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Autore: Ely82    26/06/2021    0 recensioni
Alice Cooper è una ragazza molto ambiziosa che lavora da anni come pubblicitaria alla Spencer Advertising Corporation. La sua vita è interamente incentrata sul lavoro, a discapito della sua vita privata, ormai assente. L'arrivo nell'azienda del giovane e attraente Thomas Parker, fa sfumare la sua promozione tanto ambita. Alice cercherà in ogni modo di screditare il nuovo arrivato che al contrario si dimostra essere molto gentile e ben disposto nei suoi confronti. Alice sarà davvero disposta a tutto per riprendersi il suo ruolo in azienda o l'affascinante Thomas Parker riuscirà a cambiare i suoi piani e a far breccia nel suo cuore?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buongiorno a tutti!
Mi scuso per il ritardo con cui posto il secondo capitolo.
Ero indecisa se continuare o meno.
Rileggendo oggi la storia si vede che l'ho scritta più di dieci anni fa... e che non è all'altezza di ciò che vi ho fatto leggere fino ad ora.
Però alla fine ho deciso di pubblicarla ugualmente...
BUONA LETTURA!




Capitolo 2

Il resto della settimana trascorse come sempre. Il nuovo arrivato non scendeva quasi mai al nostro piano, ed ero davvero felice di non trovarmelo continuamente tra i piedi. In tre giorni avevamo più o meno scambiato dieci parole, e non intendevo dargli più confidenza del minimo necessario. Aveva quest’aria da bravo ragazzo, innocente, ma al tempo stesso sicuro di sé, che mi faceva salire il sangue al cervello.
Di tanto in tanto telefonava, ma privilegiava l’interno di Sandy: meglio così, una scocciatura in meno. Lei si atteggiava da segretaria tutto fare e dispensava sorrisi ad ogni occasione. Sapevo che, se ne avesse avuto l’occasione, se lo sarebbe portato perfino a letto, come, d’altronde, si diceva che avesse già fatto in passato con altri colleghi. Nonostante tutto, però, non sapere cosa si dicessero per telefono e cosa lei facesse per lui, da un punto di vista lavorativo, mi metteva in uno strano stato di agitazione.
Non sapevo come comportarmi, ma di sicuro non sarei mai andata da lei a chiedergli qualcosa: non mi sarei abbassata a tanto.
Così, come facevo ogni volta che mi trovavo in difficoltà, alzai la cornetta e feci l’interno di Mary.
«Sì, pronto?»
«Ehi Mary, sono Alice! Hai un minuto per me?»
«E me lo chiedi? Dimmi tutto cara!»
«Ho un problema, e vorrei parlarne un po’ con te. Che ne dici di cenare a casa mia stasera?»
«Deve essere qualcosa di serio se ti spinge a cucinare? Uomini?»
«Sì, ma non nel modo che pensi tu! E comunque avevo in mente di ordinare una pizza, puoi stare tranquilla!»
Di qualità me ne riconoscevo parecchie, ma, tra queste, non c’era di sicuro il saper cucinare! E chi aveva tempo di stare dietro ad una cosa del genere?
«Ok, allora vada per la pizza! Passo a prenderle io. Sarò da te verso le nove. Però sono curiosa... sicura che non devo preoccuparmi?»
«No, tranquilla, ho solo bisogno del consiglio di un’amica! A dopo, ciao!»
Sapevo di poter sempre contare su di lei. Mi sarebbe piaciuto poter lavorare insieme, ma a lei piaceva più l’aspetto finanziario del nostro lavoro, io, invece, lo detestavo. Era in contabilità da più di cinque anni ormai, e aspirava a diventarne la responsabile: diceva che, per fare il mio lavoro, ci voleva troppa fantasia e creatività; lei, invece, si riteneva più pratica e razionale. Proprio quello che ci voleva per me in quel momento.
Verso le otto uscii dall’ufficio e scesi nel parcheggio a prendere la macchina. Scelsi il momento peggiore per farlo, ovviamente. Thomas Parker stava salendo nella sua auto, parcheggiata proprio accanto alla mia: «Tempismo perfetto Alice, come sempre», dissi tra me.
«Ciao Alice!  Finito per oggi?», mi chiese per rompere il ghiaccio, con tono gentile.
«Sì, ci vediamo domani. Buona serata», risposi frettolosamente, mentre m’infilavo nella mia Focus.
Lo guardai dallo specchietto mentre mi allontanavo: era ancora lì, in piedi, e guardava nella mia direzione con aria spaesata.
Se mi avesse ignorato, come facevo io con lui, mi avrebbe reso le cose molto più facili, invece si ostinava ad essere cordiale e gentile appena ne aveva l’occasione, e la cosa mi faceva irritare ancora di più.
 
Il mio appartamento era il mio rifugio. Raramente portavo qualcuno a casa mia. Mary era l’eccezione.
«Allora? Ti decidi a dirmi il motivo di questa cena? Ti vedo agitata più del solito o mi sbaglio?», mi chiese impaziente Mary, dopo il secondo trancio di pizza.
«Si tratta di Tom», ammisi con un velo di amarezza nella voce.
«Chi?»
«Thomas Parker! Il mio nuovo capo!», puntualizzai con tono ironico e pungente. «Non so che fare con lui e, soprattutto, non so come sbarazzarmene! Cerco di ignorarlo, gli rispondo a denti stretti ogni volta che mi chiede qualcosa, ma devo fare di meglio e non so come!»
«Cavolo Alice, stai proprio messa male! Mi dispiace tanto per la tua promozione, lo sai questo, ma come pensi di poter tornare indietro? Il direttore non è uno che cambia idea facilmente, e mi sembra davvero convinto delle capacità di questo tizio!»
«Beh, ma avrà anche lui qualche punto debole, no?» Doveva averne.
«E pensi di scoprirli con questo atteggiamento?»
«Che vuoi dire?»
«Che il modo migliore per sconfiggere un nemico, è farselo amico…o qualcos’altro, visto che il ragazzo non è niente male!», ammise Mary facendomi l’occhiolino.
«Che cosa? Tu sei matta! Dovrei fargli gli occhi dolci come fa Sandy? Neanche per sogno! E poi, se gli piace un tipo come lei, non posso certo interessargli io!»
«Non te lo devi mica sposare! Ma davvero si vede con Sandy? Mille punti in meno al caro Tom!», disse sarcastica. «Bella sarà pure bella, ma che altro ci trovi in una così?»
Certo, cosa poteva trovarci in una donna di trentacinque anni, single, alta, bionda e con una quarta di seno?
«Sesso, Mary, che altro? E mi stai consigliando di fare la stessa cosa?», le chiesi allarmata.
«Ok, rimaniamo sul livello amicizia, anche se tutto quel ben di Dio è davvero un peccato sprecarlo! In ogni modo, quello che volevo dirti è che, se ti dimostri gentile, accondiscendente e anche un po’ simpatica, lui inizierà a fidarsi di te. Solo se gli lavori accanto potrai seguire le sue mosse e anticiparle, studiarlo e approfittare di ogni suo errore.»
Diventare sua amica quindi. La cosa non mi piaceva affatto, ma il piano di Mary sembrava perfetto e aveva ragione su una cosa fondamentale: nella posizione in cui ero ora non sapevo niente, neanche a cosa stesse lavorando o con chi stesse prendendo contatti. Come potevo pensare di ostacolarlo e di riprendermi il posto che mi aspettava di diritto?
«L’idea non mi entusiasma per niente, ma, come sempre, credo che tu abbia ragione. Devo osservarlo da vicino e colpirlo nel momento giusto!», conclusi determinata.
«Che cosa hai in mente di fare?»
«Non saprei! Rubargli le idee migliori e suggerirgliene altre per esempio! Contattare i clienti prima che lo faccia lui, dargli qualche consiglio…sbagliato! Cosette così insomma!», dissi ridendo, con aria innocente.
«Una cosa è certa, Thomas Parker deve sparire!», aggiunsi.
«Poverino, non ha idea di chi si è messo contro! A questo punto direi di fare un brindisi», esordì, alzando il bicchiere della birra. «A Tom, ad una carriera breve e rovinosa alla Spencer Advertising Corporation!»
«A Tom!!»
Ci guardammo con aria complice e seria per pochi istanti e poi scoppiammo a ridere come due bambine!
La decisione era, perciò, presa: da domani avrei avuto un nuovo compagno di giochi!

 
   
 
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