Serie TV > La casa di carta
Segui la storia  |       
Autore: Ivy001    08/06/2021    3 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Bene, bambini! Avete svolto delle prove di matematica brillanti” – comunica la maestra Honey alla classe.

Poi è una biondina in prima fila ad alzare la mano per richiedere la parola.

“Dimmi, Betta!”

La piccola, proveniente da una famiglia di banchieri, iscritta appositamente in quella scuola illustre e per pochi, mostra la sua estrema educazione, laddove alcuni dei suoi compagni hanno mancanze di questo tipo.

“Ginevra e Sebastìan sono assenti da tre giorni ormai, signorina. Volevo chiedere se ci sono notizie”

Gli occhi della docente si posano sul banco vuoto dei due gemelli, in terza fila.

Poi torna a guardare la piccola, rivoltasi con evidente preoccupazione circa la situazione dei due che sono tra i suoi più cari amici.

“Presto torneranno, stai tranquilla” – si limita a dire la donna, sorridendole per rassicurarla – “Hanno l’influenza. Il loro papà ci ha informati e appena entrambi si sentiranno meglio, rientreranno”

“E’ strano” – commenta la minore.

“Perché? Può capitare” – risponde l’adulta.

“Io e Ginny ci sentiamo quasi sempre! Ma sono tre giorni che sembra essere scomparsa nel nulla” – riflette, mostrando la sua tensione.

Eppure la sua osservazione non ottiene risposta ed è il suono improvviso della campanella a chiudere la faccenda.

Tutti gli alunni si alzano dalle loro sedie, salutano la maestra e lasciano l’aula.

È Betta l’ultima ad andare via e quando è prossima ad uscire dalla stanza, viene trattenuta proprio dalla maestra Honey.  

“Devi essere sinceramente legata a Ginevra, vero?”
“Molto, è la mia migliore amica e mi manca tanto non vederla né parlare con lei”

“Sei andata a casa sua?”

“No, i miei sono sempre troppo occupati per accompagnarmi da qualche parte” – si incupisce la bambina, sofferente alle poche attenzioni della famiglia nei suoi confronti, una figlia unica destinata a rimanere tale per sempre.

“Se vuoi vedere Ginny, ti porto io da lei, va bene?” – le propone l’adulta, spiazzando Betta che, senza esitare, accetta.

“Dammi due minuti che faccio una telefonata e a breve avremo l’auto che ci condurrà da lei”

********************************************

Nairobi ed Emilio, nel frattempo, sono prossimi a raggiungere, Hanna, ancora seduta sulla stessa panca, da ormai più di un’ora.

Durante il tragitto, Agata ha esposto al figliastro i suoi dubbi sulla donna in questione, cercando di ricordare di lei, durante riunioni varie a cui partecipò come genitore dei gemelli.

E mentre parlava, parlava, parlava, in quei minuti di viaggio, Yerevan non si è pronunciato in merito. È rimasto in silenzio a rimuginare su pensieri che si dissociavano totalmente con le circostanze che erano chiamati ad affrontare e vivere.

“Siamo arrivati” – comunica la Jimenez al ventisettenne, riportandolo con i piedi per terra.

“Ehi, tutto bene?” – chiede lei, sorpresa della sua scarsa partecipazione – “Scusami, magari avresti preferito rimanere a casa. Io ti ho trascinato qui…”

“No, no, figurati! Sono contento che mi hai considerato e hai ritenuto giusto che fossi al tuo fianco..” si lascia andare il giovane, nascondendo l’imbarazzo.

Ma Nairobi più lo guarda più nutre per lui un affetto smisurato, paragonabile, paradossalmente, a quello che sente per i suoi stessi figli. Non le è mai accaduto qualcosa del genere, con nessuno!

E questo, Emilio lo avverte e gli pesa enormemente sul cuore.

“Adesso andiamo da Hanna, e smascheriamo questa maestra Honey” – così dicendo, i due si avviano alla postazione, dove Vienna è seduta.

“Che ci fate qui?” –domanda la ragazza, vedendoli avanzare.

“Ho bisogno di vedere in faccia quella donna!” – risponde la gitana, determinata ad agire ed indagare esponendosi anche più del dovuto.

“Sbaglio o avevamo deciso che né tu né papà dovevate mettere a rischio la vostra identità?” -  replica la violinista, infastidita dalle interferenze di persone che evidentemente non si fidano del suo agire – “Vi avevo detto che c’avrei pensato io”

“Calmati, sorellina! Siamo qui per altro, non per criticare il tuo operato” – interviene Yerevan, abbracciandola con la solita dolcezza che è solito regalare alle due sole sorelle adulte appartenenti alla famiglia allargata. Quello basta a chetare la finlandese.

E mentre i due figli di Bogotá si coccolano, Nairobi siede sulla panca, e accavallando la gamba e incrociando le braccia al petto, si appresta a studiare l’esatto punto dal quale, da lì a qualche minuto, sarebbe uscita la maestra misteriosa.

A proposito di Bogotá, il saldatore agitatosi dopo aver ascoltato i turbamenti di Tokyo s’incammina verso la scuola, seguito da qualcuno di inatteso.

“Fermati, ti prego! Dove pensi di andare!”

“Axel, torna in casa. Sbaglio o non dovevi lavorare con il computer?” – replica l’uomo, accelerando il passo.

Il gitano, infatti, accortosi dell’uscita del patrigno, ha messo in sospeso quanto era impegnato a sistemare, e raccomandando i Dalì di non varcare i cancelli per precauzione, è corso incontro al marito di sua madre.

“Ci vuole un’eternità ad andare fin lì senza un’auto” – sostiene il moro.

“La mia l’ha presa Nairobi…insieme a Emilio…ha preferito avere uno sconosciuto vicino”

“Aspetta! Cosa stai cercando di dirmi?” – a quel punto, Axel approfittando della sua agilità fisica raggiunge l’adulto e gli si pone davanti come barriera.

Lo costringe a fermarsi – “Sei esausto, hai il fiatone, sei agitatissimo. Non ti conviene rincasare? A breve avremo notizie. Ricorda che Hanna ha il microchip e possiamo sapere tutto quanto”

Bogotá sospira e non risponde, si limita ad ignorare quanto udito e riprende il passo.

“Se vuoi davvero rischiare il tutto e per tutto, puoi prendere l’automobile del Professore, no?”

Cazzo, certo! Pensa il saldatore – “Che idiota!” – rivolge quel “complimento”  a se stesso per aver percorso un tratto lungo di strada sapendo che invece aveva il mezzo a portata di mano.

“Però, riflettici su! Che senso ha andare davanti la scuola di Ginevra? Serve solo ad alimentare possibili sospetti su un gruppo di cinque persone che fa la spia”

“Cinque?”

“Certo, cinque! Non crederai che io ti lasci da solo in questo stato?” – gli dà una pacca sulla spalla, mostrandosi volenteroso addirittura a guidare il veicolo, se proprio Bogotá non avesse ceduto ai suoi consigli.

“Sei un bravo ragazzo”

“Me l’hai già detto” – ridacchia il giovane Jimenez, desideroso di regalare al patrigno attimi di pace, e magari anche qualche risata.

“Allora? Torniamo a casa?”

“Posso chiederti un favore?” – domanda Bogotà, deviando l’argomento centrale.

“Certo”

“E’ importante. Riguarda Emilio, mio figlio maggiore”

“Che succede?”

L’adulto sospira di nuovo, profondamente, poi dice – “Vorrei scoprissi cosa prova per Nairobi”

“Hai detto “Cosa prova..”!? Mi stai dicendo che potrebbe essere interessato alla mamma?” – Axel a bocca aperta, incredulo, e spiazzato, reagisce sdrammatizzando – “Ok, mia madre è una donna molto bella e affascinante, però io mi butterei più su coetanee!”

“Ti prego, è un fatto preoccupante, non ci si può ridere sopra! Se fosse come temo, la situazione si complicherebbe e io sarei costretto ad agire di conseguenza”

“Cosa intendi dire?” – in quel momento, colta l’estrema serietà del saldatore, il gitano smette di giocare o banalizzare le teorie dell’uomo.

“Vorrei mi facessi questo piacere” – ribadisce l’adulto.

“Ok, farò del mio meglio”

Con una stretta di mano, i due si promettono a vicenda di tutelare la loro grande bella famiglia.

“Che si fa ora?” – il ventunenne torna sulla faccenda della scuola, di cui parlarono pochi minuti prima – “Aspettiamo che tornino tutti alla villa?”

Calmatosi e assicuratosi dell’aiuto del figliastro, Bogotá annuisce.

Come padre e figlio, percorrono gli ultimi metri che li separano dalla loro meta, facendosi spalla l’un l’altro.

“Eccovi di ritorno” – va loro incontro Tokyo.

Poi si rivolge all’amico della Banda – “Perdonami, non era mia intenzione metterti in testa strane idee!”

“Non ti preoccupare, è tutto passato” – con quelle brevi parole, Bogotá liquida l’amica e si dedica ad altro.

Avvicinandosi al computer, collegato al microchip di Hanna, si focalizza su quello che la telecamera mostra e sulle voci poco comprensibili dei tre Dalì ancora posizionati davanti l’edificio scolastico.

Ed è proprio lì che finalmente qualcosa sembra smuoversi.

La figura di una donna, che ha per mano una bambina, diventa oggetto focale del trio.

“E’ lei” – esclama Vienna, indicando la persona in questione.

Nairobi cerca di metterla a fuoco e, in quel momento, le sembra un viso familiare.

“L’insegnante di matematica, ecco chi è” – giunge in pochi secondi alla soluzione del dilemma.

Cerca di raggiungere la famosa signora Honey ma le basta vedere la tipa salire a bordo di un’auto, assieme alla piccolina di cui è certa di conoscere l’identità, per sospettare e temere il peggio.

“ Quella è Betta! Dove la sta portando?” – preda di un miscuglio di emozioni, si dirige verso il mezzo, pronta ad affrontare tutto, senza paure e infischiandosi di regole imposte dal Professore.

Però, una volta prossima alla verità, qualcosa la immobilizza.

Anzi…qualcuno!

“Non ci credo” – impallidisce quando scorge l’autista dell’automobile sul quale la docente è salita assieme alla studentessa.

“Che succede?” – chiede Hanna, raggiungendo, assieme ad Emilio, la matrigna visibilmente scioccata.

“Dobbiamo seguirli. Sto temendo seriamente che la maestra Honey sia legata a una persona del passato che mi fa fatto tanto male” – e con quelle parole, Agata sembra sprofondare nei vecchi ricordi e in ferite che le pulsano ancora sulla pelle.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > La casa di carta / Vai alla pagina dell'autore: Ivy001