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Autore: Lady_Elizabeth    23/06/2021    0 recensioni
«Nicolas e Tobia, state fermi! Lo sapete che oggi vi tocca il bagno!» disse Louis spazientito.
«Non sembra per niente facile» commentò un visitatore. Louis si girò e vide un ragazzo, probabilmente un suo coetaneo, che lo guardava interessato. Era alto e riccio, aveva gli occhi verde mare e un sorriso smagliante sulle labbra.
«Per niente» rispose riprendendo il suo lavoro.
«E come mai li hai chiamati Nicolas e Tobia? Sul cartello c’è scritto che si chiamano Thug e Nicky» insistette il ragazzo.
«Perché mi piace chiamarli così» disse secco Louis.
[Conteggio parole: 2k]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò puntuale, come ogni mattina, e, come ogni mattina, era estremamente irritante. Prima o poi l’avrebbe cambiata, pensò Louis, mentre si alzava svogliatamente dal letto e si preparava per andare al lavoro. Quella mattina il cielo era plumbeo e l’umidità appiccicosa, ma d’altronde era risaputo che il clima in Inghilterra non fosse dei migliori. Quando arrivò al famoso zoo di Londra, il ZSL London Zoo, entrò nell’area riservata ai dipendenti per indossare la propria uniforme, ignorando totalmente le persone al suo interno. 

«Lo sai che salutare è una consuetudine che distingue le persone dagli animali?». Louis, senza neanche girarsi a guardare il suo interlocutore, rispose: «Scusa, Liam, ma oggi devo lavare gli ippopotami e ho bisogno di prepararmi psicologicamente. Non so se ricordi cosa è successo l’ultima volta…». Liam sbuffò e aggiunse: «Almeno Zayn mi saluta quando entra» 

«Già, Zayn è l’uomo perfetto, a quando le nozze?» 

«Cretino» disse il moro, tirandogli uno scappellotto.

«Ciao a tutti!» esclamò il ragazzo pakistano appena entrato, subito identificato da entrambi come Zayn. Liam guardò Louis con un’espressione trionfante sul viso, e quest’ultimo uscì dalla stanza mormorando qualcosa di incomprensibile.




 

Louis, anche se non lo avrebbe mai ammesso, amava stare a contatto con gli animali e questo poteva essere riscontrato facilmente dal fatto che assegnasse ad ognuno di loro un nome,  come se fossero figli suoi. I nomi riportati sui cartelli informativi dello zoo, però, non corrispondevano a quelli che lui aveva in mente, perché per lui i nomi avevano un significato speciale, unico. Amava analizzare anche i nomi delle persone, trovare un collegamento con il loro carattere e il loro aspetto fisico, interesse che incuriosiva alcuni e inquietava altri.

«Nicolas e Tobia, state fermi! Lo sapete che oggi vi tocca il bagno!» disse Louis spazientito.

«Non sembra per niente facile» commentò un visitatore. Louis si girò e vide un ragazzo, probabilmente un suo coetaneo, che lo guardava interessato. Era alto e riccio, aveva gli occhi verde mare e un sorriso smagliante sulle labbra.

«Per niente» rispose riprendendo il suo lavoro.

«E come mai li hai chiamati Nicolas e Tobia? Sul cartello c’è scritto che si chiamano Thug e Nicky» insistette il ragazzo.

«Perché mi piace chiamarli così» disse secco Louis. Se c’era una cosa che odiava, erano proprio quelle persone che si rivolgevano a lui usando la seconda persona senza che lo conoscessero.

«Oh, capisco. Posso fare una foto mentre lavi gli ippopotami?» Louis alzò gli occhi al cielo ma poi annuì, aspettando che il ragazzo scattasse la foto e se ne andasse. Tirò fuori dallo zainetto che aveva in spalla una macchina fotografica che Louis avrebbe potuto comprare con lo stipendio di tre mesi interi e scattò qualcosa come venti foto, sempre sorridendo in maniera irritante.

«Grazie mille, non vedo l’ora di farle vedere a mia sorella» esclamò entusiasta, quasi fosse un bambino che ha ricevuto una caramella.

Louis tornò a lavare gli ippopotami, e fu enormemente sollevato quando vide il ragazzo riccio allontanarsi.


Dopo aver faticato come un mulo tutta la mattina, arrivò la pausa pranzo e si diresse verso il solito ristorante dello zoo, dove mangiava sempre in compagnia di Zayn e Liam.

«Allora Lou, com’è stato lavare gli ippopotami?» lo interpellò Liam, vedendolo arrivare sporco di fango e con i capelli appiccicati al viso. Louis lo fulminò con lo sguardo, sedendosi al tavolo con il vassoio traboccante di cibo. 

«Ragazzi, ho un annuncio da farvi» se ne uscì Zayn dopo qualche minuto, attirando l’attenzione dei due amici «Come sapete tra poco ci sarà il compleanno del signor Horan e alcuni dello staff vogliono organizzargli una sorpresa. Dobbiamo ancora decidere di preciso cosa fare, però mi sembra una bella idea, no?»

«Per me va bene» rispose Liam. Louis si limitò a grugnire in segno di assenso mentre divorava il suo pranzo.




 

Il turno del pomeriggio prevedeva un’occupazione molto più rilassante, ovvero quella di girare per un certo settore dello zoo e rendersi disponibili a dare informazioni ai clienti. Non c’era molto da fare, dato che lo zoo era costellato di cartelli illustrativi e mappe, e Louis si limitava a passeggiare tranquillamente nell’area dei rettili, la più silenziosa del parco. Osservando un enorme cobra avvolto su se stesso, Louis non poté fare a meno di esserne incantato: gli animali per lui erano sempre stati un mistero e non riusciva a capire come potesse l’uomo, ospite della Terra, governare su di loro, i veri protagonisti della vita. E quel cobra, rinchiuso dietro uno spesso strato di vetro, aveva perso le caratteristiche che lo connotavano allo stato di natura ed era diventato una semplice attrazione per i turisti. Anche gli uomini, pensò Louis, si erano allontanati dalla natura che li aveva generati e si erano imposti, superbi, come dominatori di un mondo che non apparteneva loro, distruggendolo ed uccidendolo insieme ai suoi abitanti. Perso nelle sue riflessioni, appoggiò una mano al vetro, come se volesse far capire al serpente che dopo tutto esistevano persone migliori di quelle che lo avevano rinchiuso lì, che non tutte le speranze erano perse, che gli uomini potevano ancora riscattarsi.

«Cerchi di oltrepassare il vetro come nella scena di Harry Potter?» una voce lo distolse dai suoi ragionamenti esistenziali. Il ragazzo riccio di quella mattina lo osservava curioso, accompagnato da un’adorabile bambina bionda.

«Controllavo se fosse tutto apposto» rispose leggermente imbarazzato.

«Lei è mia sorella Gemma,» continuò come se nulla fosse «adora venire qui allo zoo e la porto ogni volta che posso».

Louis le sorrise e lei ricambiò agitando la manina paffuta.

«Mi fai una foto con il cobra?» chiese Gemma rivolgendosi al fratello.

«Certo! Mettiti lì accanto al ragazzo» disse prendendo in mano la costosa macchina fotografica. Gemma si avvicinò a Louis e lo guardò intensamente, aspettando che lui la prendesse in braccio per fare la foto. Dopo qualche istante comprese le intenzioni della bambina e, impacciato, la fece salire a cavalcioni sulle spalle. Harry nel frattempo catturava ogni movimento con uno scatto, neanche fosse ad una sfilata di moda, e Gemma si comportava da vera attrice.

«È vero che il cobra reale è il serpente velenoso più lungo al mondo?»

«Sì, è vero, e infatti il cobra sottomette le prede con enormi quantità di veleno neurotossico… ».

Louis, appassionato del mondo animale, iniziò a raccontare a Gemma tutti i segreti dei rettili rispondendo entusiasta alle sue domande e mostrando un’innata capacità oratoria che affascinava e catturava l’attenzione. Passeggiando per gli altri settori dello zoo alcuni visitatori curiosi furono attirati dalle parole di Louis e continuarono a seguirlo, pensando si trattasse di una visita guidata. Arrivato alla piazzetta accanto all’uscita, si accorse di tutte le persone che avevano ascoltato le sue spiegazioni e divenne rosso d’imbarazzo: il gruppo di visitatori gli dedicò un applauso sincero e le sue guance si infiammarono, se possibile, ancora di più. Attirato dal rumore, si avvicinò un signore robusto dai capelli imbiancati che scrutò interessato il piccolo drappello di visitatori mentre applaudivano e ringraziavano un semplice addetto alle pulizie dello zoo.

«Signor Horan!» esclamò sorpreso Louis non appena si accorse della presenza del direttore.

«Tomlinson, cosa succede?» 

«Questo ragazzo ci ha accompagnato per tutto lo zoo spiegando in modo professionale e interessante le caratteristiche di ogni animale. È stato davvero bravo» intervenne Harry prontamente con il solito sorriso stampato sulla faccia.

Louis si chiese se Niall Horan lo avrebbe licenziato in tronco per aver violato un qualche tipo di regolamento, o se gli avrebbe semplicemente ricordato di stare al proprio posto. Per questo, quando lo convocò nel suo ufficio offrendogli una promozione a guida turistica, Louis rimase senza parole. Il direttore era rimasto colpito dai commenti dei visitatori circa le qualità di quel ragazzo alquanto anonimo del proprio staff al punto da volergli concedere un’opportunità di crescita lavorativa.




 

Il giorno successivo Louis venne accolto dai colleghi con tanto di striscione e palloncini.

«Hai finalmente finito di lavare gli ippopotami!» lo punzecchiò Liam.

«Ben fatto, te lo sei meritato» aggiunse Zayn dandogli una pacca sulle spalle.

«Speriamo di piacere anche agli altri visitatori, altrimenti tornerò a pulirli tra qualche giorno».

In quel momento entrò nella stanza una ragazza con un tablet in mano a chiamarlo per il primo giro della giornata.

«Andrai alla grande!» gli disse Liam con un sorriso incoraggiante. 

Louis uscì titubante sul piazzale esterno e si trovò davanti un nutrito gruppetto di bambini esagitati. Le maestre, già stremate dalla gita scolastica appena cominciata, si presentarono e gli studenti dissero uno a uno i propri nomi. Una delle poche qualità di cui Louis amava vantarsi era la capacità di ricordare il nome di una persona dopo averlo ascoltato una sola volta, e ciò si rivelò uno strumento formidabile per affrontare la scolaresca. Durante le spiegazioni, non appena cominciava a sentire troppe chiacchiere, chiamava per nome i bambini più rumorosi e chiedeva loro di ripetere le cose appena dette. Questa strategia, insieme all’interesse che suscitava con il suo modo di parlare, gli permise di conquistare l’attenzione della classe senza troppa fatica.
Al termine della visita le maestre si congratularono con lui e promisero di inoltrare una valutazione positiva nei suoi confronti all’interno dei questionari somministrati dallo zoo. Guardandoli andare via, Louis si chiese se avrebbe più rivisto Gemma e il suo irritante ma premuroso fratello maggiore, del quale ancora non conosceva il nome. Quasi gli dispiaceva che non fossero stati presenti a quella visita guidata.


Avendo il pomeriggio libero si offrì di aiutare Zayn nella preparazione della festa a sorpresa per il compleanno del signor Horan, che avevano intenzione di organizzare proprio all’interno dello zoo coinvolgendo staff e visitatori.

«Credo che possa bastare per i palloncini» osservò Louis accennando alla quantità spropositata di sacchetti che teneva in precario equilibrio sulle braccia.

«Forse sì, tanto abbiamo anche i festoni da appendere» rispose Zayn mentre valutava un set di piatti di carta. «Prendiamo questi che sono compostabili» aggiunse poco dopo. Soddisfatto, continuò a girovagare per il negozio alla ricerca di qualche altra decorazione da appendere in qualche angolo dello zoo. Gli scaffali erano stracolmi di qualsiasi oggetto pensabile ed immaginabile per una festa o un evento. Si fermò incuriosito di fronte ad alcuni palloncini ad elio a forma di animale.

«Ma sono bellissimi! Guarda questa scimmietta!» esclamò volgendosi verso Louis «A proposito, alla fine hai trovato il nome per il nuovo scimpanzé?»

«Ancora no, non riesco a pensare ad un nome adatto» confessò l’altro scoraggiato. Per quanto si fosse sforzato, rimaneva l’unico animale dello zoo a non esser stato ribattezzato. Era arrivato dal Ghana ormai da diverse settimane, ma c’era qualcosa che impediva a Louis di trovare il nome “perfetto”.

«Prendiamo anche questi, sono troppo carini» proseguì Zayn afferrando i palloncini a forma di scimpanzé, giraffa, elefante e leone. 

«Chi si occupa del buffet?» chiese Louis.

«Ho chiesto a Liam di organizzare con gli altri del suo settore. Bisogna però coinvolgere anche i visitatori senza farci scoprire dal boss»

«Posso accennarlo nelle visite guidate dei prossimi giorni, avrò qualche scolaresca e diversi turisti» si propose Louis.

«Ottimo! Ora che sei il preferito del signor Horan hai molto più potere di noi poveri inservienti»

«Non so cosa sia peggio tra lavare gli ippopotami e gestire una classe delle elementari». 

I due scoppiarono a ridere prima di finire il giro di ricognizione nel negozio e uscirono da lì con l’occorrente per decorare tutta Londra.




 

«Buongiorno a tutti!» Louis accolse il gruppo di turisti che avevano prenotato la visita per quella mattina. «Prima di cominciare il nostro giro volevo informarvi che venerdì prossimo siete tutti invitati alla festa a sorpresa che stiamo organizzando per il direttore dello zoo. L’accesso è libero a tutti coloro che desiderano unirsi ai festeggiamenti, ma mi raccomando, acqua in bocca!» concluse facendo l’occhiolino verso i pochi bambini presenti. Con un tuffo al cuore riconobbe tra quelle testoline una chioma bionda a lui familiare. Gemma gli sorrise felice e, a un gesto di Louis, si tuffò correndo nelle sue braccia.

«Verrai alla festa del signor Horan?» le chiese mentre la issava sulle proprie spalle.

«Certo! Viene anche Harry» rispose candidamente allungando la manina verso il fratello maggiore, nascosto tra la folla dei turisti. Osservando il ragazzo riccio che salutava di rimando la sorella, Louis non poté fare a meno di pensare che quel nome gli calzasse a pennello: aveva proprio la faccia di un Harry.

«Direi che possiamo cominciare!» esordì dopo qualche istante «Da quale zona dello zoo volete partire?».


Alla fine della visita Harry si avvicinò per riprendere Gemma, che era rimasta tutto il tempo vicino a Louis.

«Sono un po’ geloso, ormai sei diventata l’assistente ufficiale di Louis» le disse con il suo perenne sorriso irritante. 

La bambina, in tutta la sua ingenuità, rispose «È simpatico e intelligente, perché non ti fidanzi con lui? Louis mi ha detto che anche a lui piacciono i ragazzi».

Entrambi diventarono rossi come due semafori, spiazzati dal commento di Gemma.

«Sai, Harry non esce con nessuno da qualche mese e passa il suo tempo libero con me». A quest’ultima affermazione Harry scappò via con la sorella, balbettando qualche frase sconnessa. Louis rimase lì, confuso e imbarazzato per la scena appena vissuta, con le parole della bambina conficcate irrimediabilmente nel cervello. Si incamminò pensoso per lo zoo, con una strana agitazione addosso, e si ritrovò nel settore degli scimpanzé senza volerlo. Alzò lo sguardo verso il nuovo arrivato e contemplò il suo viso quasi umano, in fondo a pochi passi dall’uomo sulla scala evolutiva. Eppure, nonostante gli sforzi, non riusciva proprio a trovargli un nome che lo rappresentasse. Il nome scritto sulla targhetta, Gernot, era sicuramente inappropriato a quello scimpanzé piccolo e vivace, sempre pronto ad avvicinarsi ai visitatori con innegabile allegria. 




 

Il giorno del compleanno del signor Horan tutto lo staff era in fermento: ognuno seguiva le istruzioni impartite da Zayn, l’organizzatore ufficiale, e prima dell’orario di apertura avevano già decorato ogni angolo dello zoo e allestito un nutrito buffet nel piazzale vicino all’uscita. Quando il direttore si presentò come sempre alle nove in punto, lo stupore nei suoi occhi fu evidente. I dipendenti lo accolsero calorosamente mostrando il proprio affetto verso un uomo che aveva dedicato tutto se stesso alla cura di quel piccolo paradiso terrestre e dei suoi dipendenti. Perfino i nuovi arrivati si sentivano accolti nella grande famiglia dello ZSL e quel cinquantenne paffuto e sorridente trattava tutti come fossero figli suoi. L’aria di festa coinvolse anche i visitatori che quel sabato si recarono allo zoo, alcuni grazie all’invito di Louis, altri completamente ignari del grande evento. Tra i visitatori c’era ovviamente anche Harry in compagnia della sorellina, che fremeva dall’emozione dal momento in cui Louis le aveva parlato della festa a sorpresa.

«Avete organizzato in pompa magna» commentò il riccio impressionato.

«Zayn è un esaltato per le feste.» rispose Louis ridacchiando «E ancora non hai visto nulla: l’area delle scimmie potrebbe gareggiare con il Carnevale di Rio in quanto a decorazioni»

«Sei tu la guida turistica» disse Harry alzando le mani e invitandolo silenziosamente a mostrargli il resto delle decorazioni.

I due si incamminarono verso l’interno dello zoo, mentre Gemma era stata attratta dall’area giochi dedicata ai bambini e sorvegliata da alcuni addetti. Un ragazzo incaricato del buffet offrì loro da bere da un vassoio stracolmo di bicchieri in precario equilibrio. Gruppetti di persone girovagavano nei vari settori chiacchierando spensierati. Harry e Louis erano rimasti invece in silenzio, all’improvviso colti da uno strano nervosismo. Arrivarono dopo diversi minuti nell’area delle scimmie e si trovarono isolati dal resto dei visitatori, impegnati probabilmente ad allenare le mandibole con i panini del buffet.

«Non sono ancora riuscito a trovare un nome per questo scimpanzé» mormorò Louis per spezzare il silenzio.

«Il naming non è per nulla facile, ci vuole talento per trovare un nome a tutti gli animali dello zoo». 

«Sarebbe un complimento?».

Harry fece spallucce, ma il suo solito sorriso smagliante lo tradiva inequivocabilmente.

«Anche prendersi cura di una sorella più piccola non è per nulla facile, ci vuole impegno e dedizione» ribatté Louis.

Harry si voltò verso di lui, sempre sorridendo, e gli prese le mani fra le proprie.

 

La festa fu un successo strepitoso e in poche ore divenne virale sui social grazie alle foto postate da visitatori e dipendenti: addirittura la rete televisiva locale accennò alla celebrazione nel telegiornale di quella sera. Ma il successo più memorabile fu sicuramente il fatto che Louis riuscì a trovare il nome perfetto per lo scimpanzé: Larry.

  
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