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Autore: lady lina 77    27/06/2021    2 recensioni
L'omicidio di una donna e il salvataggio dei suoi due figli porteranno i Poldark dentro a un grande segreto da tenere celato a qualsiasi costo. Una storia che nasce nel freddo dei ghiacci di Oslo per poi approdare in Cornovaglia dove Ross, assieme a due misteriosi gemellini (già conosciuti in una mia vecchia fanfiction ma quì in ruoli diversi), lotterà per poter tenere fede a una promessa.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Potremmo dire semplicemente che sono nostri".
La proposta di Demelza spezzò il silenzio della stanza e Ross capì che l'ora di pace prima che i figli si alzassero e li rendessero partecipi della decisione di tenere i gemelli, era definitivamente sparita dai suoi propositi. Nevicava fitto, i piccoli dormivano lei sul suo petto e lui sul petto di sua moglie e il camino donava una pace talmente invitante che pensare ai problemi da affrontare gli pareva un delitto. "Come potremmo riuscire a far credere alla gente una fandonia simile?".
Demelza coprì le spalle di Demian, accarezzandogli la testolina. "Non dico ai nostri amici più stretti o ai miei fratelli ma di chi frequentiamo meno. Io sono stata poco in giro questo autunno e in questi mesi in cui sei stato in Norvegia e a causa di Bella che aveva spesso la febbre a causa dei dentini, sono stata praticamente sempre in casa e non sono nemmeno mai riuscita ad andare alla Wheal Grace come facevo una volta. La scorsa estate invece siamo stati a Londra per il tuo incarico al Parlamento, quindi la gente del posto non può sapere se avevo o meno il pancione. Racconteremo ai tuoi minatori e alla gente del posto come Sir Bodrugan che ho partorito appena sei tornato e che ho preferito non divulgare la notizia della mia gravidanza perché mi sentivo in imbarazzo ad essere di nuovo incinta subito dopo aver partorito Bella. Può funzionare, no?".
Ross alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché la Corona non avesse proposto a sua moglie il lavoro di spia. Santo cielo, era una maga del sotterfugio e degli stratagemmi... "E ci crederanno?".
"Perché non dovrebbero? E perché dovrebbe essere un loro problema?".
"Perché i gemelli non ci somigliano!" - sbottò Ross.
Demelza sbuffò. "Sono biondi, anche Clowance è bionda e metà dei Poldark passati e presenti lo è!".
La guardò storto. "Sono TROPPO biondi".
"Crescendo si scuriranno un pò" - disse Demelza, chiudendo il discorso.
Ross pregò che succedesse sul serio, in fondo la madre dei bimbi era spagnola e santo cielo, qualcosa da lei dovevano pure aver preso! "Non saranno mai mori".
"Ma saranno biondi come Clowance o forse un pò di più. La gente di questo posto, Ross, ha tanti problemi giornalieri da affrontare e dubito che il colore dei capelli di questi bambini sia in cima ai loro pensieri. O quanti figli abbiamo...".
"La gente di questo posto, amore mio, ama sparlare di tutto" - le fece notare.
"Forse..." - fu costretta ad ammettere Demelza - "Ma si stancheranno presto di farlo quando troveranno un altro argomento".
Ross, esasperato da quella logica tutta al femminile che mai riusciva ad abbattere, scosse la testa. "Due gemelli a un anno di distanza da Bella... La gente penserà che non so stare al mio posto e tenere le mani ferme quando siamo a letto...".
A quelle parole Demelza scoppiò a ridere, anche se tentò di trattenersi per non svegliare i gemellini, soprattutto Daisy che dopo l'uscita prima dell'alba con Ross, si era riaddormentata dopo aver pianto a lungo. "Beh, da questo punto di vista non si sbaglierebbero troppo!".
Scherzosamente, Ross le diede un buffetto sulla guancia. "Stiamo facendo un discorso serio".
"Sono seria!".
"Ma stai sviando il discorso!".
Demelza alzò le spalle, divertita. "Sto raccontando la semplice verità".
"E questa verità ti dispiace?".
Demelza rimase in silenzio per un attimo, poi il suo sguardo si fece malizioso e si avvicinò per baciarlo sensualmente sulle labbra. "Per niente".
Rimase inebetito davanti a quelle sensazioni così forti che ancora oggi, dopo tanti anni di matrimonio, Demelza risvegliava in lui anche con un semplice tocco. Santo cielo, dubitava che questo sarebbe mai cambiato fra loro... "Buon per te... e per me... Ma ora abbiamo cose più importanti a cui pensare".
Demelza sorrise, stavolta con dolcezza, stringendo a se Demian. "Già".
"E' già il tuo cocco?" - fece notare Ross.
"E lei la tua cocca!" - scherzò Demelza, indicando Daisy.
"Ama la mia voce...".
"E Demian il mio seno".
Ross rise ancora. "Piuttosto furbo il piccolo vichingo...". Ma poi tornò serio, accarezzandole il viso. "Demelza, tenerli è un grande impegno e una grande responsabilità. Significherà avere due figli in più con tutto quello che ciò comporta per me, per te e per Jeremy, Clowance e Bella. Dovremo crescerli, amarli come fossero nostri, tenere celato loro un segreto enorme e chiedere ai nostri figli maggiori di fare altrettanto. Significa sconvolgere la vita di questa famiglia, significherà che Bella dovrà dividere con loro le nostre attenzioni e molto lavoro in più soprattutto per te e Prudie. Io sono spesso lontano da casa e anche quando sono quì, ho la miniera a cui badare e loro non dovrebbero essere un problema tuo".
Ma Demelza gli strinse la mano, come a dargli coraggio. "Ti ho chiesto io di tenerli quì e credo sia la cosa più giusta per questi bambini e per te che sei stato eletto loro protettore. Non ho paura del lavoro e dubito che la mia vita sarà sconvolta più di tanto. Jeremy e Clowance ormai sono grandi e Bella in loro troverà compagni di gioco e dei fratelli vicini per età. Ho cresciuto da bambina, sei fratelli. Senza cibo, in una baracca, da sola. Credi che due gemellini mi facciano paura?".
Ross le baciò la fronte, grato che il destino gliel'avesse fatta conoscere. Se poteva tener fede al meglio la sua promessa a Jasmine, era soprattutto grazie a lei. A Demelza sarebbe piaciuta, probabilmente, quanto Caroline. "Vorrei comunque che tu stessi più tranquilla e comoda, non sempre indaffarata".
"Mi annoierei. E tu, Ross?".
"Io cosa?".
"Saresti pronto a far loro da padre?".
Ross rimase in silenzio, rendendosi conto della grandezza di quella domanda. Era pronto? Aveva sempre amato la paternità ma dopo Julia ne aveva avuto anche paura e ora, amare quei due gemelli avrebbe generato in lui gli stessi sentimenti di terrore davanti all'opportuinità di perderli un giorno. Cosa che, nel loro caso, poteva anche essere probabile. Ma poi guardò quei piccolini fra le loro braccia e capì che in fondo gli erano già entrati nel cuore e difficilmente avrebbe potuto allontanarli. "Credo di sì".
Demelza intrecciò le dita della mano che aveva libera con quella di Ross. "E ai miei fratelli che diremo? E a Zachy? Ned? Dwight e Caroline già lo sanno e abbiamo il loro silenzio, ma gli altri? Quelli a noi più vicini non crederanno a una mia gravidanza tenuta segreta".
Le accarezzò la mano che stringeva. "No, certo che no. Racconteremo loro ciò che io ho raccontato a te e Dwight, chiedendo di tenere il segreto e reggerci il gioco. Sono amici fidati, su di loro e sulla loro fedeltà non ho alcun dubbio e mi hanno aiutato in passato già molte volte".
Demelza sorrise. "Quindi lo vedi che non è così difficile?".
Ross rise, pizzicandole il dorso della mano. "Aspetta a cantare vittoria! Dobbiamo convincere tuo fratello Sam a mentire".
"E' per una buona causa, non farà storie".
Ross non parve così convinto della cosa e anche se sicuramente alla fine suo cognato avrebbe mantenuto il segreto per la salvezza dei bambini, di certo non sarebbero mancate le sue rimostranze. "Per Sam non esistono buone cause che giustifichino una menzogna".
Demelza annuì, costretta a dargli un pò ragione. "Sì ma col matrimonio è diventato più accomodante. Rosina lo convincerà".
Ross la strinse a se, scompigliandole scherzosamente i capelli. "Il famoso potere delle donne che è in grado di assoggettare come se fossero marionette, tutti gli uomini del mondo".
Demelza fece per rispondere ma il rumore della porta che si apriva, la fermò.
Ancora assonnati e in camicia da notte, i loro tre figli entrarono nella stanza, Clowance sfregandosi gli occhi e Jeremy con la piccola Bella in braccio, già perfettamente sveglia ed attiva. Era una specie di rito che i loro figli li raggiungessero nel lettone prima di lavarsi e vestirsi e quella mattina non faceva eccezione. Era una bella abitudine che anche Ross amava, soprattutto nelle fredde mattine d'inverno quando fuori era ancora buio ed era piacevole starsene tutti insieme sotto a una coperta.
Jeremy si rabbuiò subito però, osservando i gemelli. Stranamente, a differenza di Clowance, lui non sembrava contento del loro arrivo e spesso sembrava assorto e immalinconito in quei giorni. "Ma non dovevate portarne via uno, stamattina?" - chiese infatti, non sforzandosi di nascondere la delusione dal suo tono di voce.
Demelza allungò una mano verso di lui per attirarlo a se. "Tesoro, tutti e tre, venite quì".
Clowance non se lo fece ripetere e saltò sul letto felice. Per lei i gemelli erano delle specie di bambolotti e adorava aiutare sua madre e Prudie nella loro gestione. "Evviva, non li hai portati via papà!".
Anche Jeremy li raggiunse, poggiando Bella sul letto. La piccola gattonò fino al padre, prendendo posto accanto a Daisy fra le sue braccia e reclamando la sua attenzione.
"Come mai, papà?" - chiese ancora Jeremy.
Ross decise di rispondergli senza giri di parole, con gentilezza ma anche con la fermezza necessaria a fargli capire che era una scelta degli adulti che lui doveva rispettare. "Io e tua madre abbiamo deciso che per la loro sicurezza e il loro benessere, è meglio che stiano quì".
"Per sempre?" - chiese Clowance.
Demelza annuì. "Sì... O finché saranno grandi abbastanza per prendere la loro strada. Come voi...".
"Ma tu hai detto che era pericoloso, papà!" - sbottò Jeremy.
"Lo so, ma tua madre mi ha fatto capire che non lo è affatto, dopo tutto. Se ci staremo attenti, ovviamente".
Stupito, Jeremy fissò Demelza. "Mamma, ma davvero tu li vuoi?".
Lei gli accarezzò il viso. "Certo tesoro, e sai perché?".
"No".
"Perché tanti anni fa anche io ero sola e nei guai e vostro padre mi ha accolto in questa casa cambiando la mia vita. E ora voglio fare altrettanto per questi due bambini così piccoli e soli, che hanno ancor meno di quello che avevo io quando sono arrivata a Nampara la prima volta".
Jeremy rimase silenzioso alcuni istanti, ma poi annuì. Era il figlio più vicino a sua madre e quello che meglio la capiva e meglio sapeva leggerne l'anino gentile. E anche se non era contento di quella scelta, mai avrebbe obiettato dandole un dispiacere. "Capisco" - mormorò a denti stretti.
"Sei d'accordo, allora?" - chiese Demelza.
Ancora dubbioso, alla fine Jeremy cedette per farla felice. "Se sei contenta tu e davvero vuoi, allora sì".
"E dovremo tenerli nascosti?" - chiese Clowance, di indole molto più pratica.
Ross scosse la testa. "No e da questo momento in poi voi sarete fondamentali. Dovrete dire a tutti che sono i vostri fratellini e che la mamma è rimasta incinta subito dopo la nascita di Bella".
"Ma sarebbe una bugia" - obiettò Jeremy.
"Ma sarebbe a fin di bene" - lo rassicurò il padre.
Jeremy parve scettico. "Zio Sam e zio Drake non ci crederanno mai!".
Demelza lo attirò a se mentre Bella iniziava a fare chiasso, svegliando i gemelli che aprirono i loro occhi azzurri. "A zio Sam e zio Drake racconteremo la verità e loro terranno il segreto dei gemelli con noi. Così come le altre persone a noi molto vicine come Zachy. Ma per tutti gli altri, da oggi i gemelli sono i vostri fratellini e dovranno crescere con questa certezza".
"Non devono sapere la verità?" - chiese Clowance mentre Daisy si aggrappava con la manina al braccio di Bella che di tutta risposta cercava di spingerla via.
"No" - rispose Demelza. "Loro devono crescere con noi pensando che siamo la loro famiglia. E lo saremo davvero, li ameremo come ci amiamo fra noi e tutto il loro passato non ci sarà più. Saprete farlo, saprete non dire nulla?".
Clowance disse subito di sì, senza esitazione, Jeremy diede la sua parola alcuni istanti dopo.
Ross tentò di rassicurare il figlio maggiore, ancora decisamente scosso. "Quanto meno avremo rinforzi. Demian ci darà man forte contro tutte queste donne".
Jeremy sorrise timidamente. "Speriamo".
"Saprai essere un bravo fratello maggiore?".
"Credo di sì. Ci proverò".
Ross si stiracchiò, ora con tanti pesi in meno sulla coscienza, rendendosi conto che dentro di se quella era la soluzione che forse aveva desiderato fin dall'inizio di quella faccenda. "E allora, non mi resta che fare una cosa".
"Cosa?" - chiese Demelza.
"Andare a Londra da Jones. Mi devo far fare dei certificati di nascita falsi dei bambini, da mostrare al Reverendo Halse quando li battezzeremo".
"Anche questa è una bugia!" - lo rimbeccò Clowance.
Ross le strizzò l'occhio. "Ma sempre a fin di bene!".
La bambina rise, i gemelli mossero le gambette allegri e da quel momento la famiglia Poldark fu ufficialmente composta da sette persone.
Ross invitò Jeremy e Clowance ad andare a lavarsi la faccia e a vestirsi e poi, rimasto solo con Demelza e i tre bimbi più piccoli, tornò a rivolgersi alla moglie. "Se resteranno quì, forse dovresti sapere qualcosa in più dei gemelli" - disse, osservandoli fra le loro braccia, perfettamente a propio agio. Se Demelza si sentiva pronta a far loro da madre, era giusto che sapesse chi erano davvero quei bambini e i motivi che avevano portato alla morte dei loro genitori. "Voglio dire... Tipo... Il loro vero nome, il nome di famiglia...".
Ma Demelza lo bloccò, risoluta. "No".
"No?".
Demelza affrontò con tranquillità l'espressione sorpresa e stupita del marito. "Non voglio sapere nulla più di quello che già so, non voglio sapere nulla che possa influenzare il mio pensiero e le mie azioni verso di loro. Per me la questione finisce quì, ho fiducia in te e nella tua scelta di portarli quì e come hai detto, ciò che era prima non esiste più. Per il bene di tutti, soprattutto dei bambini, ciò che hai lasciato dietro di te in Norveglia, là deve restare. Ora pensiamo solo al futuro".
"Sei sicura?" - le chiese, incerto.
"Sì. E sarà così per sempre o almeno finché non sarà necessario parlarne".
Ross tacque, forse non del tutto sorpreso dalla saggezza e dalle parole di sua moglie. E da quel momento e per molto tempo, l'argomento non fu più toccato.
  
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