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Autore: Framboise    04/06/2021    2 recensioni
Le Terre Selvagge non sono un luogo ricco di certezze, ma per i suoi abitanti, Radio Nessunluogo è quanto di più simile ad una sicurezza si possa avere. È una fonte di notizie, una voce amica, il sapere che c'è un rifugio nella zona più desolata in cui, se necessario, ci si potrà fermare. Ma qualcosa si sta muovendo nelle Terre, e una notizia in particolare potrebbe cambiare le cose. Anche chi sta fermo potrebbe desiderare di partire, in fondo.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache delle Terre Selvagge'
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RADIO NESSUNLUOGO
 
 
CAPITOLO 1: NESSUNLUOGO

La costellazione del Cane che Fugge è facile da trovare, lo sanno tutti. Basta alzare lo sguardo e cercare la stella più brillante nel cielo sopra le Terre Selvagge: quella è la punta della sua coda, il resto poi viene da sé, con le zampe, il muso, i tre astri che formano la sua bocca spalancata. Ma è la coda la parte più importante, se state cercando la strada per Nessunluogo. Basta seguire sempre quella direzione, per tanti giorni quanti è necessario, fino a raggiungere una strada antica, polverosa, costellata da cespugli secchi e alberi bruciati dalle radiazioni.

Se doveste perdervi durante il giorno, quando le stelle del Cane non possono aiutarvi, non preoccupatevi. Molti viaggiatori di passaggio mi hanno raccontato che sono i sentieri stessi a portarti a Nessunluogo, se sai lasciarti guidare. Certo, bisogna fare attenzione. Sta tutto nel sussurro del vento, nel modo in cui l’ombra di un ramo scheletrito cade sul ciglio della strada. I segni non sono roba per gente distratta. Una volta giunti sulla strada maestra, la sola cosa da fare è continuare a camminare fino a raggiungere un cartello, leggermente arrugginito ma in buone condizioni. È impossibile sbagliare, indica soltanto due direzioni: il mio Avamposto e Il Resto Del Mondo.

Se riuscite a resistere al dolore alle gambe, alla sete e alla stanchezza, Nessunluogo sarà lì ad aspettarvi.

E anch’io, naturalmente.

Dopotutto, non sono esattamente quel che si dice una viaggiatrice, vero?

Può diventare piuttosto solitario, quaggiù, a volte. D’altronde, questa non è una zona che la gente ami attraversare. Troppo isolata, irreparabilmente rovinata da armi chimiche usate troppo tempo fa perché qualcuno ricordi che cosa vi sorgeva, prima che tutto venisse soffocato dalla polvere. Eppure, prima o poi qualcuno arriva sempre. Viaggiatori solitari, fuggiaschi, ambulanti, gente che non ha più niente da perdere, a volte semplici curiosi che hanno sentito parlare di questo posto. A Nessunluogo tutti trovano un letto su cui riposarsi, cibo e acqua da scambiare con oggetti, storie o notizie. Non sono schizzinosa: quando si resta soli abbastanza a lungo, tutto fa brodo, ve lo garantisco.

 È così che ho avuto la radio. Me l’ha data un ambulante di passaggio in cambio di una scorta di provviste. La usavano in guerra per trasmettere le informazioni, così raccontava, ed era vecchia ma funzionante. Sta in una valigia di cuoio rovinata, la si può chiudere e portare con sé. Non che io sia esattamente una viaggiatrice, ma è comunque una bella idea, pensare di poter prendere e andare via, un giorno. Così, come se nulla fosse. Come se non ci fosse quel senso di soffocamento che mi prende alla gola se mi allontano troppo da qui, quel battito troppo forte del cuore, quel tremore. 

Oggi è proprio il giorno delle illusioni, eh?

Comunque, stavo parlando della radio. Ho imparato a usarla, anche se con un po’ di fatica, e ho cominciato a trasmettere ogni giorno. Era solo un modo di sfogarmi, di parlare, niente di più: non mi aspettavo che ci fosse qualcuno in ascolto, men che meno che avrebbero cominciato ad aspettare le mie trasmissioni. Poi però la gente ha cominciato ad arrivare.

«Ho sentito che c’è stata un’invasione di locuste nei Bordi. Pensavo che potesse interessarti, sai, per il tuo programma».

«Dillo, alla radio, delle mie verdure! Le più grosse delle Terre Selvagge! Quelle del Vecchio Joe, all’Avamposto delle Sabbie. Prezzi imbattibili, anche. Lo dirai, sì? Te ne lascio alcune in cambio. Guarda che zucche! Le migliori, garantito».

«Ma allora esisti davvero. Pensavo che fosse tutto un trucco, qualcuno che se ne stava seduto comodo da qualche altra parte, o magari persino una voce fantasma, non sarebbe la prima volta che capita. Non offenderti, eh. È solo che è così strano trovare qualcuno qui».

Ma forse lo sapete già, e vi sto annoiando. Vi chiedo scusa, ma a volte, quando è un po’ che non passa nessuno, tendo a ripetermi. Spero che perdonerete queste piccole debolezze da persona solitaria. Se passate per queste zone, fate un salto a trovarmi. Mi farà così tanto piacere vedervi. Ci siederemo e parleremo, avendo cura di lasciare una sedia vuota nel caso uno spirito errante in cerca di compagnia ci senta e voglia fermarsi. Se non siete di strada, beh, ci risentiamo domani, sempre a quest’ora, su Radio Nessunluogo. Sintonizzatevi, restate con me, non andate via. Sapete dove trovarmi.

In fondo, io non vado da nessuna parte.
  
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