Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Chiccaxoxo    29/06/2021    1 recensioni
Ester, diciannove anni appena diplomata, figlia di uno scienziato di fama mondiale. Sia lei che i suoi amici sono irresistibilmente attratti dal lavoro di suo padre e dalle sue spettacolari invenzioni, nell'arco di un'estate, in un piccolo paesino, non potranno resistere alla tentazione di provarne alcune. Ho cercato di immaginare come potrebbe essere il mondo nel 3007.
Genere: Avventura, Science-fiction, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Cris aveva sbuffato non poco quel sabato sera quando la sorella maggiore gli aveva chiesto di spegnere i suoi videogiochi e di prepararsi per andare al suo ricevimento del diploma.

“Accidenti Cris, sei l'unico ragazzo della tua età che conosco che non adori essere inviato ad una festa” Ester lo aveva guardato con le mani sui fianchi, fasciata in un tubino viola lungo fino al ginocchio, molto aderente e brillante. La scollatura era profonda e a V, le spalline rese voluminose da balze increspate, scendevano fino davanti al suo piccolo seno, quel particolare aveva giocato un ruolo fondamentale nel momento in cui Ester si era recata al negozio a scegliere quell'abito, aveva intuito che questa caratteristica potesse far apparire il suo seno un po' più voluminoso. Ai piedi calzava un paio di décolleté rosso vinaccia con paillettes piuttosto opache a cui una piccola pochette era abbinata alla perfezione. Si era recata da sola a fare gli acquisti per il suo outfit, non aveva invitato Andrea per timore che si annoiasse e perchè, dentro di se, voleva che si godesse l'effetto sorpresa vedendola direttamente al ballo, Jessica era stata scartata perchè magari, temendo che Ester potesse apparire migliore di lei, avrebbe potuto darle dei consigli sbagliati di proposito; era consapevole di essere stata forse un po' troppo drastica pensandola in quel modo, ma non si sa mai. Aveva indossato dei grandi orecchini a forma di cuore in tinta con l'abito, tuttavia aveva evitato bracciali, collane e trucco troppo vistoso, i suoi boccoli neri erano, come sempre, lasciati liberi con la divisa laterale, li aveva solo un poco ammorbiditi usando una maschera professionale per capelli ricci.

“ Mi raccomando, ti voglio così bello da non riconoscerti più” disse circondando le spalle del fratello con le mani che si avviava sospirando in camera sua.

D'accordo, Cris ad essere elegante non ci riusciva proprio, quando lo vide riapparire, mentre lei stava sorseggiando del succo di aloe davanti al proiettore, si era messo una maglia grigia che gli vestiva un po' troppo larga con la scollatura e asimmetrica, pantaloni grigio molto più scuro, anch'essi un po' troppo larghi, tenuti su da una sottile cintura rossa in cui non era riuscito a infilare la sua maglia in modo che stesse dritta, sulla destra stava all'interno dei calzoni, mentre a sinistra usciva fuori. Si era messo del gel tra i capelli biondi e sottili per dare loro un po' di tono e tenerli alti.

“Quella la dovresti indossare” gli disse Ester riferendosi alla giacca blu notte che teneva in mano.

“Lo so, ma fa troppo caldo” Cris sbuffò per l'ennesima volta.

“Vieni qua” la sorella maggiore gli fece cenno con la mano di avvicinarsi per mettergli la maglia tutta dentro ai pantaloni come si deve.

Va bene, apprezziamo lo sforzo! Ester sorrise.

Ester prese in prestito la macchina a magneti di sua madre per recarsi al Gigawatt insieme con il fratello, la serata era davvero magnifica, calda, calma, silenziosa, un inizio estate perfetto e pieno di promesse. Giunti nel parcheggio del Gigawatt, appena scesi dalla vettura a magneti, i due ragazzi notarono immediatamente il contrasto tra la silenziosità della macchine a calamite, e il fragore della musica elettronica che fuoriusciva dal locale. Ester notò distrattamente una ragazza dai lunghi capelli biondi seduta all'interno di una macchina con qualcuno, non molto distante da dove aveva parcheggiato lei, erano di spalle entrambi rispetto a loro per cui la ragazza non diede molto peso alla cosa. Lei e il fratello decisero di avviarsi verso l'ingresso dal momento che si era già formata una lunga fila per entrare, smistata da addetti alla sicurezza robot, magari qualcuno della loro classe si trovava già all'interno nella saletta che Orazio aveva gentilmente riservato loro.

“Ester, non posso credere che sei veramente tu!” la voce di Andrea fece voltare sia lei che il fratello “Cris, complimenti anche a te, sei un'altra persona”

Il ragazzo più giovane sfoderò un sorriso pieno di orgoglio mettendosi la giacca blu notte sulla spalla sollevando il gomito e rovesciando il polso, mentre lei non potè fare a meno di non notare l'espressione di stupore dipinta sul viso del suo migliore amico. Andrea, infatti, prima di parlare era stato due minuti buoni a guardare come il tubino viola di Ester disegnasse alla perfezione la sua figura flessuosa e perfettamente a clessidra, la vita da vespa, le natiche sode e sinuose, era un vero peccato che usasse sempre vestiti un po' troppo casual e di qualche taglia più grandi. Giovanni li raggiunse pochi istanti dopo facendo l'occhiolino alla ragazza, anche lui aveva deciso di partecipare alla festa, Ester sperava solo che non decidesse di essere troppo invadente nei confronti sia suoi che del fratello.

 

Ester e Andrea erano praticamente cresciuti insieme, il ragazzo aveva sei mesi di più e le loro madri si conoscevano già quando erano in gravidanza. Di solito era sempre Andrea che veniva a trovare la ragazza quando erano piccoli, sia per allontanarsi dai continui scherzi del fratello maggiore, sia perchè il giardino della villa di Ester, essendo molto più grande e bello, era capace di accogliere molto meglio i loro divertimenti e i loro pomeriggi passati insieme. Uno dei primi giochi che fecero i due ragazzi era quello di fare finta di cucinare per un ristorante, prendevano dei piccoli contenitori sottratti dalla cucina all'insaputa di Enrichetta, infilandoci dentro letteralmente di tutto: terra, foglie, fiori, pasta cruda, con aggiunta di acqua; lasciavano poi il tutto ben nascosto nel bosco che circondava la casa per andare a controllarlo dopo diversi giorni. I risultati finali non erano per niente gradevoli, la cosa peggiore fu l'esperimento di Andrea con la pasta cruda, essa si era trasformata in un poltiglia bianca, densa e maleodorante, la risata di Ester trillò alta tra gli alberi alla visione di quella schifezza; anche adesso, ricordando quegli episodi, scappava loro da ridere. A volte disegnavano, facevano giochi da tavola o andavano in bicicletta. Si raccontavano sempre tutto, di tanto in tanto, tranne una cosa che fu bollata come un colossale errore e , di conseguenza, dimenticata. Un giorno d'estate, quando avevano entrambi otto anni, si erano arrampicati sulla vecchia e grande quercia che stava nel giardino di Ester, si erano seduti su un ramo uno di fronte all'altra mentre Andrea proponeva un gioco: “Io inizio a dire una frase, poi mi fermo e tu la devi completare cercando di indovinare cosa volevo dire”

“D'accordo” Ester pensò subito che per lei sarebbe stato un gioco da ragazzi essendo brava in italiano.

“Allora cominciamo” dichiarò Andrea “Ti a...”

No, non è possibile! Il sorriso svanì immediatamente dal viso di Ester lasciando il posto ad un'espressione sconcertata.

Andrea si lasciò scappare diverse risatine ebeti prima di continuare : “Dai è facile, ti a...”

La mascella della ragazza sembrava voler cadere per terra, non poteva essere quello che pensava, nel modo più assoluto, per questo si lanciò in altri tentativi : “Ti auguro buon compleanno”

Altre risatine imbarazzate dal ragazzo che ora leggermente arrossino: “No! Io ti a...”

Quel pronome io aggiunto davanti ebbe il potere di fermare per un istante il cuore di Ester.

“Io ti abbraccio?” ora nell'imbarazzo più totale ci stava scivolando anche lei.

Ecco, accidenti, si vuole fidanzare già a otto anni, come faccio, non è un po' presto? Ma se gli dico di no poi non mi vorrà più vedere, ma cosa fanno i fidanzati di preciso? Devono spogliarsi nudi e toccarsi? Non mi va di farlo!

“Noooo!” Andrea insisteva “Io ti a...”

Si era avvicinato a lei arrotolandosi uno dei suoi ricci neri attorno ad un dito guardandola fisso negli occhi.

D'accordo, così la facciamo finita.

“Ti amo?”

Altre risatine imbarazzare e rossore sempre più intenso : “No dai, Io ti a...”

“Adesso basta, mi hai seccato” Ester scese dalla quercia e la cosa sembrò finire lì. La ragazza si era sentita sollevata dal fatto che l'amico non fosse più tornato sull'argomento, fino a che, qualche mese più tardi, iniziò a parlare di una certa Simona con la quale diceva di essersi messo insieme. Sul momento Ester fu trafitta da una stilettata di gelosia, poi arrivò a dirsi che forse questa Simona non esisteva, può darsi che Andrea l'avesse inventata solo per farla ingelosire. Un giorno però le disse: “Se vuoi ti descrivo Simona: ha i capelli mossi, castani, è alta e porta l'apparecchio per i denti”

Accidenti, non può fare una descrizione così minuziosa di una persona inventata, deve essere reale per forza!

Poco tempo dopo fu la volta di Lara e , successivamente, di Claudia, una loro amica in comune, questo fece sprofondare Ester nella tristezza, pensava che se lei per prima non lo avesse rifiutato quel giorno scappando via dalla quercia, forse adesso ci sarebbe stata lei al posto di tutte quelle ragazze.

“Sai, io di batticuori ne ho avuti tanti nella mia vita” si giustificò un giorno Andrea passeggiando con lei nel bosco, ma mentre lo faceva, Ester aveva notato che le guardava il seno, formato da poco, sotto la canottiera “Hai mai visto un ragazzo nudo?”

“Io no, e tu una ragazza senza niente addosso l'hai mai vista?” sebbene Ester fosse imbarazzata, stava cercando di non ripetere l'errore di quel giorno della quercia.

“Ti andrebbe di provarci? Così, solo per curiosità”

Ovvio che non le andava, ma la paura di sbagliare di nuovo le fece affermare tutto il contrario: “Va bene, ma stiamo almeno ad un metro di distanza, non vorrei che ci toccassimo, nemmeno per errore.”

Andrea sorrideva mentre si allontanava di qualche passo per esaudire il suo desiderio, Ester sperava che il sangue che sentiva salirle alle guance non fosse visibile dall'esterno sotto forma di rossore. Lei attese che fosse lui a fare la prima mossa, lo vide afferrare il bottone dei jeans corti facendolo uscire con calma dalla sua asola, Ester fece la stessa identica mossa, anche all'epoca aveva l'abitudine di indossare vestiti un po' più grandi dell'effettivo bisogno unicamente per poter stare comoda e fresca. Andrea, con un solo gesto, fece scivolare i suoi calzoncini fino in terra, o meglio, li lasciò letteralmente cadere affidandoli alla forza di gravità, rimase con i suoi boxer gialli in attesa che la sua amica si decidesse a mantenere la parola data. Ester avvicinò le mani al bottone, le vene erano rese gonfie dal caldo dell'estate e si vedevano sotto la pelle, Andrea deglutì trovando la cosa molto attraente, le dita affusolate della ragazza fecero passare il bottone argentato nell'occhiello facendogli fare uno scatto improvviso. Le dita dalle unghie ben curate e pulite, anche se del loro colore naturale, si attaccarono alla cintura dei jeans rivoltandola un poco, Andrea la fissava in attesa, lei rimase immobile per circa una decina di secondi che per lui sembrarono interminabili. Vincendo il crescente imbarazzo, Ester decise di farlo più in fretta possibile, d'altronde meno sarebbe durata quella situazione prima avrebbe fatto a rivestirsi facendo tornare tutto alla normalità, lo stava facendo esclusivamente per fare contento il suo amico, per evitare che andasse a cercare ragazze altrove, d'altronde lei gli voleva bene e si era autoconvinta che gli uomini avessero dei gusti decisamente strani e che era dovere delle donne assecondarli. Fece scivolare i calzoncini lungo le sue gambe che all'epoca erano ancora più magre, teneva i piedi con le punte in dentro come se questo le permettesse di nascondersi un poco. Mise in mostra le sue mutandine rosa con su una gattina disegnata, unì le ginocchia stringendo le cosce come nel tentativo di coprire il più possibile la sua biancheria, rimasero in silenzio a guardarsi per un tempo che a Ester parve interminabile.

“Così non vale, sarebbe la stessa cosa se io ti vedessi indossare un costume da bagno sulla spiaggia, io intendevo senza niente addosso, proprio assolutamente niente” le parole di Andrea ebbero il potere sia di riscuoterla che di farla tremare.

“Invece vale eccome, sappi che io non ho l'abitudine di mostrare le mie mutandine a chiunque” il tono di Ester suonò irremovibile mentre si tirava di nuovo su i pantaloncini corti, Andrea sospirò facendo lo stesso.

“ Il colore dei tuoi occhi è come quello della cioccolata spalmabile!” Andrea sparò questo complimento dopo minuti interminabili di silenzio mentre tornavano verso casa. Ester dovette fermarsi per ridere, Andrea la guardava esterrefatto.

“Grazie” gli disse infine, d'accordo che era un complimento molto ingenuo e infantile, ma si era resa conto di come lui lo avesse fatto con il cuore.

Tutto bollato ancora come un errore, si erano sempre raccontati ogni cosa a vicenda tranne quella giornata sulla quercia e questo, ma quella sera, quella del ricevimento del loro diploma, pensarono entrambi agli stessi ricordi anche se non se lo dissero.

 

Ester guardava i riccioli biondi di Andrea scendere fluenti sulle sue spalle, il loro colore andava a confondersi con il bianco della camicia di seta che indossava per l'occasione, sotto di essa aveva dei jeans molto scuri, stoffe letteralmente in contrasto tra loro, ma il ragazzo riusciva ad essere comunque elegantissimo, molto più di Giovanni il quale portava addosso un classicissimo smoking nero con la cravatta azzurra. Non riuscivano a scollarsi gli occhi di dosso a vicenda, si scossero solo dopo aver sentito un grido soffocato dalla macchina che Ester aveva notato subito dopo il suo arrivo, quella con i due ragazzi seduti all'interno. Si voltarono tutti in quella direzione notando tue piedini infilati in sandali argentati pieni di lucentissime pailletes, appoggiati al vetro del finestrino del guidatore. Si intravedeva la schiena del ragazzo sovrastare la bionda la quale continuava ad agitarsi gridando : “No!”

Giovanni non ci pensò su due volte, nonostante nessuno avesse idea di chi potessero essere i due all'interno di quella macchina, si incamminò velocemente nella loro direzione mentre gli sguardi di Ester, Cris, e Andrea erano congelati in un'espressione esterrefatta, così come i loro corpi, rimasi immobili e di ghiaccio. Giovanni spalancò con decisione la portiera della vettura, fece una pausa di appena un secondo prima di afferrare il ragazzo per la giacca di seta rosa tirandolo di forza fuori dall'auto, Ester e Andrea sussultarono, si trattava di Alessandro un loro compagno di classe anche lui invitato alla festa, proveniva da una famiglia facoltosa tanto da avere già una vettura a magneti di sua proprietà a diciannove anni e per questo aveva sempre avuto un atteggiamento da bullo e da spaccone, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che potesse arrivare a tanto. Giovanni lo fece voltare per guardarlo in faccia, stavolta afferrandolo dai risvolti della giacca, Alessandro si girò a guardare Ester e gli altri con il viso stravolto dal terrore e i riccioli rosso carota che gli ricadevano disordinati sugli occhi, prima che qualcuno potesse avere una qualche reazione, Giovanni gli sferrò un pugno sulla faccia da schiaffi e piena di lentiggini facendolo finire a terra con una mezza piroetta. Due piedini nei sandali argentati e brillanti, spuntarono timidi dall'interno della macchina, Giovanni tese una mano per aiutare la ragazza a scendere, Ester e gli altri trasalirono di nuovo vedendo che si trattava di Jessica.

“Io... non so come ringraziarti, Giovanni” il ragazzo si accorse all'istante dell'odore di alcol che emanava lei, traballava un poco nel suo vestito argentato luminoso e dalla gonna vaporosa. Alessandro salì subito nella sua vettura a magneti, tenendosi con una mano il naso insanguinato, per poi allontanarsi silenzioso ma veloce, erano presenti anche altri ragazzi nel parcheggio e tutti avevano visto la figuraccia che aveva fatto.

“Ben gli sta!” commentò Cris mentre Jessica si avvicinava nella loro direzione.

“Grazie, ragazzi, davvero, siete tutti degli amici!” la ragazza si sistemò un po' i capelli biondi con una mano, aveva le guance un po' arrossate e il trucco leggermente sbavato.

“Tutto a posto, Jessica, vuoi che ti accompagno a casa?” le chiese Esther sorridendo e posandole una mano sulla spalla nuda.

“Oh, no, ti ringrazio, io direi che piuttosto sia giunto il momento di entrare a divertirci” la bionda affermò questo sorridendo in direzione di Giovanni.

Il gruppo si diresse verso l'entrata del Gigawatt, si era già creata una fila immensa, ma avendo loro un un invito fornito loro direttamente da Orazio, l'androide di metallo bianco e lucido e con gli occhi formati da lampade azzurre che stava all'ingresso, diede loro la precedenza dopo aver passato il biglietto sotto il suo scanner. La sala principale del Gigawatt era immensa, non era qui però che lavoravano solitamente Ester e Andrea, loro si occupavano di una sala più piccola in cui Andrea suonava e cantava al pianobar e, solitamente, era frequentata da persone un po' più grandi e tranquille. Piccoli robot camerieri sfrecciavano velocissimi tra i tavoli e i divanetti di pelle gialla a prendere le ordinazioni e a consegnare i drink. La sala principale era tutta impostata sui toni del giallo, rosso e arancione, le mattonelle della pista e i laser al soffitto, si illuminavano e muovevano al ritmo della musica elettronica, le piastrelle trasparenti, gialle rosse e arancioni, creavano dei disegni fatti di pixel sul pavimento, personaggi di vecchi videogiochi, cuori, stelle e altre immagini, di tanto in tanto venivano azionati dei fumogeni per conferire ai laser un effetto migliore. Nessuno ancora aveva iniziato a ballare, la rottura del ghiaccio era sempre la fase più difficile, il gruppo attraversò la pista ancora deserta per raggiungere la saletta che era stata loro riservata, Jessica si era presa a braccetto Giovanni senza ma minima intenzione di mollarlo, Ester rivolse un lieve sorriso ad Andrea, Cris li seguiva abbastanza spaesato. La loro sala, alla quale si accedeva attraversando un tunnel di neon blu scuro, era piccola ma forse la più bella di tutto il locale, le pareti erano nere con su il disegno di una galassia che si diramava per tutto l'ambiente, stelle e pianeti si muovevano lentamente all'interno delle pareti lucidissime e trasparenti, dando l'impressione di essere veri. L'effetto era talmente realistico, che Ester, ogni volta che entrava là dentro aveva l'impressione di non poter respirare per qualche secondo.

Certo, nello spazio non c'è aria!

Le mattonelle viola avevano una stella disegnata l'interno, di un color lilla leggermente più chiaro, anch'esse si illuminavano al tempo di musica che per l'occasione era sul genere Rock, anche i tavoli erano del medesimo colore e la luce soffusa, sempre viola, contribuiva a rendere ancora di più l'atmosfera di magica galassia. Ester e Andrea si guardarono felici, avevano organizzato davvero un fantastico evento.

“Ragazzi, benvenuti!” Una voce gioiosa alle loro spalle li fece voltare, Orazio abbracciò felice prima Ester e dopo Andrea, i quali gli presentarono i rispettivi fratelli.

“Servitevi pure quanto volete” disse loro il gentilissimo proprietario sorridendo e indicando il bancone del bar alle loro spalle “Lo sapete che è tutto compreso stasera”

“Orazio, sei davvero un grande, non sappiamo come ringraziarti” Andrea gli allungò il cinque.

“Non c'è problema, avete il diritto di divertirvi, io alla vostra età, purtroppo, non ho avuto tante occasioni, se avete bisogno di qualcuno che scatti qualche foto sapete dove trovarmi”

Orazio uscì salutandoli mentre uno degli androidi bianchi con gli occhi celesti si era piantato sulla porta affinché nessuno disturbasse. Erano ormai quasi tutti arrivati, Ester e Andrea iniziarono a salutare i loro amici, alcuni di loro ridacchiavano avendo assistito alla figuraccia che aveva fatto Alessandro poco prima. Jessica girava tra i le persone presentando loro Giovanni con un gran sorriso, mentre lui era evidentemente ben contento di essere diventato il suo eroe. Cris si sedette a un tavolo con uno Spritz davanti, la sorella, di tanto in tanto, gli lanciava un'occhiata di sottecchi, lui lo sapeva che il suo desiderio era quello di farlo socializzare un po', ma si sentiva congelato dall'imbarazzo, non sapeva proprio da che parte iniziare. La musica Rock mise subito allegria, diversi ragazzi iniziarono a ballare.

“Ester, cosa vorresti da bere?” quella sera sembrava venire tutto naturale, gli sguardi, i sorrisi, le proposte...

“Una birra va benissimo”

“Con quel vestito incantevole ti facevo un poco più raffinata” ma era una battuta, risero entrambi.

Si diressero verso il bar il cui bancone era circondato da neon blu elettrico, la barista servì loro due birre da bere direttamente alla bottiglia, così molto semplicemente, si sedettero a uno dei tavoli viola cosparso di stelle luminose, fecero un brindisi.

“Lo sai che sei davvero carina stasera? Quando ti ho vista stentavo a riconoscerti” gli occhi azzurri di Andrea avevo una strana espressione, erano languidi Ester non li aveva mai visti così.

“Grazie” la ragazza sorrise ammiccando con le sue lunghe ciglia.

“Pensi che noi stiamo diventando vecchi?” chiese Andrea sorseggiando la birra fresca.

Lei aggrottò le sopracciglia: “Perchè mai?

“Beh, ogni volta che parliamo ci scappano un sacco di ti ricordi quella volta...? Io ho sempre sostenuto che una persona vecchia si vede da quanti ti ricordi quando...? riesce a dire in una conversazione”

Ester fece trillare la sua allegra risata mostrando i denti candidi e perfetti : “Che matto che sei!”

La ragazza iniziava a sentirsi disinibita, fece un sorso e poi continuò il discorso: “Allora vedrò di essere il bastone della tua vecchiaia, ti ricordi di quella volta in cui siamo saliti sulla quercia a casa mia?”

Le guance di Andrea si fecero rosse, sorrise ma senza rispondere.

Ester si sentì autorizzata a continuare : “Non mi hai mai detto quale era la frase da completare che stavi cercando di dirmi”

Andrea ondeggiò, ma non di imbarazzo, bensì di contentezza, sorrise, gli occhi gli si illuminarono di colpo: “Io credo che tu l'abbia indovinata al primo colpo!”

 

“Ciao, come ti chiami?”

Cris alzò gli occhi dal suo bicchiere trovandosi davanti un ragazzo magro, occhiali tondi e giganteschi che dilatavano all'inverosimile i suoi occhi marroni, capelli castani scompigliati in ciuffi disordinati che giravano in ogni direzione, aveva appoggiato un calice di prosecco sul tavolo e si era seduto di fronte a lui.

“Io sono Cris, il fratello di Ester, e tu?”

“Alessio, sì, infatti avevo capito subito che non facevi parte della nostra classe, alla salute” allungò il bicchiere verso quello di Cris.

“Sai, in realtà io non avrei voluto veramente venire, mi annoio un po' a feste di questo tipo, l'ho fatto perchè mia sorella ci teneva tanto.”

Un sorriso asimmetrico si disegnò sul viso magro e leggermente brufoloso di Alessio: “A dire la verità, anche io è la prima volta che partecipo ad un ricevimento del genere, il troppo chiasso e le troppe persone intorno mi riescono un po' difficili da gestire, finchè parlo con uno alla volta e tutto a posto, ma se mi trovo in un gruppo dove tutti parlano contemporaneamente non so chi seguire e vado in confusione”

Cris, guardò per un attimo la camicia bianca a quadri azzurri di Alessio, si evinceva subito come non fosse avvezzo a vestirsi in modo elegante: “E così siete arrivati tutti al diploma, hai già in mente cosa farai dopo? Io no e devo ammettere che è un traguardo che un po' mi terrorizza.”

“Mi sono iscritto alla facoltà di informatica, dal momento che amo i videogiochi da quando sono molto piccolo, ne vorrei diventare uno sviluppatore, ho sempre avuto molte idee in testa a questo proposito.”

Cris sgranò gli occhi mentre lo Spritz gli andò quasi di traverso: “Io ne ho una valanga a casa di videogiochi, il mio preferito è Hard Truck 3000, non so se lo conosci”

Alessio rise quasi strozzandosi con la birra : “Certo, ma ci giocavo quando ero più o meno in fasce, preferisco i giochi di guerra”

Cris rimase estasiato, Alessio era letteralmente un genio, non avrebbe mai pensato di trovare qualche persona interessante a quella festa e invece fu costretto a ricredersi nel giro di pochi minuti.

Beh, potrei farci anche amicizia e poi andare nella sua stessa università per mantenere vivo il rapporto, perchè no?

 

“Ne prendiamo un altro e poi andiamo in pista a ballare” Jessica era già al secondo Cosmopolitan.

“Non credi di stare un po' esagerando? Eri già brilla quando siamo entrati” Giovanni la squadrava con gomito appoggiato sul tavolo e il mento posato sul dorso della mano tenuta un po' molle.

“E dai, un po' di allegria” Jessica allungò una mano piena di anelli per sfiorare quella del ragazzo.

Finirono le loro bevute poi si lanciarono nella pista punteggiata di stelle viola, Jessica rideva roteando con i freni inibitori totalmente abbassati, vedeva le stelle e i pianeti girare intorno a se, per la prima volta era totalmente felice. Aveva sempre basato tutto sulla popolarità e sul fatto di essere la più bella e la più ammirata, ma l'esperienza che aveva fatto con Alessandro nella macchina forse era servita a farle capire che non era la cosa più importante e desiderabile del mondo. Avere tante esperienze con i ragazzi ti permetteva di vantartene con le amiche, ma poi lasciavano un gran vuoto dentro che appariva la sera, appena tornavi a casa, ti toglievi il trucco e smettevi di sfoderare sorrisi davanti a tutti. Ora lei sentiva il bisogno di colmare quel vuoto con qualcosa che non scomparisse insieme col trucco e con i visi esterrefatti delle amiche. Vedeva Ester ballare con Andrea, lui le aveva messo le mani sulla vita, le gli aveva circondato le spalle con le braccia, non c'era assolutamente niente di falso lì, non lo facevano per mettersi in mostra di fronte agli altri; non era più invidiosa, no, non doveva essere per forza tutto suo, ad avere troppo si finisce col perdersi. Mentre era invasa da questi pensieri positivi si sentì girare la testa, scivolò su qualcosa, una buccia di limone, forse, caduta da qualche bicchiere, il calice con gli ultimi rimasugli di Cosmopolitan si frantumò sul pavimento, registrò il viso di Ester che la guardava preoccupata mentre arrestava la sua danza sinuosa.

Mi vuole bene, mi vogliono tutti bene!

“Jessica, vieni tirati su” Giovanni la fece alzare dal pavimento tirandola da un braccio “forse è meglio se ti riaccompagno a casa”

Il ragazzo se la caricò in spalla e uscì senza dire niente agli altri.

“Scusa, posso rubartelo un attimo?” una loro amica si era avvicinata ad Ester, rimasta immobile a guardare Jessica, chiedendo in quel modo diretto e senza peli sulla lingua, di fare un ballo con Andrea.

“Ma certo!” rispose lei sorridendo mentre Andrea le faceva l'occhiolino.

Il nuovo amico di Cris era andato via da diversi minuti lasciando il fratello minore da solo al tavolo, Ester si sedette lì con lui.

“Allora come va, ti stai divertendo? Sono felice che ti sei fatto un nuovo amico, io lo speravo che Alessio potesse piacerti, è già andato via?”

“Sai, lui non ama molto le feste molto chiassose, ma ci siamo scambiati i numeri, lo inviterò magari a casa qualche volta” Cris sorrideva sinceramente soddisfatto, Ester era al settimo cielo vedendo il fratello finalmente sbloccarsi, quello era decisamente un inizio positivo.

“Uff, nemmeno io sono abituata a portare i tacchi, i piedi mi fanno un male!”

“Stai benissimo così, sorellona, da quello che vedo hai avuto anche successo” Cris ridacchiò.

“Ma piantala!” la maggiore gli scompigliò i capelli biondi con una mano: “Accompagneremo noi Andrea a casa, hai visto cosa ha combinato Jessica? Sono comunque certa che anche lei abbia capito diverse cose stasera.”

Ester sorrise tra se, si facevano già strada tante promesse in quel piccolo paesino in quell'estate rovente che era capitata a metà tra la loro adolescenza e l'età adulta.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Chiccaxoxo