Cavalli su verdi prati
montano cavalieri ingrati.
Osservano all'orizzonte,
il crepuscolo della morte.
Soldati mai incontrati,
combattono mal armati.
La battaglia è cruenta,
via la testa, giù le membra.
Il sangue bagna l'avara terra,
più sangue, chiede, più membra.
Un re giace nella vallata,
nel petto una spada infilata.
La battaglia è terminata,
e un principe ribelle cerca la sua strada.
Ma la corona di gemme il re ha perso,
e il principe nell'ira è immerso.
Suvvia, suvvia, cercate la corona,
poiché senza essa,
il principe non dimora.
Spade sguainate,
lance sollevate,
cercate, cercate.
E senza la corona,
qui non tornate.
Uomini si disperdono,
altri si perdono.
Cala la notte,
e sui soldati la morte.
Creature immonde,
pian pian nelle onde,
emergono fuori,
e divorano cuori.
Il mattino si leva,
su una vallata tetra.
L'esercito è svanito,
e il principe è sfinito.
Ma dinanzi si para una creatura immonda,
e nell'oscurità il principe affonda.
La corona mai più troverà,
mai in pace riposerà.
E nell'aldilà,
il re pallido lo attende già.
Tortura e morte egli conoscerà.
E a nuova vita,
eterne sofferenze proverà.