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Autore: vermissen_stern    21/06/2021    2 recensioni
“Perchè non mi vuoi aiutare?! A te cosa toglie?!”
“Vai a chiedere a quel mollusco di Mureau di darti una mano!” continuò a berciare Karl, sempre più furioso e scandalizzato da una simile richiesta, continuando a cercare di colpire quella maledetta “oppure va ad importunare uno dei creduloni al villaggio! Io qui ho ancora una dignità, se lo vuoi sapere!!”
“Credi che non glielo abbia chiesto? Si è messo a piangere quando ho proposto la cosa!” fantastico, Angie era riuscita a traumatizzare pure Salvatore con le sue pretese disoneste “E i bifolchi giù in paese? Scapperanno appena mi vedono!”

Angie ha un assoluto bisogno di aiuto, ma forse chiederlo ad Heisenberg non è stata una buona idea...
Una storia completamente folle e molto probabilmente OOC, il tag arancione è per via del linguaggio scurrile. Buona lettura!
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angie, Karl Heisenberg
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il rituale mattutino di Lord Heisenberg era lo stesso da circa venti anni.

Sveglia al mattino presto – spesso verso le cinque e mezza – pantofole di Kermit la rana ai piedi e poi dritti nella sua sgangherata cucina a prepararsi del caffè, con l'aggiunta di pane e burro, ed infine via ad evacuare in bagno qualunque cosa avesse mangiato la sera prima. Il tutto condito con l'accensione di un sigaro e l'accompagnamento di qualche quotidiano per tenersi informato sul resto del mondo. Queste ultime cose non erano propriamente ammesse all'interno del villaggio in cui viveva, ma sottobanco e con i giusti contatti si poteva ottenere qualsiasi cosa... e nel caso dei suoi Lord, Madre Miranda era disposta a chiudere un occhio se si trattava quantomeno del vizio del fumo.

Se poi allo specchio notava la necessità di doversi fare barba o capelli, e magari una doccia, si sarebbe concesso il lusso di darsi una sistemata. Sforbiciando gli scompigliati capelli argentei quando minacciavano di raggiungere le spalle e radendosi ben poco perchè trovava che la ricrescita incolta lo rendeva più affascinante. Un modo come un altro per dire che non aveva voglia di perdere del tempo a radersi per bene.

Era chiaro che nella sua vita mancava una figura femminile di riferimento che fosse in qualche modo decente – perchè crescere con figure come quella stronza dal culo grosso di Alcina e l'innominabile Miranda a cui doveva fingere di voler bene non era esattamente il massimo – ma nonostante tutto gli andava bene vivere in quella sorta di degrado personale perchè era il suo di degrado.

Quella mattina sarebbe stata esattamente come tutte le altre, con un rituale preciso iniziato alle cinque e mezza del mattino al suono di una sveglia dalle lancette in ottone che vibrarono pericolosamente quando raggiunsero il loro biettivo, prima di essere silenziate con una manata poco piacevole dal loro proprietario che si svegliò con una sottile imprecazione.

Si alzò da un letto che necessitava di essere cambiato il prima possibile – ma le lavandaie sarebbero passate solo settimana prossima – infilando i piedi nelle sue bizzarre pantofole e indossando una vestaglia azzurra in flanella senza però legarsela alla vita. Indossava solo un paio di pantaloncini corti quella mattina – o erano forse in suoi boxer? Era così intontito che non gli era chiaro – e già necessitava di due cose importanti: caffè e sigaro cubano. Altrimenti non avrebbe connesso le cellule cerebrali come avrebbe voluto.

Sbadigliando trascinò i piedi dalla camera da letto caotica per dirigersi in una cucina che avrebbe fatto piangere Gordon Ramsay in persona, accendendosi il proprio sigaro stretto tra le labbra nel mentre che aspettava che il caffè fosse pronto. Un paio di aspirate intense e di boccate verso l'alto poi e il caffè era già bello che pronto dentro la moka.

Hmm... devo andare in bagno”

con una parte del rituale compiuto rimaneva da espletare il resto per cominciare al meglio la giornata, rintanandosi successivamente nelle viscere della sua acciaieria per completare progetti ben più personali che nessuno doveva vedere, avviandosi quindi con sigaro e tazza di caffè verso il proprio trono di porcellana che chiedeva di essere reclamato.

Ehilà!”

Superando la cucina e uscendo verso la sala comune giusto in tempo per salutare Angie con un cenno del capo, strisciando i piedi fino a...

Un momento.

Si fermò giusto prima di varcare le porte di metallo che conducevano al bagno, mentre diverse espressioni facciali attraversavano il suo volto sfregiato di cicatrici e barba incolta, da confuso a sconvolto fino ad arrivare allo sguardo omicida più puro, riuscendo magicamente a svegliarsi e a fare velocemente dietro front con sigaro e tazza alla mano.

Angie, la bambola parlante di Donna Beneviento. Il male personificato in un metro scarso di altezza in abito da sposa e merletti malandati era .

Era in casa sua senza invito apparente.

Il giocattolo malefico era entrato nella sua fabbrica, come ancora non lo sapeva, e lui da bravo coglione l'aveva pure salutata! E chissà cosa aveva fatto nel mentre che lo stesso Heisenberg ancora russava beato nel mondo dei sogni...

Colto quindi da un'ira che a stento riusciva a contenere, serrando le labbra e respirando rumorosamente dal naso – così come era solito fare quando era particolarmente incazzato – spalancò le doppie porte della sala comune con la sola forza dei propri poteri cinetici per affrontare quella puttanella in abete e ottone.

Ehilà di nuov-”

Un cazzo!!” berciò lui, notando l'innaturale creatura ancora distesa languidamente sull'unico tavolo metallico presente in quella che un tempo era una sala mensa “Punto primo: come diavolo hai fatto ad entrare in casa mia! Punto secondo: dove sei andata una volta qui dentro?! E punto terzo: dammi un buon motivo per non distruggerti ora!”

berciò quelle parole abbattendo la tazza di adorato caffè sulla vecchia superficie metallica del tavolo e cercando con l'altra mano di agguantare un burattino alquanto agile e sghignazzante. Ritrovandosi a faticare parecchio nel contenere ancor di più la rabbia e la voglia di sollevare ogni oggetto metallico li presente e fare il tiro al bersaglio con lei. Se l'avesse distrutta, cosa che poteva fare benissimo, poi ci sarebbero stati non pochi problemi come spiegare a Madre Miranda dell'incidente e, peggio ancora, vedersi quell'arpia a indagare a casa sua. Tuttavia, per sua fortuna, quel giocattolo inquietante fu abbastanza lesto nel dare le sue spiegazioni.

Se devo partire per ordine posso dire che la porta della tua fabbrica è sigillata bene ma la cassetta per la posta non lo è affatto!” si riferiva all'ingresso per i pacchi che i mercanti sfruttavano ogni due settimane, tra provviste e altri materiali, e questo portò il povero Karl a portarsi una mano sulla fronte “sul secondo punto cosa dovrei dire? La tua fabbrica puzza incredibilmente e non voglio rischiare di bruciarmi il vestito in una delle tue fornaci o finire in un nastro trasportatore!” appoggiò le proprie manine di legno sui fianchi sottili in segno di sdegno, incurante dei rottami metallici che iniziavano a tremare sempre più forte nella stanza “se non mi credi puoi anche controllare i nastri di videosorveglianza! Non credere che non abbia notato le telecamere di sicurezza... davvero tante in effetti”

una insinuazione che al macchinista non piacque affatto, ritrovandosi ad assottigliare le palpebre fino a ridurre i propri occhi chiari a due lame d'acciaio, decidendo che forse – prima di distruggere quella fottuta bambola – era il caso di togliersi la pulce nell'orecchio e controllare di persona le registrazioni di sorveglianza.

Aspetta qui...”

senza neppure aspettare che Angie rispondesse sparì funereo oltre le grandi porte, assicurandosi di sigillare con i propri poteri elettromagnetici ogni tipo di ingresso, sparendo nella sala di controllo per rimanerci alcuni minuti visionando tutti gli schermi e le registrazioni delle ultime ore.

Quando ritornò in sala mensa la bambola non si era mossa da lì, intenta a giocare con la sua tazza di caffè ormai freddo facendo finta di pescarci dentro chissà cosa tramite una canna da pesca ricavata da una matita e un filo di spago consunto.

Sembra che tu abbia detto il vero... Sembra!” se da un lato era sollevato che quella bestiaccia non era andata troppo in giro, anche perchè tecnicamente non poteva accedere ai livelli inferiori senza le giuste chiavi, da un lato continuava ad esserci un terzo fatto a cui lei non aveva risposto “hai dieci secondi per chiarire il mio terzo punto prima che ti rispedisca a Donna in un bidone della spazzatura!”

Sei davvero cattivo sai?! Se sono qui è proprio perchè quest'ultima ha bisogno di aiuto il prima possibile!”

E io che c'entro?” fece dunque lui, inarcando un sopracciglio abbastanza confuso “parlane con Madre Miranda!”

Non capisci... lei mi direbbe sicuramente di no! Quindi... uhhh” la piccola bambola in legno trasse una sorta di sospiro teso, per quanto la sua faccia statica potesse offrirle abbastanza mimica facciale, portandosi in principio le mani giunte in preghiera davanti al volto prima di indirizzarle proprio di fronte ad Heisenberg “ho bisogno che tu metta un bambino dentro Donna”

Calò un silenzio tombale dopo che Angie gracchiò quelle parole con una naturalezza da risultare a dir poco disturbante, il tutto condito da un povero ingegnere che stava cercando di elaborare la richiesta più inquietante che gli fosse mai stata chiesta negli ultimi anni, congelando la propria faccia in una espressione tanto confusa quanto ebete. Non poteva averlo detto veramente... Sicuramente Karl aveva capito male quello che il burattino animato dal cadou gli aveva chiesto di fare.

Io non... non credo di capi-”

Sono stanca di giocare con delle bambole! Io voglio una sorellina vera... di carne e sangue, non di porcellana! Hai una vaga idea di come spende il suo tempo quella pollastra autistica? Confeziona tutine da neonato!! è frustrante, sai?!”

Fuori...”

Se non vuoi andare da lei puoi sempre mettere la tua poltiglia riproduttiva in una tazza e poi ci penso io”

Ho detto fuori, cazzo!!”

l'urlo ancestrale di Heisenberg fece rimbombare le pareti metalliche della stanza portando addirittura alcuni oggetti a sollevarsi pericolosamente da terra. Alcuni di essi vennero sparati contro il vecchio burattino ad una velocità impressionante, ma quest'ultima fu abbastanza lesta a nascondersi dietro un mobile in legno per evitare il tiro al bersaglio urlando terrorizzata.

Perchè non mi vuoi aiutare?! A te cosa toglie?!”

Vai a chiedere a quel mollusco di Mureau di darti una mano!” continuò a berciare Karl, sempre più furioso e scandalizzato da una simile richiesta, continuando a cercare di colpire quella maledetta “oppure va ad importunare uno dei creduloni al villaggio! Io qui ho ancora una dignità, se lo vuoi sapere!!”

Credi che non glielo abbia chiesto? Si è messo a piangere quando ho proposto la cosa!” fantastico, Angie era riuscita a traumatizzare pure Salvatore con le sue pretese disoneste “E i bifolchi giù in paese? Scapperanno appena mi vedono!”

per quanto i quattro signori di Madre Miranda fossero venerati alla stregua di divinità dagli abitanti locali a causa dei loro poteri era chiaro che, per ovvi motivi, una bambola parlante imbruttita dal tempo poteva portare incubi nelle loro notti senza sogni piuttosto che immagini beate... ma tutta quella situazione e le acrobatiche scuse di Angie stessa stavano facendo perdere la poca pazienza rimasta ad Heisenberg nei peggiori dei modi. Finendo con il far scoppiare la sua bomba finale.

Bè mi spiace per te ma Donna ha bruciato le sue possibilità di diventare madre già da molto tempo! E l'ultima volta che ci ha provato è andata male! Anzi, due metri sottoterra per l'esattezza!!”

l'ingegnere autodidatta si rese conto troppo tardi della cattiveria appena detta, mordendosi la lingua come in preda al panico per aver sputato veleno sull'ultimo grave lutto di casa Beneviento che aveva portato la povera Donna a perdere completamente il lume della ragione. Tant'è che dentro l'ormai caotica sala mensa cadde un silenzio angosciante, carico di tensione, dove persino lo statico volto di Angie – uscita di tutta fretta dalla propria copertura – mostrava uno sdegno del tutto condivisibile. Per quanto lo stesso Heisenberg non sopportasse nessuno dei suoi “fratelli”, se così potevano essere chiamati, sputare su un bambino innocente era comunque una cosa disgustosa anche per lui.

Questa è proprio una cattiveria, lo sai?! Non me lo aspettavo da te!”

E non se lo aspettava neppure lo stesso Karl, in effetti. Tanto da stemperare la tensione lasciando cadere a terra ogni oggetto o mobilio usato fino a quel momento come arma impropria. Arrivò a dare le spalle alla povera Angie, massaggiandosi la testa con entrambe le mani sapendo di aver fatto una cazzata immane.

Claudia Beneviento, figlia illegittima della taciturna Donna, era una bambina adorabile stando ai racconti che erano arrivati fino a quei giorni moderni... ma aveva avuto la sfortuna di incontrare Madre Miranda che, con la scusa di guarirla da una banale malattia genetica, le aveva impiantato il parassita cadou a fini sperimentali così come aveva fatto con il resto della famiglia fervente credente del Dio Nero e del suo messaggero vestito di ali nere. Una tragedia che aveva spento una vita nel fiore dei suoi anni più innocenti e rendendo definitivamente pazza una donna che vedeva ormai in ogni estraneo un possibile nemico qualora si fosse trovata un povero viandante a bussare alla sua porta, preferendo parlare con le bambole che mai si sarebbero permesse di farle del male.

Senti... m-mi dispiace per quello che ho detto, va bene? Ma in questo mondo va così... il forte vince e il debole soccombe! Per cui...”

click-clack.

Il discorso motivazionale di Heisenberg venne interrotto dall'inconfondibile suono di un fucile a leva che veniva armato e che lo portò, di conseguenza, a sgranare gli occhi e a fermare per un momento il respiro in un atto più di sorpresa che di paura vero e proprio. Voltandosi lentamente a guardare un burattino di legno che ora lo stava fissando con in braccio quello che era effettivamente un fucile, dagli intricati intarsi argentei, capì che le cose stavano precipitando in un abisso di follia pura.

Togliti i pantaloni”

Angie...”

Togliti i pantaloni e sborra nella tazza del caffè vuota! Non sto scherzando!!”

Karl non seppe dire se rimanere più sconvolto per il fatto che Angie stesse usando un linguaggio scurrile oppure esserlo per il fatto che quella puttanella ebbe il coraggio di sparargli a pelo – mancandolo deliberatamente, in un gesto di avvertimento – non dandogli possibilità alcuna di fermare i proiettili in arrivo.

puttana disgraziata!!” urlò lui, alzando di istinto le mani “dove diavolo hai preso quella roba?! Com'è possibile che io non-”

Magia della fibra in carbonio, caro il mio lord! Nemmeno tu riusciresti a spostare i proiettili o a portarmi via l'arma!” rise in modo maniacale prima di continuare “non hai la minima idea di cosa può contenere questo burattino di legno sotto la propria gonna! Ma so perfettamente cosa nascondi tu sotto quei pantaloncini” altro suono di ricarica veloce, quella bambola sapeva usare bene quella cazzo di arma “quindi vedi di tirare fuori la salsiccia dell'amore se non vuoi perderla!”

Sembrava dannatamente decisa a portare a compimento il proprio folle piano, ma il suo cervello parassitico non aveva evidentemente elaborato un fattore importante. Un qualcosa che lo stesso macchinista se ne rese conto molto velocemente una volta che riuscì a mettere da parte lo shock iniziale per quell'assurda situazione e ad assumere uno sguardo duro come la roccia che non presagiva nulla di buono.

E la stessa Angie se ne rese conto quando si ricordò – beata gioia – che aveva avuto il coraggio di entrare illegalmente nei domini di Karl Heisenberg. Un uomo il cui cadou gli aveva dato i terribili poteri sui campi elettromagnetici che circondavano gli oggetti metallici, potendo fare letteralmente ciò che voleva di quel maledetto burattino.

[…]

Dall'esterno della fabbrica si poteva dire che la vita scorresse serena. L'erbaccia dentro la recinzione della struttura cresceva rigogliosa, lasciando ai grilli la possibilità di saltare da uno stelo all'altro e alle serpi di nascondersi nel buio fornito dai cumuli di rottami metallici che sorgevano come funghi in quel giardino incolto. Ma dentro la struttura industriale un baccano attutito disturbava quell'insolita quiete, diventando sempre più chiassoso quando due voci piuttosto concitate non si stavano avvicinando sempre di più al portone di ingresso. Principalmente una voce femminile piuttosto acuta e una maschile il cui solo grido sembrava quello di un gigante delle montagne.

L'inquietante concerto si concluse solo quando le doppie porte arrugginite si spalancarono con una tale violenza da venire quasi scardinate dalla telecinesi di lord Heisenberg che, senza troppe cerimonie, scaraventò con una certa violenza la povera Angie sul polveroso stradello in terra battuta. Il burattino rotolò per diversi metri prima di atterrare sul sedere, venendo in seguito colpita dal suo diabolico fucile proprio in testa. Facendola gridare di dolore.

E non farti mai più rivedere da queste parti o giuro su Dio che finisci in un forno! Puttana del cazzo!!”

Senza neppure sentire la sua risposta stridula il signore di quel luogo degradato chiuse i battenti con un tonfo sordo, ritornandosene nella semi oscurità decisamente più confortevole della luce del sole. Sospirando per cercare di darsi una calmata da un nervosismo che gli stava facendo tremare le mani andò a frugare nelle tasche della malandata vestaglia per cercare accendino e sigaro di riserva. Trovò il primo mentre per il secondo nulla da fare, trovando solo un pacchetto di sigarette sgualcite che comunque potevano andare benissimo per la situazione.

Se ne accese una, aspirando frettolosamente dal filtro, inalando quella nicotina al mentolo fin dentro i polmoni e rilasciandola con un lento sospiro. Un senso di beatitudine lo colse, come di salvezza dopo una estenuante lotta, trovando piacevole appoggiarsi di spalle al portone metallico e sbollire in tal modo un nervosismo che rischiava di rovinargli davvero la giornata.

Per un attimo il timore che quell'arpia di Miranda venisse a sapere di quell'assurda litigata gli attraversò le membra, ma poi si ricordò che la stessa sacerdotessa oscura si divertiva a lasciare che i suoi “figli” si scannassero in quel modo – con bisticci al limite del ridicolo condendo il tutto da inutili prediche sull'importanza della famiglia – per cui si rilassò ulteriormente rigirandosi il filtro della sigaretta tra le dita callose fino a farsele diventare gialle.

Io a quella bambola maledetta ci ficco il cazzo in bocca uno di questi giorni, lo giuro!”

Eh? Lo faresti sul serio?!”

la speranzosa vocina di Angie si materializzò nuovamente nella testa dell'ingegnere portandolo per questo a spalancare nuovamente gli occhi, e se in un primo momento non capì da dove potesse venire – in quanto la porta principale l'aveva ben sigillata – si rese ben presto conto che lo sportello della posta situato accanto al portone di ingresso non era stato chiuso a dovere. Pertanto la testa velata della bambola maledetta fece capolino da quello sportello dalla vernice scrostata, portando per questo Karl a ruggire esasperato e a chiudere con un pugno quel maledetto sportello.

Portando nuovamente la povera Angie all'esterno del complesso con un urlo risentito.

A questo giro Heisenberg si assicurò per bene di sigillare anche quell'ingresso – imprecando non poco mentre trascinava fin lì una cassa avvolta nella stoffa – decretando che per quel giorno non aveva proprio voglia di vedere la luce solare, assicurandosi di andare il prima possibile in bagno per cambiarsi e cominciare a lavorare quanto prima. Ed i suoi progetti erano molto più seri ed efficaci rispetto le assurde pretese di una bambola psicopatica quanto la sua padrona.

Presto non troverete più così divertente la mia compagnia, cara famiglia...”

  
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