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Autore: ChrisAndreini    16/06/2021    2 recensioni
Leonardo non è mai stato un tipo molto ambizioso. Certo, ha i suoi sogni e le sue speranze e le sue passioni, ma di certo non ha mai pensato che un giorno sarebbe finito in un universo parallelo a lottare per salvarsi la vita in mezzo a principi, cavalieri, spie di città nemiche e disapprovazione dei nobili e paesani.
Ma oh, uno deve sopravvivere come può, e se diventare il cuoco reale potrà allungargli la vita di qualche giorno, vale la pena ricevere occhiatacce.
Dopotutto, la via più veloce per il cuore di qualcuno passa per il suo stomaco, giusto?
Non che Leonardo, dichiaratamente omosessuale, abbia intenzione di fare stragi di cuore, sia mai!
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rainbow Cookies'
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A cena con i suoceri… cioè, nel caso il principe sia il main lead

Leo non vedeva l’ora di mettersi a cucinare anche altro oltre che i dolci, ma sapeva di non poter essere troppo precipitoso con le sue ambizioni.

E dopotutto doveva ammettere che le cuoche del castello sapevano il fatto loro, erano davvero professionali in ciò che facevano, da ciò che aveva potuto osservare in quei primi giorni di lavoro.

Solo che quella volta Anna aveva toppato di brutto.

Non lo stava dicendo con cattiveria, affatto. Anna era la cuoca più simpatica con la quale aveva stretto più amicizia, ma aveva davvero davvero toppato di brutto.

-Principe Daryan, non le conviene mangiare questo piatto, affatto!- consigliò al principe dopo aver assaggiato la colazione.

Quest’ultimo, che stava lavorando su dei documenti, sollevò la testa sul cuoco, e lo guardò confuso.

-Per quale motivo?- chiese, sospettoso, osservando il piatto con una leggera nota di preoccupazione.

-Non credo sia avvelenato… spero… spero tanto che non sia avvelenato! In ogni caso ha un sapore terribile- Leo iniziò a temere che l’avvelenamento della storia fosse avvenuto con anticipo, e guardò il piatto preoccupato.

Ma no! Era stata Anna a prepararlo, e gli unici che si erano avvicinati erano stati lei, Leo, Mildred e un secondo Chevel che aveva chiesto quale fosse il piatto del principe e poi se n’era andato immediatamente dopo averlo controllato con un sogghigno sotto i baffi… un momento.

Oh no! Che Chevel fosse un traditore?! E aveva inavvertitamente avvelenato Leo?! O magari aveva avvelenato il piatto proprio per avvelenare Leo!?! 

Il ragazzo iniziò a farsi numerose pippe mentali, e annusò il piatto alla ricerca di qualcosa che non sapeva neanche lui che sapore o odore potesse avere (che odore ha un veleno? Soprattutto un veleno di un’altra dimensione?!).

Il principe, con tutta la calma del mondo, prese il piatto, assaggiò leggermente la salsa con la punta della lingua, e sospirò, scuotendo la testa.

-Che modo terribile…- borbottò tra sé, seccato e… quasi divertito?

La sua faccia era troppo una maschera di ferro perché Leo riuscisse a comprendere appieno le sue emozioni.

Però se il pasto fosse stato avvelenato non sarebbe stato così tranquillo, giusto?

-Riporta questo piatto in cucina e non farlo mangiare a nessuno- il principe gli porse il piatto ancora quasi del tutto pieno, e Leo lo prese con mani tremanti.

-Non è avvelenato, vero?- chiese, preoccupato -Se lo è giuro che non sono stato io! Non l’ho neanche toccato se non per assaggiarlo! E poi non mi sarei mai avvelenato! Non è avvelenato, vero?- indagò, cercando di essere formale ma fallendo completamente a causa del panico crescente.

Il principe fece una strana smorfia.

-No, non è avvelenato. Ma temo che la carne sia leggermente avariata, e non ho intenzione di mangiarla. Inoltre… a causa di questo incidente ti concedo la giornata libera- lo informò, indicandogli la porta per congedarlo.

-Posso cucinare- Leo provò a mostrare la sua disponibilità. Certo, aveva un sacco di sonno da recuperare, ma non voleva dare una cattiva impressione mettendosi a riposare il secondo giorno di lavoro. Era decisamente poco professionale.

-Fidati, ti servirà del riposo… o almeno spero che ti serva- la frase enigmatica del principe rivoltò lo stomaco di Leo… no, non era la frase enigmatica che lo stava rivoltando, ma la carne avariata.

Cavolo se lo stava rivoltando.

Ugh!

-Le porto un altro piatto?- chiese, avviandosi verso la porta camminando all’indietro per non dare le spalle al principe.

-No, non ho molta fame comunque- Daryan scosse la testa.

-Va bene, arrivederla- Leo accennò un inchino ancora molto molto impacciato e mal fatto, e fece per uscire, ma il principe lo interruppe.

-Un’ultima cosa...- lo richiamò, Leo si fermò e lo guardò temendo il peggio.

Quel principe era imprevedibile.

-È stato ammirevole il tuo tentativo di impedirmi di mangiare il pasto. Non me lo aspettavo- ammise, sembrava che stesse parlando più tra sé che rivolto a Leo, che lo guardò come se fosse pazzo.

-Ma è ovvio, è il mio lavoro! Non permetterei mai che qualcuno mangiasse un pessimo piatto!- si infervorò. La cucina era un argomento che gli stava a cuore. Il cibo doveva essere unione, doveva essere ottimo, non avrebbe servito un pessimo piatto neanche al suo peggior nemico! 

Il principe inarcò un sopracciglio, sorpreso dalla sua irruenza.

Leo cercò di tornare sui suoi passi.

-Ehm.. vostra maestà- aggiunse, per sembrare più elegante e formale, con un altro inchino molto poco riuscito che rischiò di fargli cadere il cibo dal piatto.

Il principe fece un’altra smorfia e distolse in fretta lo sguardo da Leo, tornando ai suoi documenti. Il ragazzo lo prese come un invito ad uscire definitivamente dalla stanza.

Una volta fuori, si ritrovò faccia a faccia con uno Chevel dal sorriso furbetto e pieno di aspettativa.

-Tutto bene, cuoco?- chiese, controllandolo dalla testa ai piedi.

Ormai era confermato che avesse fatto qualcosa al cibo.

Ma se il principe diceva che non era un veleno poteva stare tranquillo, giusto?

Sapeva di non piacergli, ma se l’aveva accettato come cuoco lì non avrebbe permesso che venisse ucciso così, giusto?

O quantomeno lo avrebbe avvertito della propria fine.

Anche se il disturbo allo stomaco non faceva che aumentare. Ma era più simile ad un’indigestione che ad un avvelenamento… forse… Leo non era mai stato avvelenato, e non aveva idea di cosa succedesse.

Ma se il Trono di Spade gli aveva insegnato qualcosa era che una persona avvelenata aveva delle conseguenze più grafiche rispetto ad un semplice mal di stomaco.

-La carne non era appropriata quindi la sto riportando in cucina, e il principe Daryan mi ha dato l’intera giornata libera- spiegò Leo, controllandosi bocca, naso e occhi per assicurarsi che non stesse perdendo sangue senza accorgersene.

-Ma tu stai bene? Qualche effetto strano?- chiese Chevel, sempre più curioso e con un sorriso sempre meno rassicurante.

Leo controllò anche le orecchie, ma sembrava a posto. Iniziò ad avviarsi verso la cucina, cercando di farsi un’auto analisi.

Ma aveva solo un fastidioso mal di stomaco.

E sonno.

Ma quello ormai era la base.

-Sì? Perché? Che veleno hai usato?- chiese, preoccupato, squadrandolo dalla testa ai piedi.

Chevel smise di guardarlo e fece finta di niente, il più sospetto possibile.

-Che? Io? Nulla!- finse ignoranza.

Leo si bloccò di scatto quando una fitta enorme allo stomaco lo colpì improvvisamente.

E non sembrava opera di un qualche veleno.

-Suppongo che sia presto per gli effetti- borbottò Chevel tra sé. Leo non lo sentì nemmeno, troppo concentrato a guardarsi intorno.

-C’è un bagno qui vicino?- chiese, urgente, iniziando a saltellare sul posto per cercare di placare il mal di stomaco che aveva ormai raggiunto il punto di non ritorno.

-Uh? Sì, qualche metro più in là, vicino alla cucin…- Chevel, sorpreso, gli indicò un punto vago.

-Perfetto!- Leo gli passò violentemente il piatto e corse nella direzione da lui indicata, lasciandolo sconvolto.

Certo che l’effetto del lassativo era arrivato prima del previsto.

A meno che Leo non stesse fingendo, ed era improbabile che stesse fingendo, era chiaramente non immune ai veleni, anzi, particolarmente sensibile.

Ottimo, una preoccupazione in meno per il principe Daryan.

Certo, però, che aveva proprio bisogno di lezioni di etichetta urgenti, se osava porgere un piatto da scartare al primo cavaliere del principe come se fosse una cameriera qualsiasi.

Era un caso perso.

 

-Sei un caso perso- si lamentò Persian, scuotendo la testa con un sospiro rassegnato.

Leo, che avrebbe potuto passare il suo giorno libero nel letto scomodo privo di materasso e coperte e invece aveva deciso di approfittarne per la prima lezione di etichetta, si sentì molto offeso.

-Non è colpa mia se ho un’intossicazione alimentare e non riesco a concentrarmi- cercò di giustificarsi.

Aveva ancora un fortissimo mal di stomaco, e andava in bagno fin troppo per ciò che aveva mangiato… ovvero praticamente nulla.

Si pentiva di non essere rimasto in camera!

…no, non proprio, dato che in camera avrebbe dovuto subire bullismo o noia totale tutto il giorno. Non aveva neanche qualcosa da leggere, sigh. Certo che negli universi fantasy medievaleggianti la vita era noiosa. Senza televisione, o videogiochi, o Youtube.

Chissà perché le persone isekaizzate non volevano mai tornare a casa.

Ah… giusto! Il principe figo.

In effetti Daryan sarebbe stato un bel bocconcino se solo Leo fosse stato una protagonista donna meno sospetta.

E non avesse considerato la sua personalità ma solo l’aspetto e i soldi.

Anche se a livello di personalità era molto meglio rispetto a Chevel, Lionel e Prankit, quindi si salvava.

Anche se il migliore al momento era Persian.

Che a sua volta non era affatto male di aspetto.

Erano tutti molto carini come ragazzi, molto più di quelli del mondo di Leo. Classica bellezza da universo fantasy medievaleggiante.

Anche se forse era più rinascimentale che medievaleggiante…

-Mi stai ascoltando?- Persian attirò la sua attenzione colpendogli la testa con un libro, e Leo tornò alla realtà.

-No- ammise con onestà -Mi sono distratto- 

Persian si colpì da solo con il libro, ripetutamente, cercando di procurarsi un trauma cranico pur di non continuare ad insegnare etichetta a Leo l’irrecuperabile.

-Scusa, continua… anzi, aspetta… mi scusi, continui…- Leo cercò di assumere la formalità tipica del periodo, dato che Persian era un nobile.

-Voglio morire!- si autocommiserò il nobile in questione, depresso e demoralizzato.

-Che succede?- chiese una voce femminile entrando con entusiasmo in biblioteca.

-Principessa Opal! Che Jahlee la protegga!- Persian si affrettò a ricomporsi e fece un elegante inchino.

Leo guardò Persian con attenzione, e si alzò cercando di imitarlo.

-Che Jahlee la protegga- ripeté, abbassando la testa un po’ di più dato che essendo un popolano sicuramente avrebbe dovuto fare un inchino un po’ più sentito.

-E che Laasya protegga entrambi voi! Che state facendo? Perché Leonardo non cucina per il pranzo?- chiese la ragazza, poggiando dei libri in un angolo e guardando Leo con curiosità e leggera preoccupazione.

Leo aprì la bocca per rispondere, ma si ritrovò agonizzante sul pavimento a causa di un’ulteriore fitta allo stomaco.

-Il principe Daryan gli ha concesso un giorno libero a causa di un’intossicazione alimentare, e ne approfitto per… insegnargli… l’etichetta- Persian aveva lo sguardo di un condannato al patibolo, ma a dirla tutta Leo era senz’altro messo peggio di lui, dato che non solo doveva imparare, ma era anche ridotto un cencio.

-Oh, santi sette! Stai tanto male? Posso fare qualcosa per aiutarti?- la principessa si piegò verso di lui, e gli diede qualche pacca sulla testa, cercando di rassicurarlo.

Leo le sorrise cortese.

-La vostra preoccupazione è la migliore medicina, vostra altezza- la adulò, con la massima formalità possibile.

Per qualche strano motivo era molto più facile comportarsi bene con la principessa, nonostante fosse più piccola di lui e fosse anche l’unica a trattarlo come se fosse un suo pari.

Forse il motivo era anche che era l’unica che lo trattava bene, lì dentro, quindi meritava la sua cortesia.

O forse inconsciamente cercava di mettere distanza tra di loro perché l’ultima cosa che voleva rischiare era che la principessa minorenne che gli ricordava sua sorella si prendesse una piccola cottarella per il misterioso cuoco straniero che le cucinava i suoi piatti preferiti.

Sarebbe stata la strada più diretta per la decapitazione.

E la quest principale di Leo era sempre sopravvivere.

-Non è niente di grave, non si preoccupi, principessa. In cosa posso assisterla?- Persian cercò di distogliere l’attenzione di Opal da Leo, che fu davvero felice di togliersi da sotto il riflettore, e si rimise a fatica in piedi, osservando la situazione e prendendo appunti mentali su come rivolgersi ad un membro della famiglia reale.

-Volevo solo restituire un libro. Voglio essere preparata su Ombron per quando mamma e papà ritorneranno!- Opal indicò il libro che aveva appena riportato.

-Se ha bisogno di aiuto sono a sua completa disposizione- Persian si offrì, elegante.

-Credo di saperne abbastanza adesso. Piuttosto sono curiosa di vedere come procede la vostra lezione, posso assistere?- chiese la principessa, sedendosi su una poltrona e guardando la scena con trepidazione.

Bene, ora si aggiungeva anche l’ansia da prestazione a già una pessima situazione.

-Certo, principessa. Ma la avverto, il cuoco è un caso disperato- Persian mise subito le mani avanti.

Leo sospirò, seccato, ma non ribatté.

-Devi renderlo perfetto entro cinque giorni, lo sai, vero?- Opal sorrise radiosa, ma i suoi occhi mandavano scintille.

Persian impallidì.

-Io farò del mio meglio, vostra altezza- promise, in un tono che sembrava più che altro un pigolio.

-Cinque giorni? Perché cinque giorni?- chiese Leo, iniziando a preoccuparsi.

-I miei genitori tornano tra cinque giorni! E Dary mi ha detto che tu sarai incaricato di preparare il pranzo del ritorno. Avrai il controllo totale della cucina e ogni tuo piatto verrà giudicato dai miei genitori. Verrai giudicato anche tu, e devi fare una bella figura dato che da questa prova dipende il tuo lavoro!- spiegò la principessa, con entusiasmo, come se gli stesse dando una bella notizia, e non comunicando la sua imminente fine.

Sì, Daryan gli aveva detto che avrebbe dovuto convincere anche il re e la regina, ma non aveva capito che sarebbe stata una prova degna della finale di Masterchef! 

Santo cielo, in cinque giorni era impossibile!

-Ah… capisco- borbottò, ora il mal di pancia non più segno di semplice intossicazione alimentare, ma anche sede di una nausea che l’ansia da prestazione di prima levati proprio, sei una pivella al confronto.

-…Dary non te lo aveva detto?- chiese la principessa, confusa dalla sua reazione.

-Temo che non fosse sceso in dettagli… ora, se potete perdonarmi un istante, devo necessariamente andare in bagno- senza aspettare il consenso e con lo stomaco più in subbuglio di prima, Leo corse nel bagno più vicino, quello della biblioteca, che aveva ormai battezzato fin troppe volte quel giorno, e sfogò la propria ansia per la sfida ormai prossima.

Ricapitolando… aveva cinque giorni per elaborare un menu all’altezza di un’intera famiglia reale, imparare la base di etichetta per servire tale famiglia reale, e superare quel mal di pancia. Il tutto con la consapevolezza che non avrebbe dormito bene con i suoi nuovi coinquilini e in assenza di materasso, cuscino e coperte.

…beh, dai, tanto non voleva stare lì a tutti i costi. 

Quando l’avrebbero cacciato dal castello avrebbe fatto un salto al tempio e avrebbe richiesto una grazia divina o di diventare sacerdote.

Non che credesse che quelle divinità esistevano davvero, ma sperò davvero in un miracolo da parte di Jahlee, o Laasya, o qualcun altro.

Perché solo un miracolo l’avrebbe aiutato in quella situazione.

 

Ora, questa è una storia scritta, quindi non posso fare un montaggio di quelli con la musica pop che si vedono nei film, nelle serie o negli anime quando si illustra il passaggio temporale e il personaggio che si prepara per qualcosa, si ambienta in un luogo, o semplicemente decide cosa indossare.

Nel caso di Leo di cose da indossare ne aveva ben poche, ovvero due, ovvero l’abito da cuoco e il pigiama, quindi ciò che verrebbe illustrato in questo ipotetico montaggio musicale con passaggio temporale sarebbe semplicemente un susseguirsi di sonno negato, freddo, cucina, lezione con Persian, cucina, programmazione del menu (a mente o con disegni perché teoricamente non sapeva scrivere), cucina, tè con la principessa, cucina e infine bullismo da parte delle guardie reali.

Di solito in un prodotto scritto il passaggio temporale viene illustrato passando direttamente al capitolo successivo, ma non potevo certo pubblicare un capitolo così breve, e mi andava di togliere la parte della cena con il re e la regina il prima possibile per andare alla ciccia.

Ma premessa a parte, immaginatevi che quanto illustrato finora sia un montaggio sonoro con una canzone molto orecchiabile di sottofondo, qualcosa del tipo “Trouble” degli Imagine Dragons (Non voglio problemi, non voglio problemi, NON VOGLIO PROBLEMI!!) o Run Boy Run (Questo mondo non è fatto per te, scappa, ragazzo, SCAPPA!!)… 

Ehi, non ho mai detto che la musica sarebbe stata incoraggiante o piena di speranza.

Perché Leo era tutto meno che incoraggiato e pieno di speranza.

E il pomeriggio della fatidica cena, primo in cucina senza aver dormito (ma tanto ormai era la norma, si stava abituando) e ansioso per tutto il giorno, venne a sapere che tutta la sua ansia era stata completamente inutile.

-Aspetta, aspetta, aspetta… in che senso “dacci indicazioni su cosa cucinare”?! Non devo cucinare da solo?- chiese a bocca aperta, sconvolto, dopo l’affermazione burbera di Mildred.

-Innanzitutto dammi del lei, novellino. E poi che credevi? Che ti avremmo permesso di preparare un banchetto completamente da solo?! Chi ti credi di essere?!- si indignò la cuoca, e Leo non riuscì a trattenersi dall’abbracciarla al massimo del sollievo.

-Oh, che fortuna immensa! Ero spacciato! Grazie a Jahlee ci siete anche voi ad aiutarmi!- esclamò, entusiasta.

Mildred si irrigidì, ma non si scansò, almeno non immediatamente. Sicuramente era troppo sconvolta per avere una reazione preparata.

Ma non si poteva biasimare troppo Leo. Aveva appena scoperto, dopo cinque giorni di ansia totale, che non doveva affrontare una finale di Masterchef, ma una semplice prova in esterna in brigata.

Era mille volte più semplice gestire tutte le preparazioni che aveva in mente con un team molto più esperto di lui ad aiutarlo.

-Lasciami immediatamente andare, marrano- Mildred finalmente si sbloccò, e allontanò Leo con violenza e una mestolata in testa.

Leo era troppo felice per lamentarsi.

-Mi scusi, Mildred, ero troppo felice! Sono troppo felice! Quindi praticamente devo solo dirvi quello che penso di cucinare e girare per la cucina?- chiese, speranzoso.

-Troppo facile così. Uno dei piatti proposti sarà tua completa e totale responsabilità- spiegò Mildred, fulminandolo con lo sguardo.

-Scelgo il dolce!- si prenotò immediatamente, prima che gli potesse essere suggerito altrimenti.

-Ovvio che lo scegli- Mildred sospirò. Nonostante il suo atteggiamento burbero iniziava ad abituarsi e ad affezionarsi al ragazzo.

E sotto sotto sperava che restasse a palazzo.

-Leo! Pronto a cucinare?! Oggi sarà una giornata importante! Sono pronta a fare qualsiasi cosa!- Anna fu la seconda cuoca ad entrare dopo Leo (Mildred praticamente viveva lì non contava) e si mise immediatamente a disposizione, seguita a ruota da Mary e Jane.

Leo, che aveva previsto di fare tutto da solo, si trovava adesso con un compito estremamente facile. Perché pensare solo al dolce significava avere il tempo di realizzare il dolce più importante e gustoso della sua vita!

Sapeva di non potersi permettere di mettersi comodo, perché era comunque una prova difficile, ma affrontò la preparazione culinaria con molto più ottimismo e determinazione.

Quindi l’inevitabile montaggio sonoro in cucina, stavolta, ha più canzoni del tipo “What baking can do” del musical Waitress (Cucinerò una porta per farmi andare avanti) o “Stia con noi” della Bella e la bestia (non serve dire le parole la conosciamo tutti questa canzone). 

Insomma, motivetti più incoraggianti e dalla melodia più allegra.

E alla fine della preparazione, Leo era soddisfatto.

Le altre cuoche erano straordinarie, e il suo dolce super elaborato era uscito esattamente come lo voleva lui.

Un misto di un sacco di preparazioni, tra base della torta, creme varie, crepes e guarnizioni di zucchero e cioccolata.

Sperava solo di non aver esagerato, ma il risultato non gli sembrava un mappazzone.

Alla fine giunse il momento degli assaggi.

E di conoscere finalmente il re e la regina.

Quando Leo entrò nella elegantissima sala da pranzo uscita direttamente dalla reggia di Versailles, la famiglia reale al completo era già seduta a tavola.

Il re denotava un’aura di potere, e subito puntò gli occhi castani e profondi verso Leo nel momento stesso in cui lo vide entrare, interrompendo una discussione che stava avendo con il figlio. Era molto simile alla figlia minore, sia per i tratti del viso che per la corporatura robusta, ma a differenza della prole, aveva i capelli castano scuro.

Mendel si sarebbe rivoltato nella tomba nel vedere che due figli su due avevano ereditato geni recessivi.

Sua moglie, la regina, era la copia spiccicata al femminile del figlio. Gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi grigio tempesta, e lo stesso atteggiamento glaciale.

Dei due si capiva chi portava i pantaloni in casa (metaforicamente parlando, dato che l’abito della regina era uno stupendo vestito regale).

-La cena è servita!- Leo si inchinò e porse i primi piatti, cercando di ricordare quanto più possibile degli insegnamenti di Persian.

Aveva un vuoto mentale.

Colpa dell’ansia e del sonno che santo cielo… non dormiva affatto quei giorni, come faceva ad essere ancora vivo in un luogo dove il caffè scarseggiava ed era riservato solo ai nobili?!

-Così tu saresti il cuoco?- il re squadrò Leo dalla testa ai piedi, mettendolo parecchio in soggezione. Leo si affrettò ad inchinarsi maggiormente, consapevole di essere ancora pessimo nel farlo.

-Sì, vostra maestà. È un onore per me aver avuto l’opportunità di cucinare per voi- cercò di essere il più formale, elegante e lecchino possibile.

Ogni cosa per restare lì.

Perché volesse restare lì con tale convinzione Leo non se lo spiegava dato che essere cacciato da palazzo poteva essere un’opportunità migliore, ma dettagli, motivi di trama. E meglio una situazione difficile in un castello che una situazione difficile per strada, no?

-Assaggiatore, assaggia- il principe lo incoraggiò a fare il suo secondo lavoro, e Leo prese il boccone che gli porse con tranquillità e riverenza.

E sorrise sollevato dopo averlo assaporato bene.

Era davvero ottimo. Jane aveva fatto un lavoro straordinario nel taglio degli ingredienti, si erano cotti in maniera uniforme e la sensazione sul palato era ottima.

Rimase in attesa che anche gli altri commensali chiedessero i suoi servigi, ma dopo averlo osservato qualche secondo, decisero di mangiare direttamente, senza far passare i propri piatti dal via.

-Daryan ci ha parlato molto di te. Sembri una persona estremamente sospetta che non avremmo nessun motivo di assumere. Cosa hai da dire al riguardo?- chiese il re, continuando l’interrogatorio e assaggiando con attenzione il piatto. Il suo volto non si scompose.

Era una domanda difficile, ma Leo si aspettava un commento del genere.

-Comprendo perfettamente la posizione del principe Daryan sulla mia permanenza qui, ma confido che la mia cucina parli per me e illustri le mie nobili intenzioni. Che sia il mio motivo per farmi assumere- spiegò, impappinandosi un po’ nella parlata formale perché gli venivano in mente troppe parole moderne.

-In questo piatto sento l’abilità manuale di Jane, l’equilibrio di Irma, e niente di nuovo- dopo solo un paio di bocconi, la regina mise il piatto da parte.

-A me piace molto!- Opal cercò di risollevare l’atmosfera. Era l’unica che sembrava mangiare con vero gusto. 

Anche Daryan aveva lasciato perdere dopo pochi bocconi, mentre il re mangiava lentamente, con una maschera di ferro.

Rimasero in silenzio per il resto dell’antipasto, e poi fu il turno del primo piatto.

Leo non aveva grandi aspettative per il riso allo zafferano da lui preparato con l’aiuto di Mary. Era una delle più abili lì dentro, soprattutto con i primi, e quando Leo aveva scoperto lo zafferano girovagando in cucina, qualche giorno prima, era stato in procinto di piangere. Non era quello abruzzese, ma era comunque una piccola traccia di casa.

Poi aveva fatto una scoperta terrificante… lì a Jediah… e forse anche nel resto dei sette regni… NON ESISTEVA LA PASTA!! Almeno non quella italiana che lui aveva imparato a cucinare con sua nonna.

C’era un tipo di pasta, molto più simile a quella asiatica che a quella italiana, e Leo aveva programmato di fare la pasta fresca come primo piatto.

Purtroppo non aveva avuto il tempo di addestrare bene Mary, e quindi avevano ripiegato verso il riso allo zafferano. Non la sua prima idea, quindi, ma sperava comunque andasse bene.

-Assaggiatore, assaggia- Daryan di nuovo gli porse una porzione del proprio piatto, e Leo lo mangiò con attenzione.

Beh… era eccezionale! Gli sembrava di essere tornato per un attimo a casa.

-Che cosa ci hai messo dentro? Ha un sapore super particolare!- chiese Opal prima ancora che Leo deglutisse.

-Opal! Aspetta il controllo dell’assaggiatore prima di mangiare!- la riprese suo padre, osservandola preoccupato.

-Tanto Leo non mi avvelenerebbe mai! Mi adora! Vero Leo?- la principessa gli fece un sorriso civettuolo.

Leo si ritrovò gli sguardi dei tre reali puntati su di lui, in attesa della sua risposta e con occhi assassini.

Se Leo avesse negato l’avrebbero odiato in quattro, se Leo avesse confermato l’avrebbero odiato in tre, quindi era chiaro quale fosse l’opzione migliore. 

Ma non voleva diventare il classico ragazzo che i genitori della protagonista del manhwa odiavano perché attirava l’attenzione o era attirato dalla principessa.

Soprattutto perché se c’era qualcuno a cui poteva essere attratto, ipoteticamente, non perché Leo ne fosse effettivamente attratto, era il principe. Maschio. Di età più decente.

Ma Leo non era attratto da lui, lo trovava solo un bel ragazzo! Fisicamente! Di personalità era meh… giusto?

Ugh! Non era il momento di avere un gay panic! Doveva rispondere alla domanda della principessa.

-Chi mai potrebbe non adorare la gemma del regno, principessa- cercò di mantenerla sul vago e farle i complimenti senza scendere sul personale.

-Awww, sei così gentile! Attento a non lusingarmi troppo o finirò per sposarti- Opal lo guardò con fare ammiccante, e Leo impallidì.

Gli sguardi minacciosi si fecero così assassini che Leo si sorprese di non essere morto a causa di una qualche maledizione regale. I personaggi di questo tipo di storie dopotutto avevano poteri molto particolari.

Distolse lo sguardo dalla tavola, senza sapere cosa diavolo rispondere, e venne tratto in salvo dall’ultima persona si sarebbe aspettato venisse in suo aiuto.

-Quindi, che spezia hai usato per il risotto?- chiese Daryan, riprendendo la domanda fatta precedentemente.

Era lui quello da sposare, altroché!

…Leo, mantieniti etero!

O quantomeno asessuale! 

Sei sul filo del rasoio, perdiana! Non metterti a crushare sui principi con destino romantico già (letteralmente) scritto!

-Zafferano- rispose, con la gola secca.

-Curiosa combinazione, anche se nella mantecatura sento la mano esperta di Mary. Sembra più un piatto suo piuttosto che tuo- la regina questa volta prese tre bocconi prima di lasciare il piatto, ma lo lasciò in ogni caso.

Era ovvio che si sentisse la mano di chi aveva effettivamente cucinato il piatto! Ormai poteva sperare solo nel dolce.

Ed infatti i piatti seguenti mostrarono commenti molto simili da parte della regina (-La carne è stata cucinata chiaramente da Anna- -Sara ha rovinato parecchio la salsa-), mentre il re si limitava a mangiare e a volte a fare qualche domanda personale a Leo per assicurarsi che non fosse una spia in incognito.

Tale padre, tale figlio.

E a proposito del figlio… Daryan mangiò davvero molto poco, quella sera.

Probabilmente, con tutto ciò che aveva assaggiato Leo, aveva mangiato più lui rispetto al principe, che di solito prendeva uno, massimo due bocconi, e lasciava perdere, e non sembrava godersi neanche una briciola di ciò che mangiava, come se si dovesse sforzare in maniera immensa per mandare giù.

Considerando che i piatti erano tutti davvero buoni, Leo non riusciva proprio a capire il suo comportamento.

E avrebbe anche potuto fingere che fosse solo magari una cosa passeggera. Un piccolo disturbo allo stomaco, o magari aveva mangiato troppo durante l’ora del tè.

Ma Leo era sempre al fianco del principe durante ogni pasto, e aveva notato già da un po’ che non sembrava mai godersi il cibo.

Ne prendeva sempre abbastanza per sostentarsi, ma era come se avesse un limite minimo e si attenesse sempre a quello, obbligato dai suoi bisogni umani a mettere carburante nel corpo.

Era… triste.

-Bene, spero che il dolce possa risollevare questa performance fondamentalmente mediocre- le parole fredde della regina distolsero Leo dalla sua osservazione, e il ragazzo abbassò la testa con rispetto, prima di andare a prendere il suo capolavoro da ristorante stellato.

…forse.

…magari.

Leo lo sperava con tutto il cuore.

-WOOO!- fu il primo commento della principessa, osservando la portata principale con occhi ridotti a due stelle. Sembrava davvero brillare di luce propria.

La regina sbarrò a malapena gli occhi.

Il re si lasciò sfuggire un leggero -Oh…- sorpreso.

Perché il piatto non era solo sicuramente super buono, ma Leo aveva fatto del suo meglio per renderlo anche il più bello da vedere possibile. Aveva passato gli ultimi sette giorni a sperimentare con le sculture di cioccolata solo ed esclusivamente per quel momento.

Beh, non esclusivamente, dato che sarebbero di certo tornate utili in futuro, ma comunque era importante che quel giorno la scultura uscisse bene, ed era uscita alla grande.

Fortuna che non si era sciolta nell’attesa tra una portata all’altra.

-Un drago?- osservò Daryan, anche lui stupito, osservando la scultura di cioccolato che adornava la torta.

-L’animale simbolo della famiglia reale di Jediah. Il mio omaggio nei confronti di coloro che mi hanno dato questa importante e generosa opportunità- spiegò Leo, lisciandoseli il più possibile.

-La presentazione non fa un piatto. Ho assaggiato centinaia di torte in vita mia, è stato rischioso da parte tua presentarti con un dolce del genere- la regina cercò di mantenere la sua compostezza.

-Voglio mangiarla seduta stante!- la principessa era molto meno composta.

-Non è una semplice torta, permettetemi di mostrarvelo- Leo prese un coltello (facendo scattare sull’attenti Daryan che ancora non si fidava del tutto di lui) e tagliò la torta al centro, mostrando un interno di gusti particolari e selezionati, e servendo i piatti con eleganza e cura.

-Assaggiatore, ass… che lo dico a fare, Opal si è già fiondata- Daryan era in procinto di fargli assaggiare la torta (ed era il primo piatto che Leo voleva davvero assaggiare) ma si interruppe quando notò che il resto della sua famiglia aveva già cominciato a mangiare.

Leo tentò di non sembrare troppo deluso, ma Daryan sembrò accorgersene, perché gli porse il proprio piatto.

-Per sicurezza preferisco farti assaggiare il mio piatto- cambiò idea, in tono freddo.

Leo sorrise con gioia, e assaggiò la sua opera più ambiziosa.

…era esattamente come sperava.

Non riuscì a trattenere il suo sorriso più soddisfatto.

E se fosse stato leggermente più attento, avrebbe notato che anche Daryan, sebbene molto tra sé, aveva accennato un sorrisino leggerissimo, nel vederlo così entusiasta.

Ma l’attenzione di Leo fu bruscamente attirata da un pugno sbattuto sul tavolo, appartenente alla regina.

Per un secondo, un terribile istante, temette di aver fatto un casino.

Aveva forse usato ingredienti a cui la regina era allergica senza saperlo? Aveva sbagliato proprio quella parte di torta? C’era finito qualcosa? Un pezzo di guscio, un capello?

Poi vide il volto della regina. Il suo temperamento glaciale aveva appena lasciato spazio a due occhi lucidi e un’espressione beata.

-Questo è il dolce più buono che io abbia mai assaggiato in vita mia!- tuonò, con entusiasmo, alzandosi di scatto in piedi.

-Oh, mi fa davvero piacere, maes…- Leo non fece in tempo a finire, perché la regina lo aveva raggiunto e gli aveva preso le mani.

-Diventa il nostro pasticcere personale! Sarai a capo del banchetto per la festa di compleanno di Opal, ti pagheremo il doppio se prometti di restare qui! Non andare da nessun’altra parte!- gli fece un’offerta che non poteva rifiutare… non in senso mafioso, solo nel senso che era davvero un’ottimo offerta.

-Oh, io… wow… è… è un grande onore- Leo arrossì di botto. Nessuno si era mai rivolto a lui con tale entusiasmo… tranne Opal… ma Opal era una ragazzina più piccola, non un’adulta, regina, che fino a quel momento era stata più fredda della dea della neve Noelle.

-L’onore è nostro! Opal, ti piace l’idea che si occupi del tuo banchetto di compleanno?- chiese la regina a sua figlia, dopo aver scompigliato i capelli di Leo in maniera affettuosa.

-Assolutamente! Questa torta è la quintessenza della bontà assoluta! Dary, papà, che ne dite?- chiese Opal, rivolta ai maschi della famiglia.

-Non sono un esperto in gusto come voi due, ma ammetto che il piatto ha conquistato anche me… poi devo dire che ho amato questa cena, è stata per me ottima dalla prima all’ultima portata- ammise il re, abbandonando la facciata dura per mostrare un’atteggiamento più mite e bonario.

Daryan non commentò, e si limitò ad assaggiare la torta con sopracciglia aggrottate, come se non riuscisse proprio a capire perché fossero tutti così entusiasti.

Per qualche strano motivo, Leo non riuscì a distogliere lo sguardo da lui, pieno di aspettativa.

Gli piaceva la torta? Leo sperava davvero di sì. Nonostante fossero i due reggenti l’ago della bilancia della sua permanenza, per qualche strano motivo Leo aspettava l’esito del principe con maggiore trepidazione.

Ma lui rimase un blocco di ghiaccio durante tutta la degustazione, senza dare segno di essere rimasto colpito dai sapori.

Ma a Leo non sfuggì che quello fu l’unico piatto che finì.

E non trattenne un sorriso davvero soddisfatto.

Ora che aveva ottenuto un lavoro a tempo indeterminato e un ingaggio per un evento particolare, poteva finalmente rilassarsi, giusto?

…Giusto?

Spoiler: …no!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Innanzitutto volevo dirvi che ho aggiunto qui su EFP i profili dei personaggi all’inizio di ogni capitolo, come già facevo su Wattpad.

Poi che ho progettato tutta la storia… o meglio, tutta la prima stagione della storia, che sto praticamente dividendo come se fosse davvero un manhwa coreano con archi narrativi e stagioni. Saranno 22 capitoli. 

E spero che vi piacerà quello che ho in programma. Ci saranno più colpi di scena di quanti vi potreste aspettare ;)

E tre stagioni, teoricamente.

…praticamente io non riesco mai a scrivere cose brevi, mannaggia a me.

Ma parlando di ciò che si è visto finora… Leo ha conquistato anche il re e la regina, da qui teoricamente dovrebbe essere una passeggiata, giusto?

…giusto?!

Ehhhh, vedremo.

Sarei molto curiosa di sapere che ne pensate, soprattutto dei personaggi, quindi per non costringere nessuno a recensire o a scrivere un messaggio o altro, aggrego qui sotto un sondaggio sulla storia, che potete completare in pochi secondi, è anonimo, ed è completamente sicuro. L’ho fatto anche per altre mie storie.

Giusto per capire un po’ che ne pensate :)

Un bacione e alla prossima :-*

 

 

SONDAGGIO!!!!

 

 

   
 
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