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Autore: eddiefrancesco    13/06/2021    1 recensioni
Nel periodo della Reggenza, la città gode di un clima di rilassatezza... L' ultima cosa che Verity Harcourt si sarebe aspettata era di iniziare la stagione mondana smascherando una spia... o che la spia in questione potesse essere proprio Brin, l' uomo che cinque anni prima le aveva spezzato il cuore! E scoprire che il suo misterioso contatto, un postiglione ridesta in lei emozioni violente.
Che cosa deve fare Verity ora che entrambi le hanno rubato il cuore?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Ma Marcus scosse il capo. - No. Lascia che sia Brin a sbrigarsela. Dubito che il motivo di tanta agitazione sia una banale storta.- Lo dubitava anche Brin. - Insomma! - gridò mentre deponeva Verity sul letto di camera sua e lottava per farvela rimanere. - Si può sapere che cosa ti prende? - - Brin, tu non capisci! Devo andare a Houghton e vedere qualcuno? - - Chi? - Le domandò. Quando non ebbe risposta aggiunse: - Ti fidi dunque così poco? - - No! Mi fido ciecamente di te. Solo... - Intuendo di non avere scelta, Verity si ritrovò a parlare per la seconda volta dei propri rapporti col postiglione e riferì, con dovizia di particolari, ciò che aveva scoperto nel pomeriggio. Più che sorpreso, Brin parve rattristato. - Quindi, Claud è a conoscenza dei fatti? - Verity gli cercò lo sguardo e proruppe: - Lui non è coinvolto, ci giurerei. Avresti dovuto vedere la faccia che ha fatto quando si è aperto il pannello che portava al passaggio segreto... quando si è reso conto che il cugino era un traditore. No, Brin, Claud è innocente.- - Lo spero. - E senza perdere altro tempo, andò alla porta. - Farò in modo che Stone venga avvisato.- Poi, sorridendo, mormorò: - Non temere. Il tuo postiglione non ti deluderà.- Non appena Brin ebbe lasciato la stanza, la porta si riapri' ed entrò Sarah, così che Verity non ebbe il tempo di lambiccarsi sullo strano congedo di Brin o di preoccuparsi per ciò che stava avvenendo a Castleford Grange. Fu soltanto in seguito, dopo che il medico ebbe diagnosticato una comune storta, che l'angoscia tornò a tormentarla. La pozione soporifera che si era vista prescrivere restò intatta sul comodino, insieme al vassoio della cena, finché la cameriera non passò a ritirare il tutto verso le ventuno. Sembrò passare un'infinità di tempo prima che la pendola battesse le ventidue e un'altra infinità prima che battesse le ventitré. Quando le lancette si avvicinarono alla mezzanotte, Verity si alzò faticosamente dal letto. Ne aveva abbastanza di drizzare le orecchie. Brin non era ritornato perché era rimasto coinvolto. Forse non era riuscito a contattare Thomas Stone ed era andato alla Grange per aiutare Claud. Lei avrebbe dovuto valutare quella possibilità prima di confidarsi. Santo cielo, aveva messo in pericolo anche lui! Incapace di sopportare l'agonia di quell'attesa solitaria, indossò la vestaglia e scese al pianterreno. Non era in condizione di fare nulla di concreto, ma almeno avrebbe potuto parlare con Marcus e distrarsi un po'. Non vi era nessuno nell'atrio, tuttavia Verity non fu sorpresa di vedere che la porta della biblioteca era socchiusa. Marcus stava logicamente aspettando Brin, si disse. Ma quando si fece avanti, trovò soltanto Sarah. - Verity! - Deponendo il ricamo, Sarah le andò incontro e la fece sedere. - Il medico mi aveva assicurato che quella pozione l'avrebbe fatta dormire fino a domani.- - Non l'ho affatto bevuta - confessò lei. - Dov'è Marcus? - - È uscito con Brin e nessuno dei due è ancora rientrato.- - Oh, santo cielo, no! - Sarah degluti'. - Dove sono andati? Lo sa? - - Credo che siano a Castleford Grange - rispose Verity. E le riferì ciò che aveva appreso nel pomeriggio. - Lawrence un traditore... È terribile.- La gentildonna era sconvolta. - Mi dispiace. Adesso ho messo in pericolo anche suo marito.- - No. È stato Marcus a decidere di accompagnare Brin. Da tempo desiderava aiutare il proprio paese durante l'attuale conflitto con la Francia, e quando si è visto offrire la possibilità di agire concretamente non se l'è lasciata sfuggire. Al pari suo. Ma come ha fatto a rimanere invischiata in questa torbida vicenda? - Verity si preparò a vuotare il sacco per quella che era la terza volta quando avvertì improvvisamente i suoni che tanto aveva agognato. Si raddrizzo' di scatto, con un misto di gioia e timore. - Vado a vedere! - esclamò Sarah. E corse fuori. Lei aspetto' impaziente. Sebbene Sarah avesse richiuso la porta, le arrivarono voci confuse. Di lì a poco l'uscio tornò ad aprirsi e una sagoma scura si staglio' sulla soglia. - Postiglione! - esclamò Verity.- Hai ricevuto il mio messaggio, allora? È finalmente... finita? - - Si, occhi blu.- Lei gli si avvicinò zoppicando. - E Brin? E Marcus? - - Ravenhurst è con la moglie.- - E Brin? - Quando non vi fu risposta, fu travolta dalla paura. - Che cosa gli è successo? Dimmelo! - domandò in preda al panico. - Buona, occhi blu. Non ti agitare.- Facendosi avanti, il postiglione si tolse sciarpa e tricorno. - E qui, mia cara. Davanti a te.- Verity fissò incredula quegli occhi color dell'ambra. - Tu? - - Io - ammise Brin. Sorpresa e sollievo la invasero, ma subito cedettero il posto alla rabbia. - Mascalzone! Ti sei preso gioco di me! - - Non è vero! Anche se ci ho scherzato sopra, ho capito sin da quel primo bacio che sei la donna della mia vita. - Esitò. - Pensavo che sarebbe bastato corteggiarti dato che avremmo entrambi soggiornato a Londra per alcune settimane. Ma quando ti ho incontrata quel giorno al parco, ho capito di averti sottovalutata. Bontà divina, mi hai fulminato con lo sguardo! Naturalmente ora so perché, ma all'epoca ero assolutamente ignaro del tuo rancore.- - Oh, si, molto astuto! - sbotto' lei. - Mi hai fatto abbassare le difese travestendoti da postiglione! - Ancora confusa per quella rivelazione, domandò: - Come diavolo hai fatto l'altra sera a rientrare così in fretta?- - Non è stato facile, credimi. Avevo appena nascosto mantello e tricorno quando hai aperto la porta.- Verity ribolli'. Da un lato ce l'aveva con lui per la sua doppiezza e dall'altro con se stessa per essersi fatta gabbare in quel modo. Brin parve intuire i suoi pensieri perché disse: - Ho portato avanti la finzione troppo a lungo, ma sappi che non ho mai avuto l'intenzione di ferirti.- Sospirò. - Come postiglione, potevo vederti solo di rado e non era mai abbastanza. Come me stesso, ero in grado di frequentarti con maggiore assiduità, e pensavo che col tempo ti saresti affezionata di nuovo. Specie se ti avessi dato un motivo per cercare la mia compagnia.- - Vergognoso! - - E in questo non ho sbagliato, come ha dimostrato la notte scorsa - continuò Brin ignorandola. - In ogni caso, quando mi sono accorto del dolore che ti avevo causato, ho capito come la finzione fosse diventata un gioco crudele e mi sono maledetto per il mio sciocco comportamento.- - Sei stato odioso! Dall'inizio alla fine! E quella notte a Frampington Bassa, poi, hai veramente passato il segno! - Lo accusò Verity. - Non ti saresti mai dovuta recare in quel luogo da sola, e lo sai. Anche se è grazie a quella pazzia che abbiamo individuato il traditore.- Quel commento la incuriosi' e, accantonando i dissapori presenti, gli chiese come fosse rimasto coinvolto. - Avevo già lasciato l'esercito, ed ero tornato in Inghilterra da un mese quando è arrivata la notizia della fuga di Napoleone dall'Elba. Gli agenti di Wellington avevano scoperto che il nostro francese era tornato in attività. Wellington voleva che venisse catturato insieme ai suoi contatti inglesi. Ha inviato un dispaccio urgente a lord Charles ed è stato quest'ultimo a propormi per l'incarico.- - Sospettava già di Lawrence Castleford? - - Cielo, no! - esclamò lui. - Eravamo convinti che si trattasse di qualcuno che lavorava al Ministero della Guerra. Ma finché tu non hai visto quel calesse alla taverna, non avevamo idea di chi potesse essere il traditore.- Le scocco' uno sguardo ammirato. - Ricordi il ballo delle Gillingham, quando tuo zio parlava con lord Castleford? Bene, è stato allora che lord Charles ha scoperto che Lawrence aveva usato il tiro a due. Abbiamo sospettato che tanto lord Castleford quanto il nipote fossero implicati. Era altresì possibile che lo stesso Claud fosse colpevole. Solo stasera si è chiarito tutto. Avevi ragione tu. Claud non c'entrava e Castleford era all'oscuro delle macchinazioni del nipote.- Scosse il capo. - Non ho mai visto un uomo così distrutto.- - Dunque, hai organizzato questo soggiorno a Ravenhurst per poterti trattenere nella zona e sorvegliare la Grange?- indago' Verity. - Non proprio - preciso' Brin. - Sapevo che nessuna di voi signore avrebbe rischiato alcunché durante questo soggiorno, altrimenti avrei lasciato perdere. Volevo seguire la cosa da vicino, naturalmente. Ma sapevo che non sarei riuscito a concentrarmi sull'indagine se ti avessi lasciata a Londra. In senso stretto era Stone a sorvegliare i Castleford. Io gli facevo semplicemente da spalla.- - Allora, che cosa è successo stasera? - - Marcus era il solo a cui avevo confidato di lavorare per il governo. Quando gli ho detto ciò che avevi scoperto, si è offerto di accompagnarmi. Come te, era convinto che Claud fosse innocente. Così, visto che sarebbe parso meno sospetto se un vicino si fosse recato alla Grange, l'ho mandato avanti con un messaggio per Claud mentre io avvertivo Stone. Più tardi ho raggiunto Marcus alla Grange ma abbiamo dovuto aspettare parecchio prima che il cameriere di Lawrence lasciasse la casa. Ho ucciso Blackmore quando ha tentato di fuggire con le informazioni.- - E Lawrence? - - Non gli ho sparato io, bensì Claud. Avvertito dall'eco del mio sparo, Lawrence ha cercato di fuggire, ma Claud lo ha colpito.- - E la spia francese? - - È in arresto.- - Quindi è finita - osservò Verity con sollievo. - Ci vorrà un po' prima che lord Castleford si riprenda dalle rivelazioni di stanotte. Ma per noi, sì, è finita.- Brin le passò un braccio intorno alla vita e, quando lei non oppose resistenza, l'attrasse a sé. - E ora, prima che ritorni Sarah a farti da chaperon, che cosa ne diresti di fissare la data delle nozze? - - Nozze? Quali nozze? - domandò lei provocandolo. - Le nostre, sciocchina. - - E se io preferissi un altro? Per esempio... il postiglione? - - Davvero lo preferisci? - chiese, sollevandole il volto con un dito. - Si, no...- Verity rise. - Insomma, malgrado tutto, vi amo entrambi.- - E allora sposaci - suggerì Brin. - Ti dirò, è proprio quello che intendo fare! - - Il che ci riporta alla domanda originaria. A quando le nozze? - - Va bene... domani? - E senza più fingere ritrosia, protese il viso verso quello di lui per un bacio. ___________________________FINE_____________________________
   
 
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