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Autore: eddiefrancesco    08/06/2021    1 recensioni
Nel periodo della Reggenza, la città gode di un clima di rilassatezza... L' ultima cosa che Verity Harcourt si sarebe aspettata era di iniziare la stagione mondana smascherando una spia... o che la spia in questione potesse essere proprio Brin, l' uomo che cinque anni prima le aveva spezzato il cuore! E scoprire che il suo misterioso contatto, un postiglione ridesta in lei emozioni violente.
Che cosa deve fare Verity ora che entrambi le hanno rubato il cuore?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Brin Carter aveva parlato con leggerezza, tuttavia lei intuì che non scherzava. Stava per assicurargli che si sarebbe sdebitata alla prima occasione quando le arrivò un grido e si girò in tempo per vedere Hilary Fenner rovinare al suolo. Si alzarono tutti e due ma non poterono far altro che guardare mentre la figuretta rotolava giù per il pendio, fermandosi ai loro piedi. Verity trasali'. - Vado a chiamare aiuto! - Ma l'espressione divertita che si era dipinta sul volto di Brin la rese più attenta a certi dettagli. Hilary giaceva sul fianco, con le braccia mollemente adagiate sull'erba e i piedini incrociati. Sembrava l'eroina di un dramma teatrale. Era una posa innaturale, troppo artificiosamente studiata per essere vera. La piccola strega stava di certo fingendo! - Non credo che vi sia bisogno di allarmare gli altri. Deve essere il caldo. Rinverra' presto.- Affermò Brin facendole l'occhiolino. Stava evidentemente offrendo a Hilary una via di uscita, ma Verity non era altrettanto caritatevole. Detestava ogni inganno. E quell'esibizione superava il segno! La ragazza si meritava una lezione. - Già, può darsi. Lasciamola qui, è meglio.- - Via, non possiamo abbandonarla. Dovrò prenderla in braccio, immagino.- borbotto' lui. - Col caldo che fa? Non le conviene. Anche perché Hilary non è davvero leggera! - commentò Verity con perfidia. Brin represse a stento una risata. - Che cosa facciamo allora? - - Buttiamole in faccia dell'acqua gelata. Sono certa che rinverra'.- Verity non fu sorpresa di sentire un gemito patetico in risposta al suo sbrigativo suggerimento. - Bene bene. Credo che la nostra piccola amica stia riprendendo conoscenza.- - Che cos'è successo? Sento uno strano malessere, maggiore.- Hilary batte' le ciglia e fissò Brin con sguardo languido. - Sentirai il tacco del mio stivale se non la pianti subito con questa stupida scena! Non ho mai assistito a uno spettacolo più penoso.- Sbuffo' Verity esasperata. - Sono... sono stata male sul serio. Checché ne pensino... certe persone.- Protesto' Hilary raddrizzandosi e scocco' un'occhiataccia in direzione di Verity. - In tal caso, signorina Fenner, le suggerisco di rientrare. Sono convinto che un po' di riposo la rimetterà a nuovo.- - Grazie del coniglio, maggiore.- E senza degnare Verity di uno sguardo, Hilary girò sui tacchi e tornò alla villa. - Non credo che tenterà più quel trucco - osservò lui. - A volte mi vergogno delle esponenti del mio stesso sesso. Che cosa non farebbero per attivare l'attenzione! - Verity guardò Brin con aria ammirata. - Fortuna che si è accorto della commedia! Io stavo per chiamare aiuto! - - Ho visto molti uomini svenire quando ero nell'esercito. E non ricordo nessuno che sbirciasse da sotto le ciglia.- - Oh, che sciocca, povera Hilary! - esclamò lei ridendo. - Non le perdonerà tanto facilmente quella battuta sul peso.- - Sono stata dura. Anche perché Hilary non è affatto in carne. Ma se lo meritava dopo quella ridicola esibizione. Non sopporto gli inganni.- - No. A lei non verrebbe mai in mente di ricorrere a un trucco del genere.- Mormorò Brin guardandola dolcemente. Verity non era tanto sicura. Se il maggiore avesse continuato a guardarla in quel modo, forse sarebbe svenuta anche lei! Quella sera, dopo essersi cambiata per la cena, Verity passò in camera di lady Billington. - Sei pronta, zia? Scendi con me? - - Volentieri.- E con un'ultima occhiata allo specchio della toletta, la nobildonna si alzò e la seguì. - Com'è stata la tua giornata, bambina? - - Piacevolissima, grazie. E la tua? - - Istruttiva, direi.- - In che senso? - domandò Verity incuriosita. - Nel senso che è sempre interessante vedere tre gallinelle litigarsi lo stesso chicco di mais - fu la risposta. - Alludi a Brin e alle ragazze? Ho idea che ne vedremo delle belle anche nei giorni a venire.- - Oh, pare che gli ospiti siano arrivati - osservò la zia quando ebbero raggiunto l'atrio. Verity non rammentava che Sarah aveva invitato alcuni vicini, così da movimentare la serata. Entrando in sala da pranzo, vide Brin conversare con un individuo dal colorito acceso. Quando i loro occhi si incrociarono, gli sorrise brevemente. Poi, le venne incontro la padrona di casa con un giovane di altezza media che presentò come il signor Claud Castleford. All'udire quel nome, Verity drizzo' le orecchie e studiò il gentiluomo. Bello non era di certo, decise. Tuttavia, era cordiale senza essere invadente, e lei fu felice di trovarselo accanto a cena. - Ho conosciuto il signor Lawrence Castleford a Londra. È suo cugino, credo.- Gli raccontò mentre si serviva i funghi. - Oh, si. Lawrence adora frequentare il bel mondo. Ragazzo affascinante, vero? - - Si, senz'altro - rispose Verity, lasciando intendere che non era rimasta così impressionata. Claud la scruto' con nuovo rispetto. - È piacevole incontrare una fanciulla, signorina Harcourt, che non si è lasciata stregare dall'adone di famiglia. Il fatto che io non rassomigli al mio bel cugino è un grosso cruccio per mio padre, temo. Ma preferisco la vita tranquilla e sono felice di mandare avanti la tenuta.- Lei ricordò come la zia le avesse detto che lord Castleford preferiva il nipote al figlio. Sebbene Claud ne avesse parlato senza rancore, Verity era certa che soffrisse dell'indifferenza paterna. - Questo le fa onore, signor Castleford. Una tenuta non si gestisce da sola. E ciò che fa del suo tempo, ne sono convinta, vale più di mille frequentazioni mondane.- Dichiarò lei con simpatia. - Lo penso anch'io, signorina Harcourt. Non che io non abbia provato a seguire la moda, badi bene. Non molto tempo fa, per esempio, ho comprato un elegante calesse e una coppia di splendidi cavalli bigi. Che sciocchezza! Naturalmente non me ne sono mai servito. E per andare dove, del resto? Siamo in aperta campagna! - Rispose il giovane sorridendo. Verity esitò. Si era ripromessa di non svolgere altre indagini, tuttavia l'occasione era troppo ghiotta. - È strano che lo dica. Perché stavo pensando io stessa di acquistare un tiro a due. Ma il maggiore Carter mi ha dissuasa.- Mormorò Verity. - Che coincidenza! È stato il maggiore ad acquistare i miei bigi e il calesse.- - Veramente? - esclamò lei con finto candore. - Se avessi saputo che erano in vendita, forse avrei ignorato il consiglio del maggiore. Peccato che non abbia palesato le sue intenzioni, signor Castleford.- - A dire il vero, è stata una cosa improvvisa. Ravenhurst mi aveva detto che il suo amico era alla ricerca di un tiro a due, così ho chiesto a mio padre di portare il calesse nella capitale quando fosse tornato a Londra agli inizi di aprile, di modo che il maggiore potesse dargli un'occhiata.- - Io e mia zia siamo arrivate in città più o meno nello stesso periodo. Devo aver perso di poco l'occasione.- Il signor Castleford fu poi così gentile da riferirle la data esatta in cui il calesse era stato venduto a Brin, ovvero il lunedì successivo a quel convegno serale a Frampington Alta. Verity respiro' sollevata. Quindi, come aveva sempre pensato, Brin non si era affatto trovato in quella taverna. Più tardi, quando i gentiluomini raggiunsero le signore in salotto dopo cena, Verity chiacchiero' con la zia e il signor Martin, il pastore locale, poi giocò a carte dietro invito di Brin. Al termine della partita, quando si alzò, notò con piacere che Clarissa si era messa a conversare col signor Castleford. - Oh, Verity, il signor Castleford mi ha gentilmente invitata a vedere il suo bestiame domani. Ha appena comprato un Wessex. Vorrei tanto vederlo, tuttavia dubito che mamma mi permetterebbe di andare da sola.- Le scocco' un'occhiata supplichevole. - So di chiederle tanto, cara. Ma non le andrebbe di venire con me? - - Perché non formiamo una piccola comitiva? - suggerì Brin. - Potremmo visitare la chiesa di Houghton lungo la strada. Il signor Martin dice che l'altare intagliato è di fattura piuttosto pregevole.-
   
 
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