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Autore: ClostridiumDiff2020    23/06/2021    0 recensioni
Nella grande casa gialla in soffitta Micaela aveva sempre visto una gran confusione, tanti mobili vecchi e tanta polvere. Non pensava che al richiamo di un tintinnante campanello potesse dischiudere e liberare una stravagante creatura, chiusa in un innocuo cassettone, qualcosa di imprevisto. A creature immaginarie che prenderanno forma e consistenza: folletti, demoni e cacciatori. Infinite realtà di cui fino a quel momento ignorava l'esistenza.
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billy Russo, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 23 - Neverending Stories
 
 
“Non sono sicuro di aver compreso”
Samuel ridacchiò, il Cacciatore imprecò tra i denti e Micaela alzò gli occhi al cielo.
“Quei deficienti hanno incasinato tutto. Per condurci in questo luogo per una sonora tirata d’orecchie… E tutto sembra si sia legato a te… Quando hai fatto appello ai poteri che Pixie ti ha trasmesso… Lo hai fatto d’istinto, ti sei aggrappato alle tue emozioni… L’eco del tuo potere è dilagato e ha attratto tutte gli spiriti a te affini… Risucchiati lontano… E adesso vagano disorientati in storie non loro… Capisci?”
William scosse la testa confuso.
Il cacciatore esplose “Maledizione ma sei ottuso o cosa? Hai visto già tre piani di realtà diversi… Hai incontrato un’altra versione di te. Ti è così difficile comprendere che possono esserci molte, moltissime altre versioni di te in storie diverse, con nomi diversi… Magari tra di loro ce ne sarà almeno una che non desideri pugnalare un milione di volte o vedere cadere morto crivellato da una pioggia di proiettili…”
Samuel nascose il volto tra le mani cercando di trattenere le risate. “Sai William, se non pensassi che il farfallino qua presente non ha un cuore e non è in grado di provare emozioni, direi che è follemente innamorato di te e che ogni minaccia sia una metafora di… beh… altro…” Quando William inarcò un sopracciglio interdetto Samuel rise ancora più forte.
“Lo sai Will quando ti irriti quei segni sul tuo volto sembrano comporre un punto interrogativo…”
“Sei uno stronzo”
“Ti annoiavi tanto senza di me vero?” sogghignò Samuel.
“Perché questa semplice linea di trama è qui? Perché parla e interagisce con noi” sbottò il Cacciatore.
William dette a Samuel un colpetto sulla spalla. E si voltò verso il Cacciatore.
Samuel accettava le sue stronzate, si era tuffato tra le braccia degli spettri per riagguantarlo, ed era stato sempre presente senza chiedere niente. Lo aveva seguito oltre ogni limite e era là.
“Perché è il mio migliore amico… Ecco perché…”
“Già… Goditelo finché la sua linea di trama durerà… Perché noi attraversiamo tutte le storie mentre lui sarà sempre legato ad una sola… Presto o tardi dovrai lasciartelo alle spalle… è il destino di non appartiene più a niente…”
 

 
“Non mi somiglia per niente”
“Beh la sua faccia lacerata come un quadro di Fontana, deve essere per questo…”
Bill si voltò verso Ke’Mal furente.
Benjamin se stava riverso sul letto, il respiro regolare.
“Non pensavo potesse perdere i sensi tanto facilmente… Questo altro…”
“Un sedativo rende tutti molto più collaborativi sai?”
“Lo hai drogato?”
Ke’Mal alzò gli occhi al cielo “L’ho reso più… Mansueto... anche se era più per consentirci di trasportarlo senza doverci preoccupare di non farlo urlare, Balerion non apprezza affatto…”
Bill aveva chiesto a Ke’Mal di riportarlo al suo appartamento, dato che per la storia quell’edificio risultava distrutto da tempo, nessuno li avrebbe mai cercati in quel posto.
“Come sai il suo nome?”
“Riesco a leggere attraverso la sua storia, come leggo nella tua Bill… Deve essere successo qualcosa di grave, come se le storie stessero collassando le une sulle altre. Magari a breve saremo attaccati da dei Volcra o incroceremo la Strega Bianca…”
Bill la osservò perplesso.
“Sono altre storie collegate a te, interpretate da un altro te…”
“In tutto questo Micaela e William dove sono finiti?”
Bill aveva cercato di spiegare quel che ricordava degli avvenimenti vissuti con Micaela, ma Ke’Mal non aveva voluto dargli alcuna risposta. Lei se ne sarebbe rimasta rintanata, non voleva rischiare di incrociare altri Custodi.
“Come ti ho detto, per quel che ne so potrebbero essere morti entrambi… Ma se sono vivi, molto probabilmente sono stati chiamati a giudizio dai Custodi anziani… Mentre attorno a loro i mondi crollano…”
“Almeno sono assieme…”
Ke’Mal lo scrutò incuriosita. “Magra consolazione per noi…”
 
 
Benjamin si svegliò, ricordava di essersi risvegliato in un vicolo. La testa gli martellava, un attimo prima era a un passo da lei, e quello dopo si era ritrovato da solo, in un vicolo sporco e maleodorante e il panico lo aveva divorato. Si era rannicchiato su se stesso sperando di svegliarsi da quell’incubo. Poi una voce roca, bassa lo aveva afferrato obbligandolo in piedi.
“Finalmente ti ho riacciuffato Bill… Ora smettila di comportarti come un coniglietto spaventato… Reagisci…”
Aveva chiuso gli occhi cercando di proteggersi, mentre la confusione e l’angoscia lo stritolavano mozzandogli il respiro.
Voleva rispondere a quella voce “Non sono chi cerchi, non so chi sei… Non so dove siamo…”
Ma la voce gli morì in gola in un sospiro rantolante.
Lo aveva spinto conto la parete con tanta di quella forza da fargli uscire tutta l’aria che aveva in corpo in un botto solo lasciandolo senza fiato.
“Dov’è quella maledetta bestia, dove pensavi di fuggire?”
La vista si era fatta appannata, la forza con cui quell’uomo gli premeva contro il torace lo schiacciava. Aveva intravisto il suo volto per un attimo. Sfiorato con il pensiero i suoi capelli. Ma le sue mani gli erano scivolati tra le dita e l’oscurità lo aveva abbracciato.
Si era risvegliato in quella stanza spoglia, pareti grigie, un letto duro e un uomo con un volto così simile al suo seduto di fronte a lui. Aveva profonde cicatrici che gli segnavano il viso, e i suoi occhi scuri lo osservavano con durezza.
“Si sveglio finalmente… Benjamin…”
 

 
Voland si guardò attorno, il moto perpetuo del parco giochi lo aveva incantato.
“Come ci sei riuscito? Senza che nessuno ti avesse detto cosa potevi fare…”
La sorpresa nella voce dell’uomo in maschera era evidente.
William si limitò a una scrollata di spalle “Forse ci sono riuscito proprio perché non sapevo cosa potevo o non potevo fare…”
“Impressionante… Tu ti focalizzi su un’emozione e attraverso di essa influenzi il mondo che ti circonda, notevole… Ogni custode è diverso, ma tu…”
Il Cacciatore sbuffò “Stiamo dando un eccessivo valore alla fortuna…”
Azazello fece schioccare la lingua “O alla sfortuna, avrei voluto tanto mangiarti… Invece temo che dovremo lasciarti andare…”
William sogghignò come un gatto “Spiacente di lasciarti a bocca asciutta…”
La mano di Micaela si strinse attorno a quella di William mentre il suo sguardo si incendiava.
“Quindi tutte queste parole cosa sottintendono?”
Volanda avanzò, la sua veste purpurea che svolazzava attorno a lui.
Si fermò di fronte a William, si portò le mani guantate alla maschera e quando lo rimosse William spalancò la bocca, un volto così simile al suo, lunghi capelli neri, uno sguardo senza tempo. “Ma tu chi sei?”
Voland sorrise con un sorriso sornione così simile a quello di William.
“Non è questa la domanda giusta… Voi adesso avete un compito… Tornerete nella tua storia, c’è un bel po’ di confusione da rimettere a posto, c’è un certo Benjamin che avrebbe tanto bisogno di un passaggio a casa… Poi avete tutta l’eternità per viaggiare in tutte le storie, io vi controllerò…”
“E Azazello continuerà a sperare di nutrirsi…” Voland sorrise al suo compagno, poi agitò una mano in aria “Le strade sono aperte…”
“E io cosa dovrei fare?” 
Voland si appoggiò pigramente all’altalena. Micaela lo osservava, in quella luce arancione la somiglianza con il suo William era impressionante.
“Tu dovrai andare con loro, sarai vincolato ai loro successi come ad ogni fallimento…”
La fata imprecò e William gli sorrise divertito “Il mio assistente…”
Micaela avrebbe voluto chiedere altro. Di se stessa, della natura dei custodi.
Pareva chiaro che Voland e Azazello avessero delegato il Cacciatore per questo perché si erano volatilizzati. Senza una parola, un saluto. Erano svaniti come erano apparsi mostrando loro il lungo viaggio che gli attendeva davanti.
“Quindi?”
“Quindi… Benjamin è a rischio… quel tritacarne idiota che avevi come amico, non saprà distinguere tra te e lui… e Benjamin… non è … non è te”
“Pazzo intendi?”
Micaela scosse la testa “Addestrato”
“O propenso a scatti violenti?” aggiunse Samuel “Nel tuo mondo di origine almeno…” aggiunse in fretta.
“Anche se dovesse morire, cosa ce ne importa?” Sbraitò la Fata. “Tornerebbe nella sua storia…”
“A me importa”.
“Scusate ma non lo avevi carbonizzato?” chiese Samuel perplesso.
“La storia è collassata su se stessa… potrebbero essercene centinaia di Frank… tutti impegnati in un’infinita caccia …”
“Che meraviglia”
“Già… magari potrò assistere alla morte di almeno un magliaio di te… non è la stessa cosa ma melo farò andar bene”
Micaela osservò con astio il loro nuovo compagno di viaggio.
“Samu credo…” iniziò il discorso la ragazza.
Samuel gli sorrise rassegnato “Sono stato fortunato a condividere con voi tutto questo, adesso però capisco che non potrò più venire con voi…”
William sollevò lo sguardo su Micaela che afferrò la fata per allontanarla.
Il parco giochi era illuminato dalla stessa luce aranciata, un sole morente per un addio.  
William si avvicinò all’amico cercando di trovare le parole adatte.
Che poteva dirgli? Grazie di non avermi mai giudicato, di essere il migliore amico che la mia nuova vita avesse mai potuto sperare di incontrare?
Samuel gli dette un colpetto sorridendo ma quando parlò la sua voce tremava. “Allora… Cerca di badare a te stesso ragazzone”
William si strinse nelle spalle “In questo sono bravissimo…”
Samuel fece una piccola smorfia “Direi decisamente di no…” poi dopo una piccola pausa.
“So che Micaela non te lo farà scordare mai ma… Anche se resti un grosso scemo il più delle volte, vale la pena averti intorno… ok? Cerca di… insomma… Di non prendere troppe decisioni avventate…”
“Mi mancheranno queste conversazioni…”
Samuel abbassò lo sguardo “A me mancherà il mio amico…”
“Anche a me… Grazie Samu di… Esserci stato, di avermi fatto entrare nella tua vita…”
Sapeva che quello era un addio.
Samuel doveva tornare alla sua storia e lui, Micaela e il Cacciatore avrebbero iniziato una nuova avventura attraverso storie infinite. Alla ricerca di Benjamin e molti altri, smarriti…
Il sole tramontò e sul parco giochi calò il buio.
 
…..
 
Molti anni dopo per Samuel …
 
Samuel sospirò osservando il paesaggio oltre la finestra.
Da un po’ di tempo pensava spesso a William e Micaela, come non gli capitava da molto.
Forse perché si era fatto vecchio e malinconico, forse perché avrebbe sempre voluto sapere come erano andati i loro viaggi. Forse perché continuava a sentire la sua mancanza.
Poi lo vide, una sagoma scura si stagliava sulla porta, avrebbe riconosciuto quei segni tra mille, quegli occhi e quel mezzo sorriso.
William si avvicinò al letto, non vedeva quel vecchio involucro, poteva vedere quei ricci neri e quel sorriso sornione tanto familiare. Gli occhi di Samuel incrociarono i suoi e un grande sorriso si allargò sull’anziano volto. “Temevo che non ti avrei mai più rivisto…”
William rispose al sorriso e si sedette accanto all’amico, prendendogli la mano. “Ho viaggiato molto e in molte storie… Ma sapevo che sarei tornato… Non ti avrei mai lasciato andare da solo…”
Samuel sorrise. “Non ti sei cancellato quelle cicatrici alla fine… Hai vissuto molte avventure?”
“Moltissime, ma volevo essere presente all’inizio di questo tuo ultimo viaggio…”
“Resterai con me? Fino alla fine?”
William strinse quella fragile mano tra le proprie. “Fino alla fine”
Il sole stava tramontando, la pallida luce del comodino illuminava il sorriso di Samuel, l’ultimo.
 
 
 
 
 


 
THE END
 
 
La storia finisce qua, William e Micaela e il loro simpatico terzo incomodo viaggeranno ancora a lungo, ormai sono custodi e hanno molto lavoro da fare.
Ringrazio chi è passato per leggere questo piccolo delirio.

 
   
 
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