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Autore: lmpaoli94    14/06/2021    2 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Mentre la Contessa Madre si apprestava a varcare il Castello di Limerick, ella chiese ai suoi servitori di parlare immediatamente con la Levatrice Greene.
< Se n’è andata, madre. Ha lasciato questo castello ieri. >
La voce imperiosa di Anastasia risuonò nelle orecchie della donna come un presagio di timore.
< Finalmente sei riuscita ad alzarti, figlia mia. Sono contenta di vederti in forze. >
< La Levatrice Green ha fatto un ottimo lavoro nel far nascere la piccolina > rispose la Contessina con tono fermo ed inespressivo < Senza di lei non ce l’avrei mai fatta. >
< Certo certo… Ma questo è il compito delle levatrici: far nascere i bambini. >
Ma Anastasia non aveva nessuna intenzione di parlare di lei, ma bensì del segreto che sua madre stava custodendo.
< Madre, parlatemi di voi. >
< Come, Anastasia? Che cosa vuoi sapere? >
< Delle vostre intenzioni celate dentro la vostra perversa mente. >
< Non so di cosa stai parlando > rispose frettolosamente la Contessa Madre < Non amo sentir parlare così di me, Ana. Dovresti saperlo. >
< Non chiamatemi in quel modo. Non ne siete degna. >
< Vorrei vedere la piccolina. Non ho ancora avuto la felicità di prenderla tra le braccia. In fondo sono sempre sua nonna. >
Cercando di sviare in tutti i metodi il discorso di sua figlia, Anastasia non mollava la presa.
< Dove state andando? >
< In camera tua. Come ti ho appena detto… >
< Non oserete avvicinarvi a Phoebe senza il mio esplicito permesso madre. >
< Che cosa? Anastasia, perché sei contro di me? Io ho il diritto di vedere mia nipote. >
< E avete anche la facoltà di rispondermi una volta per tutte, madre. Io non sono più una bimbetta frivola e senza cervello. Ormai sono un’adulta… e anche una madre. >
< Anastasia, non puoi impedirmi… >
< Vi farò anche arrestare se è necessario. I vostri soldati e il popolo di Limerick hanno giurato fede a me soltanto. Solo io la figura più importante della città mentre voi per la prima volta, venite in secondo piano. Non vi pare abbastanza frustrante? Prima i soldati di Slane erano dalla vostra parte, adesso hanno capito che il futuro sono io e mio marito. Come ci si sente a cadere così in basso? >
Sentendo quelle parole piene d’odio, la Contessa Madre provò un senso di repulsione.
< Come osi parlarmi in questo modo? >
< E’ la verità dei fatti, madre. E noi non possiamo farci nulla. >
< Non è così che finirà… >
< Oh, io penso proprio di sì. O mi dite cosa avete in mente, oppure sarò costretta non solo a non farvi vedere mia figlia, ma a cacciarvi dal castello. >
< Non oserai mai. >
< Non sfidatemi, madre… Guardie! >
Mentre la stanza si stava brulicando di una decina di soldati, la Contessa Madre si sentiva alle strette.
Solo l’arrivo di suo marito smorzò gli animi per alcuni secondi.
< Anastasia, che succede? >
< Torna dalla piccola, Christian. Io e mia madre abbiamo una faccenda da risolvere. >
Christian non aveva mai visto le due donne guardarsi con un cenno di sfida così grande.
Sapeva benissimo che tra di loro non correva buon sangue dopo tutto quello che avevano passato tra gioie e dolori, ma addirittura l’intervento delle guardie gli sembrava troppo esagerato.
< Mia madre sta nascondendo qualcosa, Christian. Ed è mia premura scoprirlo… Deve spiegarci il motivo della sua assenza. >
< Ma di cosa stai parlando, Ana? >
< Pensavate davvero che non mi sarei accorta di nulla, madre? Vi ho vista mentre parlavate con la levatrice Greene… Peccato che fosse dovuta partire alla svelta per adempiere ai suoi doveri da non acconsentire al vostro volere. C’avrei parlato molto volentieri, sapete? Ma lascerò che siate voi a dirci le cose come stanno sul vostro piccolo segreto. Perché se siamo una famiglia unita come desidero essere, non potete tenere i vostri pensieri e le vostre intuizioni sono per voi, madre. Credo che mi capirete quando dico… >
< Hai parlato abbastanza, Anastasia. Adesso basta > la interruppe la donna < E’ vero, ho una faccenda che mi ha portato lontano da Limerick. Ma non accetto il fatto che mi si venga minacciata per far cogliere a mia figlia l’occasione per andarmene. Ebbene, ho sempre alzato la testa anche nei momenti di difficoltà peggio di questi. Sono consapevole di avere ancora tanti nemici per cui combattere, ma non ho paura. Gli anni passano ma il mio animo rimarrà sempre forte… come tutti i miei segreti e i miei pensieri che terrò solo per me. Quindi figlia mia, se hai intenzione di cacciarmi, fai pure. Ma non mi azzarderò mai a parlare dei miei fatti privati con te e con nessun’altro. Sono stata chiara? >
< Direi limpida come l’acqua, madre. Adesso puoi farti scortare dalle guardie. >
Ma nel mentre il litigio era arrivato alla fine, questa volta toccò a Christian parlare.
< La Contessa Madre non si muoverà da qui, Anastasia. >
< Che cosa? spero che tu stia scherzando, Christian. Osi mettere in dubbio un mio preciso ordine. >
< Vorrei ricordarti che sono tuo marito Ana e che prendo le decisioni alla pari con te… Non volendo difendere in nessun modo tua madre, credo che sia più saggio pensare di lei come una protettrice della famiglia, anzi che una presunta traditrice. Se ha voluto continuare con i suoi affari nascosti, noi non siamo nessuno per indagare su di lei. >
< Ma Christian… >
< Lei è tua madre, Anastasia. Non fare in modo di mancargli di rispetto ancora una volta… E se non vuoi farlo per me, farlo invece per tua figlia. Ha bisogno della vicinanza della nonna, come abbiamo bisogno noi di lei. >
Non potendo credere a quelle parole, Anastasia rimase quasi scandalizzata.
< E sia. Mio marito ha parlato… Guardie, potete andare. >
Mentre la Contessa Madre non riusciva a non guardare Christian, Anastasia prese suo marito con sé per parlargli in privato.
< So che mi odierai per questa scenata, Ana. Ma ci siamo ripromessi che la nostra famiglia non si sarebbe mai divisa. Troppo sangue hanno versato i miei e i tuoi genitori in questa vita. Adesso basta litigare per cose futili. >
< Non stavamo litigando… >
< No? come lo volevi chiamare? Discussione? Vi stavate scannando come anni fa’. Ana. Ed io non posso più vedere la mancanza di armonia che c’è tra di voi. >
< E’ tutta colpa di mia madre, Christian! Lei continua ad avere segreti con noi, lo vuoi capire? Come posso fidarmi di lei se continua a comportarsi in questa maniera? >
< Te l’ho detto prima: se non vuoi andare d’accordo con tua madre per me, fallo per Phoebe. Vedrai che un giorno di questa ti ringrazierà nel vedere sua madre e sua nonna andare d’accordo. >
Anastasia non riusciva ancora a credere alle parole che Christian stava dicendo su sua madre.
< Quando c’eravamo conosciuti non avresti mai parlato di lei così… Mi avresti portata via il più lontano possibile per rimanere da soli. >
< L’ultima volta che siamo rimasti soli senza la nostra famiglia non è andata molto bene > rispose l’uomo riferendosi al viaggio in Borgogna.
< Non farmici ripensare, ti prego… Ma sono contento nel vedere te e mia madre andare d’accordo. Davvero. >
< Ne sono felice… Credo che adesso dovresti tornare da tua figlia. Reclamava la tua presenza. >
< Perché non me l’hai detto prima? > domandò la Contessina sentendola piangere.
< Scusami. Ero troppo preso nel parlare con la famiglia di mia moglie > replicò l’uomo dandogli un bacio veloce prima d’imbattersi con la Contessa Madre.
< Perché avete preso le mie difese, Conte Grey? Non ci credo che vi sto simpatica. Sarebbe troppo strano. >
< Strano ma non impossibile, Contessa Madre… So che siete stata a Kylemore in questo periodo d’assenza. Me l’ha confermato la levatrice. >
< Dannata spiona. Non aveva nessun diritto di farlo. >
< Infatti non voleva… C’ho pensato io a farla desistere. >
< Devo dire che siete molto bravo con le parole. Mi avete molto sorpreso. >
< Parlando d’altro, non pensate che io mi sia scordato della mia amante e di mio figlio che a quest’ora deve essere nato… Voglio sapere tutti su di loro. è molto importante per me. >
< Perché io dovrei rispondervi? È un segreto che lega me e la Suora Madre. >
< Anche voi avete avuto la possibilità di conoscerla? Un bel caratterino… Ma comunque voglio solo sapere come stanno. Non chiedo altro. >
Facendo un respiro profondo e parlando a cuore aperto al Conte, la Contessa Madre gli spiegò che la giovane Caroline Acton aveva dato alla luce un bambino bellissimo di nome Theodore, sacrificando la sa stessa vita.
< Il parto è stato più problematico del previsto: Caroline non ce l’ha fatta, Christian. Mi dispiace. >
Cercando di attutire la notizia sconvolgente, Christian non poté che pensare alle sorti del bambino.
< Theodore sta bene? Me lo confermate? >
< Sì, Conte Christian. La Suora Madre mi ha dato la sua parola… Però mi ha anche detto di non mettere mai più piede a Kylemore… Naturalmente queste parole devono essere promulgate anche al vostro indirizzo. Per quel bambino non dobbiamo esistere. >
< E’ un erede maschio Contessa e in un futuro potrebbe guidare la mia casata e quella di mia moglie. >
< Sì, ma è un bastardo. Nato da una relazione extraconiugale che il popolo non capirà. È Phoebe il fiore all’occhiello delle nostre due casate unite. Anche se è una femmina, non vuol dire che non guiderà il suo popolo come ho fatto io in tutti questi anni. Sarà all’altezza del compito e prima di esalare l’ultimo respiro, la vedrò cresciuta e determinata proprio come me. >
< Vi voglio ricordare che i figli prendono dai genitori… >
< Si vede che non siete afferrato in genetica, Conte… Con il passare degli anni vedrete che mi darete ragione. >
< Non sarebbe la prima volta. >
 
 
Mentre il buio rendeva oscuro il suo cammino verso Dunguaire, il sequestratore del piccolo Theodore ebbe una sgradita sorpresa quando si ritrovò dinanzi le macerie di un Castello che non esisteva più.
“Sono stato via per troppo tempo” pensò l’uomo con tono lieve e disperato mentre non sapeva cosa fare “Volevo consegnare questo bambino a voi, Contessa. Ma adesso che non ci siete più…”
Pregando la buon’anima del Signore con addosso il bambino che continuava a piangere, il sequestratore doveva trovargli alla svelta una balia prima che potesse morire di fame.
Mentre l sue preghiere erano svelte e coincise, cercò aiuto nella cittadina di Galway mentre il buio della notte non lo aiutava.
Chiese ad alcuni abitanti della zona chi potesse essere una valida baia per il piccoletto affamato, spiegando a loro che sua moglie era venuta a mancare da poco.
< Provate con Gretchen. Lei è un’ottima balia. La sua casa si trova in fondo a questa via. >
< Vi ringrazio molto > fece l’uomo misterioso.
Arrivando dinanzi alla porta della casa, l’uomo bussò talmente forte da svegliare quasi tutto il vicinato.
Appena la donna aprì la porta della sua casa, la prima cosa che vide era il bambino infreddolito e affamato.
< Vi prego. Ho bisogno del vostro aiuto. >
Facendo entrare nella sua umile dimora uno sconosciuto, la balia riuscì ad allattare il bambino mentre l’uomo si stava scaldando vicino ad un camino acceso.
< Sembra che questo bambino non mangi da giorni > fece Gretchen < Ma che cos’è successo alla madre? >
< E morta tragicamente > rispose l’uomo senza specificare il motivo < Da più di un giorno cerco una balia in tutta la zona e solo adesso sono riuscito a scoprire che eravate voi. >
< Fortunatamente mi avete trovato in tempo, altrimenti il bambino sarebbe morto. >
< Dio mi ha dato la forza di non mollare > rispose l’uomo tremante dal freddo.
< Avete bisogno di qualcosa? Di una coperta? >
< No grazie, adesso sto bene. Pensate al bambino. >
Dopo l’abbondante puppata che aveva fatto, Gretchen aspettò che il bambino s’addormentasse tra le sue braccia prima di interrogare il misterioso viaggiatore.
< Come vi chiamate? >
< Sono il reverendo Mark Benson, signorina Gretchen. >
< Lieto di fare la vostra conoscenza… Cosa ci fanno due anime perse come voi qui a Galway? Cercavate solo una balia? >
< In verità sì. Io e mio figlio abbiamo lasciato le terre di Dunguaire dove adesso non sorge più una casa. >
< Ci credo. È stato teatro dell’ultima battaglia in questa nazione. Voi venite da lì? Come avete fatto a sopravvivere tutto questo tempo? >
< Facendo un sacco di sacrifici. Quando mia moglie è venuta a mancare, ho capito che dovevamo ricominciare una nuova vita lontano da quelle terre… Per questo sono anche giunto fino a Galway. Ho bisogno di un lavoro per poter occuparmi di mio figlio. >
< Non vi preoccupate per questo. Molti mastri cercano braccia forti come voi… So che siete un uomo di chiesa, ma lavorare nei campi vi farà guadagnare il necessario. Sempre che voi accettiate. >
< Non so davvero come ringraziarvi, Gretechen. In pochi minuti avete fatto molto per me e per il mio bambino. >
< Voglio solo aiutare chi è in difficoltà… Come una vera cristiana. >
< Anche se io sono di fede protestante, Dio ve ne renderà merito > rispose l’uomo sorridente.
< Lo spero… Adesso sarà meglio che anche noi andiamo a dormire. Purtroppo non ho un altro letto. Vi toccherà dormire sul pavimento. >
< Il pavimento è perfetto. Non vi preoccupate di me. >
< Perfetto. Allora ci vediamo domani mattina. Buonanotte, Reverendo Benson. >
< Mi chiami Mark, vi prego. >
< Come volete voi… Mark. >
< Buonanotte anche a voi, Gretchen > disse infine l’uomo prima di poter pensare al futuro suo e del bambino e prima che la giovane donna potesse spegnere le candele.
“Signore, chiedo perdono per le mie continue bugie. Illuminami la via per la salvezza.”
   
 
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