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Autore: Challenger    30/05/2021    0 recensioni
Un amore eterno che non può essere fermato neanche dalla morte
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao Amore. Sono io, la tua Fanny. Resterò qui, accanto a te, fino all’ultimo momento, non ti lascerò la mano finché non sarà finita per davvero. Il dottore mi ha lasciato ancora dieci minuti di tempo per salutarti, e per farlo non conosco modo migliore se non il ricordo di come ci siamo conosciuti, del nostro primo incontro, di come il nostro amore iniziò. Fu un giorno terribile, ma non ringrazierò mai abbastanza il cielo per averti incontrato proprio quel giorno. Il tempo, di buon mattino, già prometteva male, ma non mi feci intimidire dal suo grigiore, quello per me, doveva essere un giorno importante; ma come sai, non fu così. Da anni lavoravo come segretaria in quello studio, e credevo, finalmente, che fosse arrivato il giorno di una promozione, in vista degli ottimi risultati riportati, invece la promozione che aspettavo da tanto, andò a quella gatta morta della mia collega Anna. Mi sentì talmente umiliata! Tutti i miei sforzi, non valsero dunque a nulla. Uscì da quell’ufficio sbattendo la porta, giurando di non mettere mai più piede lì dentro. Sul momento non seppi cosa fare, ero troppo turbata da quegli eventi, così cominciai a camminare, senza una meta precisa; intanto il cielo diventava sempre più uggioso. Non ricordo esattamente come arrivai al parco, so solo che mi sentivo stordita e non capivo più nulla. Ti incontrai, non so quanto tempo dopo, quel giorno al parco. Pioveva a dirotto ormai. Tu avevi l’ombrello, io ero senza. Nella fretta lo dimenticai in ufficio. Ero seduta su una panchina di ferro, fredda. Indossavo un blazer di cotone e una gonna a tubo, indumenti troppo leggeri per quella giornata umida! Ero zuppa d’acqua, tremavo come una foglia. Piangevo disperata, ma nessuno fece caso alle mie lacrime perché si confondevano con la pioggia. Nessuno, oltre te, mi notò. Ero come un fantasma che si lamentava per le sue eterne pene e che nessuno riusciva a vedere, o semplicemente, evitava. La pioggia battente sulla ringhiera del lago creava un suono simile a mille campanelle, era quasi rilassante ascoltarle, quel suono quasi mi cullava. Fu la tua voce gentile a scuotermi dal limbo in cui ero. Mi dicesti «mi scusi signorina, ha bisogno d’aiuto?». La tua voce così dolce e calda mi fece tornare nel gelido corpo che in quel momento non sentivo più mio. Smisi di piangere per un istante, attratta da quel suono armonioso. Puntai i miei occhi nei tuoi. Avevi uno sguardo così nobile e gentile! Iniziò tutto così, da quello sguardo gentile e quel sorriso sincero. Mi offristi un posto accanto a te sotto il tuo ombrello. Dopo aver passato la giornata a consolarmi, mi accompagnasti a casa, e da galantuomo qual eri, mi lasciasti sulla porta chiedendomi un altro appuntamento. Eri davvero un uomo d'altri tempi! Da quel nostro, fortuito, incontro nacque il nostro amore. Un amore eterno e puro, senza alcuna complicazione. Eravamo complici. Eravamo migliori amici. Eravamo perfetti l’uno per l’altra. Eravamo quelle che si definiscono anime gemelle. Eravamo semplicemente… noi. Il mio saluto non sarà un addio, ma un “arrivederci” e voglio farlo ricordando la frase che mi ripetevi ogni giorno: «Amami, Fanny, ogni giorno della nostra vita!»; ed io l’ho fatto. Ora lo dico a te, amore mio: «Amami, Fabio, ogni giorno della mia vita, ovunque sarai, amami ancora».
   
 
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