Come si distingue un bravo attore da una moltitudine?
Tutto prende senso da “ciò che sei” e “verso cosa sei orientato”.

A cosa è devota la tua vita?
Sei ambizioso?
Hai obiettivi?
Vuoi raggiungere un obiettivo?

Allora, non puoi essere un bravo attore.

Chiunque abbia qualcosa che lo faccia distogliere,
anche per un secondo,
anche per una frazione di secondo,
dal suo “ruolo”,
non potrà mai raggiungere le vette di questa nobile Arte.

Non serve una Scuola,
per essere un bravo artista.
Se la tua scuola è la Vita,
fatta di morte e lacrime.

La preparazione all’Arte,
più  di ogni cosa,
deriva dalla Sofferenza.

Se hai patito,
e non hai nulla a cui aggrapparti,
né nei momenti di sconforto, né di felicità,
allora potrai consacrare te stesso.

La volontà è tutto.
La volontà di sopprimere le emozioni.
La volontà di viverle quelle emozioni,
e renderle finte.

Amare per finta.
Gioire per finta.
Piangere di dolore per finta.

Mentire prima a te stesso,
prima di chiunque altro.

Fingere è il compito più difficile per chi ha qualcosa per cui vivere.

Non è questione di attenzione.
Non bisogna preoccuparsi della mimica,
del tono, della cadenza di ogni singolo vocabolo.

Bisogna crederci.

Nella Tana del Lupo ti faresti sbranare per essere uno di Loro.
Tu che sei una Serpe, e serbi il veleno in corpo, pronto a strisciare
e colpire dritto al cuore.

Un bravo attore sale sul palcoscenico e mette tutto se stesso.
Ma c’è di più.

Un bravo attore sale sul palcoscenico pronto a fare qualsiasi cosa.
Qualsiasi cosa.

Mangiare, dormire, respirare, vivere…
Morire…
Per il ruolo.

Se dovesse fungere da Agnello Sacrificale,
dentro se,
morirebbe col sorriso.

Quel sorriso sarebbe l’emblema della sua bravura.

Se questa è Arte, il Mondo è il Palcoscenico,
e non è forse vero che, in fondo,
è lo Spettatore  a decidere se l’attore è stato in grado o meno di interpretare bene il suo ruolo?

L’Attore deve lasciare qualcosa.
Deve abbandonare sé stesso,
per abbracciare l’anarchia degli eventi,
regolando l’ordine delle sovrastrutture preimpostate dagli altri,
con il disordine della sua missione primordiale:
Vivere Fingendo.


La parte “difficile” avviene quando lo spettatore
capisce che l’attore interpreta il ruolo del cattivo,
del meschino, dell’infame, del traditore.

Tutti amano i buoni.
Tutti odiano i cattivi.


Ma come nascono gli eroi senza qualcuno che interpreti il cattivo?

Essere odiati sminuisce il talento dell’attore…
O lo amplifica all’inverosimile?

L’Odio.
Fonte primaria di ogni azione del mondo.

Senza Odio non esisterebbe amore.
Senza Odio non esisterebbe vendetta.
Senza Odio il mondo non ruoterebbe.

Come si distingue un bravo attore da una moltitudine?

Quando ti fidi ciecamente,
tanto da affidare la tua vita nelle mie mani,
è proprio allora che mi rendo conto di essere un bravo attore.

Infallibile.
Incredibile.
Ineguagliabile.

E nel momento della mia morte,
mentre tu piangerai,
io sarò già pronto ad accogliere il mio prossimo ruolo.

Uscirò di scena,
godendomi il mio applauso…
Nell’aldilà.

E mentre il mio corpo gronderà sangue,
odiato e martoriato,
io esalerò il mio ultimo respiro,
e la mia Anima vivrà per sempre
nella forma più vera e crudele di Arte…
Il Tradimento.

E Tu?
Applaudirai la mia morte o griderai di gioia?

In ogni caso, avrò fatto ciò che devo.
Serpe in seno.
Traditore e Attore.
Due facce dello Stesso Uomo,
terreno.