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Autore: Fede_Murata    30/05/2021    1 recensioni
"Era come una battaglia di scacchi, una gara tra chi riusciva a muovere meglio le pedine per arrivare al re" - tratta dal film Dead Apple
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ango Sakaguchi, Chuuya Nakahara, Fyodor Dostoevsky, Osamu Dazai, Tatsuhiko Shibusawa
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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AWFUL TRUTH


Yokohama – 17:40
Nonostante fosse tardo pomeriggio la città era sprofondata nel buio ma non per il tempo. Una strana nebbia come veleno l'aveva avvolta rendendola deserta: non vi era anima viva. Le persone dotate di poteri erano le prime a rinchiudersi in casa poiché uscire diventava sinonimo di morte. La nebbia divideva l'abilità dalla persona e, una volta libera, combatteva contro l'user facendolo nella maggior parte dei casi morire.

L'Agenzia dei Detective Armati non stette a guardare e intervenne immediatamente mandando i vari membri a risolvere la situazione ma anch'essi caddero vittime delle loro abilità. Per sconfiggerle, gli user dovevano riuscire a rompere il sigillo violetto che emergeva generalmente sulla fronte di queste ma non era così semplice: erano solo esseri umani contro poteri.
 

Yokohama – Bar Lupen – (30 minuti prima)
Seduto al balcone del triste bar vi era uno dei più forti membri dell'Agenzia dei Detective: Osamu Dazai. Era su un alto ed elegante sgabello in legno e sorseggiava il whisky che si era fatto portare dal solito barista dai tratti non più vivaci come un tempo. Stava in silenzio, come in una preghiera. Di fianco a lui c'era un altro bicchiere di whisky identico al suo con all'interno una sferetta di ghiaccio e una bellissima ortensia bianca, ma a berlo non vi era nessuno. C'era però l'illusione che quell'anima avesse accettato l'invito e che, a suo modo, potesse gustare l'alcolico ambrato come ai vecchi tempi. Ricordi vennero alla mente, ricordi di un tempo non del tutto felice che però trovava conforto proprio all'interno di quel piccolo bar della periferia. Dopo alcuni minuti Dazai alzò lo sguardo verso la porta d'entrata e sospirò. Il vecchio trio era andato distrutto. In quel mondo crudele la felicità era rara, non solo per quelli della malavita. Chi non era consapevole della propria condizione era sicuramente più libero di vivere e di essere felice.

«Odasaku, quello che mi hai detto è vero» iniziò d'un tratto il giovane «stare dalla parte di chi salva le persone è decisamente più bello-» detto ciò si interruppe, posando il bicchiere da cui stava bevendo e portando alla bocca una piccola pillola «-se lo scopo è continuare a vivere.» concluse serio, alzandosi.

«Ora vado, Odasaku».

 

Yokohama – Mokurotoride – 17:40
Mentre Atsushi, Kyoka, e tutti gli altri detective stavano combattendo nel caos contro le loro stesse abilità, in un imponente edificio al centro della città invece regnava la calma e la tranquillità. Il palazzo era bellissimo: candido, ordinato e pieno di vetrate che illuminavano le varie stanze. All'interno si erano date appuntamento tre figure con abiti bianchi come la neve: il membro principale degli Angeli Decaduti, Fyodor Dostoevsky, l'ex membro della Port Mafia, Dazai Osamu, e il proprietario del palazzo, Tatsuhico Shibuzawa. Tutti e tre erano seduti attorno a un tavolo bianco rotondo con solo un centro tavola a riempire la superficie che prevedeva un piatto bianco concavo in ceramica con ricami blu, contenente mele rosse e un teschio. Il trio sedeva con aria apparentemente calma: nessuno sapeva chi avrebbe fatto per primo una mossa. La cosa ovvia era che Dazai avrebbe fatto tutto il possibile per evitare la distruzione della città e le sue abilità intellettive, rinforzate dai consigli acquisiti dal Boss mafioso Mori Ogai, gli davano conforto per un'ipotetica vittoria. Il suo maggiore problema non era il padrone di casa bensì il secondo ospite che aveva un intelletto pari al suo. Era come una battaglia di scacchi, una gara tra chi riusciva a muovere meglio le pedine per arrivare prima al re.

Dopo alcuni minuti di conversazione, i due furono accompagnati dal proprietario nella stanza principale del palazzo, quella che lui chiamava "Draconia". Con un semplice gesto la aprì e le vetrate si accesero di mille colori diversi, formando un meraviglioso mosaico di luci. Una volta entrati, lo spazio era stupefacente: al centro vi era un enorme lampadario d'oro e le pareti erano coperte da un numero immenso di gemme rosate sistemate in appositi scomparti argentei.

«Dunque quelle sono tutte abilità cristallizzate. Sono impressionato, ne hai raccolte parecchie» iniziò acido Dazai.

«Meraviglioso» lo seguì Fyodor «il diavolo sarebbe geloso di tanta bellezza».

«Bè, la maggior parte delle gemme le ho ottenute grazie ad informazioni ricevute da te» continuò Shibusawa «Sono stato in grado di creare questa nebbia riuscendo ad inglobare l'intera città».

Le sue parole vennero interrotte di colpo da una lieve luce rosata che illuminò una piccola parte della stanza, generando un cristallo del medesimo colore.

«È morto un altro dotato» aggiunse con tono apatico. Per lui le gemme erano sinonimo di ricchezza ma solo una gli interessava particolarmente, e quell'unica gemma non era mai riuscita a ottenerla. Non importava quante ne raccoglieva, ai suoi occhi nessuna di esse era degna di valore.

Una volta soli, Fyodor e Dazai iniziarono a girare liberamente per la Stanza, analizzandone i minimi particolari. Ad un tratto i due si ricongiunsero e fu Fyodor a intervenire per primo, mettendo bene in mostra i due cristalli che aveva preso.

«Uno serve per evocare tutti i dotati in qualunque posto si trovino, l'altro trasforma le loro abilità in cristalli». Il piano del russo era quello di annullare il rivestimento delle gemme per poi poter liberare tutte le abilità. Dazai fece come gli venne suggerito ed usò la sua abilità Lo Squalificato per annullare il rivestimento, formando così sopra le loro teste una sfera enorme rossastra che racchiudeva tutta l'energia delle abilità della stanza. Proprio mentre il detective era distratto dal grande bagliore venne pugnalato alle spalle da Shibusawa che, con un ghigno, accompagnò la caduta a terra del ragazzo. Il tradimento era avvenuto e Fyodor aveva appena mosso la sua pedina più grande. L'abilità lasciò il corpo del bruno, ormai a terra senza vita, e si unì alle altre provocando però un'esplosione inaspettata che stupì lo stesso Shibusawa, che non aveva predetto una cosa del genere. Quello che invece non si stupì affatto fu Fyodor: tutto stava andando secondo i piani.
 

Yokohama – ufficio segreto della Port Mafia – 18:00
In città tutto era deserto. Tutto era fin troppo calmo e spettrale tranne un ufficio segreto che stava per ospitare al suo interno una tempesta. Il giovane dirigente dai capelli rossi colpì brutalmente una parete a causa della sua ira alimentata dalla presenza di una vecchia conoscenza, nonché del membro della Divisione Speciale di Dotati di Potere: Ango Sakaguchi. Il potente mafioso Nakahara Chuuya odiava Ango per le sue azioni passate; aveva lasciato libero Shibusawa dopo il conflitto di Dragon Head avvenuto sei anni prima e ora lo vedeva disperarsi per la situazione che si era generata, come un fedele che prima nega Dio e subito dopo ne chiede il perdono poco prima della fine. Dietro all'odio c'era però anche rancore; in quella battaglia persero la vita sei suoi amici.

«Mi vuoi uccidere?» chiese con un filo di voce Ango, che era stato brutalmente preso per il collo dalla furia del dirigente «non mi interessa» aggiunse «mi sono preparato a questo nel momento esatto in cui ho deciso di chiedere il tuo aiuto!».

Il giovane con gli occhiali venne spinto via dal mafioso che, con le pupille ormai simili a palle infuocate, accettò il lavoro proposto. Odiava scendere a patti con le persone, specialmente con Ango, però fece lo sforzo di accettare per difendere la città che tanto amava e per un certo qualcuno che aspettava di essere salvato.
 

Minuti dopo si ritrovò sopra un aereo diretto verso il palazzo di Shibusawa che, dopo la presunta morte del moro, era stato accerchiato da un enorme drago rosso. Delle porte si aprirono mettendo Chuuya di fronte ad uno scenario di pace, formato dal cielo azzurro e dalla luna, incorniciata da alcune nuvole passeggere. Iniziò a togliersi i guanti.

«Chuuya-kun!» lo interruppe la voce di Ango  attraverso gli auricolari che teneva addosso «In questo momento Dazai-kun sarà stato sicuramente eliminato. Sai cosa significa?»

«Non mi importa» disse senza far trapassare al microfono nessun genere di emozione. Il suo cuore batteva all'impazzata, le sue labbra tremavano. Lui, che era sempre stato forte e orgoglioso delle sue azioni, ora era vicino alla fine di tutto: aveva paura. Un piccolo sospiro, una piccola preghiera che gli avrebbe permesso di vivere ancora domani. Poi un altro respiro e si gettò nel vuoto.

Attivata la corruzione, Chuuya non esisteva più. La creatura che ne derivava era uno psicopatico [1] con strani segni rossi nel corpo e privo di pupille. Si muoveva in modo disordinato, a caso, colpiva il drago generando buchi neri e sparando con forza sovrumana tutti gli oggetti che si trovava vicino, ma questo non bastava. Se la creatura, anche chiamata Arahabaki, avesse continuato a vivere, lui sarebbe morto per l'eccessivo sforzo.

«DAZAAAAAAAIIIIIIIIIIIII» urlò inconsciamente, tentando di richiamare a sé più potere.

Altri oggetti, altri sforzi, poi finalmente l'occasione perfetta. Ormai sbattuto a terra, Chuuya prese un camion e lo tirò energicamente contro il Drago, ovvero il risultato di tutte le abilità fuse insieme. Quest'ultimo aprì il muso per sputare fuoco ma Chuuya fu più veloce e gli conficcò il pesante veicolo in bocca in modo così forte e truce da distruggere dall'interno la gemma che gli dava vita. Nel momento della sua morte si generò un'altra grande esplosione che spazzò via il fragile corpo umano del rosso, catapultandolo in una sfera di luce bianca al cui interno si trovava il cadavere dell'ex partner. Una volta avvicinato, Chuuya tirò un pugno in faccia all'amico per svegliarlo dal sonno che lo intrappolava. La testa del bruno balzò indietro a causa del colpo ma non vi fu nessun segno, nessuna reazione. Chuuya era accanto a lui, immobile. Era certo che Dazai si sarebbe svegliato, che sarebbe riuscito a trovare un modo per sopravvivere e farla franca.. cosa era successo? Questo non lo poteva sapere, non lo poteva neanche pensare. In quel momento si trovava in uno stato di completa incoscienza, la corruzione era quello. La sua condizione non gli permetteva di ragionare lucidamente, di capire gli eventi attorno a lui, di poter reagire liberamente e di poter salvare la persona che da tanto amava. Proprio come una bestia in fin di vita, si avvicinò una seconda volta al cadavere di Dazai, impotente verso ciò che lo aspettava. In quel momento si era andato a creare come un compromesso tra l'orribile abilità e il proprietario; la creatura stava ferma, fluttuava nella sfera con il corpo dell'altro tra le braccia. Le strisce color cremisi coprivano ancora il suo corpo e nel suo sguardo non c'era alcuna traccia dei suoi puri occhi celesti. La calma all'interno di quella sfera dava così lo spazio ad un ultimo saluto tra i due, ad un addio che nessuno sentirà pronunciare dall'altro. La corruzione si stava facendo più pesante da reggere, Chuuya stava venendo ucciso da un mostro che non aveva mai voluto avere, impiantato dentro di lui per la sola curiosità di uomini egoisti e assetati di sapere. Ad un tratto uno strano bagliore color porpora si formò attorno al corpo del giovane: era la fine. La corruzione era arrivata al suo limite: ancora pochi secondi e Chuuya avrebbe cessato di vivere. Il bagliore si fece più intenso, inondando la sfera in cui fluttuavano, e riportando Chuuya alla sua forma originale: tutti i segni della corruzione svanirono [2].

Chuuya riprese coscienza e sfortunatamente intuì cosa stava per succedere. Il sangue gli arrivò fino alla gola, il suo corpo iniziò a tremare e le sue palpebre si fecero più pesanti. Un ultimo respiro, gli ultimi secondi di vita. Che cosa mai gli aveva dato la vita? Tutte le persone a cui si era affezionato erano morte, l'unica di cui si fidava in passato lo abbandonò e ora era accanto a lui morto. Se non avesse mai avuto la corruzione dentro di lui, se avesse potuto vivere ancora, sarebbe riuscito ad andare avanti consapevole della morte dell'unica persona a cui teneva di più al mondo?

Si giró verso il detective che gli fluttuava accanto, insieme alle varie bende che aveva in corpo, e, con le ultime forze rimaste, gli strinse la mano.

«I..dio..ta..» disse con voce flebile e tremante «Ce ne... andremo insiem...e, un po'... come.. un doppio... suici..dio...mmh?» Prese un ultimo respiro, nel parlare la sua gola bruciava «Capisco... la tua voglia... di morire... senza dolo...re... rendereb...be le cose più... facili».

Una lacrima rigò il suo viso.

«Addio... Da...za...i».

I suoi occhi si chiusero, la bolla che li conteneva scomparve.

 

EPILOGO

Yokohama – Mokurotoride – 18:10
Dazai cadde a terra subito dopo essere stato pugnalato alla schiena da Shibusawa, che successivamente si dissolse a causa del giovane russo. Vicino a Fyofor giaceva il corpo del detective apparentemente senza vita. Il componente dell'Agenzia aveva molti assi nella manica, uno tra tutti quello più interessante, ovvero il sapersi fingere morto. Riusciva a portare il suo battito cardiaco ai livelli minimi e, in questo caso, era in una situazione momentanea di trans. Il nemico gli si inginocchiò accanto prendendogli il polso, senza battito.

«Interessante» sogghignò. Con la stessa delicatezza con cui persuadeva le persone comuni alzò leggermente il volto del bruno e con le dita si fece spazio all'interno della sua bocca.

«Non credevo di dover arrivare a tanto, ma per far avverare i miei scopi questa mossa è inevitabile» affermò pacato, togliendo le dita dalla bocca ancora calda del castano. Tra indice e medio, come aveva intuito, vi era una pillola che Dazai aveva nascosto tra l'ultimo dente e la gengiva.

«Questa mossa è degna di te, Dazai-kun. Credevo fossi così contento di trovare l'eterno riposo e invece trovo un antidoto. La tua voglia di morire dov'è finita eh?» disse continuando a sorridere «Ti auguro comunque un buon riposo, ora posso lasciarti andare. Dopotutto non sarai il solo a entrare nell'aldilà, sbaglio?».

Il corpo si elevò nell'aria, come se venisse attratto dalla grande sfera di energia che si era andata a formare dopo l'esplosione. Tutto era come un film, seguiva una strana trama già decisa che era impossibile da cambiare.

In mezzo alla stanza principale ormai quasi distrutta vi era Fyodor affiancato dalla sua abilità.

«Sono il crimine, sono la punizione» così detto, il caos iniziò.

Il re era caduto.

 

NOTA AUTRICE:

Ciao a tutti, sono Fede_Murata e sono nuova su efp fanfiction! É da un po' di tempo che lavoro a questa ff e finalmente mi sono decisa a pubblicarla, spero vi sia piaciuta (e spero anche di essere riuscita a far scendere qualche lacrimuccia hehe).
Ringrazio veramente di cuore Manto e altre mie amiche che mi hanno spinta a questa scelta, vi voglio un mondo di bene, non so come farei senza di voi  
♥ 
Un grazie speciale anche a tutti quelli che sono arrivati alla fine della storia!

 

- Piccoli chiarimenti:
[1] ci tenevo a puntualizzare una piccola cosa. La parola "psicopatico" è legata al Chuuya durante la Corruzione. Come ho scritto, Chuuya odia a morte Arahabaki perché gli ha portato solo sofferenze, tra cui il grande pericolo che corre durante l'attivazione. Essendogli stata impiantata da esterni contro la sua volontà, lui non la sente propriamente sua e mi piace pensare che Chuuya ripudi quella versione di sé. Inoltre in lui c'è stato per molto tempo il dubbio sull'autenticità del suo corpo: era un clone o un umano? Questo secondo me potrebbe essere il motivo principale per cui odia il sé stesso durante la corruzione.

[2] farlo morire cononicamente mi faceva sentire troppo male sinceramente quindi ho preferito aggiungere un tocco di romanticismo. Chuuya ritorna alla sua forma originale a causa degli ultimi residui dell'abilità di Dazai che si trovano sparsi all'interno della sfera in cui si trovano.


 
   
 
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