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Autore: IndianaJones25    12/06/2021    2 recensioni
A volte ci si aggrappa a un’ancora, per trovare la salvezza. Altre volte, a un periscopio…
Un’altra breve storia scritta in occasione del quarantesimo anniversario dell’uscita nei cinema del film “I predatori dell’Arca perduta” e della prima apparizione di Indiana Jones, 12 giugno 1981.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Henry Walton Jones Jr.
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    U-BOOT

    Mar Mediterraneo, 1936

   Indiana Jones poteva davvero dirne di averne passate e viste di tutti i colori, soprattutto nelle ultime ore.
   Nel giro di pochissimo tempo, in effetti, si era trovato a calarsi in una sala sotterranea piena di serpenti schifosi, cadendo malamente fino a trovarsi a tu per tu con nientemeno che un cobra reale. Poi si era ritrovato sepolto vivo in quello stesso sotterraneo, da cui era riuscito a venire fuori facendo crollare, con la sola forza delle braccia, una statua del dio Anubi che doveva pesare decine di tonnellate.
   Subito dopo, era stato suo malgrado costretto ad affrontare un colosso dai muscoli di acciaio, che pareva indistruttibile; ed era certo che, se non fosse stato per le pale dell’elica che lo avevano triturato, quell’affare non si sarebbe mai arreso.
   Alla fine, giusto per non farsi mancare nulla, pochi istanti più tardi era sfuggito per miracolo a un’esplosione, prima di lanciarsi all’inseguimento di un camion pieno di tedeschi armati e decisi a farlo fuori. Un camion che aveva visto letteralmente da tutte le prospettive, visto che ci si era trovato a strisciargli sotto mentre era lanciato in corsa attraverso il deserto.
   Insomma, quando aveva detto a Marion che aveva solo voglia di dormire e che, ad abbatterlo, erano stati i chilometri, e non certo gli anni, non aveva poi esagerato troppo!
   Come se tutto questo non bastasse, quei maledetti tedeschi erano in qualche maniera riusciti a rintracciarli persino a bordo della nave di Katanga. Se non si fosse infilato appena in tempo nel tubo di sfiato, lo avrebbero senza dubbio catturato. Per fortuna che il capitano lo aveva coperto, asserendo di averlo ucciso. Ora, però, toccava un’altra volta lui rimettersi in azione.
   Le grida di saluto degli uomini della Bantu Wind lo raggiunsero mentre, chiedendo ai suoi muscoli l’ennesimo sforzo, si arrampicava lungo la torretta. Il sommergibile cominciò a muoversi e Indy si guardò attorno in fretta. Cominciava a credere che non fosse stata proprio una buona idea, quella di salire su quel trabiccolo senza prima pianificare qualcosa di concreto. Ma l’Arca e Marion – soprattutto Marion – erano a bordo, e lui non le avrebbe abbandonate.
   Si aggrappò al periscopio, sperando che bastasse e, soprattutto, che il viaggio non si prospettasse troppo lungo. Non volle nemmeno provare a domandarsi che cosa sarebbe accaduto se, anziché viaggiare appena sotto il pelo dell’acqua, l’U-Boot si fosse immerso, molto in profondità sotto la superficie. Perché mai porsi delle domande, prima che fosse necessario trovarvi una risposta?
   E, così, Indiana Jones si predispose all’ennesimo viaggio di quella lunga e certo indimenticabile avventura, verso una nuova meta ancora tutta da scoprire, con addosso soltanto la consapevolezza che la sua tenacia e la sua testardaggine non lo avrebbero fatto arrendere mai, a nessun costo.

 

 
[Scritta: giugno 2021]
 

 
   
 
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