Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |      
Autore: JoiningJoice    17/06/2021    0 recensioni
[SouRin | Arabian!AU]
[...] A volte fatica a comprendere chi sia l’uomo che gli si stringe addosso e dichiara di amarlo, se davvero sia lo stesso con cui la sera discute freddamente il futuro del paese. Ha cercato quella distinzione nella temperatura del suo corpo, ma a dispetto delle aspettative Rin sa essere impetuoso nelle decisioni politiche e freddo tra le lenzuola, se lo desidera; allora ha cercato le differenze sotto altri aspetti: nei gesti, nella voce, negli sguardi.
Alla fine, dopo anni di silenziosa e disperata ricerca, crede di averlo trovato nella luce.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Portrait of Fryderyk in Shifting Light

 

 

What can you know about a person? They shift

                in the light. You can't light up all sides at once. Add

                a second light and you get a second darkness, it's only

                fair. He is looking at the wall and I am looking at his

                looking. Difficult thing, to be scrutinized so long.

                [...]

                Anyone can paint a mask. It's boring.

                And everyone secretly wants

                to collaborate with the enemy, to construct a truer

                version of the self. How much can you change

                and get away with it, before you turn into someone

                else, before it's some kind of murder? Difficult,

                to be confronted with the fact of yourself. Opaque

                in the sense of finally solid, in the sense of

                see me, not through me.

                [...]

                I made a shape of the shape he made, subtracted

                what he shared with anyone else. There wasn't

                much left but it felt like him, wild and scared.

                It was too much to bear.

 

 

« Raccontami una delle tue storie. »

                La stanza circolare in cima alla torre non ha porte: l'unico accesso possibile è una botola posta al centro del mosaico che funge da pavimento. Al posto delle solide pareti archi in pietra, e leggere tende di seta ad adornarli – tanto leggere che il colore neutro di cui sono intessute si somma a quello della luce proveniente dall'esterno, più intensa, a quell'altezza. In quel momento hanno il rosso forte ed alieno del tramonto; si sollevano da terra come braccia stanche, ricadendo su loro stesse nel debole tentativo di raggiungerli, sfiorare i due corpi nudi sdraiati tra tappeti spessi e cuscini gonfi di piume e lenzuola intrecciate con ogni colore conosciuto. Sousuke ricorda di aver trovato quegli intrecci di colori difficili da contemplare per più di qualche istante, le prime volte che li ha visti – dolorosi allo sguardo. È un pensiero che ha abbandonato molto tempo prima, come molti altri facenti parti della sua infanzia. Le dita affondano nei capelli folti di Rin, scostano ciocche sudate dalla sua fronte. Non può che provare un brivido, nel vederlo impassibile, gli occhi grandi come quelli di un bambino mentre attende una sua risposta.

                Quello non è l'uomo che serve, deve ricordarsi; quello è l'uomo che ama.

                « Le conosci tutte. », sorride, il petto – una mano di Rin è posata all'altezza del suo cuore – che si solleva appena per il singulto. « Quelle che non conosci le ho dimenticate. »

                Lo sguardo di Rin non vacilla nemmeno per un istante. Una delle tende alle spalle di Sousuke si alza un po' più del dovuto, illuminando la pelle abbronzata e gli occhi rossi, innaturali. L'ombra di un capriccio esoterico li avvolge e Sousuke ricorda, come la sentisse in quell'istante per la prima volta, la voce di sua madre mentre gli indica il palazzo reale, l'indice puntato forse in direzione di quella stessa torre. "I padri dei padri dell'attuale sultano hanno venduto le loro anime a un Demone del deserto in cambio di ricchezza e potere.", gli aveva detto. "Per questo i loro discendenti hanno occhi e capelli del colore del sangue."

                « Inventane una, allora. »

                Il capriccio prende forma in quella frase, in quel comando. La tenda scende verso terra, riconduce Rin nell'ombra – donandogli una forma più umana, meno inquietante. In tutti quegli anni di servizio e compagnia Sousuke non ha mai avuto il coraggio di domandargli se le storie sulla sua famiglia abbiano qualche fondamento; teme che non sarebbe in grado di reggere la verità.

                « Non sono bravo ad inventare storie. », tenta di giustificarsi. Rin allora scivola verso di lui, verso il suo corpo; bacia la linea dura della sua mascella come si fosse improvvisamente reso conto che quello è l'unico lembo di pelle di Sousuke che non ha mai sfiorato, e fosse venuto a reclamarlo.

                « Provaci. », sussurra. « Lascia che sia io a decidere se sei bravo o meno. »

                Ed il suo tono è basso ed è caldo, e Sousuke si domanda se quello sia un suggerimento, come vorrebbe fargli intendere, o un ordine; a volte fatica a distinguere una cosa dall'altra, a volte fatica a comprendere chi sia l'uomo che gli si stringe addosso e dichiara di amarlo, se davvero sia lo stesso con cui la sera discute freddamente il futuro del paese. Ha cercato quella distinzione nella temperatura del suo corpo, ma a dispetto delle aspettative Rin sa essere impetuoso nelle decisioni politiche e freddo tra le lenzuola, se lo desidera; allora ha cercato le differenze sotto altri aspetti: nei gesti, nella voce, negli sguardi.

                Alla fine, dopo anni di silenziosa e disperata ricerca, crede di averlo trovato nella luce.

                Il corpo di Rin sovrasta il suo; gli sale a cavalcioni e si china a baciare il suo collo, le dita che ricercano un contatto e trovano riscontro nella presa di Sousuke, nell'intreccio saldo con cui le afferra. « Conoscete la storia del sole e del deserto? », mormora; Rin, che non si aspettava di essere accontentato tanto rapidamente, si ferma. Sousuke è assuefatto di lui, tanto da sentire sulla pelle lo spettro delle sue labbra, come se si trovassero ancora lì.

                « Non la conosco. », ammette. « Va avanti. »

                Sousuke posa una mano sul suo volto: un gesto che lo coglie di sorpresa, affettuoso ed intimo, più di qualsiasi rapporto che abbiano mai avuto. Anche lui non è mai lo stesso, non è mai se stesso – quella versione idealizzata e libera che ha di sé è morta assieme a sua madre e a suo padre, è morta il giorno in cui è stato condotto per la prima volta a palazzo. Nell'osservare la mano posata sulla guancia di Rin osserva il proprio passato, ed un futuro che non sarebbe dovuto esistere. Aveva temuto ciò che tutti temevano, nelle sue circostanze: che le sue dita fossero rotte al primo furto, che le sue mani fossero mozzate se il crimine fosse stato perpetrato nel tempo – eppure gli era stata concessa la grazia, gli era stata data un'altra possibilità. Nel ricevere quel dono inestimabile non si era inchinato e non aveva baciato i piedi del sultano: lo aveva fissato dritto negli occhi rossi, ricordando le parole di sua madre e tremando nel constatare che quella che aveva sempre creduto una leggenda aveva un fondo di verità. Ma sua madre e sua nonna gli avevano parlato dei Demoni come di creature fredde, mentre la mano del sultano sulla sua spalla gli era apparsa calda, confortevole.

                Gli aveva fatto promettere che non avrebbe mai più rubato; che avrebbe dedicato la sua vita ed il suo coraggio a combattere le ingiustizie, affinché nessuno – nè lui, nè gli altri che conosceva – fosse più costretto a patire la fame, a rubare per sopravvivere. Qualche anno più tardi – a quel punto le spalle di Sousuke si erano fatte più ampie, la sua lingua più sciolta – gli aveva fatto promettere di servire Rin; di morire per lui, se necessario.

                "Morirò per vostro figlio se si mostrerà un uomo degno di un sacrificio simile.", aveva risposto. Il sultano aveva riso: in un mondo più ingiusto, quell'affronto gli sarebbe costato la vita. In quello strano mondo in cui era capitato per errore, tutto ciò che aveva ricevuto era una pacca sulla spalla – e pochi ordini, semplici e sintetici: proteggilo. Fa che viva a lungo. Credi in lui.

                Non aveva avuto bisogno di sforzarsi troppo per seguire quegli ordini, impartitogli in un sussurro. Del figlio del sultano sapeva poco, o quasi nulla: l'aveva visto camminare nei vestiboli e nelle sale del palazzo, un'ombra lontana e indistinta difesa da uomini che all'epoca erano stati più grandi di lui, nemici senza volto, e che in seguito gli avrebbero giurato fedeltà eterna. La prima volta in cui lo sguardo di Rin si era incrociato col suo era stato qualche giorno dopo la promessa fatta al sultano: era stato scortato nelle sue stanze, e Rin non l'aveva fatto inginocchiare, non si era presentato seduto su uno scranno dorato. Si erano affrontati da pari, l'unica differenza tra loro dettata dalla rispettiva eredità genetica: Sousuke, figlio del deserto – e Rin, figlio dei Demoni.

                « Tu credi che mio padre sia un uomo buono, e lo servi perché ti ha salvato la vita. », aveva dichiarato Rin, dopo un'attenta, silenziosa analisi. « Ma come ti comporteresti se ti dicessi che ti sbagli? »

                La risposta che Sousuke gli aveva dato l'aveva soddisfatto al punto da stirare gli angoli della sua bocca in un sorriso sincero e folle.

                Ha riflettuto molto su quella domanda, sin da quando il sultano è morto, sin da quando Rin è salito al potere. Nella sua opinione, Rin non è un uomo buono; nella sua opinione, Rin è l'uomo più buono che conosca. Ambedue frasi possono essere vere senza contraddirsi, perché lui gli ha fatto dono di quella duplice essenza che lo contraddistingue e che Sousuke, delle volte, vorrebbe non conoscere affatto.

                « Ogni cosa in questo mondo non creata dall'uomo possiede uno spirito. », comincia. Rin lo osserva con occhi grandi, curiosi, un sorriso furbo a stirargli le labbra. Gioca con lui, con le sue idee; si diverte a costringerlo in situazioni in cui Sousuke è costretto a reinventarsi, per scoprirlo di nuovo e innamorarsi di lui ogni volta.

                « Certo, so che è così. », commenta, sardonico. Le dita nude dei gioielli si posano sul suo petto; non dice altro, ma il solo gesto implica più di quanto potrebbe narrare. Anche tu possiedi uno spirito, sembra dirgli, e io lo conosco bene, poichè lo posseggo.

                « Un uomo intelligente come voi saprà di certo, allora, che anche il sole e il deserto posseggono uno spirito. », lo prende in giro. Non sa se sia davvero così, ma gli piace crederlo. Si solleva sui gomiti e Rin lo stringe a sé, gioca coi suoi capelli. Sousuke sente le sue unghie sulla pelle tesa della nuca e trema, chiude gli occhi. « Ma forse non sapete quanto il sole ami il deserto. »

                Rin si china su di lui, cattura le sue labbra in un bacio dolce e lento. « Continua. », lo incita in un sospiro, straordinariamente privo di malizia. La sua curiosità è quella di un ragazzo, basta poco a stimolarla. Sousuke ride, un verso fresco che si infrange contro la sua pelle.

                « Non mi date modo di parlare. »

                « E tu trovalo. Come fai sempre. »

                Quante volte lo ha contraddetto, da quando lo conosce? Quante volte ha osato alzare la voce contro di lui, fargli notare un errore di valutazione laddove riteneva che ve ne fosse uno? Rin non lo ha mai rimproverato per quell'atteggiamento, e quando lo ha ringraziato lo ha fatto coi gesti, anziché con le parole. Ogni suo bacio segreto è un appiglio al perdono, una richiesta silente: abbi pazienza, con me. Sousuke accoglie ogni suo bacio come un pozzo avido d'acqua accoglie la pioggia: senza pretese, mai conscio di quando arriverà, ma infinitamente grato.

                Si solleva tra i cuscini morbidi e le sue mani si posano sui suoi fianchi, come se volesse contenere la sua impazienza. Inclina il capo e lo posa sul suo collo, anziché sul suo viso; Rin accetta quel cambiamento con un sospiro leggero, un fiato che si condensa contro il suo orecchio.

                « Il sole ama il deserto. », mormora. « Che altro? »

                « Lo ama, ma non può averlo. », decide. Le sue dita affondano nella carne morbida, sudata. Con un indice incide il proprio percorso nella curva della sua spina dorsale, dall'alto verso il basso. Rin sospira di nuovo. « Lo ama da quando il deserto era una terra fiorente e verde. Ha provato molte volte a carezzare il suo corpo, ma ha lasciato dietro di sé solo terra bruciata e dolore. Lo ha trasformato in maniera indelebile. »

                « Quindi è un amore impossibile. », commenta Rin, quasi infantile, imbronciato all'idea. Poggia la fronte contro la sua. « Ma è reciproco? »

                Sousuke annuisce piano. « Certo. Anche il deserto ama il sole... nonostante quest'ultimo soffra le conseguenze della loro vicinanza e non sopporti di vedere il suo corpo arido e ustionato, il deserto ha accettato da tempo di assumere una nuova forma e rinascere ad ogni loro abbraccio. Ma non è tutto... »

                La sua vita è stata costellata di coincidenze e avvenimenti su cui non ha esercitato la minima volontà; incidenti, in altre parole. Non ha chiesto lui di diventare orfano, non poteva prevedere che il sultano lo risparmiasse, né di scoprirsi tanto adatto alla vita militare. Non poteva prevedere di innamorarsi di Rin.

                Ricorda il loro primo bacio con accecante chiarezza. Anche in quel caso aveva creduto che si trattasse di un incidente: si erano ritirati a parlare nelle sue stanze, scambiandosi parole vuote e silenzi per minuti, seduti accanto a un arco che dava sul vuoto. Rin aveva poggiato il mento sulla mano, il gomito piantato nel ginocchio.

                « Cosa accadrebbe se mi gettassi di sotto, ora? »

                « Moriresti. », aveva risposto, serio. La risata di Rin gli aveva riempito le orecchie. « Cosa potrei fare? »

                « Potresti cercare di salvarmi, per esempio. Morire con me. »

                Aveva spalancato le braccia, minacciandolo con quel gesto estremo, un sorriso sulle labbra.

                « Allora vado. », aveva sussurrato; poi era accaduto tutto molto in fretta: il suo corpo si era inclinato aldilà dell'arco bianco e, a dispetto di qualsiasi risposta piccata, a dispetto di qualsiasi provocazione o buonsenso, Sousuke si era gettato addosso a lui. L'aveva afferrato per le spalle, trascinato contro di sé; avevano rovinato a terra sul pavimento, scomposti e ansimanti. Sousuke aveva sentito il battito folle del suo cuore contro l'orecchio, chiaro sotto gli strati di vestiti, sotto la pelle.

                « Ma che razza di idee ti vengono in mente?! », aveva urlato. In quel momento non c'erano stati né titoli né posizioni; si era sollevato sui gomiti e lo aveva guardato in volto. Rin aveva ricambiato, sconvolto, spaventato. « Non puoi farmi una cosa simile! Non puoi... »

                Aveva ceduto alle lacrime. Non gli era mai accaduto, prima di allora; aveva creduto di essere forte, e di dover uccidere la propria umanità in cambio di quella forza. Tutto si era infranto in un singolo istante, cristallizzato in quello stupido gioco, nel momento in cui aveva compreso la verità su di sé, su Rin – che si era alzato, aveva posato una mano sul suo viso, e gli aveva domandato scusa. Scusa, perdonami, ancora e ancora, parole vergini sulle sue labbra, lacrime di vergogna nei suoi occhi. Lo aveva baciato e non c'era stata alcuna necessità di spiegare il perché. Sapevano entrambi. Nella bocca di Rin Sousuke aveva scoperto il conforto della certezza.

                « Sei di nuovo con la mente da un'altra parte. »

                Sbatte le palpebre e torna al presente. Rin è seduto sulle sue gambe, i fianchi che cingono dolcemente le sue cosce, le braccia che gli circondano le spalle. È suo, in ogni aspetto. Il suo corpo gli appartiene e ora reclama anche i suoi pensieri.

                « No. », mormora Sousuke. « Sono sempre qui con te. »

                « Che altro c'è? Come finisce la storia? », gli domanda, soddisfatto dalla sua risposta. Le sue mani scivolano giù dalle sue spalle, carezzano il suo petto nudo. Sono nude, prive di gioielli, chiare e leggere. Sousuke chiude gli occhi. Lascerebbe che gli strappasse il cuore dal petto, se potesse. Solleva una mano e la poggia sul suo volto, traccia la curva delle sue guance con l'indice, scende. Riapre gli occhi e lo ritrova. Anche Rin è sempre lì, con lui.

                « Ci sono voluti anni e anni di prove, ma alla fine il sole ha compreso come donare il proprio amore al deserto senza fargli del male. », mormora, perdendosi nei suoi occhi. « Noi lo chiamiamo tramonto, ma è un matrimonio. Ogni giorno il sole disegna le ombre e le luci che danno forma al deserto. Ogni giorno rinnova la promessa di rimanere per sempre accanto a lui. »

                Sa che a palazzo qualcuno lo ha definito l'ombra del sultano, ma ritiene sia una definizione sbagliata: Rin possiede abbastanza luce ed abbastanza ombre senza di lui. Le osserva scivolare sul suo volto in quell'istante, trasportate dal vento, dalle tende, dai suoi pensieri, dalle dita che scivolano sulla sua pelle. Le trova nel suo sorriso.

                « Hai mai considerato una carriera come cantastorie? », scherza. Sousuke ricambia il suo sorriso.

                « Vorrei, ma il mio padrone non mi ha mai dato l'opportunità di scegliere. »

                Rin sbuffa. Scoppia a ridere, una risata fresca come l'aria a quell'altezza, calda come il sole che non scotta i loro corpi. Ride quando Sousuke lo spinge in avanti, tra i cuscini, quando cerca le sue mani e le stringe, quando carezza il suo petto nudo. Smette solo quando Sousuke si china per posare le labbra sulla sua pelle, lasciando una traccia di baci che dal collo scende verso il basso. Le sue cosce stringono le spalle di Sousuke, pretendono di sentirlo, di intrappolarlo. Fa scivolare una mano nei suoi capelli scuri e lo spinge dove lo vuole, impaziente, un sorriso sornione sulle labbra.

                « Non possiedi un briciolo di pazienza. », sospira Sousuke, le labbra che sfiorano la sua intimità, affamate. « Di questo passo farai arrivare il tramonto prima del tempo. »

                Rin apre gli occhi. Lo guarda, steso tra i cuscini, stretto nelle spalle nude – stupendo, immortale, etereo. Tutto ciò che Sousuke potrebbe desiderare; tutto ciò per cui sa di poter morire.

                « È il mio regno, questo. Lo sai. », mormora. « Decido io quando il sole sorge o tramonta. »

                E Sousuke sa che ha ragione.

 

 

 

 

 

 


Questa storia è stata scritta su commissione. I più sentiti ringraziamenti al committente, Kam!

Long time no sourin, ahah (fingo di non star piangendo madonna mi manC A N O)

Ho le commissioni aperte, se siete interessati: https://twitter.com/aggretsujo/status/1403073899605151748

 

Alla prossima!

-Joice

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: JoiningJoice