Film > X-men (film)
Ricorda la storia  |      
Autore: flaaminia_    18/06/2021    0 recensioni
di come ricominciare e rimettere insieme i pezzi
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ogni giorno la sveglia suonava ed ogni giorno Denise si alzava, si faceva la doccia ed andava a sostenere lezioni per i ragazzi mutanti della scuola del professor Xavier. 

Ogni giorno, mentre faceva qualunque cosa, sentiva la forte mancanza di ciò che nella sua vita aveva avuto una rilevanza importantissima, negli anni precedenti all'esplosione all'interno della scuola. 

Allora ancora non lavorava lì come insegnante, a dire il vero non la conosceva nemmeno, se non per sentito dire, ma era una cosa così lontana dalla sua vita, che non avrebbe mai pensato di finirci a vivere, pochi anni dopo. 

Dopo la fine dell'università, aveva deciso di rimanere a lavorare per un po' nella sua città, in Canada, dove lo aveva conosciuto. 

Non era un normale uomo canadese, lo si vedeva anche da lontano, ed i suoi modi noncuranti, ed alle volte burberi, spesso infastidivano i clienti del pub dove Denise lavorava come barista. Non era un granché come lavoro, e di certo non rispecchiava gli studi approfonditi sulla letteratura straniera che aveva portato avanti nel corso dei suoi anni da universitaria, ma come sistemazione temporanea andava più che bene. 

Comunque, ogni volta che gli atteggiamenti poco gentili di Logan venivano fatti presenti dalla clientela abituale, che ormai lo conosceva bene, Denise lo faceva allontanare da tutti ed indicava un angolo del bancone, dove poi, nelle ore in cui l'affluenza era poca, parlavano di tutto ciò che gli passava in mente. 

I primi tempi, a dire la verità, era stata più che altro Denise a parlare, di sé, dei suoi interessi, della sua passione per la letteratura, della voglia di vedere posti nuovi; pian piano, insistendo nel cercare una qualche forma di dialogo con lui, era riuscita a fargli articolare dei discorsi che andassero ben oltre i monosillabi o i versi. Anche lui aveva cominciato ad aprirsi, a parlare del suo passato con lei, dei ricordi frammentari, di Victor e della guerra. 

Quando poi lei aveva trovato un sistema per invitarlo ad uscire, Logan era riuscito a fidarsi di lei completamente e le aveva mostrato i suoi artigli, pronto alla reazione scioccata che chiunque altro avrebbe avuto al posto di Denise. 

Ma lei non aveva detto niente, anzi. Aveva sorriso e si era leggermente allontanata per mostrare a Logan il suo, di segreto. 

Si era girata verso una fontana non lontana da loro, si era guardata intorno per accertarsi che fossero veramente soli (anche se erano in Canada, la diffidenza verso i mutanti era diffusa come un'epidemia ed in qualsiasi momento si correva un rischio, per questo Logan aveva aspettato tanto per confidarsi) e, con un gesto della mano, l'aveva svuotata dell'acqua, che adesso era sospesa a qualche metro di altezza e gravava sopra la statua del protettore della città. Anch'egli mutante.

Quando aveva lasciato andare l'acqua, Logan aveva fatto un largo sorriso, che aveva scaldato il cuore di Denise. Era la prima volta che lo vedeva sorridere veramente.

Quando poi, un giorno, Logan era andato a lavorare e non era più tornato, Denise aveva passato mesi a cercarlo, senza però raggiungere alcun risultato. 

Quando ormai aveva perso le speranze, qualcuno le disse che, forse, aveva deciso di abbandonarla.

"Dato il suo caratteraccio, non mi stupirei, se fossi in te. Mi chiedo come tu abbia potuto anche solo affezionarti a lui."

Malinconica e triste, Denise aveva cominciato ad odiare quel pub, quella città, quella fontana, la casa che aveva condiviso con Logan per un tempo che avrebbe sperato fosse stato più lungo. Così aveva abbandonato tutto e si era diretta verso gli Stati Uniti, a Westchester. Alla scuola dei mutanti, che in quel momento era ancora in fase di ristrutturazione. 

Il professor Xavier, Charles, come aveva chiesto a Denise di farsi chiamare, l'aveva accolta con entusiasmo, mostrandosi più che disponibile nell'assumerla come insegnante di letteratura straniera per i giovani mutanti. 

Denise aveva così aiutato a ricostruire la scuola e ci si era stabilita permanentemente, approfondendo il rapporto con gli insegnanti, ma soprattutto con Charles. 

Charles, che spesso la osservava muoversi lentamente, come se aspettasse qualcosa e che, la prima volta che l'aveva vista, aveva percepito un dolore particolarmente forte, dovuto all'abbandono di qualcuno. Lui non leggeva la mente delle persone se non era necessario, ma a volte i pensieri erano così forti che gli arrivavano da soli, senza doversi minimamente sforzare. 

"Che fai?" le chiese, trovandola seduta nel grande giardino di fronte all'edificio. Il tramonto cominciava a farsi vedere, tingendo il cielo di rosa e giallo, perciò in giro non c'erano molti ragazzi. Spesso Charles l'aveva vista sedersi sull'erba ad osservare il tramonto, il cielo, nei suoi momenti liberi. Contemplava l'orizzonte e non parlava con nessuno, ma pensava intensamente. La nostalgia era forte nella sua testa e, nonostante fossero passati quasi due anni, Denise si sentiva ancora di aspettare il ritorno di Logan. 

"Questa era casa tua, vero?" chiese Denise al professore, incrociando le gambe e cominciando a giocare un un filo d'erba. 

"Sì." in un attimo, Charles si sedette a terra, lasciando indietro la sedia a rotelle prima che Denise potesse offrirsi di aiutarlo. Adesso erano uno vicino all'altro, che guardavano il sole scendere oltre gli alberi. 

"Com'è andata oggi?" era una domanda che il professore le poneva spesso, quando la vedeva alla fine di una giornata; forse non era così evidente, ma aveva cominciato ad interessarsi a Denise ed a preoccuparsi per lei, per la sua malinconia. Avrebbe voluto vederla felice. Magari renderla felice. 

E Denise non sapeva bene come, ma anche lei sentiva che il suo rapporto con Charles stava cambiando, che non era più solo un amico che l'aveva accolta quando ne aveva bisogno. Il suo sguardo, la sua preoccupazione nei suoi confronti. Spesso, quando era con lui, dimenticava di stare male, l'assenza diminuiva e la sua vita sembrava un po' più colorata di quanto non la vedesse nei momenti di solitudine.

Era come se fosse stata sott'acqua senza poterne uscire, come se il suo stesso elemento cercasse di soffocarla. Ma quando incontrava gli occhi di Charles, l'aria ricominciava a fluire nei suoi polmoni ed in qualche modo trovava il modo di tornare a respirare, anche se circondata da acqua. 

"I ragazzi mi hanno riportato i compiti e, anche se ancora non ho finito di correggerli, ho notato che molti hanno interesse verso la materia." questo la rendeva felice. Era contenta di poter infondere nei ragazzi la passione per ciò che lei aveva studiato con tanta dedizione ed interesse. Essere un'insegnante dava grandi soddisfazioni, adesso se ne rendeva conto. 

"Cominciano ad affezionarsi a te."

Denise sorrise, guardando prima il filo d'erba tra le sue dita e poi il volto di Charles, che la guardava con tenerezza. 

"Già." e si stese a terra, facendo aderire la sua schiena al prato. Dopo poco, anche Charles seguì il suo esempio, e si stese affianco a lei, portandosi le mani dietro alla testa. 

Denise osservò la sua camicia bianca tendersi e si avvicinò, sfiorandone le pieghe con un dito. 

Il professore la guardava in silenzio, tremando un poco quando il dito sfiorava la pelle oltre il tessuto.

Per un attimo, pensò di usare il suo potere per bloccare quel momento e rimanere così per tutta la notte, ma subito quel pensiero venne allontanato. 

"Grazie di esserci." disse Denise in un sussurro, con la voce spezzata, e, chiudendo gli occhi, appoggiò la testa sulla spalla del professor Xavier che, colto un po' alla sprovvista, ma profondamente felice di quel contatto, le baciò i capelli e portò una mano ad accarezzare il suo braccio, che adesso riposava sul suo petto, con la mano aperta. Probabilmente Denise percepiva il suo cuore battere, ma ormai non importava, non più. Non in quel momento così magico e tranquillo, un attimo di respiro nella vita di Denise, ed una luce in quella di Charles.

Rimasero lì per un po', aspettando probabilmente il buio per rientrare nella scuola e salutarsi come complici. 

Denise, per la prima volta, aveva la pace nel cuore e, dopo due anni, ammise a sé stessa che era il momento di smettere di aspettare e di ricominciare a vivere, con Charles.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > X-men (film) / Vai alla pagina dell'autore: flaaminia_