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Autore: Nuage_Rose    21/06/2021    3 recensioni
Questa è una raccolta di brevi storie che partecipa alla sfida NarratoriDiStorie indetta da Christine Carter sul gruppo FB "Ritrovo scrittori anonimi (s)bloccati". Ogni capitolo avrà come spunto principale un colore, a seconda di quello che mi capiterà di mese in mese. Il tema principale sarà sicuramente l'amore ed i suoi colori, i colori delle persone della nostra vita, con tutti gli alti e bassi.
1. Verde Favola;
2. Arancione Memoria;
3. Giallo Neutro;
4. Verde Ritorno
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Verde Ritorno
Sequel del primo capitolo, "Verde Favola" 

19. Verde
Caratteristiche:
speranza/happy ending
pazienza
rabbia
Consegna:
Ciò che non può danzare sul bordo delle labbra – va a urlare in fondo all’anima.
(Christian Bobin)
Bonus: 28, il mare
 
Il suo ultimo dipinto non aveva avuto il successo sperato e, nella galleria, era l’ultimo rimasto dopo l’asta di quella sera. Raffaello guardava quel mare in burrasca, dalle pennellate spazientite e irruente, piene di rabbia e frustrazione: si sentiva così e non capiva come quei così detti “esperti d’arte” non riuscissero a capire cosa rappresentava il suo dipinto Mare impaziente.
Sospirò per cercare di restare calmo, il completo scomodo blu notte che aveva addosso non aiutava di certo. E nemmeno il rumore di tacchi in avvicinamento, ormai l’unica altra persona rimasta nella galleria era Silvia, la donna dagli occhi verdi che lo aveva incantato. Quella che popolava i suoi incubi e che era ciò che lo aveva spinto, mesi prima, a prendere tela e pennelli, gettarli nel bagagliaio dell’auto e, incurante del mal tempo, correre verso il mare in tempesta per dipingere.
Perché era così arrabbiato con sé stesso, con lei non riusciva a dire nemmeno una parola. Era come se le parole fossero sulla punta della sua lingua ogni volta che era con lei ma, prontamente, quando il suo sguardo incontrava il verde smeraldino degli occhi di lei, quelle stesse parole si nascondevano nell’angolo più remoto della sua anima per paura che quegli occhi verdi potessero scovarle.
Raffaello bevve un altro sorso del drink che reggeva tra le mani, talmente forte che a momenti avrebbe potuto spaccare il bicchiere. Sentiva ormai il profumo di Silvia, che era a pochi passi da lui. La donna dai capelli di rame si mise al suo fianco, ammirando ancora una volta quel quadro. Ma non vedeva il solito Raffaello in quel dipinto.
Vedeva un uomo furioso con qualcosa o qualcuno, preso dall’impeto del momento: una cosa decisamente poco usuale per il metodico e tranquillo pittore. Ricordava bene il quadro che l’aveva più colpita, dove vi era raffigurata una donna fin troppo simile a lei. Un lieve rossore comparve sulle guance della giovane, che lo coprì con il bicchiere di champagne.
“Devi avere pazienza, Raffaello. Non tutti gli artisti sono subito compresi…” disse Silvia, cercando di tranquillizzare il suo miglior pittore. Raffaello non parlava molto con lei, si limitava solo alle questioni professionali. Così non la sorprese il fatto che le rispose con una semplice alzata di spalle ed una smorfia di fastidio, i suoi occhi azzurri erano ancora fissi sulla tela. Eppure Raffaello si disse che doveva assolutamente riuscire a parlare con lei, doveva prendere quelle parole che continuavano a sfuggirgli e tirarle fuori a forza dal loro nascondiglio, di getto anche.
L’importante era riuscirci, forse dopo sarebbe stato più semplice parlare con Silvia e non si sarebbe più sentito un perfetto cretino innamorato. E allora perché, perché faticava così tanto? Certo, lei avrebbe potuto deriderlo e rifiutarlo. Silvia era così bella, sofisticata ed elegante. Lui un pittore impacciato, dalle dita sempre sporche di colori e dal carattere timido. Guardò quel mare tempestoso, ricordandosi che lui non era soltanto il solito Raffaello calmo e introverso.
Dentro di lui, era nascosto quel mare. “Non avevo mai visto un tuo quadro così, Raffaello… mostra un lato di te che non avevi mai dipinto” esclamò Silvia, increspando le labbra scarlatte.
Il pittore annuì e, continuando a guardare quelle pennellate feroci, riuscì a dire: “Sono arrabbiato con me stesso ultimamente. Ho smesso di avere pazienza. Non ne posso più, non sapere mi sta lacerando.”
Sospirò, sentendo il petto alleggerirsi dopo quelle parole e si passò una mano tra i boccoli bruni. Silvia rimase sorpresa, finalmente Raffaello le aveva parlato di sé stesso. Sorrise, ne era felice: “Che cosa non sai?”
Finalmente il pittore trovò il coraggio di voltarsi e incontrare lo sguardo verde della ragazza che popolava i suoi sogni. Si perse in quel colore, come faceva sempre, ma questa volta fu solo per un momento. Sentì il forte impulso di baciare quelle labbra carnose, dovevano sapere di ciliegie o di qualche altra cosa dolce.
Gli occhi azzurri di Raffaello ardevano e si increspavano come le onde del mare, indugiando su quella bocca perfetta. Si trattenne e, concentrandosi, riuscì a dirle: “Vorresti uscire con me? Per un appuntamento, non per lavoro.”
Si stupì di sé stesso. Era stato così semplice farlo, aveva avuto tutti quei dubbi e quelle remore per niente. Eppure le parole gli erano uscite di bocca, danzando finalmente sulle sue labbra, piene di gioia e speranza per quell’amore che stava fiorendo in lui. Poi però quella vocina dentro di lui che gli diceva che non era alla sua altezza tornò a farsi sentire. Un nodo gli prese la gola, mentre attendeva la risposta. Silvia sobbalzò e sgranò gli occhi, per poi sorridere: “Era questo che ti tormentava? Eppure non penso di essere la prima ragazza a cui chiedi di uscire…”
Raffaello si sentì in imbarazzo e sciocco, pensava che ormai Silvia gli avrebbe detto che no, non voleva uscire con lui. Questa volta, fu lei a sorprendere lui: “Portami qui, davanti a questo mare. Voglio conoscere il vero Raffaello, quello che tieni nascosto mentre mostri prati verdi e scene bucoliche, quando dentro di te c’è questo mare di emozioni in tempesta. Voglio… conoscerti.”
Si avvicinò e, con mano tremante, appoggiò il palmo libero sul petto di lui, protetto solo da una camicia candida. Sentì il cuore del pittore battere all’impazzata.
I loro sguardi si incrociarono nuovamente e Raffaello ebbe l’impressione che lei lo volesse, che volesse essere baciata.
Si chinò lentamente, piano e senza mai staccare lo sguardo dal verde degli occhi di Silvia.
E quando fu ad un soffio dai cancelli del Paradiso, chiuse gli occhi e la baciò, sentendosi morire e rinascere in quel secondo, in quel contatto che aveva tanto desiderato e sospirato.
   
 
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