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Autore: NightWatcher96    04/06/2021    2 recensioni
Il giorno prima del matrimonio di Deku e Kacchan, Eijiro e Denki portano il biondo a spassarsela. L'idea era un divertente addio al Nubilato ma qualcosa va decisamente fin troppo storto e il matrimonio salta. Potranno i due Hero rafforzare nuovamente il loro amore e sposarsi?
Deku x Kacchan
(Accenni Katsuki x Kirishima)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Buonasera, gente! Stavo guardando un episodio della serie tv "The Guardian Angel" e mi è venuta in mente questa One Shot che siccome è troppo lunga ho deciso di tagliarla in diverse parti. Detto questo Enjoy!




Il cuore pulsava forte nel cuore, le mani un po’ tremanti come visibile segno di felicità, lo sguardo che non perdeva neanche il più piccolo dettaglio. Il respiro era rapido mentre filtrava dal naso silenziosamente e le labbra non smettevano di tremolare, quasi a ritmo della vista che si annebbiava sempre più di lacrime.

“Domani…” sussurrò Kacchan, portando la mano ricoperta di cicatrici al suo petto. “Domani sarà il gran giorno…!”.

Izuku sorrise, annuendo, facendosi inghiottire in un famelico abbraccio. L’indomani sarebbe stato un giorno importantissimo, uno che avrebbero ricordato per sempre.

“Domani saremo una coppia per sempre” continuò piano il verdino, baciandogli affettuosamente le labbra. “Non dovremmo vederci, secondo le tradizioni delle nostre famiglie..”.

Kacchan sogghignò, avvicinandosi con l’inguine e le mani premute sul suo sederino sodo. Dio, quanto era perfetto, meravigliosamente attraente, così meraviglioso in ogni centimetro di quel corpo che in poco più che quattro anni era diventato privo di qualunque massa grassa, ma solo una definizione che avrebbe fatto invidia a qualunque sportivo.

“Sai che non me ne frega un cazzo, baby!” lo sorprese Kacchan, alzandolo in aria per volteggiare insieme. “Cazzo, domani il Number One Hero e il Number Two Hero si sposeranno! Non so se mi spiego! E’ una notizia per tutti i notiziari del Giappone! Ma che dico, di tutto il mondo!”.

Risero, perché in fondo non avrebbero saputo dimostrare in altri modi la loro felicità..
 


Kacchan fece un saluto da marinaio, con ancora un sorriso stampato sulle labbra mentre guardava il suo Izuku che lo salutava festosamente dalla finestra del secondo piano del modesto edificio dove avevano deciso di iniziare la convivenza insieme. Quella sera si sarebbero divisi e anche se non gli andava a genio questa tradizione una parte di sé voleva contare nervosamente ogni singolo secondo per tornare nuovamente a stringere a sé quei morbidi capelli e baciare quelle morbide labbra.

Si strinse meglio la giacca nera di pelle, chinandosi il cappellino corvino per celare la sua identità sebbene verso quell’ora non era così trafficato ma non fece che circa duecento metri prima di essere strombazzato con insistenza alle spalle.

“Baku-bro!” salutò festosamente Eijiro, accostando la sua fiammante auto sportiva rossa.

“Eh! E questa carriola da dove l’avresti presa?”.

“Ho avuto un affare da Momo! Suo zio è un grande venditore di auto sportive e non potevo tirarmi indietro!” commentò con un enorme sorriso. “Sali che ti porto a fare un giro! Sbaglio o questa è l’ultima serata da nubile che passi?”.

Kacchan gli fece il dito medio ma era evidente che era felice come un bambino e salì, notando solo allora, attraverso lo specchietto del cruscotto la presenza di Denki.

“Ehi!” salutò quest’ultimo felice. “Non mi avevi visto proprio, vero?”.

“Difficile non notarti, Pikachu!” lo rimbeccò sarcastico Katsuki, rivolgendosi poi a Kirishima che già si era allontanato da una lunga coda di auto ferme nel traffico e guidava per una strada illuminata da una serie di lampioni. Si vedeva la città specchiarsi nel mare all’orizzonte. “Dove si va?”.

“Non puoi dire che i tuoi amici non ti abbiano pensato, Kacchan!” commentò Denki, punzecchiandolo alla guancia.

“Ehi! Solo una persona può chiamarmi in questo modo e si chiam-“.

“…Izuku Midoriya?” lo interruppe giocosamente ancora Denki, rimettendosi seduto composto. “Eh, come dimenticare il Number One Hero che ti ha rapito il cuore?” sghignazzò per poi diventare un po’ malinconico. “Chi se lo aspettava che proprio tu ti saresti sposato per primo?”.

Eijiro guardò brevemente Denki attraverso lo specchietto, poi spostò lo sguardo curioso sull’espressione di Katsuki che contrariamente a ciò che avevano pensato sorrise genuinamente. Forse non avevano compreso veramente l’importanza di quel passo importante per il loro amico biondo.

Dopo circa venti minuti fatti di canzoni rock dallo stereo dell’auto che andava a velocità sostenuta, si fermarono vicino a un locale dall’insegna sfavillante.

“Crimson Rouge?” lesse stupito Bakugo. “Sai che questo locale non è adatto ai bambini!” commentò con quella solita vena sarcastica.

“Per questo ci stiamo andando. Devi proprio avere un’ultima serata da scapolo come Dio comanda!” ridacchiò Eijiro, scendendo dall’auto per poi chiudere l’auto con un telecomando tutto dorato. “Non ringraziarci. Lo facciamo con il cuore!”.

E di nuovo Kacchan fece loro il dito medio, nonostante fosse veramente contento ed aveva apprezzato.

Si avvicinarono all’ingresso dove la musica era così forte che si sentiva chiaramente. Un buttafuori però si avvicinò con una mano alzata.

“Tetsu Tetsu?!” esclamò Denki, sbattendo i luminosi occhi e passandosi una mano tra i capelli.

“Oh, non te lo avevo detto?” commentò sarcastico Eijiro, battendo il pugno con il vecchio amico-rivale della U-A. “Lui lavora per il boss di questo settore di città. E’ un Pro Hero di giorno e una guardia del corpo di notte! Con lui non si scherza!”.

“Puoi ben dirlo, amico! Dovete entrare?”.

“Secondo te?” commentò acido Kacchan.

Tetsu Tetsu concesse loro l’accesso non senza averli salutati con un pollice alzato. “Ehi, Bakugo!” chiamò però, facendolo voltare. “Congratulazioni! Domani sarà un grandissimo evento! Ho invitato un po’ di amici, spero non ti dispiaccia!”.

“Sarà indimenticabile. Per me potrebbe venire anche l’intero Giappone!” sghignazzò.
 


La musica era veramente assordante, ma era un locale molto delizioso. Il pavimento di marmo chiaro, a tratti ricoperto da tappeti rossi, ampie vetrate dalla quale ci si poteva godere di una vista mozzafiato. Camerieri sui roller offrivano drink costosissimi agli ospiti, c’erano anche tavoli verso il giardino illuminato a giorno, con tanto di piscina e intrattenimento a suon di ragazze in perizoma e orecchie di coniglietto.

C’erano anche portentosi ragazzi che ballavano su passerelle per infervorare soprattutto le signore che sganciavano bigliettoni nei loro perizomi striminziti.

“Ti piace, amico?” chiese Eijiro.

“Non male. Questa volta vi siete veramente impegnati” rispose l’altro, guardandosi ancora intorno. “E’ un posto perfetto per fare baldoria”.

“Oh, ma non è certo qui che la faremo!” evidenziò Denki con le mani dietro la nuca e un sorrisetto di chi la sapeva lunga. Lo superò, avvicinandosi verso una porta chiusa e premette un bottone: un ascensore segreto si aprì. “Saliamo?”.

Bakugo non si espresse, ma quando raggiunsero un piano inferiore rimase allibito: la musica era decisamente più alta, l’ambiente che ricordava molto i night club per gay e persone non binarie. Sembrava assistere a un vero Gay Pride, c’erano tante persone che se la spassavano, chi all’area bar ingozzandosi di arachidi e ingurgitando drink super-alcolici, chi ballava al centro della pista sotto al globo da discoteca, chi invece baciava fin troppo spinto contro le porte del bagno o contro dei pilastri portanti.

Su delle scale che portavano a delle suite al piano inferiore c’erano ballerine nude che ballavano.

Il biondo fischiò, applaudendo una volta sola. “Bravi, bel posto”.

“Sapevamo ti sarebbe piaciuto! Questa sera dobbiamo divertirci!” sorrise raggiante Eijiro, spingendolo dolcemente verso il bar, dove un cameriere subito fece cenno di chiedere. “Tre whiskey con ghiaccio, prego!”.

“Ma davvero? E pensi che lo reggerai, Capelli di Merda?” commentò sarcastico Katsuki, sedendosi su un alto sgabello dall’imbottitura nera, di pelle.

“Sono tante le cose che non sai” rispose sarcastico l’altro, prendendone subito un generoso sorso non appena furono serviti i bicchieri. Fece un rumore di gola, era piuttosto forte il sapore ma non diede segno di cedimento.

Anche gli altri due lo imitarono, Denki tossì leggermente ma si riprese, facendo ridere i suoi amici…
 


Deku osservava il suo tradizionale Hakama, con un Haori bianco. Sua madre aveva insistito nel cambiare il colore nero in uno chiaro per simboleggiare la sua purezza di spirito. Era così bello, aveva quasi paura di toccarlo, paura che se lo avesse fatto tutto si sarebbe distrutto.

In realtà era spaventatissimo, non immaginava di provare una simile tensione per un matrimonio anziché per una battaglia di vitale importanza. Deglutì un magone di saliva, arrotolandosi improvvisamente la manica destra della camicia che indossava: la cicatrice che si era procurato circa tre anni fa era diventata molto più scura. Quel colpo era molto pericoloso.

Solo Kacchan sapeva che erano circa diciotto mesi che non esercitava il suo Quirk, l’One for All, perché quella ferita conservava una piccola parte di un Quirk che distruggeva gli organi attraverso la pelle, le vene e il sangue. Lo stava rallentando, così la cura prescritta da Dave Shield, l’ex spalla di All Might che anche aveva partecipato alla cura, e padre di Melissa.

Se non avesse usato il suo Quirk sarebbe guarito fra cinque mesi. A volte temeva che Kacchan si disgustasse nel vedere un simile danno che dal braccio aveva maciullato spalla, parte del pettorale e l’avambraccio. Portava sempre maniche lunghe per non mostrare a nessuno il suo segreto.

Improvvisamente il campanello della sua porta squillò, facendolo sobbalzare.

“Arrivo” disse, affrettandosi ad aprire. Rimase sorpreso per le numerosi testoline femminile che lo accolsero raggianti. “Ragazze! Che bella sorpresa! Prego, entrate! Entrate e fate come se fosse casa vostra!”.

“Deku-kun! Abbiamo pensato di venirti a trovare, abbiamo pensato di portarti un posticino per il tuo addio al nubilato!” esclamò radiosa Ochako, prendendogli la mano. “Ci accompagnerà Todoroki-kun! Anzi, è già in auto, quindi non accetteremo un no come risposta, chiaro?”.

Tsuyu, Mina, Momo, Jiro e perfino Hagakure e Melissa erano lì con abiti molto casual ma anche eleganti, fatti di gonne e vestiti con giacche di pelle che mettevano ben in mostra le generose curve.

“D’accordo, mi arrendo. Mi farò prendere in ostaggio da voi ragazze, va bene?” sorrise il verdino, alzando le mani in difesa.

“E allora mettiti la giacca e le scarpe che si va!” sorrise Mina, con il segno della “vittoria!”.

Quando raggiunsero l’auto blu di Shoto, quest’ultimo sorrise dolcemente a Midoriya, facendo il gentiluomo per farlo accomodare davanti, accanto a lui. Mise in moto, guidando prima sulla strada principale per poi prenderne una secondaria.

“Dove andiamo di bello?” chiese curioso Deku, aggiustandosi il colletto della sua elegante giacca corvina bordata di rosso, regalo di Shoto tra l’altro.

“E’ una sorpresa, per cui ora si canta!” esclamò Mina, sporgendosi sui sedili anteriori per accendere la radio e mettere una musica ritmica ad alto volume. “Dobbiamo divertirci, stasera! Vero?”.

Si levò un felice grido di gioia e Deku non poté fare a meno di ridere…
 


“Ti piace quello che vedi, Hero?”.

Una donna nuda con orecchie da coniglio, coda a pon pon e stivali neri altissimi era dinanzi a Kacchan che ancora sorreggeva un bicchiere di whiskey in mano e sogghignava.

“Sì, sei una bella gnocca” commentò, anche se era evidente che fosse ubriaco.

Era la terza bottiglia che si scolava, i suoi amici invece se la stavano spassando ballando, sebbene in modo del tutto fuori sincrono e risate sguaiate.

“Se vieni con me ti faccio assaggiare qualcosa di interessante” disse, sedendoglisi in grembo, avvolgendogli una gamba in vita.

“Sei proprio un bel ragazzo. Strano che tu non abbia donne ai tuoi piedi”.

“Non ne ho bisogno. Tanto domani mi sposo!” esclamò Kacchan, versandosi un altro bicchiere. L’altra lo fermò, fu lei a versarglielo, ne bevve un sorso e provò a baciarlo, lui si scansò facendola imbronciare.

“Andiamo! Tanto sei ancora un uomo libero e anche un bel ragazzo, no?”.

Kacchan stavolta si incupì a tal punto di scrollarsela di dosso in malo modo. La coniglietta emise un suono rabbioso dal profondo della gola, prese il bicchiere di whiskey, ne bevve un sorso generoso e lo sbattè con foga sul bancone, sculettando via, non senza essersi data una scrollata ai lunghi capelli corvini.

Il biondo espirò visibilmente sollevato, passandosi una mano tra i capelli. Tutto quell’alcool gli aveva fatto alzare la temperatura ed aveva la fronte sudata, oltre che la vista un po’ annebbiata. Forse quelle tre bottiglie non erano state un’idea grandiosa, sicuramente avrebbe vomitato.

-Ma domani mi sposo… dev’essere tutto perfetto!- pensò, mentre la sua attenzione ricadeva sui suoi due amici che ballavano a ritmo delle loro risate al centro della pista e fra un inciampo e una frase con poco senso tentavano anche di ricongiungersi a lui.

“Ehi, alza il culo e spassiamocela!” gridò Denki, con il pollice alzato.

“Amico! Quella coniglietta ti stava seducendo o cosa?” rise anche Eijiro, scompigliandogli i capelli.

“No, era solo una prostituta. A me interessa solo un ragazzo”.

“Sì, sì! Lo sappiamo! Per questo ti abbiamo portato qui, cosicché ti potessi dimenticare momentaneamente di lui!” tagliò corto Denki che si era stranamente ripreso dalle sue risate, per cui andiamo a spassarcela!”

Peccato che i problemi erano proprio dietro l’angolo.


 
Essere figlia di persone ricche aveva numerosi vantaggi e Momo era sempre molto felice di evidenziarlo attraverso la sua estrema disponibilità. Infatti era stata una sua idea andare a sorpresa a casa di Deku per trascinarlo nientepopodimeno che al Crimson Rouge, il locale più in voga del momento.

Deku e Shoto avevano la stessa espressione stupita nel vedere il gorilla donna che permetteva l’accesso secondario all’eroina Creaty, che aveva mostrato un pass pure firmato dalla famiglia Yaoyorozu Sarebbero entrati direttamente dalla seconda entrata per raggiungere il piano più in basso del locale e divertirsi.

E quando varcarono la porta bianca dopo un lungo corridoio dove la musica si sentiva appena ma faceva vibrare vetri e pavimenti, furono investiti da una marea di gente, divertimento, musica e ballerine pressoché nude che giravano in mezzo ai clienti per scroccare qualche bigliettone.

“Solo il meglio per il nostro Midoriya!” sorrise Momo, spostandosi di lato per mostrare il fascino di quel posto proibito. “E voglio ringraziarti per avermi permesso di organizzare il tuo matrimonio!”.

Deku sorrise, agitando una mano com’era solito fare quand’era imbarazzato. Come poteva dire a tutti che era stata una ferma proposta di Momo organizzarlo? Quando l’aveva saputo subito si era imposta di preparare tutto, curare nei minimi dettagli che non avrebbe potuto dir di no.

“Deku-kun, balliamo!” esclamò Mina, trascinandoselo per una mano verso la pista.

Anche gli altri la seguirono, per una volta era bello abbandonare le vestigia di Hero ed essere semplicemente ragazzi di venticinque anni che si divertivano.

“Non correre, Mina-chan!” ridacchiò il Number One Hero ma qualcosa attirò la sua attenzione.

Il tempo si fermò letteralmente, la sua mente congelata. La musica sparì dalle sue orecchie. La bocca che si apriva per lo sgomento, il cuore che galoppava furiosamente. Improvvisamente sperò che era solo già ubriaco e basta.

Perché aveva guardato? Perché era venuto in quel posto? Perché si sentiva mancare così?

Vicino alla porta del bagno, a pochi passi da lui, c’erano due persone in atteggiamenti intimi spinti.

“Oh, mio Dio!” esclamò alle sue spalle Momo, portandosi una mano alla bocca, atterrita.

Kacchan era fiero in piedi mentre Eijiro lo baciava e peggio, gli pompava il fallo con voglia e vigore. Denki invece gironzolava con il suo “Yeah!” tutto confuso di alcool mentre sprizzava scariche elettriche di tanto in tanto.

Katsuki aprì gli occhi, la visione sfocata non aiutò per i primi cinque secondi, poi si sentì letteralmente sprofondare nell’Inferno. Con violenza si staccò di dosso Eijiro, cercando di coprirsi l’eccitato fallo in qualche modo.

“Cazzo! Deku!” esclamò, visibilmente rosso in viso.

Deku respirava sempre più velocemente, sembrava in iperventilazione. Shoto fu il primo a rendersi conto che Deku era sotto shock, con quello sguardo ampio, macchiato di lacrime e pallido in viso.

“Midoriya, calmati!” provò, afferrandolo per le spalle.

“Bakugo! Che cazzo pensavi di fare, eh?!” intervenne infuriata Mina, puntandogli un dito contro, guardando poi Eijiro che si stava rialzando a fatica in piedi. “E tu? Sei un maiale, Kirishima!”.

“Ah, ma di che cosa stai parlando? Lo sanno anche i muri che io e Kacchan ce la siamo sempre spassata fin dai tempi della UA!” commentò quest’ultimo con un sorriso ampio e fin troppo veritiero.

Shoto sentì emettere un “tch” dalla bocca di Deku che aveva i pugni stretti e il suo Quirk che iniziava ad avvolgerlo con scariche elettriche verdastre. Il suo viso era completamente furente, lo sguardo collerico, le lacrime che sgorgavano sulle guance lentigginose e il corpo che tremava di rabbia cieca.

Spostò malamente Shoto da un lato, quest’ultimo barcollò colto all’improvviso, poi caricò l’indice prendendo bene la mira del viso di Katsuki con l’altra mano: era deciso a colpirlo con un proiettile-smash. Non gli importava se il suo corpo sarebbe stato ulteriormente danneggiato dalla ferita.

“Bastardo…!” ringhiò, ignorando che la musica nella sala si era fermata e le persone ora guardavano il tutto con il fiato sospeso.

“Deku-kun, ti prego calmati!” provò Ochako, afferrandogli il braccio per evitare tragedie. “Domani ti sposi!”.

“Non ci sarà più nessun matrimonio! Quello schifoso si stava scopando Kirishima! E non so da quanto tempo va avanti questa storia!” scattò, con più lacrime, cercando di riprendere la mira. “Mi fai schifo, Katsuki Bakugo! Mi avevi giurato eterno amore e invece…! Era solo una pagliacciata!”.

L’ultima parola fu quasi un sussurro, perfino Shoto sentì tutta la tristezza dell’amico e una rabbia pervaderlo verso Kacchan che aveva ancora uno sguardo di sgomento sul viso ed era incapace di parlare.

“Bakugo, tu non dici nulla? Guarda come sta soffrendo Midoriya!” rimproverò duramente Momo, sferzando l’aria con un braccio.

“Deku... mi dispiace, è stato solo un momento! Ero ubriaco e-“.

“Non mi interessano le tue scuse!” ruggì il verdino, scagliando il primo proiettile. “Cosa pensavi di fare? Prendermi in giro anche dopo sposati? Ma ti sei salvato! Chi si prenderebbe un rifiuto come me, vero?”. E ancora un altro, più potente del primo. Katsuki aveva evitato con un rapido scatto verso sinistra, trascinandosi anche Eijiro che non era in condizione di combattere. “Anche adesso non te ne frega niente di me?!”.

“Deku, calmati! Mi dispiace! Ma lo sai che ti amo!” provò il biondo.

Fu un battito di ciglia a tradirlo: quando aprì gli occhi si ritrovò Deku e il suo braccio caricato tutto all’indietro per un Detroit Smash e non poté evitarlo del tutto. Il gancio lo colpì all’avambraccio così duramente da provocargli un’escoriazione e un dolore lancinante.

Il suo braccio sinistro rimase per un attimo indolenzito, forse aveva subito qualche frattura perché il dolore era sempre più crescente. Ma non era nulla paragonato a quello che stava provando nel vedere il suo futuro sposo in quello stato.

“Midoriya, non possiamo arrecare danni qui!” provò Shoto, bloccandolo per il braccio destro. “Per favore, calmati!”.

“Sei un mostro Katsuki! Perché mi hai fatto questo il giorno prima del matrimonio? Perché?!” urlò, caricandosi con maggior potere.

“No! Non usarlo, Deku! Ti distruggerà!” pregò Katsuki, correndo verso di lui prima che avrebbe potuto usufruire del suo One for All al cinquanta per cento con un Texas Smash.

Lo afferrò in un abbraccio buttandosi in terra. Ma non ottenne l’effetto sperato, il suo amore per il verdino gli fece abbassare la guardia e Deku lo stupì con un calcio alla tempia, sbattendolo verso una fila di tavolini che andarono letteralmente in frantumi.

“Adesso basta, Midoriya! Stai esagerando! Lo vuoi uccidere per caso?” scattò Eijiro, attivando il suo Indurimento.

Qualcosa scattò in Deku, si alzò con una furia cieca nello sguardo, caricando il suo pugno destro per marciare e poi correre a piena carica verso quello che si era trasformato in un nemico. Voleva solo distruggerlo e basta. Non gli importava più di nulla!

“Detroit…!” urlò per grande sgomento dei suoi amici.

“NO!” urlò Katsuki, ancora in terra con una tempia spaccata e il sangue ad imbrattargli mezzo viso.

Eijiro chiuse gli occhi: non aveva mai ricevuto un colpo di Midoriya quasi a metà potenza, forse non si sarebbe salvato dalla sua furia.

Ma il colpo non arrivò mai.

Deku era fermo in piedi, tremando, l’One for All non c’era più a infondergli potenza. I suoi occhi erano sbarrati nel vuoto, carichi di dolore e lacrime. Improvvisamente si artigliò una spalla e urlò a squarciagola, cadendo in terra.

Shoto fu il primo a soccorrerlo. “Midoriya, che succede? Che sta succedendo?!”.

“Presto! Togliamogli la camicia! Qualcosa sta serpeggiando sul suo collo!” gridò Momo, creando immediatamente una barella che Ochako fece volteggiare con il suo Quirk Zero Gravity. Lo misero lì sopra e quando rimossero il tessuto rimasero allibiti. “Mio Dio, ma che cos’è?”.

Mezzo corpo era diventata una gigantesca piaga, rossa viva e pulsava, Deku stava ancora urlando, il dolore insopportabile.

Improvvisamente iniziò a sputare sangue e a diventare sempre più debole.

“Dobbiamo portarlo in ospedale!” fece Ochako, afferrando il suo cellulare dalla pochette che aveva in mano.

“No!” scattò Bakugo, tentando di alzarsi. Il colpo era stato forte, tutto il suo corpo gli faceva male.

“Tu stanne alla larga! E’ già troppo quello che hai fatto!” lo spintonò Mina, interponendosi fra lui e Izuku.

“Togliti di mezzo, Occhi da Panda!” ruggì l’altro, spintonandola a sua volta. Mina per poco non cadde di schiena, ma Shoto intervenne, con una piccola fiammata. “Non capite che non può andare in ospedale? Non in uno normale?!”.

“E dove dovrebbe andare allora?” ringhiò anche Tsuyu.

Melissa comprese tutto. “Chiamate il Signor Might, io mi occupo di far venire un elicottero per portare Deku su I-Island. Solo lì possiamo cercare di contenere l’infezione” istruì con un tono di chi non avrebbe ammesso repliche.

“Infezione?” chiese stupida Ochako.

“E’ una lunga storia. Ve la racconterò strada facendo. Per ora la nostra priorità è salvare Deku” sospirò Melissa, con una stretta al cuore…
 

 
  
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