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Autore: elettra manfred    31/05/2021    2 recensioni
12 mesi in cui lei aveva provato a dimenticare lui che se n'era andato
364 giorni in cui gli aveva scritto un messaggio nella speranza di una risposta
364 notti passate nella stessa piazzetta a ricordarlo e poi lo incontrò di nuovo,
come se fosse stato un miracolo di natale.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chen, Chen, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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minyoung sperava che quel messaggio fosse una follia. credeva che qualcuno si fosse impossessato del telefono di jongdae per farle uno scherzo. erano le sei e mezza del 24 dicembre, la vigilia di natale, le strade erano piene di gente, sorrisi, amore, felicità, luci, piccoli fiocchi di neve che scendevano copiosamente da un cielo grigio ma luminoso. lei, ridotta in uno stato inguardabile, era fuori luogo, ed essere presa in giro non le faceva stare bene. probabilmente colui che si era impossessato del telefono di dae era qualcuno che voleva qualcosa da lei, e avrebbe avuto tutto ciò che voleva. minyoung si avvicinò verso il bagno e prese tra le sue mani vari vasetti di pillole e altri medicinali molto forti. una manciata di quelle pillole di colori diversi erano nel palmo della sua mano. le ingoiò tutte in poco tempo. avrebbero fatto effetto al momento giusto. già sentiva il proprio respiro farsi sempre più pesante. si preparò lentamente e raggiunse a piedi, sotto al freddo e alla neve la piazza dove un tempo si incontrava sempre con il suo ragazzo. le strade erano già meno piene, tutti stavano iniziando a tornare a casa per festeggiare felicemente la vigilia di natale. appena arrivò alla piazza mentre il freddo le faceva venire la pelle d'oca vide una strana presenza aggirarsi per la piazza. lei lo riconobbe; faccino simpatico, le labbra piccole e il sorriso da bambino che aveva sempre avuto in volto. aveva un mazzo di rose bianche. per un attimo si chiese il perché avesse ingoiato tutte quelle pillole ma poi ci ripensò. lui aveva previsto la morte di lei? lui era reale o era solo un'anima che l'avrebbe accompagnata all'inferno? lui era vivo o morto? lei si avvicinò a lui mentre sentiva gli arti che le facevano male e che non riusciva a controllarli, come se stessero morendo. quando jongdae vide l'ombra di minyoung le andò incontro sorridendo e l'abbracciò fortemente. lui era freddo, non aveva il battito del cuore ma sembrava proprio lui.

 

- sei veramente tu? - disse lei in un sussurro mentre lui le accarezzava la testa con la mano. lui la guardò un attimo negli occhi e le baciò la fronte. le sue labbra erano ancora morbide come ricordava.

 

- sono io, sono io, sono qui per te. ti devo domandare una cosa però... tu cosa saresti disposta a fare per me? - disse lui in modo serio come se fosse un qualcosa di urgente e di estremamente importante. lei pensava che lui già lo sapesse ma alla fine chi lo sapeva meglio di tutti era lei

 

- dae... mi hai stravolta la vita quando nell'ufficio di Junmyeon ti vidi per la prima volta con il tuo sorriso dolce e con i tuoi modi impacciati. Sei l'unica persona di cui apprezzo ogni singola cosa, cattiva o buona che abbia fatto. Perché sì, gli sbagli che fanno gli tutti esseri umani li fai anche tu, ma questo non ti rende una persona cattiva. Sei la mia luce... vivere nell'oscurità è un incubo e farei di tutto per riavere la mia unica luce...- disse minyoung ma fu fermata da un dito del suo ragazzo che si posizionò sulle sue labbra.

 

- so quello che hai passato, so quello che hai fatto poco fa, so tutto, ho visto tutto, l'avevo previsto. sono venuto qui per portarti con me, sempre se sarai disposta a venire - disse lui mentre si era allontanato di uno o due passi indietro da lei e le aveva teso una mano nella speranza che fosse afferrata. lei sarebbe morta probabilmente, ma almeno, sarebbe rimasta con lui anche dopo al morte. lei prese la mano di lui e cercò di stringerla mentre la neve ed il vento aumentavano diventando sempre più forti e avvolgevano i due, poi non rimase più niente se non un cumolo di neve, un cadavere e due figure sbiadite che si volatilizzavano e venivano trascinate dal vento

   
 
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