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Autore: Ayumi Yoshida    21/06/2021    4 recensioni
Il ragazzo si voltò con un'evidente smorfia sul volto, abbassando il viso per indugiare sull'asciugamano che l'altro si era stretto in vita. Hinata ricambiò la smorfia con un sorriso larghissimo e, facendogli piovere addosso tutta l'acqua che aveva nei capelli, sollevandosi sulle punte dei piedi posò le labbra sulle sue.
Con gli occhi sbarrati, Kageyama fece un passo indietro e continuò a fissarlo con la bocca spalancata per qualche secondo.
Poi quasi urlò: "Ma sei scemo?"
"E questa che risposta sarebbe?"

(KageHina, happy bithday, Shoyo! – Prequel di “Stupidiota”, ma si può leggere anche senza conoscere l’altra fic)
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Distanze'
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Shampoo
Note doverose:
Rieccomi con l’ennesima stupidaggine partorita dalla mia testa affamata di fanfiction KageHina! Come riportato nell’introduzione, questa fic nasce come prequel dell’altra mia fic “Stupidiota”, ma si può tranquillamente leggere senza aver letto l’altra. Ricordo che sono in pari solo con l’anime, quindi se il torneo interscolastico primaverile fosse terminato come ho immaginato o diversamente, siate buoni, non ditemelo! :D
Buona lettura! ^^

 

 

Shampoo

 

La gigantesca palestra intrisa dell'odore sudore per la prima volta dopo giorni sembrava profumare di aria aperta, di sole che riscalda, piacevole, senza far sudare, di erba appena tagliata, delle pozze di pioggia residue che si stanno pian piano asciugando dopo la fine dell'inverno.
Di vittoria.
Hinata riuscì finalmente a fermarsi dopo minuti di urla convulse, di cinque alti e bassi, di abbracci e di balletti improvvisati con i compagni di squadra, le braccia spalancate e i palmi delle mani rivolti verso l'alto soffitto. Gli sembrava di stare festeggiando da ore, ma avevano posato la palla sotto la rete soltanto da pochi istanti e nessuno sembrava voler smettere di urlare la propria felicità.
Strinse forte le mani e lanciò un altro grido a cui seguirono molti altri in risposta, ma non quelli di Tsukishima e di Kageyama, che se stavano un po' distanti da tutti loro, all'altro capo della rete, in silenzio, leggermente tremanti per l'emozione.
Kageyama era l'unico che non gli aveva dato un cinque, limitandosi ad urlare appena la palla aveva toccato la metà campo avversaria per l'ultima volta e gli dava le spalle senza dar segno di volersi avvicinare.  Indispettito, cominciò a correre verso di lui con tutta la forza che gli era rimasta nelle gambe e, con un balzo, gli si lanciò addosso, ancorando le caviglie alla sua vita e le mani davanti al suo collo, talmente forte che lo sentì deglutire rumorosamente.
"Cosa stai facendo?" gli chiese Kagayama in tono spettrale, un po' sconvolto un po' imbarazzato, immobile nella sua stretta.
"Portami a cavalluccio in trionfo, Kageyama-kun!" esclamò Hinata a voce così alta che tutti si voltarono a guardarli. Sommerso dalle risate, Kageyama cominciò a divincolarsi violentemente per liberarsi, senza smettere di gridare improperi di ogni tipo.
"Ma ti è andato di volta il cervello? Hai pensato troppo e sei impazzito? Ma sei un cretino o fai finta?"
Continuarono a litigare anche quando Hinata finì finalmente scaraventato per terra, le spalle sollevate dal pavimento ed i gomiti ben puntellati sul parquet per rispondere a tono, lo sguardo furente per non essere riuscito a festeggiare con Kageyama la vittoria che avrebbero ricordato per una vita intera.
 
***

L'acqua scrosciante riusciva a lavare via lo shampoo, il sudore, le preoccupazioni. Anche quelle più inutili, come il fatto che Kageyama che non avesse voluto festeggiare la vittoria con lui in mezzo al campo.
Hinata si guardò di nuovo i palmi delle mani, ora pieni di shampoo, e li strinse forte: le sue mani potevano tutto, la veloce, la veloce strana, le ricezioni, avrebbero potuto fare anche il resto. Chiuse il rubinetto, si passò velocemente l'asciugamano sui capelli e, ancora grondante di goccioline e a piedi nudi, si precipitò fuori dalla doccia coprendosi giusto dov'era necessario. Sgommò alla vista di Kageyama, che gli dava le spalle fermo davanti al suo armadietto ancora con la divisa da gioco e con le scarpe da ginnastica, e si fermò giusto in tempo per non finirgli addosso.
Attirato dai suoi passi, il ragazzo si voltò con un'evidente smorfia sul volto, abbassando il viso per indugiare sull'asciugamano che l’altro si era stretto in vita. Hinata ricambiò la smorfia con un sorriso larghissimo e, facendogli piovere addosso tutta l'acqua che aveva nei capelli,  sollevandosi sulle punte dei piedi posò le labbra sulle sue.
Con gli occhi sbarrati, Kageyama fece un passo indietro e continuò a fissarlo con la bocca spalancata per qualche secondo, incapace di metabolizzare quel gesto.
Poi quasi urlò: "Ma sei scemo?"
"E questa che risposta sarebbe?"
Corrucciato, Hinata fece un passo verso di lui, raggiungendolo e parandoglisi di nuovo davanti.
"Le risposta giusta per quello che hai fatto!" borbottò Kagayama, portandosi le mani in tasca, improvvisamente imbarazzato "Cos'è, hai preso una botta in testa mentre giocavamo?
"Veramente quello che sta fissando l'armadietto come uno scemo da mezz'ora sei tu." disse Hinata alzando le spalle. Kageyama aggrottò le sopracciglia incassando le sue parole in silenzio. Poi all’improvviso tutto fu chiaro.
"Perché non hai voluto festeggiare con me?" gli chiese Hinata in tono lamentoso.
"E tu chiami "festeggiare" portarti a cavalluccio davanti a tutti?!" replicò lui, sgomento, ma Hinata sfoderò un sorriso furbesco.
"Ti vergogni, Kageyama-kun? Ormai ti ho anche baciato."
A quelle parole, Kageyama assunse una strana sfumatura scarlatta sull’intero viso e sulle orecchie. Irritato, cercò di urlare: "E questo che significa?", ma le parole gli uscirono dalla bocca in un sussurro strozzato. Senza più sorridere, Hinata sollevò il viso verso l’alto per poterlo guardare negli occhi.
"Che mi piaci, Kageyama." disse, la voce limpida e libera da ogni esitazione, proprio come lo era stato sin dall’inizio della giornata.
Sentendo lo stomaco contorcersi come un foglio di carta appallottolato e lisciato più e più volte, Kagayama abbassò la testa alla sua ricerca.
Hinata lo stava baciando di nuovo, ma questa volta con più convinzione, con più forza. Aveva le labbra bagnate e profumava di uno shampoo per bambini che aveva di certo rubato a sua sorella. Le sue mani umide gli stavano lambendo la schiena sudata facendolo tremare dal freddo. Le braccia dritte lungo i fianchi, pesanti come il ferro per le tante schiacciate effettuate, Kagayama fece per cingerlo a sua volta, ma una voce conosciuta li fece sobbalzare e dividere prima ancora che potesse anche pensare di sfiorare Hinata.
"Oh, anche qui!" esclamò Sugawara ridendo lievemente, rivolto a qualcuno che stava arrivando alle sue spalle "Siete tipo la quinta coppia che vedo baciarsi da quando è finito il torneo!"
Dietro di lui comparvero Daichi e Azumane, il viso terreo e più imbarazzati di loro.
"Sapete che ho visto anche Tanaka e Shimizu?" buttò lì Sugawara entrando tranquillamente nello spogliatoio e togliendosi le scarpe come se nulla fosse accaduto.
Kagayama stava ancora guardando, sconvolto,  lui, Daichi e Azumane, pensando freneticamente a cosa inventare per giustificarsi, quando Hinata esclamò con una forte voce nasale: "Non è come sembra!" e sparì nelle docce, lasciandolo immobile e istupidito davanti al suo armadietto. 
 
***

Quella sera, per la prima volta durante la giornata Kageyama a cercare Hinata sul pullman diretto a casa per dividere i sedili con lui.
Sotto la doccia, mentre si rivestiva, mentre svuotava l'armadietto per riempire la borsa, non era riuscito a fare a meno di pensare a tutto ciò che era accaduto durante quella giornata. Gli sembrava che l'immagine della vittoria, dell'urlo liberatorio che aveva lanciato alla fine delle partita e che l'aveva scaricato di tutta l'adrenalina accumulata da giorni si stessero mescolando al bacio che gli aveva dato Hinata in scene troppo realistiche per non essere vere. Poi scuoteva la testa per allontanarle, e sentiva bruciare la schiena là dove le dita di Hinata l'avevano sfiorato, e lo stomaco stingersi, stringersi, stringersi, come se non avesse mangiato da mesi. Non riusciva a stare lontano da lui, dopo quello che aveva fatto, dopo ciò che gli aveva detto.
"Oh, Kageyama!" esclamò Hinata con un mezzo sorriso non appena lo vide comparire di lato al suo sedile. Si spostò su quello di lato al finestrino e gli fece segno di sedersi accanto a sé con la mano. Kageyama obbedì in silenzio, sentendosi più rigido del solito.
Se i senpai li avessero visti in quel momento, non avrebbero notato nulla di diverso dal solito, soltanto la mano di Hinata scivolare verso quella di Kageyama e stringerla per un solo momento, prima di voltarsi nuovamente a guardare fuori dal finestrino il coach e il sensei che terminavano di caricare le loro borse nel bagagliaio.
Forse in quel momento, circondati da tutti i compagni di squadra, anche Hinata cominciava a provare imbarazzo.
"Hinata." lo chiamò Kageyama in un sussurro. Il ragazzo si voltò e lo guardò con l'espressione interrogativa, ed il suo stomaco si strinse rumorosamente.
"Domani... Quando torniamo... Andiamoci a prendere un nikuman[1] prima di tornare a casa!"  biascicò Kageyama girando la testa di scatto e guardando diritto davanti a sé. Sentì Hinata sorridere rumorosamente e annuire, poi il ragazzo gli afferrò un braccio stringendolo forte e posò la testa all'altezza del suo bicipite.
Non era bravo a parlare, ad esternare le sue emozioni, ma, in quel momento, mentre tutti nell’autobus sbadigliavano e parlavano sussurrando per non arrecare disturbo a chi già dormiva, forse andava bene così.
Quando, dopo alcuni chilometri di viaggio, il suo stomaco gli diede finalmente tregua e trovò il coraggio di girarsi per osservarlo, il buio era ormai sceso nel pullman e non si sentiva neppure una voce. Hinata aveva chiuso gli occhi e russava, sorridente, senza essersi mosso di un millimetro dalla sua posizione. E anche se gli facevano male tutti i muscoli e se non riusciva a muoversi sul sedile, con Hinata ancorato addosso, Kageyama pensò che non era poi così male respirare quell’odore di dolciastro shampoo che ben conosceva: gli stava aprendo lo stomaco nell’attesa dei nikuman che avrebbero condiviso.
 
 
Altre note (giuro, le ultime!):
Happy birthday Shoyo, amore del nostro cuore! Grazie mille, Furudate-sensei, per averci donato un personaggio così stupendo e pieno di sfaccettature, credo che sia uno dei migliori protagonisti di Jump che io abbia mai letto!
Spero davvero che i personaggi siano IC! Per me Hinata è molto difficile da muovere, anche più di Kageyama, per cui ditemi se ci sono riuscita!
Inizialmente avrei voluto approfondire di più la sua introspezione, ma mentre scrivevo mi sono convinta che lui fosse già innamorato di Kageyama e consapevole dei propri sentimenti, che avevano soltanto bisogno dell’occasione adatta per essere confessati.
Mi diverto un sacco a scrivere del nostro Tobio-chan che si spaventa da morire di fronte ai comportamenti poco ortodossi di Hinata, quindi perdonatemi le sofferenze a cui l’ho sottoposto! Giuro che la prossima volta cercherò di essere più buona! :D
Come nell’anime, ogni tanto ho usato dei suffissi qua e là. Ho notato che quando deve prenderlo in giro, Hinata usa sempre i suffissi con Kageyama, e che quest’ultimo si arrabbia da morire, chissà se deriva dal fatto che gli sembra che Hinata lo tenga a distanza! Nel dubbio, li ho usati anch’io! : )
Non pensavo ce l’avrei mai fatta a mettere su carta (virtuale) questa idea, ma eccola qua. Inizialmente l’avevo immaginata un pochino diversa, ma anche così non mi dispiace come è venuta e mi ha divertito scriverla. ^^
Di solito non riesco mai a scrivere fic collegate ad altre fic, quindi per me è una immensa conquista! XD
Grazie mille per aver letto! Spero decidiate di lasciarmi un commento, in positivo o in negativo che sia. *inchin*
 
 
Ja ne,
 
Ayumi
 

 




[1] Panino al vapore ripieno di carne.

   
 
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