasciva alla domanda posta dal postino. 

Benedict si morse appena il labbro, guardando altrove per un breve istante, in modo tale che la preoccupazione che aveva governato il suo corpo e l'offuscamento che aveva per un attimo velato i suoi occhi scivolassero via, lontano da lui. 

«Sì, lo ero» ammise «non farmi più preoccupare in questo modo». 

 
* *
 
Hodgins osservò attento da lontano il loro battibeccare, avvicinandosi a loro attraversando a grandi falcate la sala di quel locale in cui si erano rintanati per festeggiare la fine di quella lunga e stancante giornata. Agguantò rapido i due, prendendo da un lato Benedict e dall'altro Gilbert, sorridendo estasiato a entrambi. «Onestamente,» esordì con fare ilare, guardandoli «non dovete combattere per me!».
«Zitto, vecchio!» rispose acido il primo.
«Hodgins, puzzi d'alcol. Stai lontano». 

«Domani sarà terribile per te, vecchio. In fin dei conti hai quell'età, no?».
«Tesoro, sei preoccupato?» gli chiese divertito, liberando dalla presa il suo vecchio amico, avvicinandosi lentamente al giovane con un finto fare malizioso. 
«Ehi... non sono una donna!» affermò piccato, allontanandosi rapidamente da Hodgins, il quale era intento a voler dargli un bacio. «Fermo!», aggiunse, intanto che continuava ad allontanarsi da lui.
   
 
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