Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: syila    15/06/2021    4 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
banner


Capitolo VII
Ricorda sempre di non bere mai più di quanto tu possa caricarti sulle spalle.

Il Maestro Leng Ye Feng stava terminando di allacciarsi la cintura dell'hanfu quando un tramestio di passi e una risata sguaiata, a lui purtroppo ben nota, lo costrinsero ad interrompere il meticoloso rituale della vestizione e a scendere di sotto.
All'ingresso della bottega due figure dai tratti umani, ma composte di metallo e materiali sintetici che i maghi di Serannian definivano comunemente Ancelle, stavano sorreggendo un Alaric Lafayette ormai prossimo al coma etilico, che straparlava in modo incoerente.
“Alaric...” vedendolo in tali condizioni il Signore degli Shen allungò il passo e si affrettò a raggiungerli.
Una delle creature, dopo averlo osservato alcuni istanti disse “Lei è il responsabile dell'apprendista Lafayette.”
Non era una domanda, quanto piuttosto una constatazione.
Le ancelle, nate dalla mente geniale del Primo Signore di Serannian, possedevano una forma d'intelligenza artificiale che sulla Terra era ancora pura speculazione teorica; condividevano informazioni in tempo reale, erano in grado di adattarsi alle circostanze, di evolversi e di prendere decisioni autonome.
Erano esseri razionali, frutto della logica e della scienza; servizievoli assistenti dalla forza sovrumana in un mondo dove scarseggiava la manodopera, che però potevano trasformarsi in armi letali in grado di fronteggiare pericoli o minacce.
Per tutti questi motivi Ye Feng, piuttosto diffidente verso le nuove tecnologie, le aveva sempre tenute a debita distanza.
“Sono io.” confermò, lanciando un'occhiata preoccupata al giovane mago trattenuto dall'altra creatura come un fagotto di stracci.
“Padron Dagfinn, il proprietario della locanda La Lanterna Fatata, ci ha chiesto di portare a casa l'apprendista Lafayette e di consegnarlo al suo responsabile. Fa sapere che l'apprendista Lafayette è diffidato a ritornare alla Locanda per le prossime settantadue ore e che gli addebiterà i danni al mobilio e alla cristalleria.”
“Riferite a padron Dagfinn che mi scuso dei problemi provocati dal mio apprendista e quanto prima ripagherò il danno.”
“Riferiremo. Le auguriamo buona serata Maestro Leng Ye Feng.”
Le ancelle sembravano soddisfatte della risposta, ammesso che fossero programmate per le emozioni.
Quella che sosteneva il giovane mago lasciò la presa e lui si afflosciò sul pavimento con un brontolio infastidito, quindi entrambe se ne andarono in silenzio com'erano venute lasciandoli soli.
Il Signore degli Shen emise un sospiro di sollievo, poi nel guardare Alaric incrociò le braccia al petto.
Il ragazzo alzò la testa e gli rivolse un sorriso sbilenco.
“Quanto è arrabbiato il mio caro maestro stavolta?”
“In realtà sono deluso ed è sbagliato. Si è delusi da qualcuno su cui si hanno ancora delle aspettative, mentre io con te dovrei rassegnarmi.”
“Di nuovo parole velenose pronunciate da labbra molto dolci...”
Aggrappandosi al bancone Alaric riuscì a mettersi in piedi, anche se la sua stabilità era precaria quanto quella di una foglia nel vento d'autunno.
“Esattamente quanto devo deluderti maestro, affinché tu possa raccattare i tuoi quattro stracci e levarti finalmente dalle palle?”
“Non risponderò alle provocazioni di un ubriaco.”
“È quello che fai sempre!” la voce dell'apprendista si alzò in un picco stridulo, mentre barcollando riuscì a raggiungerlo e ad afferrargli il bavero della sopravveste di seta “Eviti le discussioni, eviti i contrasti e li eviti anche quando sono lucido! Però la tua non è compassione o benevolenza, lo fai perché ti senti fottutamente superiore agli altri!”
“Alaric...”
“Alaric cosa? Dovrei smettere di parlare di questioni che non conosco? È ovvio! Non so praticamente niente di te, a parte che sei un grandissimo stronzo e ti sei trasferito qui a scroccando vitto e alloggio in cambio di qualche lezione di buone maniere!”
“Tu...”
“Sono i fumi dell'alcol che danno voce ai miei pensieri, perciò se l'argomento ti disturba mettimi pure a tacere con qualche trucchetto da massaggiatore shiatzu o vattene di sopra a meditare, perché questa è ancora casa mia e urlo finché voglio!”
Invece dopo la tirata polemica l'apprendista rimase in silenzio a fissarlo con lo sguardo appannato e il respiro corto.

I latini dicevano in vino veritas, quindi spogliando il discorso delle solite volgarità le sue parole corrispondevano al vero.
“Trovì così intollerabile la mia presenza?”
“Quello che trovo intollerabile è che te ne stai lì coi tuoi cazzo di secoli di vita sulle spalle a giudicare un ventenne sfigato come me!”
“Sbagli Alaric, non sono nella posizione di giudicarti, ho fatto cose orribili quando ero in vita e ho continuato a farle come Immortale, tuttavia vedo il tuo potenziale e vorrei che lo vedessi anche tu.”
“Gli altri...” il discorso si perse in un balbettio, dietro l'ombra di un ricordo doloroso “Gli altri lo dicono di continuo... Lafayette? Quanto potenziale sprecato...”
Tornò a guardarlo di nuovo, un'espressione di pacata meraviglia si dipinse sul suo viso e se ne uscì a sorpresa con un: “Cazzo, sei molto carino.”
“Eh?” colto alla sprovvista dall'inatteso apprezzamento Ye Feng arrossì “Sei davvero ubriaco per dire una simile assurdità. ”
“No, hai ragione, sei proprio bello.” l'apprendista annuì serio e solenne “È la verità, croce sul cuore potessi morire!”
“Se fossi sobrio mi insulteresti.”
“Vero anche questo, domani ritratterò tutto e vomiterò l'anima, al posto tuo ne approfitterei adesso...”
Il maestro Leng sembrò valutare la sua proposta e dopo alcuni istanti gli bisbigliò: “Cos'altro è in grado di farti confessare l'assenzio?”
Alaric sollevò l'angolo delle labbra in un piccolo ghigno compiaciuto.
“Sono a quello stadio in cui confesserei di aver appiccato l'incendio che distrusse Roma...”
“Allora... Perché la mia presenza ti fa stare così male?”
Ye Feng immaginò la riposta tradotta in una sequenza ininterrotta di offese e imprecazioni, invece l'apprendista strinse più forte il colletto della sua veste e disse in tono serio e pacato: “Il fatto che mi guardi sempre con quel misto di commiserazione e accondiscendenza, lo stesso sguardo che riserveresti ad un animale abbandonato sulla strada, perché dovrei impegnarmi a diventare migliore? Non sarei mai perfetto come te.”
“Alaric io sono tutt'altro che perfetto!”
“Abbi almeno la decenza di tacere e sforzati di guardarti coi miei occhi: hai un'eleganza innata, dei modi sofisticati e gentili, un'esistenza praticamente immortale, un palazzo immenso! Io cosa avrei? Un carattere di merda, una somma di fallimenti e disgrazie, una torre malconcia, un laboratorio che è un casino e una bottega piena di cianfrusaglie inutili!”
“Darei volentieri il mio palazzo e la mia vita immortale per avere un'altra occasione come umano...”
Il giovane storse le labbra in una smorfia sarcastica.
“Bah, non ci credi nemmeno tu e comunque ti saresti privato dell'immenso piacere di conoscere un soggetto disastrato come me!”
Il Signore degli Shen emise un sospiro, forse sarebbe stato più facile se lo avesse insultato e basta.
“Mi dispiace di aver detto che le tue creazioni sono inutili cianfrusaglie.”
“Sei stato onesto, un po' sgradevole, ma onesto... Su dieci progetti otto non funzionano, uno si rompe subito e l'ultimo non interessa a nessuno...”
“A te piace ciò che fai, creare dal nulla oggetti magici è un dono, dovresti credere di più nelle tue capacità!”
“Certo, certo, magari domani...” le dita lasciarono la presa della sopravveste tentando di sistemare goffamente la stoffa sgualcita “Adesso, se il mio caro maestro lo permette, porto me stesso e quanto rimane della mia dignità in bagno, mettiti i tappi di cera nelle orecchie, alcuni rumori potrebbero urtare la tua sensibilità...”



Il giorno successivo l'apprendista lo trascorse barricato in camera a smaltire i residui della bevuta e a tentare di ricordare cos'era accaduto al ritorno dalla locanda.
Di fatto il suo “ospite” non aveva dato segni di sé, neppure dopo il tramonto, perciò una volta raggiunto un accettabile grado di stabilità fisica e mentale, uscì dalla sua tana e andò in avanscoperta al piano di sotto, dove si trovava la stanza del maestro.
Dalla porta socchiusa filtrava un po' di luce, dunque escluse l'ipotesi che avesse fatto fagotto, disgustato dall'ennesima bravata dell'indegno allievo; entrò senza bussare e appoggiandosi allo stipite esibì la faccia da schiaffi migliore del repertorio.
“Chi non muore si rivede...”
“Potrei dire la stessa cosa di te.”
Il ragazzo in effetti aveva profonde occhiaie violacee che gli segnavano il viso, pallido e provato dalla notte brava.
Ye Feng distolse lo sguardo e versò una tazza di infuso dalla teiera.
“Bevi, ti farà sentire meglio.”
Alaric scrollò le spalle con noncuranza, ma si sedette davanti a lui e dopo aver annusato il liquido fumante lo buttò giù d'un fiato.
“È amaro come il veleno!” esclamò arricciando il naso.
“I veleni più letali hanno un sapore dolce oppure sono insapori, inoltre lasciano sempre una traccia organica, se volessi eliminarti sceglierei un altro metodo.”
Il giovane inarcò un sopracciglio, aveva colto un mutamento nell'orientale.
Un mago percepiva la realtà circostante in modo diverso dai comuni esseri umani, usando i sensi sottili sentiva e vedeva cose nascoste allo sguardo miope dei più.
L'atteggiamento del suo aguzzino era cambiato e questo poteva essere un vantaggio o una grossa seccatura.
Decise di verificare.
“Forza fammi la ramanzina, poi passiamo oltre.”
In tutta risposta il Signore degli Shen prese alcuni tomi appoggiati sulla credenza e li sistemò sul tavolino.
“Passiamo oltre.” disse “Ieri sera hai detto di non sapere praticamente nulla di me, perciò ho deciso di cominciare dalle basi; sono andato al Laboratorio sulla cascata e la responsabile della biblioteca ha trovato questi antichi volumi che mi ha gentilmente concesso in prestito.”
L'apprendista squadrò i libri con sospetto, il suo intuito aveva ragione: era successo qualcosa e l'improvvisa disponibilità del damerino orientale ne era la conferma.
E se...
No, impossibile!
Non poteva aver sbrodolato il suo interesse per lui!
O forse si!
Faceva e diceva cose assurde in preda ai fumi dell'alcol, come la notte di Capodanno, quando si era addormentato abbracciato alla guglia del Sanctum di Serannian nudo come un verme, una faccenda incresciosa e imbarazzante su cui per fortuna i Primi Signori avevano sorvolato.
“Dovrei... leggerli?”
“I libri si leggono.”
“A volte sono ottimi supporti per un tavolo traballante...”
L'occhiata obliqua del maestro lo convinse a evitare il battibecco, almeno finché non si rese conto di quello che contenevano le pagine.
“Mi prendi in giro? Sono scritti in cinese!”
“Le nostre origini sono ad Oriente, i testi più interessanti che troverai su di noi sono scritti in sanscrito, mandarino o giapponese.”
“Io non so leggere il cinese!”
“Puoi impararlo, come hai imparato a scrivere il mio nome.” ribatté placido l'altro.
“Migliaia di ideogrammi diversi? Scommetto che nemmeno tu li conosci tutti! Impiegherò anni!” esclamò l'apprendista, indignato.

Ye Feng si godette la sua espressione scandalizzata alcuni istanti, prima di posare sul tavolo una grossa lente d'ingrandimento.
“La bibliotecaria mi ha dato una lente da traduzione, ha detto che i traduttori neurali sono disponibili solo per i maestri, ma questo strumento è un'ottima alternativa.”
Alaric bofonchiò qualcosa di intellegibile, poi prese l'oggetto, aprì il primo tomo e diede una rapida scorsa al titolo, che grazie al particolare cristallo trasformava gli ideogrammi in parole comprensibili “Cronache dell'infinito tormento, l'eterna sofferenza delle anime perdute... Un argomento leggero, perfetto come riposante svago serale.”
“Leggi senza commentare per favore e se non capisci qualcosa chiedi a me.”
Detto questo anche il maestro prese un libro e si dedicò alla lettura, lasciandolo alle prese con l'indigesto mattone.
O forse non era così indigesto.
Il fruscio lento e regolare delle pagine sfogliate sottolineava il silenzio concentrato del giovane francese.
Ye Feng gli lanciava di tanto in tanto delle occhiate fugaci; voleva accertarsi che non fingesse attenzione solo per passare il tempo, invece era davvero impegnato sul testo e si congratulò con sé stesso per aver finalmente trovato un'attività di suo gusto.
“C'è qualcosa di interessante?” chiese dopo un'ora in cui l'apprendista aveva tenuto sempre il naso sul libro.
“Oh, non immagini quanto.”
“Quindi ti incuriosisce la mia stirpe, c'è un aspetto particolare che vorresti approfondire?”
Il sorriso luciferino del ragazzo lo mise all'erta, tuttavia non riuscì a prepararsi in maniera adeguata alla bordata successiva.
“In effetti si, mi interessava questa faccenda del sesso estremo, scopate come ricci e non me lo avevi mai detto? Maestro Leng... Sono già due settimane che ci frequentiamo!” Il colorito già pallido del Signore degli Shen scese di alcune tonalità fino a diventare livido. “È impossibile...” mormorò incredulo “Non possono raccontare simili volgarità sulla nostra razza in un manoscritto antico!” L'apprendista glielo tese con aria solenne “Invece si e sono descritte con dovizia di particolari, questa lente da traduzione funziona proprio bene...”
Ye Feng prese il volume e iniziò a sfogliarlo sotto lo sguardo sornione del francese.
“Cito a memoria: la Casata degli Artigli del Drago trae la sua energia dai piaceri terreni, non di rado s'intrattengono in più relazioni contemporaneamente, senza badare al sesso, al ceto o alla razza... Insomma vi piacciono le orge.”
“Alaric basta!”
Il mentore lo interruppe e chiuse il libro con un tonfo secco, allontanandolo da sé come se fosse contaminato.
“Deduco che tu non sia un Artiglio di Drago.”
“Sono argomenti inappropriati, avrei dovuto controllare prima di prendere in prestito questi volumi. Ho fatto un errore...”
Adesso toccava al giovane mago ridere, aveva trovato il modo di mettere in difficoltà il Signore degli Shen e ne avrebbe approfittato per restituirgli le angherie patite con gli interessi.



Nei giorni seguenti il maestro Leng fu fatto oggetto di una vera e propria persecuzione: apriva gli occhi e trovava l'apprendista seduto accanto al letto, che lo fissava in silenzio con un'aria da “io-so-che-tu-sai-che-io” e un sorriso complice estremamente irritanti; mentre era in meditazione gli passava sotto la fessura della porta bigliettini con domande inopportune, le stesse che infilava a tradimento anche nei discorsi più innocenti.
Tuttavia, nonostante l'argomento “sesso” lo mettesse molto a disagio, l'orientale aveva tenuto duro evitando di scendere allo stesso livello del suo provocatore, che a quel punto decise di giocare scorretto.
“A volte i maestri non hanno tutte le risposte...” disse dopo l'ennesima battuta evasiva di Ye Feng “Ma un buon educatore ammette la sua ignoranza.”
“La mia non è ignoranza!” sbottò esasperato l'altro.
“Allora è vero che hai una certa esperienza...” insinuò Alaric.
“Sono cose private e non intendo discuterne con te!”
“Oh, sei così pudico? Non mi dai altra scelta... In nome del sacro principio della conoscenza devo chiedere a chi è disposto ad insegnarmi, al tuo maestro ad esempio, sembra una persona gentile e disponibile, sicuramente molto più di te.”
“No!” esclamò l'interpellato battendo la mano sul tavolo.
Immaginò quanto si sarebbe divertito Ye Xue a dargli lezioni, condendole con aneddoti piccanti e scabrosi; Alaric era affar suo, nel bene e nel male e fino allo scadere del mese pattuito non l'avrebbe diviso con nessuno.
“V-voglio dire: è inutile disturbare lui, hai già me.”
“Quindi soddisferai la sete di cultura del tuo allievo?”
“Assolutamente si!”



“Quando ho detto sete di cultura non pensavo che lo intendessi alla lettera...”
La terrazza panoramica della Lanterna Fatata era molto affollata quella sera, tuttavia attorno al tavolo occupato dal Signore degli Shen e dal francese attaccabrighe c'era una specie di terra di nessuno completamente deserta.
Alaric aveva una pessima reputazione tra gli avventori e l'orientale faceva paura, perché in occidente la sua stirpe era una rarità.
“Ad ogni modo il bando di allontanamento dalla locanda scade oggi e, purché sia tu a pagare, non intendo lamentarmi della location.”
“Alcune conversazioni hanno bisogno di una cornice adeguata”
“Sono completamente d'accordo, davanti ad un boccale di birra tutto si può risolvere... Tuttavia tu non bevi mai e forse preferisci un tè o una tisana.”
“Mi adeguo alle usanze locali, voglio assaggiare la birra.” dichiarò baldanzoso Ye Feng, ma quando l'oste gli mise davanti una pinta traboccante di candida schiuma cominciò ad avere qualche dubbio.
“Ha delle pagliuzze dorate...”
“È birra fatata quindi luccica, come tutto ciò che ha a che fare col Piccolo Popolo...” spiegò Alaric.
“Sembra leggera... L'odore dell'alcol è a malapena percettibile.” considerò il maestro annusandola prima di portarla alle labbra.
Forse un boccale poteva tollerarlo.
“Leggera... Certo.” il giovane francese annuì e sorrise incoraggiante, omettendo di spiegargli che le cose fatate avevano sempre un'apparenza ingannevole.
Quella birra, ad esempio, con la sua schiuma vivace e i brillantini, poteva stendere anche il bevitore più incallito e lo spocchioso Signore degli Shen aveva l'aria di non reggere nemmeno un integratore sportivo.
“Va... Tutto bene?” chiese vedendo il suo sguardo diventare vacuo, fissandosi su un punto lontano.
“A meraviglia.”
“Quindi parliamo?”
“Parliamo.” annuì convinto il maestro Leng, che però non proseguì il discorso.
“Uhm... Forse è meglio se faccio io le domande e tu rispondi.”
Aveva il boccale pieno per tre quarti, possibile che la bevanda fatata stesse già facendo effetto?
“Io non sono una spina nel culo...” disse all'improvviso il suo accompagnatore rabbuiandosi.
“Siamo alla fase delle dichiarazioni spontanee? Meglio del previsto... Comunque un po' spina nel culo lo sei, però sei anche tanto carino.”
“No.”
Alaric sentì l'aria attorno a loro diventare fredda e densa, l'alcol rendeva suscettibile l'algido orientale e l'aspetto dominante della sua personalità, quello Yin, più ombroso e lunatico stava prendendo il sopravvento.
“Merda... Devo ancora leggere questo capitolo del Signori degli Shen for dummies!” bofonchiò l'apprendista, che poi continuò ad alta voce “No? Io ti trovo davvero molto carino!”
Provò a lusingarlo, magari funzionava.
“Tu mi detesti...” rispose mettendo il broncio, un adorabile broncio, considerò il francese, che si fece più vicino a lui e gli sussurrò.
“Ti confesso un segreto.”
Ye Feng annuì compunto e reclinò leggermente la testa nella sua direzione.
“Se tu fossi da sobrio come sei da ubriaco ti avrei già sbattuto contro un muro per baciarti.”
“Io non sono ubriaco.”
“Lo dicono quelli che sono ormai andati.”
“Andati dove? Io sono qui.”
“Andati nel senso... Ah, perché mi metto a spiegare le cose a qualcuno completamente sbronzo!”
“Non sono sbronzo!” ribadì l'orientale alzando la voce e per provarglielo scelse un modo piuttosto inconsueto; afferrò il ragazzo, sbilanciato in avanti e posò le labbra sulle sue.
Alaric avvertì appena il calore del contatto, prima di sentire il suo corpo disgregarsi in una miriade di atomi, che vennero trascinati altrove, dentro il flusso di una corrente tumultuosa e accecante.
Quindi era questa la sensazione che si provava cavalcando le “Linee del Drago”.
Il primo viaggio lo aveva fatto da svenuto e al ritorno dalla Cina il Mentalista aveva preteso l'apertura di un portale direttamente connesso a Serannian.
Adesso capiva l'insistenza del maestro Sheng.
Viaggiare usando le linee energetiche era uno schifo, peggio della classe turistica di una compagnia Low Cost.
Il giovane francese si ritrovò a rantolare sul pavimento del suo negozio, con tutti gli organi interni sottosopra e gli occorse tempo prima di riuscire a rimettersi in piedi, sotto lo sguardo contrito del colpevole, che maledizione si guardava bene dall'aiutarlo!
“Per fortuna mancano solo due settimane... poi sarai libero di salire su quelle fottutissime Linee del Drago e andartene affanculo!” urlò quando fu certo di avere abbastanza fiato.
Stranamente Ye Feng non rispose, anzi chinò il capo e la sua espressione mortificata si accentuò.
“Che c'è? Ti dispiace forse?”
Dopo una pausa l'interpellato, a sorpresa, annuì.
“Figuriamoci, ti dispiace solo perdere una vittima da angariare! Tranquillo presto ne troverai un'altra con quel bel faccino triste.”
“Voglio angariare solo te.” rispose l'altro trattenendolo per la manica del maglione.
Alaric avrebbe giurato che in quel momento il bisbetico orientale fosse del tutto lucido.
“Ha l'aria di una dichiarazione maestro Leng...” il giovane si avvicinò fino a sfiorarlo, poi gli sollevò il mento e sogghignò nel vedere che non si scansava come faceva di solito, quando invadeva il suo spazio personale.
“Sei proprio andato...” ammise infine “A quest'ora mi avresti già spinto via, inorridito che mani barbare e sacrileghe ti avessero toccato.”
“No...” mormorò contrariato Ye Feng “Mi piace.”
“Quindi non mi fermeresti se facessi questo?” gli fece reclinare il capo e lo baciò sul collo, nel punto in cui s'intravedeva l'ombra azzurra della giugulare.
Sentì i suoi muscoli fremere attraverso la pelle sottile, poi seguì un lungo sospiro che poteva essere interpretato solo come appagamento.
“Ti piace, ti piace davvero...” mormorò Alaric soddisfatto e con estrema cautela sfilò la spilla d'avorio che fermava la sua acconciatura.
I lunghi capelli castani ricaddero sulle spalle in morbide spirali, profumavano di cedro e gli ombreggiavano il viso, dove gli occhi socchiusi seguivano bramosi ogni sua mossa.
Forse poteva osare di più, almeno finché durava l'effetto dell'alcol.
Alle conseguenze avrebbe pensato l'indomani.
Se doveva morire per mano di un Signore degli Shen infuriato, tanto valeva approfittare della sua temporanea docilità e togliersi qualche capriccio.

Fine settima parte


⋆ La voce dell'intraprendenza ⋆

Carissimi che gli asiatici in generale non reggano l'alcol è un luogo comune molto noto e spesso genera equivoci e situazioni divertenti.
Il nostro Signore degli Shen junior per non perdere la faccia davanti al giovane apprendista si trova a bere una micidiale birra fatata che lo stende come un tappetino da meditazione, lasciando emergere finalmente un po' della sua personalità e del suo carattere, di solito frenati dal grande autocontrollo (da spina nel culo direbbe Alaric!).
Ma anche il francese, dopo una sbronza colossale, rivela infine qualcosa di sé.
Insomma i due hanno pareggiato, potrebbero essere soddisfatti così e invece... no!
Si dice che errare è umano e perseverare è diabolico, cosa succederebbe se il livello etilico aumentasse ulteriormente?
Tenete pronta una maxi caraffa di caffé bollente e una scatola di aspirine, l'effetto alcol non si esaurirà nel prossimo capitolo! :3
Come sempre ringrazio i miei commentatori e i seguitori silenziosi a cui Alaric offre una bella pinta di birra fatata fredda, con schiuma, luccichini e post sbornia devastante inclusi :D

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: syila