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Autore: FlawlessDiva    10/06/2021    1 recensioni
Xena e Gabrielle in viaggio verso Tebe in una nuova avventura in cui la nostra Principessa Guerriera dovrà affrontare un terribile mostro mitologico senza la sua arma più potente: il chakram!
Questo porterà Xena a rivalutare se stessa e a mettere in discussione anche il suo rapporto con Gab.
Che fine avrà fatto il chakram ?
Cosa succederà alle nostre eroine?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Aphrodite, Gabrielle, Xena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANCHE PER QUESTO TERZO CAPITOLO VI INVITO ALLA LETTURA TRAMITE IL MIO BLOG.
LA FAN FICTION E' ARRICCHITA CON FOTO PER RENDERE PIU' EVOCATIVO IL CAPITOLO! :)
BUONA LETTURA A TUTTI E FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!!


https://millestorieunanotte.wordpress.com/2021/06/10/enigmi-e-rivelazioni/

 

Xena e Gab sfrecciarono a gran velocità in sella alla cavalla. Il temporale si era fortemente scatenato, e dovevano assolutamente tornare indietro e trovare una soluzione plausibile a quello che avevano appena affrontato con estrema difficoltà.

Veloce, veloce!”  Incitò Xena ad Argo.

La strada era parecchio dissestata, e ad un certo punto Argo si impennò come se avesse visto qualcosa di spaventoso; Xena mantenne l’equilibrio, mentre Gabrielle venne disarcionata, cadde a terra e rotolò fino ad una pendenza che conduceva all’interno di una fitta boscaglia. 

XENAAAAaaaaaaaaa…

Gabrielle!” Xena cercò di mantenersi in equilibrio, poi balzò giù da cavallo con uno dei suoi atletici salti e si diresse alla disperata ricerca della sua amica.
 

 **********  

“Per gli déi…che dolore…” Gab si ritrovò tra una fitta vegetazione. I flebili raggi di sole dietro le nuvole, penetravano a stento tra gli alberi.

Con una smorfia si toccò la nuca e cercò di alzarsi, ma qualcuno da dietro la aiutò a sollevarsi.

“Tu?!?” Gab era sorpresa, ma nemmeno così tanto dopotutto.

* ********* 

 

Gabrielle! Gabrielle dove sei!Rispondimi!

Le urla di Xena non nascondevano una certa preoccupazione di aver perso la propria amica. La boscaglia era così fitta che più volte rami e rovi la ferirono fino a farla sanguinare; ma di questo a Xena non importava nulla, tant’è che non provava nemmeno dolore. 

Mentre con la spada scagliava colpi in mezzo ai rami, improvvisamente si fermò.

“Non posso crederci. Sei qui…”

 ********** 

 

“Non capisco se ho le allucinazioni o sei davvero tu…” Gab era molto confusa.

“Questo è il ringraziamento per averti salvato la vita???” Afrodite indicò con la mano alla sua destra uno strapiombo.

“Beh, ehm…sì…ti ringrazio…ma che ci fai qui?”

“Mi stavo domandando come andassero le cose tra te e Xena!”

“Benissimo, se si considera che dobbiamo uccidere una Sfinge sanguinaria e Xena ha perso il suo chakram di cui ha accusato la sottoscritta di averglielo smarrito…”

“Ah, ma no…non lo hai smarrito tu, mi sembra evidente!”

“Scusa?”

“L’ho preso in prestito io…diciamo…”

“Come? Ma ti rendi conto della gravità e di cosa hai causato?”

“Hey, carina! L’ho fatto per te! Ho pensato che senza il suo cerchio si sarebbe dedicata di più ai sentimenti anziché combattere per ogni dove!” sbuffò.

“Xena ti sembra il tipo che possa essere fermata per così poco? Comunque basta, fai riapparire il chakram e facciamola finita!”

“Ehm…non credo sia possibile…”

 ********** 

 

“Sei incredibile, Xena…riesci sempre a percepire la mia essenza divina…cos’ho fatto per meritarmi cotanta considerazione?”

Ares si trovava proprio dietro di lei e le accarezzò in modo suadente i capelli, poi si spostò di fronte. 

“Non la percepisco…è il tuo tanfo. Inconfondibile…” sorrise sarcasticamente Xena.

Ares si ricompose, come al solito la guerriera non mancava di insultarlo, e nemmeno velatamente.

“Ad ogni modo, Xena, io credo sia una pessima idea uccidere la Sfinge…è qui per un motivo ben preciso…”

“E per questo motivo ben preciso vorresti impedirmi, di farlo, giusto?”

“Pensa a divertirti, Xena…devi festeggiare. Perché imbattersi in un’impresa più grande di te?”

“Non permetterò che altri cittadini di Tebe muoiano, Ares…”

“Oh, ma la temibile Sfinge non vuole uccidere i cittadini di Tebe, Xena…non essere ingenua mia cara…”

Era chiaro che Ares conoscesse molte più cose di quelle che le erano state riferire da Re Laio, e se già sospettava qualcosa, ora, grazie alle parole del dio, ebbe un quadro più chiaro della situazione: dietro tutto questo piano Ares era il burattinaio…ma Re Laio cosa cercava di nascondere?

“Dimmi qualcosa di più, Ares…cosa c’è a Tebe di così interessante da aver fatto scomodare il Dio della guerra…?” Xena era sempre più ironica.

“Il tuo anniversario? Forse voglio farti un dono…”

“Un dono? Tu?” sghignazzò 

“Certamente…quale dono migliore del tuo Dio preferito? E magari una bella armata…! Che ne dici?” le accarezzò il viso scostando alcune ciocche di capelli bagnati che le si erano posate sul viso.

“Dico che questo dono puoi tenertelo.”

“Xena…non credere che non abbia capito del tuo attaccamento per la biondina…ma ricorda che ha volutamente fatto sparire il tuo chakram…” Ares rise di gusto.

“Cosa? Ma non è possibile…cosa stai dicendo?”

“Senza il chakram tu cadi al di sotto dei piedi dei comuni mortali. Non hai alcuna speranza di sconfiggere la Sfinge, e ti ripeto di farle compiere il suo dovere o dovrai vedertela anche con me…alla prossima occasione…Xena…!”

“Ares…! Ares!” lo invocò inutilmente la guerriera.

Il Dio della guerra svanì nel nulla, lasciando Xena nei dubbi e nelle incertezze, nonché in domande che necessitavano di rapide risposte.

Ma in quel momento la cosa più importante era quella di ritrovare Gabrielle.
 

 ********** 

 

Gabrielle era incredula e inviperita dalla superficialità di Afrodite.

“Come sarebbe che non sai dove sia finito? Lo hai preso tu!”

“Gabby, non so proprio dove sia…forse mi sarò distratta e…”

“Distratta…Da cosa?”

“Beh, ero in compagnia di cinque fusti e credo di essermi assentata con la mente…capisci…no…? No…non puoi capire…” Afrodite compatì Gabrielle per la sua inesperienza in amore.

“Devi ritrovare il chakram, Xena ha bisogno di riavere la sua arma! 

“Va bene, va bene, farò il possibile, ma almeno potresti essermi grata, no? Xena si è accorta di te!”

“Xena non si è accorta di me…”

“Ti facevo più sveglia, fanciullina! Comunque scusami per il guaio! Cercherò di porvi rimedio!” e scomparì. 

Gabrielle era profondamente pensierosa, il fatto che Afrodite avesse fatto scomparire il chakram e in seguito averlo perso, non la faceva stare bene. 

Avvertiva sempre più forte l’esigenza di aiutare Xena, perché in fondo, quello che era successo sentiva fosse colpa sua.
 

 **********

 Gabrielle! Dove sei! Rispondi! 

Dopo la conversazione con Ares, Xena era decisamente furiosa con Gabrielle, ma il fatto di non riuscire a trovarla la stava mettendo in ansia, e il fastidio che provava per non avere con sé il suo chakram era sempre minore.

“Sono qui, Xena!”

“Per gli déi, Gab…stai bene? e la strinse a sé baciandola sulla fronte, non accorgendosi di averle sporcato il corpetto con il suo sangue. 

“Sì, tutto bene per fortuna, ma tu sei ferita…vieni, qui vicino c’è un torrente…”
 

 ********** 

 

Le due donne erano sedute sul ciglio del torrente e Gabrielle si prese cura amorevolmente delle ferite di Xena; la guerriera sembrava apprezzare particolarmente quelle attenzioni. 

“Ecco fatto!” Gab sorrise 

“Ti ringrazio…” Xena ricambiò il sorriso notando in lei dell’imbarazzo, poi le sollevò il viso con la mano e Gabrielle pensò seriamente che Xena volesse baciarla.

Sì, ne era sicura. E questa volta l’avrebbe lasciata fare; ci fu un attimo di esitazione.

“Dov’è il mio chakram?!?”

“Xena, ancora credi che io abbia preso il tuo cerchio?” Gabrielle era al quanto irritata; un po’ per l’insistenza di Xena e un po’ perché si sentiva delusa da quel bacio mancato.

“Ares mi ha detto che…”

“Ares ha sempre giocato con le nostre debolezze e le nostre menti, Xena!”

“Sì, hai ragione…hai ragione Gab…è solo che non riesco a capire…c’è qualcosa che mi sfugge…penso che Ares abbia un ruolo ben preciso in questa storia…”

“Ed io credo che otterremo molte più risposte alla corte di Re Laio!”

“Che intendi dire, Gab?”

“Lascia fare a me, Xena…dopotutto parlare è ancora la mia dote per eccellenza!” sorrise maliziosa.
 

 ********** 

 

La pioggia era sempre più fitta e le due ragazze si trovavano ormai nei pressi della piazza di Tebe.

“Ci siamo quasi Gabrielle, appena saremo al castello un bagno caldo non ce lo leva nessuno!”

Gabrielle guardava Xena con estrema ammirazione, attratta anche dalla pioggia che stava bagnando il corpo della guerriera rendendolo ancora più scolpito e seducente; ma la sua attenzione venne distolta subito da ciò che vide intorno a sé: la piazza della città era completamente vuota, nessun cittadino nei dintorni.

“Xena, ma cosa…?”

Gabrielle non fece in tempo a domandare nulla che in alto, sopra le loro teste, un essere colossale le sorvolò; successivamente, in picchiata davanti a loro si posò su una colonna la famosa Sfinge Greca in tutta la sua maestosità.

Era terrificante quanto bella, inquietante e affascinante allo stesso tempo: possedeva un corpo da felino, splendide piume bianche e occhi color nocciola.

Xena non ci pensò due volte, con una mano sguainò la spada e con l’altra tenne ferma Gabrielle per proteggerla.

“Calma guerriera, non voglio farvi del male. Il mio nome è Neris” la voce della Sfinge era paragonabile a quella di una donna matura. Calda e suadente.

“Desidero solo ciò che mi appartiene di diritto”

“Cerca di essere più chiara!” rispose Xena

“La linea di sangue può essere spezzata solo da chi l’ha creata, guerriera”.

“E nel frattempo cosa farai? Ucciderai altra povera gente?” si permise di intervenire anche Gabrielle.

“Giovane fanciulla, nessuno muore mai per nulla. Ho tolto la vita per colpa di chi ha creato questo guaio. La città porta in seno una vipera, consegnatemela e Tebe sarà libera.”

Neris si alzò in volo dalla colonna.

“Risolvete l’enigma o morirete”. la Sfinge distese le ali si allontanò.

“Che cosa avrà voluto dire?”

“Sei tu l’esperta in indovinelli…Gab” 

 ********** 

 

Xena e Gabrielle arrivarono finalmente al castello, completamente fradice e sporche di fango.

“Gabrielle, non voglio che tu dica nulla a Re Laio”

“Perché?”

“Perché ho un piano”

“E di cosa si tratta, Xena?”

“Non ora, Gab…”

Appena entrate, furono immediatamente accolte da una delle guardie.

“Volete seguirmi? Re Laio vi attende”

Gabrielle prese subito parola.

“Veramente avremmo bisogno di un bagno caldo, è stata una giornata piuttosto pesante da come puoi notare…poi parleremo con il Re. Puoi esaudirci?” 

La guardia non era molto convinta, ma annuì.

“Naturalmente, le ancelle vi accompagneranno nei bagni termali…”

Così avrai tutto il tempo di mettermi a conoscenza del tuo piano, Xena…” Gab sorrise compiaciuta.

 

 ********** 

 

Le sorgenti termali erano situate in una parte nascosta del castello, accessibili solo al Re e ai più fedeli.

Xena e Gabrielle si trovavano all’interno di una delle stanze in cui, oltre ad una grande vasca di acqua tiepida adornata di fiori di loto e candele profumate, alle loro spalle sgorgava una specie di piccola cascata ristoratrice.

“Quanto è piacevole…” Gabrielle era estasiata dal tepore dell’acqua sulla sua pelle e Xena non mancò di farle dei massaggi alle spalle.

“…adesso è molto più piacevole…” aggiunse sfiorando le mani di Xena che istintivamente si fermarono.

“E questo cos’è…?

“Oh, solo un ciondolo che ho comprato al mercato prima di partire per Tebe, Xena…”

“Carino…somiglia al mio chakram…” sospirò disillusa.

Gabrielle non si sentì di dirle che aveva comprato quell’oggetto pensando di regalarglielo, e che le sembrava ben poca cosa per il suo anniversario, decidendo di tenerlo per sé e in seguito cercare qualcosa di più appropriato.

“Hai già pensato a cosa diremo a Re Laio?”

“Che abbiamo incontrato la Sfinge, senza entrare nei dettagli Gabrielle.”

“Quindi nessun riferimento all’enigma?”

“Men che meno a quello, Gab…”

“Non pensi che potrebbe aiutarci?”

“Re Laio? Se è come penso, sarebbe solo da ostacolo” Xena proseguì il massaggio dalle spalle alla schiena, immergendo le braccia nell’acqua finendo sui fianchi della ragazza. 

Gabrielle sentì dei brividi per tutto il corpo e una strana sensazione allo stomaco che le fece spontaneamente chiudere gli occhi.

Aveva voglia di girarsi e buttarsi addosso a Xena, e proprio mentre stava per farlo, Xena sgattaiolò fuori dalla vasca, e da dietro a una tenda stanò un’ancella afferrandola per i fluenti capelli ricci; poi la tenne ferma per i polsi.

“Da quanto eri qui a spiarci?”

“Non…non…non vi stavo spiando mia signora” balbettò l’ancella che cercò di non guardare le nudità di Xena, e nel tentativo di non farlo i suoi occhi si posarono su Gabrielle.

“Copriti, Gab!”

“Allora? Incalzò Xena

La serva non rispose, così Xena la scrutò con più attenzione.

“Tu non sei al servizio di Re Laio, questi orecchini sono d’oro…nessuna domestica potrebbe permetterseli…dimmi chi sei!”

Xena strinse più forte i polsi della ragazza, che si arrese alla presa.

“Mi chiamo Iris…e sono, o meglio ero, la moglie di Re Laio…”

 **********
  

In una delle stanze degli ospiti del Re, Xena e Gabrielle con l’aiuto di alcune ancelle, si stavano preparando per la serata in cui si sarebbe svolto un baccanale in onore di Laio.

Il monarca aveva espressamente richiesto la loro presenza anche e soprattutto per discutere degli ultimi avvenimenti. 

Il corpetto e la gonna di Gab e il vestito di pelle e l’armatura di Xena, vennero momentaneamente sostituiti da due tuniche bianche e oro lunghe fino alle caviglie; quella di Gabrielle aveva una spacco laterale che faceva intravedere gamba e coscia; anche le acconciature diversificavano un po’ dal solito, più per Gabrielle che per Xena, in quanto i capelli della guerriera erano comodamente sciolti, mentre quelli dell’amica in parte raccolti con alcuni boccoli che le cadevano delicatamente da ambo i lati del viso. 

Su un braccio Xena aveva un anello di ottone raffigurante un serpente piumato che metteva in rilievo il suo bicipite leggermente muscoloso; Gabrielle sotto al vestito indossava lo stròphion e la catenina comprati al mercato di Corinto, e qualche anello sempre omaggiato dal Re per l’occasione.

“Sei bellissima Gab…” Xena stava guardando Gabrielle teneramente, poi le cinse la vita con un braccio.

“Pronta?”

“Sì…”
 

 ********** 

 

La sala dedita alla festa era davvero immensa: c’erano diverse tavole imbandite a perdita d’occhio di ogni bendidio gastronomico, e già a cui alcuni degli ospiti del Re si erano già accomodati, altri erano distesi su comodi divani a chiacchierare e degustare frutta.

“Xena, come mai tutta questa gente…?”

“Credo che il Re abbia organizzato una sorta di festa in grande stile alla romana…”

“Sesso, vino e trasgressione…? Non credo di essere adatta…”

“Noi non siamo qui per questo, ma non potevamo rifiutare l’invito…” Xena notò una certa preoccupazione in Gabrielle, così la strinse di più a sé, le sorrise e la ragazza si sentì protetta.

Nello stesso istante fece l’ingresso Re Laio, scortato dalle sue fedeli guardie.

Il suo abbigliamento era come sempre eccentrico nonché sfavillante, e i suoi occhi eccessivamente truccati, ma nonostante l’apparenza sembrava destare una certa preoccupazione.

“Oh mie bellissime ospiti, i nostri abiti vi donano tantissimo! Prego sedetevi mie graditissime! Si dice in giro che domani sarà l’anniversario di qualcuno…” ammiccò con fare scherzoso il Re verso Xena che spinse il gomito verso quello di Gabrielle.

Io non ho detto nulla Xena” disse a bassa voce molto contrariata. 

Le due ragazze si accomodarono l’una vicina all’altra: Xena per la lunghezza della tavolata e Gabrielle di fianco a lei ma ad angolo. Re Laio invece si posizionò a capo della loro tavola e ordinò ai servi di portare del vino. 

“Prego, bellissime! Questo è il nettare delle  mie vigne, assaggiate!

Gabrielle iniziò a sorseggiare, e il vino doveva essere particolarmente forte ma buono, poiché l’espressione del suo volto fu un misto tra lo stizzito e la sorpresa di non avere mai provato nulla di simile; Xena al contrario mandò giù senza problemi.

“Dunque le ricerche che novità vi hanno portato mie venerandissime dee?” Re Laio sembrava molto frettoloso di conoscere il resoconto.

“A non molto, Maestà. La Sfinge ci ha attaccate, e minacciate di risolvere l’enigma che ci ha posto prima di lasciarci andare” Xena fu ermetica.

“Un altro enigma? Tebe rischia di essere rasa al suolo…e voi conoscete la risposta? E quale sarebbe questo enigma difficilissimo?”

“Chi è quell’animale che al mattino cammina a quattro zampe, a mezzogiorno su due ed a sera fa uso di tre?” si intrufolò nel discorso Gabrielle.

“Per tutti gli déi dell’altissimo Olimpo! E voi conoscete la risposta?” Re Laio non mascherò una certa agitazione.

“Non ancora, maestà, ma io credo di essere molto vicina alla soluzione…” aggiunse Gabrielle.

“Oh, perfettissimo!! Sono felicissimo!! Notizia lietissima per le mie orecchie stanchissime!”

Xena rimase perplessa dall’intervento dell’amica.

Ma che razza di enigma sarebbe?

Hai detto che dovevamo depistare Laio, no?” Gabrielle sorrise maliziosa, sicuramente complice il vino. 

“Certo…” rispose Xena esitante.
 

 ********** 

 

Xena stava mangiando con gusto un pezzo di focaccia al sesamo, mentre Gabrielle con le nude mani una porzione scarsa di carne di maiale speziata che ne alimentò la sete, facendole bere numerosi calici di vino. Gli altri commensali iniziavano ad essere piuttosto rumorosi mentre brindavano in onore del Dio Dioniso, e alcuni a gran voce chiesero al Re di movimentare lo spettacolo. 

“Fate entrare subitissimo danzatori e danzatrici!!”

Da un angolo dell’immensa sala, dietro ad un’enorme tendone di velluto color bordeaux, fecero il loro ingresso volteggiando uomini e donne poco vestiti, dando spettacolo con ballate molto sensuali; al seguito alcuni musicisti accompagnavano i danzatori con i loro strumenti. 

Xena guardava con interesse lo spettacolo  finché una tersicoréa non le si avvicinò invitandola a danzare, e lei accettò di buon grado, con lo stupore di Gabrielle che iniziò a mutare in gelosia nel momento in cui vide la giovane donna avvinghiarsi alla guerriera. 

Cercò di non dare peso alla cosa, finché un aitante uomo, sicuramente uno degli ospiti del Re, non le chiese di ballare insieme a lui proprio nel momento in cui la musica si fece lenta. 

Solo per fare dispetto a Xena, e con il favore del nettare degli déi, acconsentì. 

L’uomo notando che Gabrielle non aveva alcun freno inibitorio, cercò di abbracciarla e baciarla sul collo.

Quando la guerriera si accorse di quello che stava succedendo, si avvicinò il più possibile a Gabrielle e al compagno di danza.

“Permetti uno scambio?”

Xena lasciò la giovane danzatrice tra le braccia dell’uomo e prese possesso della sua amica afferrandola per la vita proseguendo con lei il lento ballo.

“Cosa pensavi di fare?”

“Uhm…nulla di diverso da ciò che stavi facendo tu, Xena…ora vuoi lasciarmi andare…?”

“Per farti tornare a danzare con quel tipo? Non credo proprio…”

“E perché no…?” Alla domanda Gabrielle guardò Xena in un modo come mai prima di quell’istante. Poi si fermò.

“Mi gira la testa, Xena…credo di avere bevuto troppo…”

Xena fece accomodare Gabrielle su uno dei divani, poi prese una fragola che intinse nel miele e gliela offrì.

“Mangia. Ti farà andare via il sapore dell’alcool e riempirà lo stomaco. Non hai praticamente toccato cibo”

Gabrielle prese la mano di Xena, la guardò negli occhi e portò alla bocca la polposa fragola. Xena ricambiò lo sguardo. 

Intanto la festa proseguiva e gli invitati stavano andando oltre iniziando ad approcciare fisicamente.

Gabrielle provò a buttare l’occhio altrove, ma non le andò particolarmente bene perché si rese conto che Xena la stava guardando in modo diverso dal solito; le venne naturale toccarle il braccio con il suo, Xena se ne accorse ricambiando posando la mano su quella di Gabrielle e incastrandola con la sua, poi la ragazza si avvicinò all’orecchio della guerriera sussurrando con voce provocante: 

“Portami via da qui...”
 

 ********** 

 

Gabrielle appena rientrò nella stanza degli ospiti crollò in un sonno pesante. Era piuttosto ovvio che il suo corpo non tollerava il vino.

Xena era rimasta piuttosto delusa.

Guardava il soffitto, non riusciva a prendere sonno, eppure tante volte era capitato che Gabrielle dormisse accanto a lei.

“Ma si trattava di un giaciglio posto sulla dura e fredda terra…qui siamo in un letto…e per giunta molto comodo…” pensò.

Gabrielle, interrotta dai continui movimenti nel letto di Xena, si svegliò, per poi ritrovarsi a sua volte insonne e pensierosa: riusciva a percepire i sospiri e i respiri della guerriera, il suo profumo…e questo le impediva di trovare la giusta posizione per riprendere sonno.

“Gabrielle…stai dormendo? Gabrielle…lo so che sei sveglia…quando dormi, russi…”

“Io non russo!”

“Quindi avevo ragione, sei sveglia!” ridacchiò

“Lasciami riposare!”

Xena posò una mano sulla schiena di Gabrielle e l’accarezzò.

“Dimmi che non sono io il motivo della tua agitazione, Gabrielle…”

Gabrielle si voltò, e nonostante il buio ma grazie ai raggi della luna che provenivano dalla finestra, poté vedere molto bene gli occhi di Xena, le stesse tenebre le diedero coraggio.

“Sì, è così. Sei tu. E so che questa confessione non farà altro che soddisfare il tuo ego”

“Mi credi così terribile…?”

“Devo risputarti addosso tutte le bellissime parole che mi hai detto in questi giorni e del tuo pentimento di avermi fatta restare insieme a te in questi anni?”

“Gab, io non voglio litigare…”

“Io invece sì, Xena! Tu…tu non capisci…io ho lasciato la mia famiglia…mia sorella…e no…di Perdicca non me ne è mai importato nulla…ma ho lasciato la mia vita per seguirti perché mi ero…perché sono…innamorata di te.”

Xena accarezzò teneramente la guancia di Gabrielle, che impercettibilmente era stata sfiorata da una lacrima che Xena asciugò con il pollice, e a Gabrielle venne istintivo accarezzare la mano di Xena con la sua.

“Sei così dolce, Gabrielle…non sei più la ragazzina che ho incontrato a Potidea…sei una donna…”

“Io ti a…e so che tu non…”

“No, non è così Gabrielle. Non dirlo.”

“Cosa…?”

“Io non sono brava con le parole, Gab…ma non posso permetterti di dire cosa provi io per te…”

Gabrielle restò in attesa di un seguito, ma Xena si bloccò.

“E’ tardissimo, dobbiamo dormire” Xena tornò supina a guarda il soffitto come se fosse la cosa più interessante in quel momento pur di non continuare la conversazione, ma Gab non ci stette.

“No Xena, non puoi dirmi così e chiudere il discorso! Non te lo posso permettere!”

Gabrielle cambiò posizione e si ritrovò sopra Xena. Il soffitto non era più visibile. Xena aveva il volto di Gabrielle proprio di fronte a lei e i suoi capelli sfioravano leggermente le sue spalle.

Xena si sollevò, prese il viso di Gabrielle tra le mani e le due donne si guardarono intensamente e reciprocamente negli occhi, poi Xena abbassò lo sguardo verso le labbra perfette di Gabrielle sfiorandole con le sue.

Gab solo al primo tocco della guerriera aprì la bocca come di riflesso e per Xena fu un chiaro invito ad impossessarsene.

Gabrielle rimase piacevolmente scossa dall’impeto di Xena con cui la stava baciando, la sua lingua sembrava volerla penetrare fin dentro l’anima e ancora di più si sentì completamente sua quando con fare animalesco le strappò le vesti e strinse con fervore i suoi seni tra le mani, per poi baciarli con dedizione e amore.

“E’ così che fa l’amore una guerriera?”

Con gli occhi completamente chiusi Gabrielle si interrogò su questo pensiero.

“E’così che fa l’amore Xena…la mia Xena…”

Il pensiero si tramutò in un profondo turbamento, quando la sua guerriera ritornò ad assaporare la sua bocca e a stringerla completamente a sé.

In quel momento avrebbe voluto dirle che non era mai stata in intimità con qualcuno, e anche se le aveva fatto intendere di avere consumato con Perdicca, non si sentiva di fermarla.

Rimase ancora con gli occhi chiusi e si lasciò andare: Xena era incredibilmente forte e il suo corpo bollente, a stento riusciva a muoversi sotto di lei.

Mentre continuava a baciarla e ad avvilupparsi a lei, una mano iniziò a insinuarsi sotto le sue vesti e Gabrielle istintivamente per la sua inesperienza le toccò il braccio cercando di fermarla sentendo le vene sporgenti di lei pulsare sotto la pelle, ma Xena si districò da quell’impedimento e in un momento si trovò a godere della sua intimità.

Gabrielle provò un forte brivido dietro la schiena e un dolore intenso tra le gambe che la fece sussultare, ma i baci di Xena riuscivano a distrarla da quel dolce malessere stravolgendole il cuore di emozioni.

La ragazza cercò di adattarsi ai movimenti della guerriera, non voleva apparirle goffa, ma Xena era così inebriata da lei che non si accorse di nulla se non nel momento di massimo piacere di Gabrielle, in cui ai suoi ansimi e al suo affanno erano mischiati lievi smorfie di dolore.

Xena sentì tra le sue dita qualcosa che era molto diverso dal solo piacere di Gabrielle.

“Tu…non avevi mai…”

“Sì, perché ti desidero e ora non saremmo qui…se ti avessi detto che…” si interruppe.

Xena aveva un’espressione molto dispiaciuta, così Gabrielle le baciò le labbra con estrema delicatezza affondando le mani nei capelli della sua amata, che scivolarono lentamente e dolcemente sulla schiena: poteva percepirne i muscoli tesi;  questo la faceva impazzire e al contempo proseguire lungo tutto il corpo fino ad arrivare ai fianchi.

Con una movenza sensuale cercò di far capire a Xena che adesso era giunto il suo turno, e la principessa si ritrovò sotto di lei e all’attenzione delle sue labbra che lambirono ogni millimetro del suo viso, del suo collo e di tutte le cicatrici di guerra finendo per errore su una ancora fresca.

“Perdonami Xena…io…”

“Non importa Gabrielle… non importa…”sussurrò dolcemente.

Gab continuò a baciare Xena che si lasciò trasportare da quella dolce passione mai provata prima che la portò a provare un piacere diverso quando la mano della ragazza si fece strada verso di lei e le sue dita timorose e inesperte si fecero audaci e consapevoli grazie all’amore che provava.

“Ti amo Xena…ti amo da morire…”

Furono quelle parole a fare ansimare la guerriera che quasi rimase senza fiato, poi, con estrema tenerezza si adagiò esausta sul seno di Gabrielle abbracciandola e stringendola con le ultime forze rimaste dopo quel momento.

“Il tuo cuore batte fortissimo Gabrielle…”

“Tu non puoi capire quanto io abbia desiderato questo momento…quanto ho desiderato essere tua…”

“Ed è stato…come te lo immaginavi…?”

“Sei sudata Xena…” e la coprì con il lenzuolo.

“Sì, è stato bellissimo…” aggiunse.

Xena ricambiò la premura con un dolcissimo bacio sulle labbra.

“Questo è il più bel dono che mi potessi fare Gabrielle…”

Le due donne si addormentarono teneramente l’una nelle braccia dell’altra.

   
 
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