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Autore: Son of Jericho    30/05/2021    1 recensioni
Pochi minuti che vorrebbero essere di più, in un posto dove non dovrebbero essere.
Una preghiera che sembra soltanto tale.
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quegli occhi azzurri che, attraverso le lenti, lo guardano dal basso verso l’alto. Così belli, così profondi che vorrebbe tuffarcisi dentro.

Sì, tienili fissi su di me. Non ti fermare. Pensa Massimo, mentre la testa di Sandra si muove avanti e indietro e le sue mani scorrono e gli accarezzano il bacino. Aggressiva, affamata ma gentile. E’ un vortice che sta giocando con ogni suo organo e che non accenna a placarsi.

Dio, sei fantastica. Si sente come se fosse il protagonista dell’Estasi di Caravaggio.

Non c’è bisogno che lui la tocchi o la guidi. Sa perfettamente cosa fare, come muoversi e come rendere felice un uomo. Non è il primo e può solo immaginare che non sarà l’ultimo.

La bocca di Massimo si schiude per un istante, ma appena in tempo riesce a soffocare il verso che chiedeva aria. Un muto gemito che rigonfia solo dentro di lui, mentre avrebbe voluto trasformarlo in un travolgente grido di piacere.

Tuttavia, il bisogno di mantenere il silenzio gli impone di trattenere il fiato fino al punto che gli manca il respiro.

Se Sandra volesse dire qualcosa, in questo momento, non potrebbe. Lui potrebbe, ma non vuole. Non ce n’è bisogno. Lo sciabordio della sua saliva riempie già abbastanza il silenzio clandestino in cui si sono rintanati. Un mantello che dovrà proteggere il loro oscuro segreto da tutto e tutti, dal resto del mondo che non dovrà mai sapere.

Non dovremmo essere qui, si ripete Massimo. Se il mondo fosse giusto, non sarebbero costretti a nascondersi come dei ladri per dar voce ai loro più corrotti istinti. Non avrebbero ceduto e non starebbero facendo proprio niente. Continuerebbero a vivere nel dubbio e nella tensione. E invece così, se anche un solo flebile spiraglio dovesse uscire dalla porta di quel bagno che non è neanche sicuro sia chiusa bene, sarebbe la fine. Farebbero del male, tanto male, a più d’una persona a cui vogliono bene.

Ma il mondo non è giusto. E allora al diavolo, chi se ne frega. Ora lui è lì, lei laggiù, ed è l’unica cosa che conta. Dopotutto, a chi interessa pensare ad altro? Sarebbe anche piuttosto difficile farlo, visto che il sangue ora come ora non sta scorrendo esattamente in direzione del cervello.

Le accarezza quei capelli corti che le hanno sempre dato un’aria sbarazzina, poi sente la pelle morbida della nuca sotto la punta delle dita. La afferra, ma senza stringere troppo, come per il timore di schiacciare un fiore. Accompagna il movimento della sua bocca che lentamente si porta ancora più verso di lui. E un fremito gli corre da capo a piedi.

Sandra sposta lo sguardo verso il basso e socchiude le palpebre, ma le labbra umide si serrano ulteriormente. Scorrono lentamente, più voraci. Stupenda.

Dio, vorrei che continuassi in eterno. Dio… E’ forse proprio lui che devo ringraziare per questo tesoro? Eppure, nemmeno Dio potrebbe immaginare tutte le cose che ti farei.

Ora è Massimo che abbassa lo sguardo, l’attenzione si posa sulle mani di lei. E sulla fede che porta al dito.

Ah, tornerai da lui più tardi. Ignaro, sarà sempre convinto di essere un uomo felice. E visto che, come dicevo, il mondo non è giusto, non gli dirai una sola parola su tutto questo. Rimarrà tra noi, solo noi. E i giorni continueranno a passare su due mondi paralleli.

Chissà cosa penserebbe, chissà come reagirebbe se sapesse cosa sta combinando la sua donna. Chissà se hai mai fatto a lui la stessa cosa che stai facendo a me. E chissà se lui ti ha mai apprezzata quanto lo sto facendo io in questo momento. Me lo merito.

Massimo strizza gli occhi, getta la testa all’indietro e grida di nuovo nella sua testa. Si sbriga a soffocare un altro gemito di piacere. Nessuno deve sentire.

Che i colleghi di là si domandino pure dove siamo finiti, se a qualcuno interessa. Che lascino squillare i telefoni, che vadano dove gli pare. Ma che nessuno si avvicini al bagno. Se ora entrasse qualcuno, saremmo fregati.

Non l’avevano previsto, non l’avevano pianificato. E’ successo perché lo volevano entrambi e ne avevano bisogno.

Perché lui l’ha desiderata fin da subito. Una sensazione travolgente e inaspettata, la voglia di fare qualcosa per farla sua ad ogni costo e il nodo allo stomaco quando realizzava che non lo era. Perché lei, sotto quel velo di brava ragazza, nasconde un animo che non vuole rimanere legato. E perché, nonostante una famiglia a casa, lei non ha saputo dirgli di no.

Poi finalmente oggi, in cui posso assaporare quello che finora era accaduto solo nella mia fantasia. Che poi, la realtà è decine di volte migliore della fantasia. E se si vuole essere onesti, adesso sei più tu quella che sta assaporando.

Lo sta prosciugando dell’energia vitale, è talmente assorbito da lei che per un attimo ha la sensazione di perdere l’equilibrio. La mano che non le teneva la nuca va contro la parete, e tutto il peso del corpo a poggiarsi su di essa.

Sei incredibile. Non riesce a sentire nient’altro. Solo lei, le sue labbra e la sua lingua intorno alla parte più felice di lui.

Difficile resistere a lungo a tanta dolcezza, ma no, non è ancora il momento. Per quello che sente, vorrebbe che Sandra fosse sua tutti i giorni. Ma sa che lo sarà solo ora, per pochi minuti che passano troppo velocemente. Dove non dovrebbero essere.

Qui siamo, eppure per tutti non ci siamo mai stati.

Poi le sue labbra si staccano, e subito dopo è la sua mano sinistra quella che sente, compreso il metallo dell’anello. E’ lei che ha preso il polso della situazione, li controllo dell’azione e va sempre più veloce.

Sandra torna a guardarlo. Lo sente che non ce la fa più a trattenersi e si diverte con questo piacevole tormento.

La fiamma dell’inferno divampa, e lui finisce per cedere di nuovo e perdersi in quei bellissimi occhi del colore del mare. Raggiunge la dannazione con la pressione di un vortice, il vigore di un fiume in piena e la potenza di una cascata. C’è tutto: il male, il piacere, l’ansia, la libertà. Tutto ciò che c’è di sbagliato, ma senza dare la colpa a nessuno.

Stavolta Massimo si lascia sfuggire il respiro affannoso, che tra poco spera si calmerà. Gli sembra un volo in picchiata per ritornare sulla Terra, mentre il cuore batte all’impazzata fin dentro al cervello.

Mentre si risistema i pantaloni, lei continua a fissarlo. Non dice una parola. Forse si intravede un mezzo sorriso mentre si lecca distrattamente il labbro superiore. Ha lo sguardo acceso e un po’ confuso.

Che cosa c’è lì dietro? La verità: nessun rimorso.

La aiuta ad alzarsi. Vieni, usciamo di qui, torniamo a casa, prima che qualcuno ci scopra sul serio. Non è ancora il tempo per niente, nemmeno per l’imbarazzo. Mentre la accompagna verso la porta con la mano sulla parte bassa della schiena, la sente vibrare. Adesso è un altro silenzio.

Vorrebbe baciarla, ma non lo fa e non sa perché.

Tra un minuto o tra un’ora, quando l’adrenalina sarà fluita del tutto dai loro corpi, verrà da pensare. Arderanno altrettanto forti la vergogna, la paura, l’inganno e la menzogna. Per loro e per coloro a cui dovranno nascondere il torbido presente. Per un errore che non avrebbero dovuto fare e che non vogliono rifare.

Ma che domani faranno di nuovo.

   
 
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