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Autore: Eririchan    10/06/2021    1 recensioni
DAL TESTO
Lavi non avrebbe mai immaginato che stringere l’esorcista con i capelli più belli di tutto l’Ordine potesse essere così afrodisiaco. Non si era nemmeno accorto che le proprie mani avevano iniziato a sbottonare il cappotto dell’altro: era in completa trance. Fu però in grado di provare sorpresa nello scoprire che Kanda si ostinava a girare a petto nudo sotto l’uniforme. E anche a pensare che fosse meglio così
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gli esorcisti capeggiati da Komui ne avevano visti tanti di campi di battaglia, ma mai si sarebbero aspettati che anche la loro base diventasse uno di quelli. 

Dopo l’attacco dell’Akuma livello 4, entrato grazie alla bella quanto letale Bluebell, ognuno degli appartenenti all’Ordine Oscuro aveva addosso l’odore del sangue. Nel migliore dei casi si trattava del proprio o di quello di un conoscente, nel peggiore, invece, si trattava di entrambi.

 

Mentre i più cercavano di aiutare i feriti a raggiungere l’infermeria o ad uscire da sotto cumuli di macerie, Allen e Lenalee raggiunsero Komui e Lveille, mentre Lavi si avvicinò a Kanda senza avere niente di preciso da dirgli.

 

I due esorcisti si ritrovarono l’uno accanto all’altro. Lavi che ancora si teneva una spalla dolorante e Yu che aveva lo sguardo fisso sui fratelli Lee che si ricongiungevano.

 

- Sei proprio legato a Komui e Lenalee, neh, Yu-chan? -

Il giapponese sbuffò e voltò lo sguardo verso Hevlaska. - Tsk. Non in particolar modo. -

- Però prima gli hai tirato le orecchie per bene al supervisore, no? Si vede che vi conoscete da tanto, è normale affezionarsi alle persone, non devi prenderla come una debolezza. -

- Non ho mai detto niente del genere. -

 

Yu fece per andarsene, ma Lavi lo afferrò per un polso senza accorgersene. Per non farlo andare via, probabilmente. Immediatamente il giapponese si voltò a squadrarlo e questo fece sussultare Lavi. Cosa voleva dirgli? 

Lasciò andare la presa. - Scusa, io… - lo sguardo di Lavi cadde su quel che rimaneva dell’ascensore colpito poco prima dal Livello 4, proprio mentre Kanda e Komui lo stavano usando per raggiungere Hevlaska insieme ad altri due finder.

- Penso di aver perso dieci anni di vita prima, quando tu e Komui siete stati colpiti. -

Kanda alzò un sopracciglio mentre il resto del suo volto rimaneva impassibile. Voltò lo sguardo alle proprie spalle e allora, vedendo l’ascensore, capì a cosa si stesse riferendo il rosso. - Si direbbe che sia tu ad avere una debolezza, Lavi. -

Lavi emise una risatina colpevole. - Eh eh… ammetto che non è molto professionale da parte di un Bookman, però sì, temo di essermi affezionato troppo. -

 

Il brusio dei soccorsi iniziò a farsi sentire. Di lì a poco la stanza di Hevlaska si sarebbe riempita di gente.

 

- Senti… - Lavi si grattò la nuca con fare nervoso, - Lo so che ultimamente sono stato particolarmente invadente e ti chiedo scusa. L’ultima cosa che voglio è che tu non mi sopporti più a tal punto da non volermi più vedere. Quindi… la smetto, promesso. Quello che è successo nel sotterraneo rimarrà nel sotterraneo, non te ne devi più preoccupare. -

 

Impercettibilmente, Kanda sgranò gli occhi per un attimo. Ovviamente Lavi se ne accorse, ma desistette dal fare congetture ad alta voce. Se era riuscito a farsi perdonare, non era proprio il caso di far incazzare nuovamente Kanda.

- Sei proprio uno stupido coniglio. - soffiò l’altro dopo essersi fatto scuro in volto.

Lavi stava ancora cercando di interpretare quel sussurro e quel cambio di atteggiamento, quando Kanda gli afferrò la collottola della maglietta e lo trascinò sotto la piattaforma dove Allen e gli altri stavano ancora parlando. - Yu, cos…? -

- Mi hai sentito, ho detto che sei uno stupido coniglio! -

- Ma perché ti sei arrabbiato, adesso?! Ti ho chiesto scusa e che non tornerò più sull’argomento! Che altro devo fare per dirti che ci tengo a te? -

Per la seconda volta nella sua vita, Lavi venne messo al muro dal giapponese. E, sempre per la seconda volta nella sua vita, Kanda gli stampò un bacio sulla bocca che presto avrebbe perso tutta la castità iniziale.

L’occhio di Lavi si sgranò fino a fargli male, finché non fu costretto ad aprire la bocca: allora la palpebra cadde come una tapparella a cui viene all’improvviso tagliata la corda. L’ombra che il sottoscala gettava su di loro divenne un tutt’uno col buio dei suoi occhi chiusi, in perfetta armonia col blackout mentale che lo investì.

 

Le mani di Kanda gli tenevano saldamente i bicipiti, mentre il suo petto schiacciava quello di Junior tra il proprio e la parete alle sue spalle, impedendo al coniglio di respirare. Un ginocchio, poi, andò ad infilarsi tra le gambe di Lavi, premendo leggermente sul suo improvviso rigonfiamento.

Entrambi si sforzarono di non emettere nemmeno un gemito. Non un singolo respiro doveva permettersi di rivelare la loro posizione a chi fosse nei paraggi.

Lavi, dal canto suo, attese che Yu facesse di lui ciò che più gradiva, dopodiché, appena il giapponese diede segno di voler interrompere quel contatto, Lavi si fece coraggio e alzò i palmi dalla parete a cui era rimasto aggrappato tutto il tempo con le unghie, afferrò la maglietta di Kanda sulla schiena e si sporse in avanti per impedire a quella bocca di andare via.

Inizialmente Kanda sembrò irrigidirsi, ma poi lasciò che anche il coniglio provasse l'ebbrezza di condurre il gioco. Gli permise di aggrapparsi alla sua maglietta smanicata anche se era certo che, sgraziato com’era, gliel’avrebbe sgualcita; così come gli permise di approfondire di più il bacio e quindi di sopportare il respiro caldo di Bookman Jr sulla pelle.

Quando però le mani di Bookman iniziarono a scendere troppo in basso, Kanda non ci pensò due volte ad alzare di colpo il ginocchio che teneva tra le gambe dell’altro. Aveva fatto bene a metterlo lì per precauzione: come volevasi dimostrare, Lavi era davvero un coniglio.

 

Mentre il rosso si mordeva la lingua per non gridare, Kanda si pulì la bocca con uno dei polsini. - Maniaco… -

A quella singola parola, Lavi scattò in piedi, ferito più nell’animo che non nelle parti basse: - Ma insomma! Ti decidi una buona volta?! Si può sapere perchè fai così?? -

- Tsk. Sei tu che devi sempre strafare. -

La bocca di Lavi si spalancò in una gigantesca O di incredulità: alla fine era colpa sua? SERIAMENTE?!

- Stai scherzando, Yu? Stai scherzando o sei completamente matto? La caduta di prima ti ha ucciso troppi neuroni? Come puoi dire che è colpa mia! Anche stavolta hai iniziato tu! Inizi sempre tu e poi dai la colpa a me perchè…! -

Kanda ebbe l’istinto di afferrare Mugen ma, purtroppo, era ancora in riparazione. Per cui si avvicinò a Lavi e gli bloccò quella dissenteria di parole alla vecchia maniera: con un palmo.

 

- Non osare leccarla. - mise in chiaro subito lo spadaccino, poi aggiunse: - Lo so cosa stai pensando, e no, non sono pazzo. Forse un pochino, visto che da qualche tempo, tra tutta la gente che esiste al mondo, mi sono fissato proprio con te che sei la quintessenza di tutto ciò che odio. Sei rumoroso, invadente, ti diverti a infastidire le persone, ti prendi libertà che non dovresti e sei duro d’orecchi quando ti si dice di non prendertele. Però hai delle qualità. Non ti dirò mai quali, quindi non me lo chiedere e, soprattutto, non pensare che insistendo come fai di solito te le rivelerò, perché altrimenti sarà la volta buona che ti taglio a fette così piccole che nemmeno la squadra scientifica saprà rimettere insieme il tuo cadavere. -

Una gocciolina di sudore scese su una tempia di Lavi.

- Detto questo, - Yu tolse la mano e, con nonchalance, se la pulì sulla maglietta di Lavi (il quale era ancora troppo intontito per accorgersene), - se ti azzardi a fare parola con qualcuno di quello che è appena successo, ti eviro. Tuttavia… - Yu si voltò e iniziò ad allontanarsi. Non sembrava voler concludere la frase, così Lavi si costrinse a riprendere il controllo della propria persona e a chiederglielo: - Tuttavia cosa? -

 

Dal canto suo, Yu Kanda mormorò qualcosa che le orecchie di Lavi non udirono.

- Che hai detto? Non ti ho sentito Yu, alza la voce… - ma appena Lavi fece un passo verso di lui, Kanda si allontanò di nuovo.

- Ho detto che tutto quello che succede nel sotterraneo, resterà sempre nel sotterraneo. -

 

Lavi ci mise un po’ a capire. 

 

Kanda era già scomparso al piano di sopra quando il rosso realizzò due cose: la prima era che il rossore che aveva intravisto sulle orecchie del moro era sicuramente dovuto a un imbarazzo improvviso che il giapponese aveva mascherato voltandosi di spalle e sparendo. La seconda era che Kanda lo aveva ufficialmente invitato più spesso nel sotterraneo. Ora restava solo una cosa da fare: valutare se il dolore che si era sempre beccato dopo ogni singolo rendez-vous valesse il piacere del rendez-vous stesso.

Se è vero che le cose belle fanno dimenticare quelle brutte, probabilmente Lavi sarebbe diventato impotente nel giro di pochi giorni.

 
   
 
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