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Autore: Maggiechan_75    30/05/2021    1 recensioni
Un piccola riflessione, raccontata in un sogno, di un difficile rapporto tra madre e figlia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo abbraccio è così caldo, così diverso da quello dell’uomo che amo e così…

- Scusami! -

I miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile.
Il timbro è molto simile al mio, ma allo stesso tempo è così diverso.

- Scusami! -

La voce trema.
Sono seduta sulle rive di quel lago dalle acque immobili, credevo di essere sola.
Sento una presenza dietro di me, in piedi.
Mi spaventa.
Ho capito chi sei!

Là tra quelle montagne, dove io sono solo io.
Là dove mi sento in pace con me stessa.
Là mi sembra quasi di essere in paradiso.
Ecco forse perché proprio là, nei miei sogni, riesco a ritrovarti… mamma!

- Scusami! -

Mi dici mormorando e lo ripeti come se fossi un disco rotto.
Come se non riuscissi a dire altro.

Vorrei voltarmi, ma sono pietrificata dalla paura.
Dal senso di colpa per tutto il rancore provato nei tuoi confronti in tutti questi anni.

- Scusami! -

me lo ripeti con un tono di commozione, di rabbia e di rassegnazione.

Ti siedi dietro di me, appoggi la tua schiena alla mia.
Siamo sedute in modo tale che se una di noi volesse girarsi per vedere l’altra non lo potrebbe fare.
O meglio lo potrebbe fare solo se ci girassimo contemporaneamente.
Solo se entrambe lo volessimo.

- Scusami per non essere stata la mamma che avresti voluto!
Scusami per non essere riuscita a lottare per te.
Scusami! -

Sono tutte parole che avrei sempre voluto sentirti pronunciare, non sai da quanto tempo l’ho desiderato!

Ma è la prima volta che li ascolto attraverso le tue labbra.

 

Il mio corpo si irrigidisce e la tua ferita nel mio cuore reagisce.
Faccio fatica ad accettare il fatto che tu per tutti questi anni, anche se mi hai tanto cercato, non sia riuscita a trovarmi.
Non riesco a perdonarti mamma!

Perchè non mi hai trovato mamma perché?!
Mi sono sentita abbandonata mamma!

Sento la tua voce pronunciare una frase.
Una verità che nel mio cuore è sempre presente, ma là era rimasta fino ad ora.

- Scusami!
Non avrei mai voluto farti soffrire così.
Scusami!-

Ti giri.

Tu lo fai.
Ti giri verso di me.

Ma io rimango immobile ad osservare il lago.

Mi abbracci.

Lo fai con un tale intensità che mi sento soffocare.
Vorrei chiederti di lasciarmi ma non riesco a muovere un muscolo, nemmeno quelli che mi servono per parlare.

E’ caldo questo abbraccio, ma è così diverso da quello in cui mi avvolge spesso lui!
E’ questo l’abbraccio amorevole che una mamma ha per i figli?
E’ questo quello che dovrei provare mentre li abbraccio?

Mi rendo conto che ancora oggi non sono ancora in grado di amare in questo modo i miei figli.
Li temo ancora molto!
Ma ricevere questo abbraccio mi da la speranza che anche io un giorno potrei provare qualcosa di così profondo per loro.
Come vorrei riuscire ad abbracciare così!
Come fai tu!
Come fa lui!
Perchè lui ci riesce ed io no?!

Ohh! Se solo non ne avessi così paura… se solo...

Altre lacrime escono dal mio corpo e mi rigano il volto.

Sopra di noi una bellissima aurora boreale si forma tra le stelle.
Si rispecchia sul lago, facendomi sentire leggera, così leggera che il mio corpo si alza.

Il tuo abbraccio non riesce a trattenermi.
Apri le braccia lasciandomi libera di andare.
Mi sento così leggera, così libera.

Il tuo abbraccio mi imprigionava Mamma!

Un brivido mi scorre lungo la schiena.

Sto fluttuando a qualche metro di altezza dal centro del lago quando capisco il perché tu non riesci a raggiungermi.

E’ il tuo cuore appesantito, da tanti sassolini che devono essere pesanti come macigni.
E’ il tuo corpo che non ti fa alzare da terra.

Mi rendo conto che sono le tue braccia che si sono aperte per permettermi di arrivare fino a qui.
Sono le tue braccia che mi hanno lasciata andare!

Sei tu che mi hai voluto rendere libera di percorrere una strada che speravi migliore di quella che tu mi potevi offrire!

Vorrei dirti una parola che mi esce proprio dal cuore.

G…”

Non ne ho il tempo.
Il mio corpo cade e la mia anima con esso. Si tuffano nel lago.

In quell’istante, quando vengo sommersa dalle sue acque, mi sveglio di soprassalto.
Non riesco più a sentire la tua presenza.
Ho paura di averti lasciata là sulle sponde di quel lago.

Mamma….

Sento il mio cuore battere velocissimo e la tua cicatrice pulsare, ma non è come le altre volte.
La fitta provocata da quella ferita mi scuote, ma per la prima volta sento uscire sensazioni positive.
La sento calda e viva.

- Stai bene? -

Tu non ci sei mamma, ma c’è lui.

   
 
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