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Autore: jarmione    15/06/2021    2 recensioni
Crossover con [Alice in Wonderland] e [Frozen]
Dopo essere scampato da morte certa, Jareth decide che deve trovare il modo per proteggere Sarah ed il suo popolo.
Seguendo una leggenda, decide di partire alla ricerca di Ahtohallan.
Ma sarà in grado di affrontare le risposte che troverà?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kal riapparve poco oltre le mura della città che circondava il castello della regina bianca.

Appena i suoi piedi toccarono terra, dovette appoggiarsi ad un albero lì vicino per non cadere a terra.

Sentiva le gambe pesanti e un peso sullo stomaco così grande da opprimere il suo respiro.

Stava male, ma non fisicamente.

Quella mattina era stata devastante per lui:

Si era svegliato ed aveva trovato accanto al cuscino una pergamena, con il sigillo del Sottomondo, in cui gli veniva chiesto di presentarsi al cospetto della regina Mirana per una questione riguardante il re di Goblin.

Jareth era morto e mai più credeva di sentirlo nominare.

L'ultimo ordine ricevuto era quello di stare accanto a Sarah, ma ora che Jareth era morto lui non aveva più nessuno a cui obbedire...nemmeno Sarah.

Purtroppo era vero quello che le aveva detto.

Tornando nel suo regno, cioè l'Aboveground, lei era tornata ufficialmente con il grado di partenza...cioè nessuno.

Sarah non era più una regina e Jareth non esisteva più.

Era così confuso da non saper più come agire.

Era sempre stato un servitore ed eseguire gli ordini era il suo lavoro.

Eppure, nonostante Jareth fosse ormai morto da chissà quanto, lui si ostinava a stare accanto a Sarah e proteggerla.

Sarah le piaceva, era l'unica donna che non aveva mai avuto problemi con lui e la sua personalità.

Lei aveva dimostrato una gran forza di volontà in momenti di crisi, tutte qualità degne di una vera regina.

Avrebbe dovuto trattarla diversamente quella mattina, Sarah non meritava una cosa del genere e non da parte sua.

Ma quando si era svegliato, ed aveva letto il nome del suo re, dentro di lui aveva sentito un sussulto...un colpo al cuore.

Quando Sarah stava per fare una scenata, per quanto giusta, lui non ci aveva più visto.

Purtroppo, a causa del suo stato, non poteva confessare a nessuno, nemmeno a Sarah, quello che realmente provava nei confronti di Jareth.

Vedere la ragazza arrabbiarsi e stare male per il suo re, provocava in Kal un'invidia ed una rabbia che quella mattina aveva deciso di uscire con quella maledetta frase.

L'aveva trattata come aveva fatto Jareth prima di mandarla nell'Aboveground.

Le lacrime scesero copiose lungo il suo volto, miste tra rabbia e tristezza, obbligandolo a restare appoggiato all'albero ancora qualche minuto.

Cercò di calmarsi, anche se con fatica.

Una volta sicuro che non avrebbe ripreso a singhiozzare, si passò una mano sul volto ed il rossore degli occhi scomparì così come era apparso.

Non avrebbe mai mostrato la sua debolezza, per Jareth e per Sarah.

Fece un profondo respiro e si incamminò verso la porta di servizio che l'avrebbe portato dritto alla sala del trono.

Appena dentro, una guardia lo fermò immediatamente “Altolà, chi sei?” domandò puntandogli contro una lancia “Come sei entrato?”

Kal non si scompose e tirò fuori da sotto il mantello la pergamena che aveva ricevuto quella mattina.

“Il mio nome è Kal di Goblin e sono stato convocato dalla regina Mirana in persona” porse la pergamena alla guardia, che lesse il contenuto e confermò le veridicità del messaggio e del sigillo.

“Seguimi” disse e Kal obbedì.

Si lasciò guidare lungo il corridoio e ad ogni passo corrispondeva ad una fitta al petto.

Cosa mai desiderava la regina Mirana per chiamarlo? Quale questione relativa al suo re doveva discutere con lui?

 

*****

 

Jareth si guardò allo specchio, mentre sistemava lo jabout della camicia gentilmente regalatole dalla regina Mirana.

Aveva assunto un aspetto simile a quello della sconfitta.

Avrebbe potuto usare la magia per sistemare il tutto, ma non lo fece e per due motivi:

In primis perché gli era stata nuovamente tolta a causa della condanna e, per secondo, anche se l'avesse avuta non l'avrebbe mai utilizzata.

Quell'aspetto e quella situazione era tutto dovuto ad una sua scelta e più si guardava allo specchio e più sentiva di meritarselo.

Nella sua mente erano mille i pensieri che vagavano e, ovviamente, Sarah era il principale.

La desiderava, in tutti i sensi, la voleva al suo fianco e voleva poterla stringere forte a se e implorare il suo perdono.

Se mai si fossero rivisti, quale sarebbe stata la sua reazione?

Il suo unico appiglio, per non cadere nella disperazione, era saperla al sicuro con Kal.

Kal...il suo migliore amico e fedele servitore.

Lo aveva sfrutta senza un minimo di pietà e sentiva di dovergli delle scuse.

Aveva chiesto alla regina Mirana se era possibile contattarlo e lei aveva risposto di sì.

Chissà se lo aveva già fatto.

Doveva delle scuse anche lui visto che, probabilmente, lo credeva morto.

Dentro di sé, avrebbe voluto esserlo.

Pochi istanti dopo sentì bussare alla porta e si ridestò dai suoi pensieri.

Senza attendere il permesso, la porta si aprì e Mihal fece il suo ingresso.

Anche lui era stato ripulito, vestito e, come Jareth, assomigliava ad un cortigiano più che ad un re.

Ma era giusto così.

“Vedo che non hai toccato cibo” commentò Mihal, riferito ad una scodella di zuppa ancora intatto sul tavolino.

“Non ho fame” tagliò corto Jareth, che non aveva voglia di iniziare un discorso che sarebbe finito nella classica paternale.

Mihal sospirò “Stai ancora pensando a lei?”

Jareth annuì “Se mai la rivedrò, credo che delle semplici scuse non basteranno”

Mihal annuì, ma decise di non infierire.

Jareth era adulto, innamorato e lui per primo sapeva quello che stava provando il figliastro.

Si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.

“Un grande re si vede soprattutto nell'animo” spiegò Mihal “Tu hai dimostrato di esserlo molto tempo fa, quando hai preso le redini del regno di Goblin”

Jareth lo ascoltò, senza però distogliere lo sguardo dallo specchio e la sua immagine.

Avrebbe voluto essere di nuovo davanti agli specchi del labirinto di ombre, era la giusta punizione per tutto quello che aveva fatto.

“Sei un grande re, Jareth, Sarah questo lo sa e se mai vi rivedrete credo che sarà comprensiva”

“Ma riuscirò ad esserlo io?” domandò, ben sapendo quanto il suo carattere fosse difficile.

Era sicuro che se mai avesse parlato con Sarah e lei, giustamente, avesse insistito a mandarlo al diavolo, sarebbe scoppiato rendendo la situazione ancora più difficile.

 

*****

 

“Mia regina” la guardia che stava scortando Kal chiese il permesso di parlare “Kal di Goblin desidera udienza”

la regina Mirana si alzò e con un sorriso ordinò di lasciarlo passare.

La guardia obbedì e, dopo aver fatto passare Kal, si mise accanto alla porta da cui erano giunto pronto ad intervenire in caso di bisogno.

Kal si inchinò rispettosamente “Regina Mirana” salutò “sono Kal di Goblin, al vostro servizio”

Mirana sorrise dolcemente e si avvicinò a Kal “Mio caro Kal, sono lieta che tu sia venuto con così poco preavviso”

“Questo e altro per voi, altezza” rispose Kal con un bacia mano e rimettendosi, poi, dritto con petto in fuori e le mani dietro la schiena “Ditemi quello che devo fare e lo farò”

“Non ne dubito” Mirana tornò seduta sul trono “Spero che la mia pergamena non ti abbia messo in difficoltà con l'umana che stavi proteggendo”

Kal richiamò a sé tutte le forze per non dire quello che pensava.

Si limitò a scuotere la testa “Nessuna difficoltà”

“Molto bene” Mirana, un po' più tranquilla, iniziò a parlare del motivo per cui lo aveva chiamato “Mio caro Kal, ti ho fatto chiamare per via del tuo re” spiegò “Ha chiesto di vederti”

Kal sgranò gli occhi e spalancò la bocca incredulo.

“Lu-lui è...”

“Oh sì” rispose Mirana sempre sorridendo “Sta bene ed è già qui, tra poco ci raggiungerà”

Kal avvertì il suo cuore battere all'impazzata.

Era vivo, Jareth era vivo ed era lì.

Aveva passato tre mesi di assoluta sofferenza che aveva trasmesso pure a Sarah la quale, diciamo per fortuna, non sapeva le intenzioni di Jareth e quello che stava passando Kal.

Cercò di ricomporsi “Vostra altezza, non capisco”

“Che cosa?”

“Sono devoto al mio re e lo sarò sempre” disse “Avrei ritenuto più saggio convocare l'umana invece che me” spiegò “Ha sofferto molto più di quanto non sembri”

“Il tuo animo è nobile, Kal di Goblin” ammise Mirana, che ammirava la bontà di quell'uomo il quale, lei ben sapeva, provare qualcosa di più per il suo re “La decisione di convocarti non è stata presa da me, ma dal tuo re” precisò la regina.

“Capisco” rispose Kal “Vi ringrazio per avermi ascoltato”

“Non devi ringraziarmi” sorrise la donna, venendo poi interrotta dalla porta principale che si apriva.

“Vostra maestà” era Alice, seguita da Tarrant “Jareth e re Mihal sono pronti”

“Molto bene, fateli entrare” disse Mirana, ma Alice non obbedì...non subito.

Appena vide Kal spalancò gli occhi “Kal?”

anche lui si stupì “Alice?”

Era passato tanto tempo dall'ultima volta che si erano visti, in un'occasione di festa anni prima.

Alice, per diventare la miglior consigliera e servitrice di Mirana, aveva avuto l'onore di essere istruita da Kal il quale, dopo essere stato a sua volta istruito dai migliori precettori in materia, aveva accettato l'incarico ed aveva trovato in Alice non solo una grande allieva ma anche una grande amica e confidente.

“Chi si rivede” Alice si avvicinò e lo abbracciò, venendo ricambiata.

“Alice, mia cara” Kal la guardò “E' un piacere rivederti, ti trovo bene”

Tarrant, in un impeto di gelosia dovuto alla sua non conoscenza del personaggio, si avvicinò e allungò una mano verso Kal “Piacere, io sono Tarrant, sono un cappellaio e voi avete una testa davvero graziosa”

Alice non poté fare a meno di ridere e stessa cosa Mirana che, vedendo che si stavano dilungando, attirò la loro attenzione con un colpo di tosse.

Tutti e tre si inchinarono istantaneamente.

“Alice, puoi far entrare i nostri ospiti”

Alice obbedì ed aprì la stessa porta da cui erano entrati lei e Tarrant, facendo entrare Jareth e re Mihal.

Kal avvertì un tuffo al cuore mentre Jareth, seguito da re Mihal, faceva il suo ingresso nella sala del trono.

I segni del tempo e della prigione erano evidenti e davano l'impressione che Jareth cadesse per terra al primo soffio di vento.

Ma a Kal bastò vederlo per sentirsi, finalmente, tranquillo.

Il peso che lo opprimeva da mesi era definitivamente scomparso, lasciando spazio ad un susseguirsi di emozioni che non passò inosservato.

“Mio signore...” fu tutto ciò che Kal riuscì a dire in un mormorio.

Jareth avanzava con passo elegante e teneva le braccia spalancate con un sorriso sulle labbra “Kal, amico mio” quando gli fu vicino, fece qualcosa che non aveva mai fatto prima.

Lo abbracciò.

Aveva bisogno di sentire l'abbraccio di un amico, di qualcuno a cui voleva davvero bene.

Kal faticò parecchio prima di ricambiare la stretta del suo re.

Il cuore batteva ed un lieve tremore percorse il corpo di Kal.

Quando finalmente ricambiò la stretta, le emozioni che invasero Kal furono molto chiare a Jareth che, non riuscendo a trattenersi, ridacchiò.

  
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