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Autore: Animer_otaku    19/06/2021    1 recensioni
«Paura…?» Il sorriso che risollevò su di lei non aveva nulla di felice. «Certo che ho paura.»
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Se chiudeva gli occhi, si vedeva già nella vita di cui stava per entrare a far parte. Un sorriso felice gli illuminò il volto. Incapace di dormire, scagliò via le coperte e uscì in fretta dalla capanna, prendendo a correre verso il tempio.

«Non sono più un ragazzo.» Non riuscì a impedirsi di dirlo ad alta voce. Infuse ancora più foga alla sua corsa e salì in fretta i pochi gradini del tempio, scostando la stuoia che ne copriva l’entrata. Fu nell’haiden. Il giovane strinse i pugni con forza, chinando il capo in un gesto di rispetto verso gli dei. «Io sono un uomo.»
Il cuore prese a battergli ancora più veloce nel petto. 


I sacerdoti avevano già terminato i riti della sera, ritirandosi nelle loro capanne: nella notte che lo avrebbe condotto al giorno che lo avrebbe consacrato agli occhi della capitale, sarebbe stato solo.

Si inginocchiò rispettosamente a terra e giunse le mani, pronto ad affidarsi agli dei come gli era stato insegnato.
Involontariamente gli tornò alla mente il ricordo di qualche giorno prima e non riuscì a impedire al suo sorriso di assumere una sfumatura divertita, al ricordo di quando gli era stato riferito che sarebbe stato nominato samurai e lui era corso a dare la notizia ai suoi amici più cari: quando aveva affermato di star diventando ormai
“un vero uomo”, la sua migliore amica aveva ribattuto di essere anche lei “una vera donna” e lo aveva costretto a una lotta con i bastoni con lei. Represse la sfumatura quando ricordò dove si trovasse.


La notte scivolò via velocemente mentre lui tornava a concentrarsi e chiedeva agli dei di concedergli la lealtà, la forza, la sapienza, la benevolenza, il coraggio, la sincerità, le qualità che lo avrebbero reso il samurai, l’uomo, che voleva essere.
E la fermezza a compiere il suo dovere.

§

«Kirishima, tu… tu non hai paura?»
«Paura…?» Il sorriso che risollevò su di lei non aveva nulla di felice. «Certo che ho paura. L’abbiamo tutti.»
Ashido Mina lo fissò infelice. Al di là della facciata perennemente scocciata, anche lo sguardo di Bakugo Katsuki non riuscì a non tradire la paura. Attorno a loro, il contingente della cittadella di Yuei organizzava in fretta le ultime cose per la partenza.


Todoroki Shoto e Yaoyorozu Momo si trovavano ancora nella sala del trono, soli, incapaci di lasciar andare l’abbraccio in cui si erano disperatamente stretti.
La sera prima, mentre faceva per scendere alla cittadella e radunare quanti più uomini possibile, Midoriya aveva pianto dal terrore.
E Ochaco, l’unica sopravvissuta all’incursione nel suo villaggio, che il giorno prima aveva fatto irruzione nel cortile del castello gridando disperata dell’attacco, dormiva ancora in preda alla febbre, chiamando nel sonno i nomi di coloro che erano morti.
I giorni in cui Yuei era vissuto in pace, permettendo a tutti loro di vivere felicemente, senza sporcarsi le mani nel sangue, stavano finendo. La sera prima, dalla fretta dei preparativi, non erano nemmeno riusciti a parlarsi.

Shigaraki Tomura doveva aver trovato molto divertente festeggiare le sue nozze con Himiko Toga con la distruzione dei villaggi di confine tra Yuei e Kamino.
Per quanto il giovane daimyo odiasse la guerra, a Todoroki Shoto non era rimasta altra scelta se non convocare d’urgenza il consiglio e ordinare ai suoi messaggeri di radunare un esercito. La sua sposa, Yaoyorozu Momo, aveva architettato la strategia di guerra.


Ashido e Bakugo, guardie del corpo rispettivamente di Yaoyorozu e Todoroki, sarebbero rimasti a palazzo con un contingente alle loro dipendenze, a difendere il castello nel caso Shigaraki avesse voluto conquistarlo alle spalle dell’esercito. Ma quel giorno, come samurai a servizio dei Todoroki e di Yuei, Eijiro Kirishima sarebbe sceso in battaglia nella piana di Kosei.

Gli tornò alla mente la notte prima della sua nomina a samurai, quando era corso al tempio e aveva pregato di sapersi dimostrare degno del suo compito, chiedendo le qualità che lo avrebbero reso un vero uomo. “E la fermezza a compiere il mio dovere.”
«Ma è il mio dovere, Ashido. Il nostro dovere. Non possiamo fingere di ignorare tutti coloro che sono morti nell’attacco, o le mire di Shigaraki. Non possiamo abbandonare il nostro stesso popolo.»
Lo aveva sempre saputo. Non sarebbe stata tanto la sua morte nel seguire gli ordini del suo signore, dimostrare di non aver paura ciò che lo avrebbe reso per davvero “un uomo”: sarebbe stato soltanto il compimento del suo dovere. Lo sguardo con cui stava fissando Ashido Mina e Bakugo Katsuki si intristì ancora, ma Kirishima continuò a dimostrare la forza che lo aveva sempre animato. «Io compirò il mio dovere. Sarò un vero uomo.» Gli occhi gli si posarono sull’amica, sorridendo divertito. «Come ti avevo detto quella volta, Ashido.»
«...non me ne frega niente del tuo onore, Kirishima.» Ashido non badò all’intervento di Bakugo e, nonostante le lacrime agli occhi, fece un piccolo sorriso.
Kirishima formulò uno dei suoi soliti sorrisi forti e accesi e diede una pacca sulle spalle ai suoi amici, ormai pronto. «Proteggete il castello anche per me!»
«E smettila con i sentimentalismi, deficiente!» Nel momento in cui Bakugo finiva di sbuffare, Ashido non riuscì più a trattenersi e li abbracciò entrambi gridando, le lacrime che ormai le rigavano le guance.
«Ce la puoi fare, Kirishima» Nonostante le lacrime, la ragazza parlò senza alcuna esitazione. Non riuscì a dirgli quanto lui fosse
 forte e avesse degli ideali incrollabili, ancora troppo presa dai suoi sentimenti, ma Ashido riuscì a fare un piccolo sorriso. «Ho fiducia in te»
«...vedi di tornare.» Dopo un primo attimo di sorpresa, altre due braccia lo strinsero -non troppo stretto. 
Persino Bakugo si era ammorbidito. Kirishima strinse con forza i compagni di una vita, dimenticando per un unico istante la guerra e l’onore, la voce arrochita dall’emozione. «Farò l'impossibile.»
 
Erano cresciuti assieme. Suo padre lo aveva fatto entrare a palazzo dopo aver saputo del suo sogno di diventare samurai; Ashido e Bakugo stavano venendo addestrati come future guardie del corpo di Todoroki Shoto, l’erede di Yuei, e di Yaoyorozu Momo, la nobile che Todoroki avrebbe sposato a quindici anni.
Bakugo non aveva mai dimostrato una vera vicinanza ad Ashido, ma l’allegria di lei e l’energia di Kirishima li avevano avvicinati ai limiti dell’indissolubile. Nemmeno la rabbia eterna e la suscettibilità di Bakugo li avevano scalfiti. Continuavano a chiamarsi per cognome, ma intanto Kirishima non contava più i loro duelli tra il castello e la cittadella, le occasioni di complicità nella vita di tutti i giorni, le veloci chiacchiere scambiate tra una sala e l’altra, le volte in cui era stato certo di aver intravisto una veloce schiarita sul volto di Bakugo.
Erano una squadra.

Todoroki montò a cavallo e si pose alla testa del piccolo esercito, sfiorando per un’ultima volta la mano di Yaoyorozu, la giovane che era stato costretto a sposare e che poi aveva scoperto di amare più della sua vita. Gli sguardi infelici dei signori di Yuei si fissarono l’uno nell’altro.
Fu il segnale.


Fu costretto a sciogliere l'abbraccio.
«Compirò il mio dovere.» Kirishima salì in sella guardando un’ultima volta Ashido e Bakugo, in piedi nella lieve penombra delle prime luci dell’alba, la prima segnata in viso dal pianto e il secondo senza più alcuna traccia di rabbia sul volto.
Il sole iniziò a sorgere e l’esercito a muoversi. Si costrinse a dare le spalle agli amici e si voltò verso il resto dell’esercito, pronto alla battaglia. Gli occhi di Eijiro Kirishima brillarono di determinazione. «E tornerò da uomo.»

























 

Angolo autrice:
*passato il lancio di pomodori*
Ehm… Buongiorno fandom di MHA, primissima FF su quest’anime… Sarò sincera, non mi convince per nulla, ma ci tenevo troppo per non pubblicarla^^”
Per quanto i miei personaggi preferiti in assoluto siano Yaoyorozu e Kaminari, adoro Kirishima! Il suo modo di fare e i suoi ideali mi hanno ricordato molto quelli dei cavalieri medievali e dei samurai dell’epoca Sengoku (e fidatevi, non è un caso che io sia fanatica di quel periodo storico…) e quindi… perché no?^^
Lo shippo un po' sia con Bakugo che Ashido (e poi shippo Bakugo con altre 18485727328 persone, ma questi sono dettagli a parte >.<), ma questa volta ho preferito mostrarli più come gruppo di amici^^

All’inizio doveva contenere soltanto il flashback della prima parte della FF, ma poi per vostra sfortuna, muahaha mi sono venute in mente anche altre idee e quindi… perché no?^^ Ha avuto una storia travagliatissima, però sono riuscita a inserirci anche un accenno di Todomomo, la mia ship preferita in assoluto di MHA, per cui mi ritengo una personcina molto felice UwU
(E a proposito di ship, oltre a salutare nick_b e i miei amici, saluto in particolare chi deve aver tirato un sospiro di sollievo perché per questa volta non si è trattato di una KirishimaxBakugo
 perché ama la Bakudeku, ehehe B))
Generalmente aspetto di finire del tutto un anime/manga prima di pubblicare qualcosa su un fandom, ma questa volta non sono riuscita a resistere e ho pubblicato questo schifo questa FF prima di finire di mettermi in pari col manga O:)
Spero davvero che vi sia piaciuta! Ciao!!

Animer :D

   
 
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