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Autore: Jeremymarsh    11/06/2021    11 recensioni
[Modern!AU]
Inuyasha era un uomo in missione.
Questa volta ce l'avrebbe fatta.
Questa volta avrebbe messo fine a tutti i suoi problemi; l'avrebbe finalmente trovato.
E se ci fosse riuscito, Kagome avrebbe dovuto mantenere la sua parte dell'accordo.
[One shot scritta per la settimana a tema Inu/Kag. Il tema del quinto giorno è: Prime volte.]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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N/A: In occasione della settimana Inu/Kag ho scritto la mia prima OS ispirandomi a un verso di Cesare Cremonini (chissà se riuscirete a capire quale prima di leggere le note a fine capitolo) e provando anche a giostrarmi con qualcosa di più leggero e comico. Il tema del quinto giorno era "prime volte". Buona lettura!



Ah-Ah, l’ho trovato!”
 


Inuyasha era un uomo in missione.
 
Era tornato prima da lavoro per assicurarsi che la sua fidanzata non fosse ancora a casa. Avrebbe avuto l'appartamento libero da interferenze e più tempo per agire indisturbato.
 
Girò lentamente la chiave nella toppa e aprì la porta cercando di fare meno rumore possibile – non si poteva mai sapere, forse anche Kagome era tornata prima; aveva già intuito il suo piano malvagio; aveva mandato quel vecchio impiccione di suo nonno a controllarlo.
 
Ficcò la testa dentro per prima cosa, le orecchie sulla sommità della testa si muovevano freneticamente per cercare di captare qualsiasi rumore che gli era inspiegabilmente sfuggito fino a quel momento, gli occhi si volsero prima a destra e poi a sinistra.
 
Libero.
 
Il resto del suo corpo seguì poi e finalmente si trovò nell’ingresso dell'appartamento che condivideva da mesi con la sua ragazza storica.
 
Anche se stavano insieme da quando erano praticamente bambini, il nonno di lei le aveva permesso di andare a convivere con lui solo di recente, quando il mezzo demone aveva trovato il coraggio e le aveva fatto la proposta.
 
Ad essere onesti, in realtà, il nonno e le sue vecchie abitudini volevano che lei andasse a vivere con Inuyasha solo dopo il loro matrimonio, ma Kagome si era impuntata e, con l'appoggio di sua madre, era riuscita a convincerlo.
 
Inuyasha aveva tirato un grande sospiro di sollievo quel giorno. Aveva dovuto aspettare un'eternità per andare finalmente a vivere con la sua futura compagna e ascoltare per anni il vecchio che borbottava su cosa fosse appropriato e cosa no, cosa fosse decente e cosa no, e la vergogna che avrebbe dovuto sopportare se qualcuno avesse saputo che sua nipote viveva nel peccato – se solo lui avesse saputo. Non era stato sicuro di potersi trattenere dal colpire il vecchio se non l’avesse finita con quei discorsi.
 
Proprio quando l'occhio di Inuyasha aveva sviluppato uno strano tic nervoso e i suoi pugni si erano chiusi preparandosi a combattere il vecchio sull’argomento, Kagome lo aveva battuto sul tempo.
 
Poi, era stato il turno del resto della famiglia di tirare un sospiro di sollievo, dato che la terza guerra mondiale era stata evitata.
 
Un sorriso gli si dipinse sulle sue labbra al pensiero della fidanzata.
 
I mesi in cui avevano vissuto insieme erano stati pura beatitudine, su tutti i fronti.
 
In qualche modo, anche se all'inizio non lo riteneva possibile, il loro rapporto si era solidificato ancora di più. Entrambi credevano che vivere insieme prima del matrimonio e prima che lui la prendesse come sua compagna fosse un allenamento necessario per abituarsi l'uno all'altro e per scoprire quelle piccole cose che potevano sia farli innamorare di più che farli impazzire.
 
Oh, non era stata una passeggiata ed era certamente diverso dalla vita che faceva prima che Kagome invadesse il suo appartamento e i suoi spazi. Tuttavia, mentre si guardava intorno e notava tutti i cambiamenti che lei aveva fatto e il tocco indubbiamente femminile, si ritrovò a pensare che era così che gli piaceva.
 
Sì, la vita era davvero bella.
 
Improvvisamente un'espressione corrucciata gli segnò il viso e si approfondì quando ricordò il motivo per cui aveva dovuto timbrare l'uscita prima, quel giorno.
 
Infatti, quella era un'altra cosa che aveva scoperto su Kagome e qualcosa che non gli piaceva affatto.
 
Ma oggi era il giorno giusto. Finalmente ce l'avrebbe fatta.
 
Un sorriso trionfante gli abbellì le labbra e la mano che ancora teneva le chiavi si strinse in un pugno. Si lasciò sfuggire una piccola risatina maniacale.
 
Oh, sì, era quello giusto.
 
Così preso dai suoi piani malvagi, non si accorse nemmeno di essere ancora nell'atrio o che la porta che aveva appena chiuso alle sue spalle si era riaperta rivelando una giovane donna dai lunghi capelli neri-blu.
 
Kagome alzò un sopracciglio e mise una mano sul fianco prima di parlare: "Lo sai che sei inquietante, vero?"
 
Inuyasha sobbalzò e si voltò verso di lei sbalordito. Le chiavi gli caddero di mano per lo stupore. Kagome si chinò a raccoglierle al posto suo.
 
"C-cosa..." scosse la testa e si schiarì la gola. "Che ci fai a casa così presto?"
 
Accidenti, il tempo era volato così in fretta da quando aveva lasciato l'ufficio? Controllò l'orologio da polso per sicurezza, ma era passata solo mezz'ora. Kagome sarebbe dovuta essere ancora a lavoro.
 
"Ho preso un paio d'ore di permesso perché Sango sta venendo qui e dobbiamo discutere dei preparativi per il matrimonio, non ti ricordi? Te l'ho detto stamattina a colazione," rispose mentre appendeva la giacca e finalmente entrava nel soggiorno.
 
Dannazione! Come l’ho potuto dimenticare? pensò costernato.
 
Kagome si voltò verso di lui quando si accorse che era ancora nell'atrio. "Entri o no, Inuyasha? Da quanto tempo sei fermo lì?" Un ghigno apparve sul volto di lei. "Oh, ho capito! Speravi di avere l'appartamento libero per quello, vero?" Quando lui sbuffò e cominciò a grattarsi la nuca imbarazzato – come faceva ogni volta che lei lo sorprendeva a fare qualcosa che non doveva – gli passò il braccio sotto il suo e lo incoraggiò a entrare nell’ appartamento. Poi si alzò in punta di piedi e premette teneramente le labbra sulle sue.
 
L’umore di lui sembrò migliorare finché Kagome non parlò di nuovo: "Arrenditi, koibito, non puoi farcela." Gli fece l'occhiolino.

 

 

 
 

Due giorni dopo era sabato mattina e Kagome era al tempio di famiglia ad aiutare suo nonno e sua madre con il negozio e a gestire i visitatori come faceva ogni fine settimana. Di solito Inuyasha aveva dei piani per conto suo o approfittava del tempo da solo per lavorare ancora un po', ma oggi aveva un compito più importante.
 
Inspirò profondamente, si legò i lunghi capelli argentati in uno chignon, mise le mani sui fianchi e guardò l'appartamento vuoto. Poi prese la lista dal bancone della cucina; il giorno prima al lavoro aveva passato la pausa pranzo a scrivere tutti i posti plausibili dove poteva cercare. Erano troppi, non era riuscito ad essere selettivo ed era sicuro che oggi non ce l’avrebbe mai fatta a controllarli tutti. Con l'altra mano, prese la penna appoggiata sulla stessa superficie e la fece tamburellare sul foglio mentre rifletteva su da dove iniziare la sua ricerca.
 
Un paio d'ore erano passate e non l'aveva ancora trovato, Miroku lo aveva raggiunto poco dopo e stava ridendo a sue spese dalla sua posizione sul divano, una birra in mano e una rivista discutibile nell'altra.
 
Inuyasha voleva prenderlo a calci in culo e dirgli che poteva anche andarsene all’inferno se era venuto per prenderlo in giro e non per aiutarlo.
 
Miroku scosse la testa, ma rimase seduto a guardare l'amico che continuava con quella sua missione impossibile.
 
Quando Kagome tornò per il pranzo, gli portò un paio di ciotole di ramen che sua madre aveva fatto in casa. Mangiarono insieme, Kagome canticchiando con soddisfazione, Inuyasha che mandava giù la sua porzione in un batter d'occhio, eppure...
 
Mentre lavavano e asciugavano i piatti insieme, Kagome lo guardò con curiosità, poi sorrise con affetto e si guardò intorno, trovando il foglio che Inuyasha aveva compilato a lavoro. Il mezzo demone si maledisse perché aveva dimenticato di nasconderlo prima che lei tornasse.
 
Metà dei posti segnati sulla lista erano stati cancellati con una penna rossa e una faccina triste – opera di Miroku – dichiarava il fallimento della missione, ma Inuyasha non si sarebbe arreso.
 
Improvvisamente una risata cristallina riempì l'aria e, nonostante il fastidio, Inuyasha sentì un tepore invaderlo.
 
"Vedo che ti stai dando da fare, koibito," gli disse Kagome avvicinandosi con la lista in mano. Lui si appoggiò al bancone della cucina, incrociò le braccia e mise il broncio. Lei mise il foglio accanto a lui e lo abbracciò, cingendogli la vita, mentre poggiava la testa sul suo petto; Inuyasha la strinse forte a sé. "Non ti arrenderai, vero?" sembrava divertita al pensiero.
 
"No, non lo farò. E quando avrò vinto dovrai mantenere la tua parte dell'accordo," le disse seriamente.
 
Kagome ridacchiò di nuovo, poi lo baciò mentre le mani si alzavano per accarezzare le morbide orecchie in cima alla testa. Lui si sciolse un po' sotto quel suo tocco attento.
 
Forse, visto che aveva già fatto la sua parte questa mattina, poteva mettere da parte i suoi problemi e godersi la sua fidanzata per il resto della giornata, pensò Inuyasha mentre la conduceva velocemente in camera da letto.

 

 
Non erano passati nemmeno tre giorni quando Kagome lo trovò a rovistare nel suo cassetto della biancheria intima, un mucchio di mutandine e reggiseni gettati dietro di lui mentre ringhiava infastidito dalla mancanza di fortuna.
 
Lei aveva passato l'ultima ora a rilassarsi nella vasca da bagno e lui aveva pensato di cogliere l'occasione per cancellare qualche altro punto dalla famosa lista.
 
L’occhio di lei cominciò ad avere degli spasmi e Inuyasha si voltò velocemente percependo la sua crescente aura arrabbiata dietro di lui.
 
"K-Kagome!" esclamò ora un po' spaventato da lei.
 
"Stiamo superando il limite qui," sibilò girando sui tacchi e cercando di mantenere i nervi saldi mentre sentiva tutta la calma che aveva accumulato nell'ultima ora scomparire in un attimo.
 
Inuyasha sospirò rumorosamente guardando il casino che aveva fatto. Perfetto, non solo non aveva trovato nulla, ma ora Kagome era arrabbiata con lui.
 
Ma non avrebbe lasciato che la sua determinazione calasse. Aveva ancora tempo.


 

 

La sera seguente Inuyasha si trovò davanti all'armadietto degli orrori. Doveva essere veloce, Kagome poteva arrivare da un momento all'altro.
 
La lista che teneva in mano era ormai completa, mancava solo un posto da controllare e un brivido gli corse lungo la schiena al solo pensiero.
 
Aveva sperato di non arrivare a quel punto.
 
L'aveva segnata come la sua ultima possibilità, ma dato che tutti gli altri tentativi erano falliti, non gli era rimasta altra scelta. Doveva essere coraggioso se voleva trovarlo e risolvere tutti i suoi problemi.
 
Amava Kagome e voleva che questa loro convivenza funzionasse, ma su quello non sarebbe sceso a compromessi; non potevano continuare in quel modo.
 
Fece un altro grande respiro e si diresse verso lo scompartimento dove Kagome teneva tutte le sue cose da donna. Inuyasha non si sarebbe lasciato spaventare da un paio di assorbenti, era un uomo lui! La sua mano tremò leggermente mentre apriva finalmente l’anta proprio quando Kagome entrava nell'appartamento e si avvicinava attratta dall'inquietante silenzio che regnava ovunque.
 
Alzò lo sguardo mentre il cervello cercava di cancellare immediatamente quegli orrori che gli stavano bruciando la retina, che potevano spaventarlo a vita e dargli incubi per i mesi a venire. Lì, in tutta la sua gloria, come un santo Graal, sullo scaffale più alto, risiedeva la soluzione a tutti i suoi problemi. Kagome aveva probabilmente usato una scaletta per metterlo lì, dato che era fuori dalla sua portata.
 
Gli occhi gli si inumidirono al pensiero che tutti i suoi sforzi erano stati finalmente ripagati.
 
Ce l'aveva fatta, l'aveva trovato!
 
Cominciò a piangere di gioia e a ridere allo stesso tempo.
 
"Ah-Ah, l'ho trovato!" Inuyasha gridò trionfante mentre ne afferrava frettolosamente uno e lo tenevo in alto come se fosse la Coppa della Champions League.
 
Proprio allora, Kagome arrivò da dietro e cominciò a ridere divertita. "Accidenti, pensavo davvero che non avresti controllato qui," disse schioccando due dita.
 
Lui si voltò verso di lei con occhi d'ambra che scintillavano: "Ho vinto, donna, ho finalmente trovato la scorta di ramen che mi hai nascosto per tutti questi mesi.”
 
Tutto era iniziato la prima settimana in cui Kagome era venuta a vivere con lui e aveva notato quanto ramen lui mangiasse dalla mattina alla sera, molto più di quanto lei avesse immaginato conoscendo la sua ossessione per quel piatto. Ma lui non mangiava quello buono, fatto in casa, più sano, no, mangiava quello preconfezionato con una quantità assurda di sodio.
 
Kagome aveva iniziato a nascondergli le scorte, con suo grande disappunto, e gli aveva offerto una soluzione sull'orlo del loro primo grande litigio da conviventi.
 
Se lui avesse trovato il suo nascondiglio segreto, lei non gli avrebbe più dato problemi, gli avrebbe lasciato mangiare tutto il ramen che voleva – quello al manzo che lui sosteneva essere il migliore dei migliori, persino migliore di quello di sua madre – e l’avrebbe anche provato, visto che lui aveva insistito così tanto.
 
Se non poteva, beh, avrebbe dovuto accontentarsi di un numero limitato di porzioni a settimana.
 
Da lì erano iniziati 
le prese in giro e gli scherzi rivolti a Inuyasha; nessuno credeva possibile che ce l'avrebbe fatta e più di una persona gli aveva detto di rinunciare.
 
Ma no, lui non l'aveva mai fatto e aveva escogitato un piano dopo l'altro, fino ad arrivare a quel giorno.
 
Un ghigno si allungò sulle sue labbra e lasciando andare la porzione di ramen, Inuyasha tirò la sua futura compagna in uno stretto abbraccio, facendola volteggiare, mentre le loro risate riverberavano in tutto l'appartamento.
 
Più tardi quella sera, per la prima volta insieme, Inuyasha e Kagome erano seduti in cucina a mangiare quel ramen di manzo che Inuyasha amava tanto. Ciotole vuote erano già sparse su tutto il tavolo mentre Kagome finiva la prima.
 
"Allora, com'è?" Inuyasha volle sapere. I suoi occhi erano fissi su di lei mentre continuava a inalare noodles dopo noodles.
 
"Mmm..." mormorò lei. "Non male," concluse.
 
"Non male?" ripeté lui indignato, mettendo da parte ciotola e bacchette. "Questa è la linfa vitale, donna! Potrei mangiare solo quello per il resto della mia vita.”
 
Kagome sollevò un sopracciglio a quella scelta di parole, "Potresti mangiare solo quello?" chiese con tono scettico e al tempo stesso suggestivo.
 
Lui colse subito l'allusione e sorrise sornione, "Oh, che ne dici se ti mostro il modo migliore per assaporarlo?" le chiese mentre liberava velocemente il tavolo e le saltava addosso.
 
Quella sera, per la prima volta, entrambi scoprirono come gustare davvero il ramen di manzo.

 



N/A: Ebbene sì, la canzone di Cesare Cremonini era "Marmellata #25", ma senza alcun nota drammatica data dai due che si lasciano e il ramen al posto della marmellata. Spero di avervi fatto sorridere e di essere riuscita a scrivere qualcosa di perlomeno decente.

Se vi va e la storia vi è piaciuta lasciate un commento per farmelo sapere. 

A presto 😘😘😘
   
 
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