Anime & Manga > Lupin III
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Autore: jarmione    29/06/2021    4 recensioni
Lupin lo conosciamo come cascamorto dietro a Fujiko.
Ma è sempre stato così? E se avesse avuto qualcuno a cui teneva davvero?
Anche se per breve tempo, Lupin è stato innamorato davvero di qualcuno, una donna semplice e senza troppe pretese.
Ma è un segreto che non ha mai condiviso con nessuno.
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Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lupin III, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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prompt scelto: 15. "Volevo dirti una cosa che non ti ho mai detto prima."

 

Dedicata a Fiore del deserto

 

 

L’aria notturna della campagna era fresca e pulita, cosa alquanto strana visto che non

distavano granché dalla città e dallo smog che essa provocava.

Tutto era silenzioso, persino gli uccellini non emettevano suoni perché intenti a

dormire nei loro nidi.

Il fruscio del grano del campo lì vicino era così rilassante da coprire il rumore di

qualche clacson in lontananza.

Lupin era sdraiato sul tetto del vecchio capanno abbandonato e dove, ogni tanto, si

nascondeva per stare tranquillo.

Neanche Zazà sarebbe giunto fino a lì per arrestarlo.

Ci veniva spesso e volentieri e ci andava da solo, tanto Jigen era impegnato a girare

per i pub e farsi anche lui gli affari suoi.

Fece una bella boccata della sua sigaretta ed infine la spense e la gettò via, tornando a guardare il cielo con le braccia dietro la testa per farsi da appoggio.

Era davvero bello lì.

I profumi, i rumori, tutto era in armonia.

Era perfetto anche l’aroma di fiore d’arancio che aleggiava da circa cinque minuti alle spalle e che lo fece sorridere.

“Guarda che puoi avvicinarti” disse tranquillamente Lupin, senza smettere di

guardare il cielo.

Uno sbuffo e dei piccoli passi si avvicinarono, mentre una giovane donna dai lunghi

capelli biondi si metteva sdraiata di fianco a lui.

“Poi mi spiegherai come hai fatto a capire che ero qui” brontolò divertita la ragazza.

“Semplice, cherie, eri esattamente contro vento ed ho sentito il tuo profumo”

Lei sorrise e si mise a guardare il cielo, non accorgendosi che Lupin aveva cambiato

visuale.

Ora la osservava.

I capelli mossi dolcemente dalla brezza, gli occhi un po’ a mandorla che la

distinguevano e quel piccolo neo sulla sinistra accanto alle labbra.

Il tutto contraddistinto da un’aria sbarazzina che la faceva sembrare una ragazzina, il che era un bene.

Era strano avere accanto qualcuno che non lo prendesse a scarpate ogni volta che

diceva qualcosa o faceva un complimento.

Fujiko era la sua donna e la amava, ma quando aveva conosciuto Julie era stato

diverso.

Si dice che esiste un filo rosso che ci collega all’anima gemella e Lupin, da amante

delle leggende e dei racconti, ci aveva creduto.

L’aveva conosciuta durante uno dei suoi piccoli colpi, quelli che eseguiva giusto per

non restare con le mani in mano, mentre fuggiva.

Lei era una delle commesse della gioielleria predestinata eppure non aveva avuto

paura di lui.

Anzi!

Due giorni dopo l’aveva rivista che lo stava cercando per consegnargli un diamante

che si era perso per strada durante la fuga.

Al che, ovviamente, Lupin non aveva resistito e le aveva chiesto perché lo avesse fatto e lei, per tutta risposta, gli aveva detto “Perchè ero stufa di restare lì, così hanno un motivo per licenziarmi”

Il resto poco contava e Lupin, andando avanti con il tempo, aveva iniziato a

frequentarla tanto da mostrarle il suo nascondiglio.

Lei aveva sempre fatto di tutto per mantenere il segreto e Lupin questo lo apprezzava.

Era anche l’unica donna che si era concessa a lui senza secondi fini.

Per Lupin era bello vedere il suo più grande tesoro che lo amava senza remore.

L’unica cosa di cui si è sempre rammaricato, ma che ora avrebbe fatto, era dirle che la amava.

Non era facile per lui esternare questo sentimento anche perché le poche volte che lo diceva era con Fujiko ma non era amore come quello che stava provando in quel

momento.

Era proprio vero, esisteva un filo rosso che collegava le anime gemelle ed il suo si era collegato con Julie.

“Se continui a fissarmi finirai per consumarmi” ridacchiò lei, voltandosi a guardarlo.

“Mi piace ammirare il mio tesoro più prezioso”

Julie si mise seduta “Io un tesoro?” domandò “E quanto valgo?”

“Il tuo valore è troppo elevato per essere quantificato” rispose Lupin facendo un gran sorriso.

“Adulatore” disse Julie, dandogli una piccola spallata.

Lupin sorrise ancora, con la sua solita aria da ebete.

Julie, invece, sospirò “Sarà meglio che vada, tra cinque ore ho un colloquio di lavoro e non voglio mancare per colpa tua” scivolando sulle poche tegole del capanno, la

bionda si lasciò scivolare fino alla soglia del tettuccio fino a saltare, per due metri, a

terra.

“Ma, ma…” Lupin fece lo stesso, cadendo però rovinosamente in un cespuglio appena sotto “Te ne vai così? Neanche un bacetto?”

“Pure?” Julie ridacchiò e gli diede un bacetto veloce sulle labbra.

“Tutto qui?” Lupin si finse deluso

“Se il colloquio va bene, domani ti darò il resto” lo punzecchiò lei, mentre Lupin già

faceva film mentali su come avrebbe passato la notte successiva.

Julie fece per andarsene ma lui, prontamente, la fermò “Julie, aspetta” la prese per mano e la fissò dritta negli occhi.

“Volevo dirti una cosa che non ti ho mai detto prima”

Bene, e adesso?

Come glielo avrebbe detto?

Lei lo avrebbe davvero apprezzato?

E perché era così difficile dire ti amo a qualcuno?

Julie rimase in ascolto ma, vedendo che Lupin ci stava mettendo un pochino, sorrise e gli diede un altro bacio sulle labbra “Me lo dirai domani, va bene?”

Ancora un bacio e poi se ne andò, con Lupin che la osservava sparire nel buio.

Essendoci molto scuro, la figura di Julie scomparve rapidamente così come scomparve anche il rumore dei suoi passi.

Resto ancora un attimo immobile, ad osservare verso la città e sperando di vederla riapparire grazie alla luce del lampione più vicino.

Ma non fu così.

All’ingresso della città si udì un clacson suonare in continuazione, poi una frenata stridente ed infine un dal botto.

Lupin iniziò a gridare.

 

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“Julie!” esclamò, svegliandosi nel cuore della notte con il petto che scoppiava ed il cuore che batteva forte.

Era solo, completamente solo, sul tetto del capanno che utilizzava come nascondiglio personale.

Iniziò a guardarsi intorno, come se potesse vedere Julie apparirgli da un momento

all’altro.

Ma lei non c’era.

Strinse i pugni, trattenendo le lacrime che minacciavano di scappare, fecendo dei respiri profondi.

Ma a poco servirono.

Nei suoi occhi si leggeva il chiaro pentimento di non essere mai riuscito a dirle quelle tre, semplici, parole.

Io ti amo

Non gliele aveva dette all’ora e non poteva rimediare adesso...adesso che lei non c’era più.

All’improvviso la sua tasca vibrò e una suoneria echeggiò per la zona.

“Dimmi, Jigen” rispose con tono serio.

“Ho un’idea per il nostro prossimo colpo” disse il pistolero dall’altro capo del telefono “Raggiungimi appena puoi”

“Si, va bene, arrivo subito” rispose Lupin

“Che voce cupa, cos’è ti è morto il gatto?” ridacchiò Jigen.

“Ma che spiritoso, pensa piuttosto al tuo” ribadì il ladro con un mezzo sorriso e con

tono malizioso.

In tutta risposta ricevette una parolaccia ed il riaggancio da parte di Jigen.

Dopo un altro mezzo sorriso, Lupin ripose il telefono in tasca e scese dal tetto.

Una volta in macchina partì alla volta della città, con l’immagine della sua amata che scompariva nella notte e mai più ritornava.

Era stato bello poterla rivedere ancora, anche se era stato solo un sogno.

“Ci rivedremo, cherie” mormorò “Questo non è un addio”

  
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