Prompt: Non voglio sentire
 
Storia scritta per la Springbreakbingo challenge del gruppo Facebook  Hurt/confort Italia.
Spero possa piacere, ringrazio chiunque voglia anche solo darci un'occhiata e mi farebbe molto piacere se mi lascerete la vostra opinione
 
 
Ci sono lavori per cui, anche sola una minima distrazione può essere fatale. Infondo, anche se dotati di poteri, nessuno di loro era immortale e Chuuya e Dazai ne erano pienamente consapevoli, nonostante il loro agire in modo spericolato ed avventato.
 
Tuttavia, anche il due più spietato e imbattibile della Port-mafia, possiede un punto di rottura e quando un equilibrio viene spezzato, inesorabilmente tutto crolla e si frantuma e non importa quanto velocemente si raccolgano i pezzi o con quanta bravura si provino ad incollare, le crepe rimarranno sempre li a testimoniare ciò che era e non può più essere.
 
Sia Chuuya che Dazai, nascondevano con cura le loro crepe: il primo sotto parole taglienti e modi raffinati; il secondo sotto strati di bende e sorrisi falsi. Entrambi avevano dovuto ritrovare il proprio equilibrio e andare avanti per la strada che avevano scelto di percorrere, seppellendo il passato nel rancore.
 
Infondo odio e amore sono due facce della stessa medaglia, così simili eppure totalmente opposti.
 
 
Chuuya era diventato un executive dopo il tradimento di Dazai, ma non gli importava, o meglio fingeva che fosse così, continuando a svolgere il suo lavoro diligentemente. Lavorare alla port-mafia gli piaceva e si era affezionato a molti dei suoi subordinati e superiori, come Kouyou ane-san, la quale lo aveva preso sotto la sua ala dal suo ingresso in quell'organizzazione, insegnandogli tutto ciò che sapeva e che gli sarebbe stato utile per diventare un bravo sicario e sopravvivere in quell'ambiente.
 
Bastò un secondo di distrazione, perché rischiasse di perdere tutto. Il sibilo di uno sparo, percepito in ritardo, la pallottola che gli si conficcò nel petto prima che riuscisse a respingerla con la gravità, il dolore lancinante ed improvviso e poi solo il nulla che inghiottì tutti i suoi sensi.
 
Quando Chuuya aprì gli occhi, gli ci volle qualche secondo per ricordare la sparatoria e per accorgersi di essere in una stanza d'ospedale. Il bip dei monitor lo infastidiva, come quegli aghi infilati nel suo braccio, ma non si sarebbe lamentato, in fondo era ancora vivo, era tutto ciò che contava in quel momento.
 
'"Finalmente ti sei svegliato Chuuya." Si congelò all'istante sentendo quella voce così familiare che non sentiva da tempo, ma non meno irritante di come la ricordava.
 
Voltò lentamente il viso, sperando fosse solo un'allucinazione causata dalla dose massiccia di antidolorifici, sbattendo le palpebre più volte quando il viso di Dazai gli si palesò davanti.
 
" Che diavolo sei venuto a fare qui Dazai? Vattene. Non voglio sentire la tua voce irritante e fastidiosa e non voglio vedere la tua stupida faccia!" ringhiò a denti stretti, cercando di controllare il tono della voce, erano in un ospedale e non voleva disturbare gli altri pazienti.
 
" Chibi è cattivo e dire che  ho portato anche dei fiori per la tua convalescenza, " disse in tono lamentoso, per poi tornare serio, " Ho sentito che ti sei preso una pallottola ed eri in pericolo di vita, sono venuto a vedere come stavi e a quanto vedo i medici hanno fatto un buon lavoro".
 
Chuuya lo fulminò con lo sguardo, " Gentile da parte tua, ora sparisci, l'ospedale appartiene alla port-mafia se non te ne fossi accorto e se ti scoprono, questa volta non la passerai liscia come l'ultima volta che ti sei fatto catturare", sospirò esasperato, sentendosi ancora stordito e debole, come quando usava corruzione e Dazai lo fermava un minuto prima di raggiungere il limite.
 
" Sei preoccupato per me? Lo sapevo che hai un gran cuore Chuuya," cinguettò allegro, mentre Chuuya alzava gli occhi al cielo per poi voltare il viso dall'altra parte per fingere d'ignorarlo.
 
 " Dico sul serio, stupido maniaco suicida. Sei fortunato che non possa prendere a calci quel tuo dannato culo, " sbottò irritato
 
Dazai gli si avvicinò, chinandosi e avvicinando il viso verso il suo, sussurrandogli: " Ero davvero preoccupato, sono felice che tu sia salvo". Chuuya strinse I pugni, sentendo la rabbia montargli, insieme a dei sentimenti che pensava di aver seppellito in profondità. " Bugiardo, " sussurrò con astio, " Non ti sei mai preoccupato per me quando eravamo partner, perché dovresti esserlo ora? Smettila di sparare cazzate" continuò alzando il tono della voce, sentendo gli occhi pizzicare e il suo orgoglio sgretolarsi.
 
" So che non puoi accettarlo, ma non sono più il Dazai che conoscevi, sono cambiato in questi quattro anni e lo hai fatto anche tu Chuuya, anche se non sei cresciuto di un millimetro," scherzò infine per smorzare un po' la tensione, ricevendo un'imprecazione da parte dell'altro.
 
" E con questo? Non hai nessun diritto di venire qui e dirmi che sei preoccupato per me è tutto il resto. Te ne sei andato, hai tradito la mia fiducia e non bastano di certo queste misere scuse per risolvere tutto, non funziona così, non per me, " rispose con amarezza.
 
 " Lo so, Nakahara Chuuya non perdona mai un torto. Ma dovresti sapere che non fallisco mai quando ho un obbiettivo in mente, " gli sorrise, sistemandogli una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio," A presto Chuuya, buona guarigione" e com'era arrivato se ne andò, lasciando Chuuya nuovamente solo, ad odiarsi per essersi mostrato debole e non averlo mandato all'inferno urlandogli addosso e a odiare Dazai per quelle sue stupide parole che avevano riaperto ferite mai rimarginate del tutto.