Fra le steppe dell'Asia minore e le forestedel monte Ida, ecco che i cacciatori figli di Irtaco si fanno strada: li si riconosce dagli scuri capelli e la pelle diafana, dalle movenze agili e l'intelligenza acuta.
Ecco che, dall'altro lato, vestiti di tuniche intessute, spiccano i nobili figli di Priamo, re di Troia: si avverte rivalità, una guerra che non esiste ma che risulta percepibile e palpabile dall'odio che celano gli sguardi. Un odio che preme, che impregna, che quasi possiede i loro animi e che difficilmente si può tradurre in amore.
Due damma corrono per le praterie, cercano di arrivare alla fonte per primi e si mettono vicendevolmente in difficoltà: eppure, quando arriva la consapevolezza di star sbagliando, di non riuscire nemmeno a comunicare con gli alleati, ci si volta indietro e ci si dà un aiuto. Invece, dall'altro lato, un falco e un'aquila si incontrano: potrebbero tirarsi tutti i dardi che vogliono, sono di schieramenti opposti... ciononostante, si abbracciano. E allora chi sono i nemici, chi gli amici? Quale il male, quale il bene? Forse, solo nelle situazioni in cui vige come peso la morte certa, si può pensare di giudicare.