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Autore: lmpaoli94    05/06/2021    3 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Alcuni mesi dopo
Dopo essersi ritirato dai servigi della Corte dei Grey, Mark Benson trascorreva le sue giornate tranquille in compagnia della Suora Madre.
< Suora Claire, non vi potrò mai ringraziare per la vostra bontà d’animo che avete mostrato nei miei confronti > fece l’uomo < So che questo è un convento per sole suore e il vostro andare contro alle leggi tali, mi ha reso un uomo orgoglioso. >
Ma la Suora Madre non fece minimamente menzione alle parole lodevoli nei suoi confronti, troppo incuriosita a scoprire la verità su quell’uomo.
< Reverendo Benson, per molti anni avete servito la Casata dei Grey. Adesso che si sta combattendo una guerra nei confronti del Barone Roach e di sua moglie, come potete rimanere lontano dai loro voleri. >
< Ho servito la Casata Grey per molti anni della mia vita… Ma adesso era giunto il momento di pensare a me stesso e ritirarmi ad una vita fatta di pace e di devozione verso Dio. >
< Avete unito due anime che si vociferano essere maledette fra di loro. Cosa pensate al riguardo? >
< E’ la sete di un potere molto più grande degli uomini. I nobili rivendicano il potere di guidare quest’umile terra. Ma non capisco che l’unica guida è il Signore Gesù Cristo. >
< Reverendo, voi non siete un uomo di guerra, giusto? Per questo siete venuto fin qua a Kylemore, pesando di trovare il perdono divino. Anche se ho fatto un eccezione alla regola del vostro sesso, sappiate che il vostro tempo è molto limitato qua dentro. Le suore devono mantenere la loro pace e la loro linea guida. Ho paura che la vostra presenza mistica e alquanto diffidente, possa portare scompiglio nel mio convento… Nel dire ciò che penso, spero che non la prendiate male. >
< Oh, al contrario. Cercherò una sistemazione attua alla mia persona e toglierò il disturbo appena possibile, ve lo prometto. >
Ma Suora Claire non poteva immaginare i loschi misfatti che il Reverendo Benson stava preparando ai danni dell’Abbazia.
Non potendo avere nessun contatto con le suore del monastero, controllava una persona particolare a distanza di sicurezza: Caroline Acton.
La giovane donna gravida si apprestava a dare alla luce l’erede di una famiglia che voleva rinascere dalle proprie ceneri come una fenice, e chi se non il piccolo bambino a dar forte spunto per una rinascita che sembrava quasi impossibile.
Cercando di nascondere i suoi subdoli propositi all’indirizzo del figlio e con la missione di riportarlo a Dunguaire (l’uomo non sapeva ancora che il Castello era stato distrutto dalle forze di Slane), lavorava nell’ombra cercando di ingraziarsi il volere della Suora Madre.
Ma il passato che la donna aveva con gli uomini, la facevano desistere.
Volendo rimanere il più lontano possibile da quell’uomo, la Suora Madre non poteva sottrarsi tutte le volte al suo desiderio, atto a far crescere in lui strani sospetti di allontanamento.
Ma la giovane suora, di grande cuore e bontà, faceva buon viso a cattivo gioco.
Nei giorni di primavera caldi e miti, osava passeggiare in sua compagnia, sperando che il tempo potesse trascorrere molto velocemente per poi riprender le preghiere della sera.
ma un giorno in particolare la sua attenzione e la sua speranza voltarono verso una giovane suora che la stava cercando con molta trepidazione.
< Sorella, che cosa sta succedendo? >
< E’ Suor Caroline, madre. Sta nascendo! >
Non credendo a quelle parole, la Suora Madre si allontanò dall’uomo senza mai scusarsi, per raggiungere la cella della donna e vedendola in completo stato di travaglio.
< Madre, ho bisogno di parlarvi in privato > fece la Levatrice Greene spingendo la Suora Madre oltre la porta.
Da quello che poteva capire dal suo sguardo, la Suora Madre stava temendo il peggio per la sua salute.
< Lo stato della paziente era abbastanza cagionevole ancor prima che iniziasse il travaglio. Ho paura che Suor Caroline non riuscirà mai a superare questo parto. >
< Levatrice Greene, non ditemi queste parole > rispose la donna disperata facendosi il segno della croce < Fate il possibile. Ve ne prego. >
< Stringete la mano della ragazza. si sentirà meglio. >
Acconsentendo alla richiesta della donna, la Suora Madre assistette per tutto il tempo a Caroline cercando di risollevare il moral e lo spirito che piano piano la stava abbandonando.
< Madre, non ce la faccio… non ho più energie… >
< Devi spingere ancora, sorella. Si vede a malapena la testa del bambino. Ormai sta quasi per nascere. >
< Madre, e se non dovessi farcela? >
< Voi riuscirete a sopravvivere. Ve lo prometto! >
Ma una volta che il bambino riuscì a nascere da un parto travagliato, con grande miracolo la Levatrice constatò la buona salute del piccoletto.
< Guardate. È proprio splendido. >
Mentre il bambino piangeva e veniva adagiato tra le braccia di sua madre, la Suora Madre pianse in quel momento di commozione.
< Adesso dovrete dargli un nome, Caroline. >
< Theodore. Il suo nome sarà Theodore. >
Ma nel mentre lo diceva con quel vigore e con quel respiro flebile, Suor Claire fu la prima a constatare che la donna non stava più respirando.
Mentre la levatrice cercava di rianimarla in tutti i modi, la povera donna non ce la fece dopo un parto travagliato e pieno d’insidie.
Pregando per la sua anima che stava salendo al cielo, la Suora Madre non poté trattenere a lungo le lacrime, mentre la Levatrice sottolineò i suoi prospetti ormai avverati.
< Grazie per tutto quello che avete fatto per Suor Caroline, Levatrice Greene > fece la Suora Madre asciugandosi gli occhi < Verrete laudamente  ricompensata per il vostro lavoro. >
< No Madre, non ho bisogno dei vostri soldi… La cosa che mi freme di più è che cosa ne sarà del bambino. >
< Sua madre desiderava vederlo crescere fra queste mura > mentì la donna senza fare riferimento a quando gli aveva parlato del suo amante < Manterremo la sua volontà dopo questa sua tragica morte. >
Mentre le sorelle che si erano radunate intorno a lei continuavano a pregare, la Suora Madre prese in braccio il bambino mentre lo ammirava in tutta la sua bellezza.
“Ti proteggerò dalla furia della vita, piccolo mio. Rimarrai per sempre al mio fianco e nessuno all’infuori di questo monastero saprai che esisti.”
 
 
Nel mentre a Kylmeore aveva dato alla luce la prima vita del Convento, adesso toccava ad Anastasia far nascere il suo bambino nella neonata costruzione di Limerick.
Infatti, dopo la fine della battaglia, la Contessina e sua madre erano riusciti a far pace con i rivoltosi della città e ad insediarsi come i vecchi padroni di Limerick.
La loro felicità non conosceva ostacoli, data dal fatto di un Conte Grey molto apprensivo per la salute della sua amata  il suo incondizionato amore.
Il giorno in cui il bambino si apprestava a nascere, rimase fuori dal salone in attesa della grande notizia.
Le ore passavano in maniera alquanto lente e il nervosismo dell’uomo era palpabile.
< Perché la Contessa Madre può rimanere in compagni di mia moglie mentre io non ho il permesso di entrare? Sono suo marito, Dannazione! >
< Perché tu non sei dal tuo come le serve del palazzo e il vigore sentimento di forza per far nascere un figlio. La Contessa Madre c’è già passata mentre tu no, caro fratello > fece Elliot cercando di consolarlo.
< Comunque questa situazione è assolutamente ingiusta. >
< Rilassati, Christian. Vedi me e Gia: noi non avremo mai figli > replicò Mia con tono felice.
< Certo. Non vuoi soffrire come mia moglie. I miei complimenti. >
< Se non volevi arrivare a questa situazione, dovevi innamorarti di un uomo. >
< Non dire simili sciocchezze, Mia. >
< Stavo solo scherzando, fratello. Rilassati. >
< E comunque presto anch’io mi ritroverò rinchiusa in camera mia in una condizione di travaglio perpetuo > fece Katherine fissando gli occhi pieni d’amore di Elliot < Sono incinta. >
Mentre un urlo di congratulazioni si riversava in tutta la sala, a Christian non gli importava minimamente delle sorti della dama di compagnia della sua amata.
Per lei c’era solo il pensiero di sua moglie, nient’altro.
Nel continuare a fare avanti e indietro per la camera, Christian non capiva tutto quel via vai.
< Stiamo attendendo l’arrivo della levatrice, Signore. Noi possiamo fare ben poco > fece una domestica aumentando la paura dell’uomo.
< Perché non ne ero stato informato?! >
< Perché la Contessa Madre non voleva che voi lo sapeste. >
< Brutta meretrice maledetta! Fatemi entrare! >
< Che sta succedendo qua fuori? > fece la Contessa Madre squadrando malamente Christian.
< Contessa, voi mi dovete un sacco di spiegazioni… >
< Non ora. Il bambino sta per nascere e la levatrice non è ancora arrivata. >
< Eccomi! Sono qui! > gridò la donna correndo per le sale del castello < Scusatemi, ma dovevo assistere ad un altro parto molto lontano da qui. >
< Ce lo spiegherà dopo, levatrice. Mia figlia sta aspettando voi. >
Arrivando al capezzale di Anastasia, la levatrice si congratulò con le domestiche per il lavoro conseguito.
< Adesso dovete spingere, Contessa. Con tutta la forza del vostro corpo. >
In quel momento, la levatrice aveva ancora in mente la morte della sua ultima paziente, scatenando in lei forti sensazioni di insicurezza.
Ma dopo aver guardato lo sguardo pieno di vita e di rabbia della donna gravida, capì che il suo destino era molto diverso.
Appena il bambino venne alla luce, la levatrice Greene non si sentì così stanca prima d’ora.
Dopo un lungo viaggio che l’aveva portata a Limerick, la donna si accasciò senza forze mentre riusciva solo ad udire il pianto del bambino.
< Che cosa gli prende alla levatrice? >
< E’ svenuta, mia Signora > rispose una domestica.
< Allora cosa Aspetti? Portala nella stanza accanto e distendila. Credo che dovremmo chiamare un medico per questo. >
< Non ce ne sarà bisogno, Contessa. Si vedeva che la levatrice era molto stanca. Deve riprendersi con un po’ di riposo. >
< Fategli preparare tutto il necessario per il suo riposo e il risveglio imminente. Ha dato alla luce la mia nipotina e oggi come non mai mi sento ben con me stessa. >
Mentre Anastasia stava stringendo la sua bambina, Christian irruppe nella camera baciando e abbracciando sua moglie.
< Piano, Christian. Sono ancora molto debole. >
< Scusami, tesoro. Sei stata bravissima. Davvero. >
Nel vedere l’uomo fiera di sé, il motivo per cui l’erede non era un maschio passò in secondo piano, mentre l’uomo cominciava a stringerla a sé.
< Ana, come pensi di chiamarla? >
< Ho pensato a Phoebe… Non so perché mio è venuto quel nome, ma credo che sia perfetto per lei. Tu che cosa ne dici? >
Non avendo niente in contrario, Christian accettò il nome della bambina con grande gioia e felicità.
< Adesso posso dire di avere una famiglia. E tuto grazie a te > disse l’uomo prima di ridare la piccolina a sua moglie.
   
 
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