Anime & Manga > Fruit Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: channy_the_loner    30/06/2021    0 recensioni
[Stagione 3 episodio 5]
Yuki ha capito che Machi non è solo la tesoriera, non è solo una compagna di scuola – lei è molto, molto di più. Per questo deve vuotare il sacco, deve confessarle quello spaventoso segreto che da troppe generazioni colpisce alcuni membri dei Souma, deve rivelarle di essere impossessato dal Topo dello Zodiaco. Perché, almeno lei, deve saperlo.
… E se Kimi non spalancasse quella porta? Se gli altri membri del Consiglio non li interrompessero? Come andrebbe avanti quella timida e dolorosa confessione?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Machi Kuragi, Machi Kuragi, Yuki Soma
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Almeno tu.

 

«Machi…»

Le prese un polso e la costrinse a girarsi. Non seppe da quale angolo del suo corpo era riuscito a tirare fuori quel pugno di coraggio, non seppe neanche se fosse quello il momento giusto per parlarle, ma più passava i secondi a guardarla negli occhi, più si convinceva che non sarebbe riuscito a mantenere quel segreto ancora a lungo. Non con lei. «Se io…» L’altra parte di sé, tuttavia, aveva preso a urlare: e se la ragazza non avesse capito? Se non l’avesse accettato? Se si fosse scurita in volto? Se si fosse allontanata? Se non avesse più potuto accarezzarle il viso con gli occhi? Se non avesse più potuto incontrarla per il corridoi e salutarla? E all’interno del Consiglio Studentesco sarebbe cambiato qualcosa?

«Che succede, Presidente?» Piegò la testa di lato, lasciando che i capelli le scivolassero lungo la spalla.

No, non poteva tirarsi indietro, non più. Non poteva mentirle, non dopo essersi reso conto dei dolci sentimenti che provava per lei.

Yuki prese un respiro e poggiò i conteggi scolastici sulla scrivania. «Machi, se io non fossi una persona come tutte le altre, tu come la prenderesti?»

La ragazza continuò a fissarlo, immobile sul posto ma con le ciglia che fremevano d’emozione. «N-Non capisco.»

Riconobbe d’esser stato molto vago nel parlare. Non sapeva quali parole scegliere, come mettere in ordine i pensieri; voleva solo prendere quel macigno che gli schiacciava la schiena e lanciarlo fuori dalla finestra tutto in una volta, spaccando i vetri, rovesciando quell’aula nel familiare caos che aveva imparato a conoscere – e ad amare.

«Siediti, ti prego», la invitò indicando una delle sedie accostate ai banchetti dei segretari. «Ti confesso che non so da dove iniziare con le spiegazioni.»

Machi seguì gli ordine del Presidente, tentando di ignorare il cuore che le batteva all’impazzata nel petto. Avrebbe voluto tentare di dargli un consiglio, di farlo sentire a proprio agio, tuttavia riusciva a percepire la difficoltà e la sofferenza nel suo sguardo; fece, dunque, ciò che meglio le riusciva in ogni ambito – rimanere in silenzio, in attesa, senza mettere a disagio l’altra persona, un modo per dirgli che l’avrebbe aspettato.

Yuki dovette interrompere il loro contatto visivo: era diventato un fardello anche quello. Si voltò verso le finestre, guardando i campi sportivi all’esterno. «Conosci la leggenda dello Zodiaco cinese?» Riuscì a intravedere, riflesso nel vetro, il viso della ragazza che annuiva piano. Un altro sospiro. «Un giorno, Dio organizzò un banchetto per la sera successiva e invitò tutti gli animali. Il gatto chiese informazioni al topo, ma quest’ultimo gli mentì perché invidioso della sua bellezza. Il giorno del banchetto, il topo saltò in groppa al bue e arrivò per primo all’appuntamento, seguito da tutti gli altri animali.» Strinse i pugni. «Il gatto non si presentò. Era stato tradito.» Sospirò, riaprendo le mani. «Si tratta di una storia parecchio rilevante, tra i Souma.»

Machi fece scorrere lo sguardo sulle gambe snelle di Yuki, poi sulla sua schiena dritta e sulle spalle sottili. «Perché mi stai…?» Non riuscì a terminare la frase, ritrovandosi con la gola secca e un pessimo presentimento aleggiarle intorno.

Il giovane chinò la testa, guardando i propri piedi. «Non so perché sia toccato a me. Me lo sono chiesto così tante volte, ma la verità è che non esiste una risposta.» Si sforzò di sorridere, nonostante le lacrime premessero per uscire. «È dura non poter essere una persona normale, sai?» Finalmente tornò a guardarla, rivelandole i propri occhi lucidi. «È dura non poter essere un ragazzo normale, Machi. Per questo voglio che tu lo sappia.»

Si alzò di scatto e fece per avvicinarsi a lui. «Presidente…!»

Ma Yuki fece un passo all’indietro, come a dirle di non avvicinarsi. «Sono vittima di una maledizione, Machi.»

La ragazza s’immobilizzò sul posto, intrappolata da quelle parole; non riusciva più a sentire il chiacchiericcio degli altri studenti, le loro urla e risate, i passi che riecheggiavano nel corridoio alle loro spalle né l’aria nei propri polmoni. Era consapevole unicamente di Yuki, in piedi davanti a lei, che si portava i capelli davanti al volto per nascondere l’espressione affranta.

Eccolo, lo scenario che più temeva: Machi lo fronteggiava, palesemente confusa e spaventata – e con una luce diversa a illuminarle gli occhi. Devastante, un tuffo al cuore impossibile da ignorare. Ma ormai era tardi per tirarsi indietro.

«È la maledizione dei Souma, in realtà. Periodicamente, nasce un bambino impossessato da uno degli spiriti dello Zodiaco e… anche dal Gatto.» Le mostrò un sorriso dal retrogusto amaro. «Dovevi saperlo, almeno tu.»

La ragazza abbassò lo sguardo, incapace di reggere il peso di quei due zaffiri traboccanti di lacrime. Mormorò qualcosa, che Yuki le chiese gentilmente di ripetere. «Perché io, Presidente?»

Lui allargò il sorriso, le guance color imbarazzo. «Sei l’unica a riuscire a vedere il vero me», confessò. «Tu… Voglio essere sempre sincero con te. Non voglio nasconderti nulla, Machi, non dopo quello che c’è stato tra noi.»

La ragazza si tinse di rosso e balbettò: «T-Tra noi?»

Solo in quel momento Yuki si rese conto del doppio senso delle sue parole – o forse intendeva dire proprio quello? Si affrettò a correggersi: «Sì, insomma, p-perché tu l’altra volta mi hai raccontato di te ed ecco, mi sono sentito di ricambiare.» Ridacchiò per smorzare la tensione.

Machi dondolò appena sui talloni. «Mh.»

Il ragazzo tornò a guardarla negli occhi. «Machi, ti prego, dimmi qualcosa.»

Temporeggiò, lasciando che lui le stringesse le mani nelle proprie; sentì del calore accarezzarle le dita, donandole la sensazione di voler restare per sempre in quella posizione. «Dev’essere per questo», rifletté ad alta voce.

Yuki le chiese in silenzio di continuare.

«Sì, deve per forza essere così. Presidente… non sei una persona che passa inosservata. Ti adorano tutti, qui. Anch’io non ho potuto fare a meno di notarti», gli disse guardando verso il basso. «Sorridi a tutti, sei sempre gentile e disponibile. Eppure sei così solo.» Gli strinse le mani con più forza, come a volersi aggrappare a lui. «È tutta colpa di questo fardello, vero? Senza questa maledizione, tu saresti più sereno. Riusciresti a rapportarti di più con le persone, riusciresti a fare ciò che vuoi, riusciresti…» Delle lacrime calde la interruppero; scivolarono lungo le sue guance, solleticando fastidiosamente la pelle chiara. La gola si era annodata, impedendole di continuare il discorso. Singhiozzò disperatamente: il mondo che le si era frantumato sotto i piedi non appena lei era riuscita ad assegnargli una forma, un colore, un senso compiuto.

«Machi», la chiamò Yuki; adorava quel nome, suonava così bene tra le proprie labbra. «Machi, non devi stare male per me.»

«Niente Machi!», strillò tremando. In che modo avrebbe potuto non soffrire per lui? Non esistevano maniere, e lei si sentiva così egoista nel piangere al posto del ragazzo. Si ricompose immediatamente, pentendosi di aver alzato la voce. «E Honda-senpai? Lei lo sa?»

Annuì. «L’ha scoperto da sé. Qualcuno dei Souma avrebbe potuto cancellarle la memoria, ma è stato deciso di non farlo.» Il suo sguardo si fece più preoccupato. «Nessuno deve sapere che te l’ho detto.»

La giovane lo guardò negli occhi; Yuki le aveva appena rivelato di non essere un comune umano, di conservare una creatura mistica dentro di sé – eppure ai suoi occhi continuava ad apparire così affascinante. Una luce carica di consapevolezza lo illuminò, facendo risplendere quel suo bel viso nobile, nonostante non ci fosse nulla di principesco in lui. Machi si era semplicemente incantata a guardarlo, le labbra schiuse dallo stupore e gli occhi gonfi e il naso rosso di pianto; pensò di avere un aspetto orribile, ma Yuki le stava ancora stringendo le mani con gentilezza e premura, con la medesima pessima cera.

«G-Gli altri segni zodiacali», iniziò, «loro ti capiscono, giusto? Ti vogliono bene, vero?»

Avrebbe voluto sorriderle, risponderle affermativamente, dirle che dopotutto erano una grande famiglia sgangherata e fuori dal comune, che tra loro c’era sempre stato sostegno reciproco e affetto – ma non ci riuscì; nella sua mente riusciva a scorgere unicamente una zazzera di capelli color arancia. «Io sono posseduto dal Topo, Machi.»

Il Topo: il Topo traditore, il Topo invidioso, il Topo bugiardo, il Topo approfittatore. Fu come il colpo di grazia dopo una violenta sparatoria sotto il sole cocente del Far West. La ragazza ricominciò a piangere, però stavolta si lanciò verso di lui, eccessivamente desiderosa di stringere il Presidente a sé, di consolarlo, di fargli sentire la sua vicinanza, il suo sostegno, di trasmettergli la sua più profonda comprensione. Ma aveva anche tanta voglia di respirare il suo profumo, di nascondere il viso nell’incavo del suo collo, di lasciarsi stringere e cullare da quelle braccia che sembravano essere tanto accoglienti, di percepire il suo respiro a un centimetro dal suo orecchio, di cercare il suo battito cardiaco per controllare che andasse all’unisono con il proprio. Aveva voglia di lui, del suo Presidente, di sentirgli pronunciare di nuovo il suo nome, ‘ché da quando aveva preso a chiamarla con maggiore confidenza, aveva iniziato a sentirlo più vicino, più connesso a lei.

Ma il ragazzo si agitò come un ossesso. «No! Fermati!»

Non gli diede retta, già protesa in avanti; gli allacciò le braccia al busto e Yuki scomparve in una nube color cobalto. Machi si guardò attorno, disorientata da ciò che era appena accaduto: ai suoi piedi c’era la divisa scolastica del ragazzo, e tra la stoffa della camicia si mostrò un topino grigio. Spalancò gli occhi e si accasciò a terra, inginocchiata davanti a lui. «P-Presidente?»

Yuki ridacchiò nervosamente, guardandola dal basso della sua piccolezza. «Ti presento l’altro me.»

La ragazza schiuse le labbra per potergli rispondere, quando sentì la porta dell’aula spalancarsi; scattò in piedi, dando le spalle alle persone che erano appena entrate e guardando l’animaletto sgattaiolare dietro la scrivania per non farsi vedere, trascinando velocemente con sé propri vestiti.

«Hey, qualcuno ha visto il pennello di Kimi?!»

«L’avrai dimenticato a casa.»

«Impossibile, Kimi ce l’ha sempre con sé! Machi, per caso l’hai visto?»

Rispose con tono distaccato. «Assolutamente no.»

Kimi sospirò in maniera teatrale. «E tu, Yun-Yun?» Si guardò attorno, alla ricerca del Presidente del Consiglio Studentesco. «Dov’è finito Yun-Yun?»

Machi si spostò una ciocca di capelli davanti al volto, in modo che loro non vedessero la sua espressione. «È uscito poco fa. Vi stava cercando.»

Kakeru prese a braccetto la segretaria del Consiglio e la trascinò fuori dalla stanza. «Yun-Yun! Aspettaci, Yun-Yun! Stiamo arrivando!», esclamò con la sua solita allegria e leggerezza.

Le acque si calmarono in fretta, tanto da permettere a Machi di accovacciarsi nuovamente accanto alla scrivania. «Se ne sono andati.»

Yuki spuntò da sotto al tavolo, la testolina puntata in direzione della compagna di scuola – non sapeva ancora in quale altro modo definirla: un’amica? Decisamente no, lei era un mondo in più. Che fosse giunto il momento per un’altra confessione? «Grazie per avermi coperto.»

La giovane rimase in silenzio.

«Non posso essere abbracciato dal sesso opposto. Mi trasformo anche se sono sotto stress.»

Fu allora che la ragazza gli mostrò un sorriso morbido, appena accennato; allungò le mani verso di lui, sollevandolo e portandolo all’altezza del suo viso, a un soffio dal suo naso. «Mi vai bene anche così, Presidente.»

Un puff le fece chiudere gli occhi di riflesso, mentre i polpastrelli non stavano tastando più una palla di pelo. Rialzò lentamente le palpebre, trovandosi gli occhi azzurri di Yuki incatenati nei propri, le sue goti arrossate e una delle sue solite espressioni da svampito. Quella situazione, quel momento intimo le ricordò di quanto era andato nel suo monolocale e aveva ascoltato la sua storia, le sue ragioni, i suoi perché e si era accostato a lei, in una maniera così unica e spontanea che le il cuore aveva preso a fare mille giravolte.

«Machi», le sussurrò a fior di labbra. «Che vuoi dire?»

La ragazza sussultò, abbassando lo sguardo, imbarazzata; solo allora, con lo sguardo in basso, si rese conto che Yuki era completamente nudo davanti a lei.

«P-PRESIDENTE! I-INSOMMA!»

«Che c’è?»

«N-NON HAI I VESTITI!»

«Oh, no, mi ero dimenticato di questo dettaglio!»

«S-Sei… un…»

«No, Machi, ti assicuro che è normale! Cioè, insomma…»

«PERVERTITO!»

«ASPETTA, NON TE NE ANDARE! MACHI!»

 

 

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

È la prima volta che scrivo in questo fandom, perciò mi presento: sono Channy, piacere ^^ Da poco mi sono appassionata a Fruits Basket e ho divorato le stagioni come divoro le lasagne a Carnevale. E vi assicuro che ne sono ghiotta *sbava*

Che ve ne pare di questa one-shot what if? È nata nel momento stesso in cui ho visto quel pezzetto di episodio: avrei voluto tanto assistere alla confessione del segreto del nostro Presidente, ma purtroppo quel momento è stato interrotto – ma io ho detto NO! e mi sono messa a scrivere. Adoro troppo Yuki, e sclero per la ship con Machi (OTP OTP OTP OTP), tuttavia essendo la prima volta che scrivo una fanficion su di loro, devo ancora imparare bene a gestirli; spero di non essere caduta troppo nell’OOC e di aver fatto un buon lavoro.

Se vi va, lasciate una recensione e ditemi che ne pensate!

Grazie mille per aver letto *si inchina* Io tornerò sicuramente in questo fandom con altre storie (sa molto di minaccia detta così)

A presto,

–Channy

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fruit Basket / Vai alla pagina dell'autore: channy_the_loner