Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Voglioungufo    11/06/2021    6 recensioni
TimeTravel!AU
Naruto finisce indietro nel tempo e decide che tutto merita un'altra possibilità.
"Nessuno ucciderà nessuno!" sbottò con stizza, incrociò le braccia e guardò il cielo con esasperazione. "Vorrei evitare di avere Uchiha emotivamente isterici in questa linea temporale, è chiedere troppo?!"
Oppure: Obito voleva solo distruggere il mondo, Naruto glielo ha impedito e ora si trova a essere un padre di famiglia e Shisui gli chiede consigli d'amore.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Obito Uchiha, Shisui/Itachi | Coppie: Asuma/Kurenai, Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questo non è il capitolo!
Salve e benvenuti al primo extra di questa storia xD Come avevo già detto a qualcuno in qualche risposta, ho intenzione di aggiungere alcuni momenti tra Obito e Nozomi nel loro momento vuoto tra il primo incontro e l’incontro con Jiraiya. Ero un po’ indecisa se farne una raccolta esterna alla storia, ma poi ho deciso di inserirli qui tra un capitolo e l’altro, così che nessuno li perda. Non sono fondamentali per la trama principale, ma sicuramente vi aiutano a capire meglio molte cose della loro caratterizzazione ^^
Inoltre oggi ho superato il mio ultimo esame della triennale *coriandoli*, quindi volevo festeggiare. Ora che ho “solo” la tesi credo di poter gestire meglio le tempistiche di questa storia, anche se comunque penso che i tempi saranno larghi ;___; ma prometto di non stare ferma per mesi, almeno durante l’estate voglio scrivere il più possibile.
 
Ho anche un altro piccolo annuncio che non c’entra nulla con questo extra, ma proprio con la storia principale: vi consiglio di rileggere i primi capitoli.
Perché? Perché ho cambiato alcune cose!
A un anno dalla pubblicazione del prologo mi sono resa conto che c’era una cosa che non mi soddisfava: il motivo per cui Nozomi finiva nel passato ed era costretto a restarci, proprio non mi piaceva. Quuuindi, ho deciso di fare una virata verso la classica: non stavano vincendo la guerra contro Kaguya, quindi alcune cose rispetto al canonverse sono andate diversamente e l’ultima cosa che potevano fare era mandare qualcuno nel passato a risolvere i casini prima che si presentassero. Questa comporta che Nozomi è un po’ più giovane (21/22 anni), inoltre al momento gira con un paio di sharingan di Futuro!Obito in tasca, essendosi impiantato il suo kamui per poter viaggiare nel tempo lol Ed è anche più ansioso perché ovviamente deve salvare il mondo dall’imminente apocalisse. Inoltre ho aggiunto alcuni dialoghi e scene in mezzo a quelli già esistenti degli scorsi capitoli perché sentivo che mancava qualcosa, ora sono molto più soddisfatta.
Credo di aver detto tutto, quindi vi lascio all’extra che spero sia di vostro gradimento <3
 
 
 
Extra 1
Love attack!
 
 
 
Il messaggio arrivò mentre si stavano allenando nel taijutsu, il primo a notarlo fu proprio Naruto. Chiamò una pausa e anche Obito notò il ranocchio al bordo dello spazio erboso, gli occhi gialli impassibili e una pergamena legata al collo. Sparì non appena Naruto gliela slacciò.
Obito guardò brevemente il compagno mentre leggeva la lettera, poi alzò la testa al cielo facendo scricchiolare le vertebre del collo. Allungò un po’ le braccia e le gambe, i muscoli indolenziti per il lungo scontro appena concluso. Combattere Naruto non era uno scherzo, era quasi distruttivo. Fin’ora era l’unico che era riuscito nel farlo sudare.
Stiracchiandosi controllò la baita abbandonata dove stavano soggiornando da alcuni giorni. Dopo la disastrosa e inconcludente conversazione con lo Tsuchikage, erano fuggiti dal paese della Terra per trovare rifugio in quello del Fulmine. Si sperava che, con l’aiuto di Killer B e Yugito Nii, il Raikage fosse più ragionevole del suo collega più anziano e scorbutico. Non avevano ancora avuto nessun colloquio a faccia a faccia, quando avevano reso noto il loro arrivo il Raikage aveva inviato dei messi per tastare le acque, diffidente nonostante le rassicurazioni di Killer e Yugito. Almeno non erano assassini, anche se a quanto pare non sarebbe stato facile… non che potesse biasimarlo, in fondo erano due shinobi sconosciuti che si volevano intromettere nei suoi affari politici. Come era stato deciso nessuno dei Kage era stato messo al corrente del futuro – nonostante Naruto fosse scioccamente fiducioso, aveva abbastanza buon senso da capire che in quel momento i Kage non erano le stesse persone disposte al dialogo che aveva conosciuto lui, anzi era molto probabile che potessero usare certe informazioni a proprio vantaggio che per una collaborazione comune.
Quel posto era abbastanza sperduto da non essere trovato senza il loro permesso, ma anche abbastanza vicino alla Nuvola da permettere un intervento in qualsiasi momento.
Fu distratto dalle sue contemplazioni dal verso sibilato del compagno, un suono secco e pieno di problemi. Obito ebbe subito motivo di preoccuparsi.
“Cosa dice?” domandò controllando il tono della propria voce, in modo che apparisse calmo e disinteressato.
Naruto cominciò a muoversi agitato, come un animale in gabbia. La lettera era così stretta nelle sue mani che il foglio si stava accartocciando nella prese. Gli occhi erano lontano, sfocati, quasi non l’avesse sentito. Ma rispose subito.
“È di Roshi” disse.
Il Jinchūriki dello Yonbi, riconobbe, e si chiese che cosa avesse da dire di così urgente da usare uno dei rospi di Naruto invece di attendere una delle riunioni mentali dei Bijū, soprattutto quando avevano lasciato il Paese della Terra da poco più di una settimana.
“Cos’è successo?” lo sollecitò a continuare.
“Ōnoki in qualche modo ha scoperto che stiamo trattando con A e ha preso il tutto come una dichiarazione di lealtà alla Nuvola a suo danno” spiegò senza smettere di camminare.
Obito non era sorpreso. Non gli piaceva che il vecchio decrepito fosse riuscito in qualche modo a scoprire dove fossero e cosa stavano facendo, ma la sua reazione era ovvia. La Nuvola e la Roccia erano in una guerra non dichiarata da anni, anche se la Terza Guerra Shinobi era ufficialmente riconosciuta come conclusa da tutte e cinque le grandi nazioni, i due Villaggi non avevano mai accordato trattati di paci e avevano continuato la guerriglia.
In ogni caso, non capiva quale fosse il problema.
“Era già chiaro che non voleva darci ascolto” gli ricordò. “Abbiamo deciso di ritentare più avanti e accontentarci dei risultati già ottenuti”. Capì quale fosse il problema non appena finì di parlare e strabuzzò gli occhi sconvolto. “Sta per attaccare i Kesseki?”
Lo sguardo plumbeo e pesante di Naruto era una risposta più che sufficiente. Si passò una mano tra i capelli, imprecando alla prospettiva.
“Merda”.
“Roshi dice che l’attacco è previsto per la fine del mese. Ha minacciato di diventare un nukenin se accadrà, ma… il vecchio non l’ha preso sul serio. Come nella mia linea temporale, non è cambiato nulla! Siamo solo riusciti a rimandarlo di un anno” concluse sconvolto.
Obito non rispose. Lui non conosceva la strage dei Kesseki, ma a quanto pare era una delle pagine nere della storia Shinobi. Aveva sentito ovviamente della formazione del Villaggio dei Kesseki: dopo la Terza Guerra Ninja, un clan di shinobi della Roccia, i Kisseki appunto, aveva deciso di abbandonare il villaggio per seguire ideali di vita pacifisti. Avevano creato un insediamento a nord del paese, cercando una vita tranquilla e lontana dagli scontri. Ōnoki tentava da anni da reclutarli per la sua guerriglia contro la Nuvola, ma avevano sempre rifiutato. Nel tempo di Naruto, lo Tsuchikage aveva deciso di etichettarli come criminali e ne aveva ordinato il genocidio. Tutto il clan era stato decimato, il paese raso al suolo. Non essendo un clan rinomato come, per esempio, quello degli Uchiha, per molto tempo la Roccia era riuscito a tenere il fatto nascosto, ma anche dopo che si era venuto a sapere la notizia difficilmente aveva superato i confini nazionali. Chi lo aveva scoperto aveva girato la testa dall’altra parte, per nulla sorpreso, come per tutte le stragi di clan che in quegli anni di riassestamento si stavano compiendo. Se gli Uchiha avevano avuto tanto risonanza era perché si trattava di uno dei clan d’elite più famosi tra le nazioni, senza contare che erano stati sterminati in una sola notte da un loro membro interno… non qualcosa che si sente tutti i giorni, insomma.
Naruto ora, nel passato, stava cercando di evitarle tutte. Non solo quella del Clan Uchiha, ma di tutti i clan che erano stati cancellati dalla memoria per paura e odio. Alla Nebbia, grazie il totale appoggio della nuova Mizukage, c’era riuscito; nella Sabbia non doveva temerlo – gli shinobi erano così pochi e preziosi che non sarebbero mai stati così sciocchi da fare epurazioni interne; a Konoha l’unico che ci sarebbe stato era quello del Clan Uchiha, mentre con la Nuvola ci stavano lavorando proprio in quel momento.
La Roccia non aveva collaborato. La promessa che erano riusciti a strappare allo Tsuchikage aveva salvato i Kesseki solo per un anno.
“Lo contrasteremo” decise senza mezzi termini Obito.
“Se interverremo ci inserirà nel bingo book come nemici della Roccia” mormorò Naruto. “E… riprenderà a fare affari con l’Akatsuki”.
Obito provò un’esplosione di rabbia a quell’infimo ricatto. Non gli importava nulla di essere etichettato come nukenin, era la faccenda Akatsuki il problema. La Roccia era la fonte principale di guadagno dell’organizzazione, visto che era disposta a pagarli a peso d’oro per avere formidabili shinobi contro la Nuvola. Da un anno a questa parte, dopo l’insistenza di Naruto, avevano finalmente smesso di fare appoggio su di loro. Per l’Akatsuki era stato un duro colpo, Kisame aveva confermato che ormai faticavano a trovare nuove risorse monetarie. Con la Roccia a riempire nuovamente le loro casse, Pain avrebbe potuto continuare con il suo piano di monopolio della guerra.
O quello, o la morte di persone innocenti e pacifiche.
Bastardo avido, pensò nella sua mente.
“Cosa vuoi fare?” domandò quindi, anche se conosceva la risposta.
“Devo fermarlo” disse infatti, il tono strozzato e gli occhi spalancati. “Gli ho promesso che lo avrei fermato. Lui… Ōnoki-jiji se ne pentirà moltissimo in futuro, lo considererà il suo più grande rimpianto. Mi ha supplicato di non farlo accadere anche qui… Gliel’ho promesso” ripeté con più forza. “Non può succedere, non può essere tutto inutile. Devo fermarlo!”
“Naruto…” mormorò Obito preoccupato dal suo impallidire sempre di più, ma il ragazzo non lo ascoltò.
Riprese a camminare frenetico, gli occhi spalancati e l’espressione terrea.
“Roshi è appena scappato dalla Roccia, come nel mio tempo. Anche se è per un motivo diverso, ha lasciato la Roccia e lo Tsuchikage gli darà la caccia. Assumerà l’Akatsuki per farlo! E l’Akatsuki riuscirà a prenderlo, come nel mio tempo. Imprigionerà Son Goku nella Statua e Roshi morirà… ancora!” gemette. “Non sarà servito a nulla, tutti gli sforzi… cazzo. Il risveglio di Kaguya sarà più vicino… tutto quello… succederà ancora… non sarà servito a nulla…”
Naruto aveva l’affanno, il suo fiato diventava sempre più veloce e difficile mentre parlava, le parole quasi venivano nascoste dai suoi respiri irregolari. Era pallidissimo, tutto il colore dorato della sua pelle era svanito dal viso, e lo sguardo era sempre più sfocato mentre si sforzava di respirare. Campanelli di allarme suonarono nella testa di Obito mentre capiva cosa stava accadendo.
Un attacco di panico.
Lo ebbe appena realizzato che Naruto si portò una mano al petto e crollò sulle ginocchia. ormai non balbettava più, il suo unico sforzo era respirare. Ma non lo stava facendo nel modo corretto, se avesse continuato a prendere così tanta aria senza buttare fuori sarebbe andato in iperventilazione e il suo corpo non avrebbe retto lo sforzo. L’anidride carbonica avrebbe continuato a diminuire, mentre l’ossigeno sarebbe aumentato più del necessario e i muscoli si sarebbe contratti, dandogli ancor di più la sensazione di soffocare e così in un circolo vizioso.
Doveva riprendere a respirare correttamente.
“Naruto, rallenta” ordinò inginocchiandosi al suo fianco.
Senza rendersene conto era scivolato nel ruolo di comandante, cosa che faceva ogni volta che si presentava una difficoltà che temeva di non poter affrontare; vedere Naruto in quello stato, sempre così forte e determinato, lo stava spaventando e quasi inconsciamente stava tentando di proteggere se stesso tornando nei panni di Madara.
“Naruto, se non respiri correttamente sverrai. Naruto” ripeté il suo nome quasi fosse una formula magica che lo avrebbe fatto tornare in sé.
Ma il ragazzo biondo non lo stava ascoltando. O anche se lo aveva fatto, non riusciva a seguire i suoi consigli. La sua faccia era diventata appiccicaticcia per un sudore freddo, i respiri sempre più rauchi e il corpo sempre più rigido, tremante. Obito tentò di ricordare tutto quello che aveva letto sugli attacchi di panico quando era un genin, poi agì d’istinto.
Prese le guance di Naruto tra le mani – erano umide, quando aveva iniziato a piangere? – e premette i loro volti insieme. Cercò alla ceca le labbra e lo costrinse ad aprirle alla sua bocca. Lo baciò, tenendolo stretto perché non si staccasse e continuò a baciarlo anche se rimase immobile. Continuò a baciarlo anche quando, timidamente, le labbra si mossero in ricambio. Non era quello l’obiettivo, ma non poté evitare il brivido che scivolò lungo la sua schiena, l’improvviso calore al fondo dello stomaco. Lo baciò, liberandolo dalla sua stretta solo quando il corpo non fu più contratto e tremante.
Distanziò i loro visi, cercò di non fare caso a quanto fossero rosse e gonfie le labbra di Naruto. Sfuggì agli occhi azzurri, sgranati nella sorpresa, vergognandosi un po’ per il suo gesto impulsivo.
“Non respiravi correttamente, rischiavi un sovraccarico di ossigeno. Così ti ho impedito di respirare troppo velocemente” spiegò meccanico, come se non avesse fatto un gesto troppo intimo.
Naruto scivolò a terra, crollando ancora provato tra l’erba alta. Alcuni fili verdi solleticavano le sue guance, lentamente stava riacquistando un po’ di colore ora che non si affannava più per respirare.
“Che cosa?” domandò nonostante ciò con il fiato corto.
“Stavi iperventilando, il tuo ossigeno nel sangue stava aumentando mentre l’anidride carbonica diminuendo, sbilanciando l’altezza di acidità nel sangue. Non riuscivi a calmare il respiro quindi… il bacio lo ha fermato e i livelli di anidride carbonica e ossigeno sono tornati stabili” spiegò meccanico, cercando di metterci più professionalità possibile nel suo gesto.
Naruto lo guardava con gli occhi larghi come piattini, sembrava davvero confuso. Ma forse era anche per i rimasugli dell’attacco di panico. In fondo lo stress non era stato evitato, aveva regolarizzato il suo respiro ma c’era il rischio si ripresentasse. Prese fiato quindi.
“Lo avevo imparato da ragazzino, appena laureato. Nel caso… Rin…”(fece così male dire il suo nome dopo tutti quegli anni)”…avesse avuto un attacco di panico avrei saputo cosa fare”.
Gli occhi azzurri si strinsero appena, tirati ai lati dall’accenno di sorriso.
“Intendi una scusa per baciarla”.
Ignorò quel commento. “Non mi è mai servito, anche nei momenti di maggior tensione lei era così calma. Anche quando facevamo missione di rifornimento e camminavamo a un passo da accampamenti nemici, lei non aveva mai paura. O non lo mostrava. Probabilmente ero io quello più agitato” aggiunse con disprezzo, il tono che aveva ogni volta che ricordava quanto fosse stato stupido e ingenuo da bambino. “Rin non aveva mai paura. Mai. Faceva tutto ciò che doveva senza tremare, non importa quanto fosse spaventoso o difficile”.
Come gettarsi sul raikiri del suo migliore amico.
Strinse i pugni al pensiero, ma lo allontanò subito. Non doveva avvelenarsi con il passato.
“Anche Kakashi riusciva a mantenere la calma, ma credo che lui imbottigliasse i suoi sentimenti. Sai, la regola dello shinobi perfetto” continuò alzando gli occhi al cielo. “Minato-sensei non c’è neanche da parlarne, lui era lo shinobi perfetto”.
Si interruppe, accorgendosi che Naruto aveva effettivamente calmato del tutto il suo respiro e lo stava guardando attento. Obito provò l’istinto di scappare a quello sguardo.
“È la prima volta che mi parli di loro” disse il viaggiatore del tempo. “Anche in futuro… non l’hai mai fatto. Non così”.
Corrucciò la fronte, chiedendosi perché sapere questo lo faceva sentire come se avesse vinto un punto rispetto al se futuro. Davvero, non capiva perché a volte sentisse una sorta di competizione con l’Obito di cui gli parlava Naruto, quello che era arrivato a strapparsi gli occhi per dare una seconda possibilità al mondo.
“Be’, stavo cercando di distrarti” disse con una scrollata di spalle. “Così da superare l’attacco di panico”.
Naruto si portò una mano al petto, come accorgendosi solo in quel momento che il cuore non batteva più doloroso e impazzito. Sorrise.
“Ne sai una più del Saggio”.
“Modestamente…”
Si ritrovarono a condividere una piccola risata, guardandosi di sottecchi. Per Obito quella non era la prima risata dopo anni, in un modo o nell’altro Naruto lo aveva già fatto ridere in passato con la sua spontaneità, ma non era… abituato. Anche quando faceva un solo stiramento delle labbra restava un po’ sorpreso dalla genuinità del sentimento che provava. Era una piccola felicità…
Naruto tornò a parlare, la voce più tranquilla.
“Quindi questo è il mio quarto bacio non-bacio…” lamentò esasperato.
Inarcò un sopracciglio. “Quarto?”
Nei suoi ricordi ne aveva visti solo due, il bacio accidentale con Sasuke quando erano bambini, la respirazione a bocca a bocca di Sakura durante la Guerra… e basta. Poi c’era il suo avvenuto appena pochi minuti prima.
Gli occhi azzurri lo guardarono comicamente depressi.
“Orochimaru” rabbrividì di disgusto. “Stavo tipo… affogando, Orochimaru è stato quello che mi ha tirato fuori e mi ha fatto la respirazione bocca a bocca. No, non lo ricordo e non voglio ricordare” aggiunse sempre più depresso e inorridito.
Obito scoppiò a ridere, incredulo.
“Orochimaru!”
“Mi ha salvato la vita, eh” precisò Naruto, offeso. “Ma… Dei, che schifo” socchiuse gli occhi. “Non ci voglio pensare”.
 Ci credeva, il Sannin dei Serpenti era una delle persone più viscide e inquietanti che avesse conosciuto. Gli faceva un po’ strano pensare che in futuro sarebbe passato dalla stessa parte di Naruto, salvandogli perfino la vita… ma immaginava fosse abbastanza facile scegliere la propria fazione quando il nemico era una dea che voleva distruggere tutto il mondo, compresa la conoscenza del genere umano.
Sì, in futuro scegliere di unirsi e fare fronte comune contro una minaccia unica era stato facile; ora le nazioni non avevano nessun motivo pratico e immediato per farlo, al contrario continuavano a premere sulle loro differenze e vecchi rancori. Sospirò, chiedendosi se non fosse quella l’unica strada per la pace. Creare una minaccia che costringesse il mondo a unirsi.
Ma a quale prezzo? Non uno che Naruto avrebbe pagato, su questo poteva starne certo.
“Quei baci non contano” continuò Naruto, ignaro dei suoi pensieri. “Non è che fossero voluti da qualcuno… non si possono assolutamente contare come baci”.
“Quindi sei a zero baci veri” lo stuzzicò.
Lo guardò offeso. “Perché, tu invece?”
In realtà quello era stato il suo primo bacio in generale, che contasse o meno. Prima era troppo innamorato di Rin per pensare a qualcun altro, dopo… meglio lasciar stare. Scrollò quindi le spalle, senza rispondere.
Naruto spostò di nuovo gli occhi al cielo, erano più azzurri e limpidi di quanto esso non fosse. Il sole illuminava il suo viso e i ciuffi d’erba accarezzavano le guance, le sue labbra erano ancora un po’ gonfie. Ricordò quanto fossero morbide mentre lo baciava, così calde e dolci, e sentì il suo stomaco agitarsi come… pieno di farfalle.
Da quanto non provava una sensazione del genere? Era quasi scombussolato all’idea di poter provare di nuovo qualcosa di simile.
Naruto continuava a parlare, ma ormai non lo ascoltava più. Più i secondi passavano, più si rendeva conto che non importava quanto fosse difficile il nuovo sentiero che aveva intrapreso, lo avrebbe seguito fino alla fine se questo significa poter stare al suo fianco.
Gli occhi splendidi ora lo guardavano direttamente, un po’ aggrottati – forse aveva fatto una domanda e lui non se n’era accorto.
Obito si sentì cadere.
Prima che potesse deciderlo davvero, la sua bocca stava di nuovo coprendo quella di Naruto. Fu veloce, uno schiocco di labbra, e il ragazzo più giovane lo guardò sorpreso.
“Ma… non sono più in panico” mormorò confuso, a un soffio dalla bocca dell’altro.
“Lo so” disse.
E tornò a baciarlo, con le labbra socchiuse che accarezzavano timidamente quelle dell’altro. Ora che non aveva più un urgenza, si sentiva impacciato nei movimenti. Era strano. Era bello.
E Naruto stava ricambiando.
“Quindi è così che passate il tempo?”
Il cuore di Obito schizzò in gola e si staccò da Naruto, che sembrava ancora molto scombussolato. Due ombre si erano allungate su di loro, coprendo il sole: Yugito Nii e Killer Bee. La prima li stava guardando con un sorriso malizioso, le braccia incrociate e le sopracciglia inarcate, mentre il secondo stava improvvisando una terribile canzonetta d’amore.
Si allontanò veloce, guardandoli torvo.
“Cosa ci fate qui?” chiese, le orecchie arrossate e la posa difensiva. Non gli piaceva che avessero visto.
Yugito sventolò davanti a loro una pergamene.
“Siamo stati contatti da Roshi, lo Tsuchikage…”
“Lo so” disse velocemente Naruto, tornando serio e concentrato. “Ha scritto anche a noi”.
“Non lascerete che uccida i Kesseki, vero?”
“Ovviamente, no!” disse Naruto alzandosi. Alcuni ciuffi d’erba rimasero attaccati ai suoi capelli. “Non possiamo permettere una cosa del genere”.
“Bene. Perché ne abbiamo parlato con A e… Bee, smettila per l’amore del Saggio!” sbottò per interrompere i versi che stava facendo.
Non funzionò molto, il rapper si intromise solo per spiegare in rima che il Raikage aveva permesso di ospitare i Kesseki nel Paese del Fulmine.
“Davvero?” domandò incredulo Naruto.
“Big Brother is Great! Yeah!”
“Sì,” tagliò Yugito. “Ma questo inasprirà i rapporti con la Roccia…”
“Una cosa alla volta” considerò. “Al momento dobbiamo pensare ai Kesseki e a Roshi. Se diventerà un nukenin sarà solo contro l’Akatsuki”.
Yugito socchiuse gli occhi, come se stesse ascoltando qualcuno nella sua testa. Poi sorrise soddisfatta.
“Matatabi dissente. C’è Son Goku con lui, questa volta collaborano. L’Akatsuki passerà un brutto tempo se lo affronterà”.
Questo scatenò un’altra serie di rime da parte di Killer Bee sull’amicizia tra Roshi e Son Goku. Naruto sorrise, ricordandosi che era vero: non era come al suo tempo, Bijū e Jinchūriki andavano già d’accordo… insieme sarebbero stati invincibili.
“Le cose non andranno come l’ultima volta” promise Yugito. “Per nessuno di noi. Ora siamo insieme”.
Obito osservò come il sorriso di Naruto si stava allargando, accecante quanto il sole. Provò ancora quella morsa allo stomaco. Strinse i pugni e si alzò, non era il momento.
“Allora al lavoro” disse. “Abbiamo una difesa da pianificare”.
 

 

 

 

 

 

  

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Voglioungufo