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Autore: Merry brandybuck    30/06/2021    0 recensioni
Aragorn è salito al trono da pochi mesi e già si ritrova a combattere una battaglia contro degli orchi che non accettano la caduta di Sauron : per questo scontro il re si ritroverà a chiedere aiuto ai suoi amici fidati e a dover portare alla luce un membro della sua famiglia che è rimasto oscurato per anni.
Come continuerà l’esistenza sua e del regno dopo questo incontro ?
Personaggi: nuovo personaggio/ Aragorn/ Legolas/compagnia dell’anello/ un po’ tutti
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11: Troppo orgoglio e poco cervello, ragazzino

 

Sedici anni dopo, città di Minas Tirith 

 

La sala era ricolma di gente, quasi accalcata l’una sull’altra, e per Elboron era difficile muoversi senza urtare qualcuno o andare a sbattere contro qualche bambino che scorrazzava libero in giro; sembravano essere venuti tutti gli abitanti della Terra di Mezzo al compleanno del suo migliore amico, Eldarion: beh dopotutto era l’Erede dell’Impero di Gondor, in figlio di Aragorn, non ci si poteva aspettare altrimenti. Anche se era più piccolo di lui di solo quattro mesi, il suo compare di sventure sembrava non aver mai passato i dieci anni: si nascondeva dietro gli angoli, faceva scherzi e credeva a storielle infantili; mentre stava pensando a che tipo di regno ci sarebbe stato sotto il comando di quel matto, un sorriso gli spuntò sulle labbra. “ Non la pianterai mai di essere un bambino che si nasconde tra le ginocchia dei servi, vero ?” La ragazza che gli stava di fronte, vestita con un semplice abitino grigio e le chiome argentee acconciate modestamente, lo fissò coi suoi occhioni tendenti al viola: “ Mi perdoni mio lord, ma il principe mi ha chiesto di nasconderlo; se le ho fatto un torto le chiedo scu-” il giovane le prese una mano e se la tirò appresso: “ Non preoccuparti, Taeth: sta solo cercando di fare il cretino” “ CHI HAI CHIAMATO CRETINO ?!?” Il principe erede saltò fuori dal suo nascondiglio: i suoi capelli lunghi e mori ballonzolavano sulle spalle in onde morbide, gli occhi azzurri che scintillavano come quelli di un bimbo, il sorriso sempre stampato su quel volto dai caratteri delicati e la cicatrice che spiccava sulla sua fronte: anche il castano aveva un segno simile, nello stesso punto, che gli era stato fatto alla nascita. “ Io sono pure più intelligente di te: i miei esami, sia fisici che mentali, hanno avuto risultati migliori dei tuoi, caro Elb” ostentava sempre la sua solita spavalderia, quel suo tanto amato deficiente; improvvisamente due voci li fecero sobbalzare: “ A dispetto delle tue nobili origini tu sei proprio uno smidollato, Eld” una giovine nanica della loro stessa età, ramata-bruna, le iridi verdi, la stella incisa in fronte, coperta da calde pelli conciate, si stava avvicinando a braccetto con un ragazzo identico a lei, solo alto quanto un elfo. “ Eddai, mi stai costringendo a dare ragione a mia sorella !” disse quest’ultimo; il figlio di Faramir li riconobbe subito: quei due erano i gemelli Kiliel e Taurielion da Erebor, prole di Kili e Tauriel. Tutti si misero a ridere, tranne Taeth; lei si chiuse nelle sue braccia scarne e pallide, nascondendo il viso: il suo cavaliere lo notò e reagì prontamente. “ Amici miei lasciate che vi presenti Taeth, figlia di Theth, protetta del nostro amato Re Elessar” i gemini le strinsero educatamente la mano, come la loro tradizione imponeva. “ Quindi è questa la tua amata ? Quale graziosa fanciulla di rara beltà !” Stella Brandybuck e il suo lontano cugino Adalgrim Tuc camminavano in loro direzione: due hobbit alti per la loro razza, i tratti somatici di entrambi rispecchiavano quelli dei loro padri e il loro carattere era quello bonario dei Mezzuomini: “ Benvenuti adorati confratelli ! Come state ?” Il figlio di Aragorn fu molto solerte bei convenevoli e ricevette stritolanti abbracci dagli altri due, che come lui erano “ marchiati” da una cicatrice appena al di sopra dell’arcata sopraccigliare; quando i saluti terminarono la bassetta tornò a fissare la bionda: “ Io sono la figlia di Meriadoc Brandybuck, mentre lui è il figlio di Peregrino Tuc; veniamo spesso qui in visita, ma non vi abbiamo mai vista”. Il fanciullo di Èowyn deglutì con molta difficoltà, le sue guance che imporporavano: “ Beh lei è stata presa durante un rastrellamento in un mercato della zona povera, davanti a un bordello…” gli arrivò di risposta una delle reazioni peggiori che potesse aspettarsi: “ Ah”. L’erede al trono fu il primo a rompere la coltre di imbarazzo che si era venuta a creare e che li avvolgeva: “ Chi si interesserà delle sue origini il giorno in cui sarà tua moglie ? Un accidente di nessuno, dico io !” Un suono distolse la loro attenzione: un soldato, l’unico che portava anche l’armatura completa di elmo, rideva alle loro spalle; tutti erano perplessi: “ Che hai da gongolare, Ser ?” La figura si riscosse leggermente e si eresse in tutta la sua statura: “ Niente, mio principe: stavo solo pensando a ciò che ha detto” il ragazzino era confuso: “ Non mi pare che il mio commento fosse particolarmente spassoso…” l’altro tirò un sospiro rassegnato: “ Per me lo è, visto quando ero più piccolo di voi pensavo la stessa cosa: peccato che la vita vera sia diversa dai vostri sogni e prima vi sveglierete meglio starete in futuro”. Il castano si mosse per andare a proteggere la sua cotta; stava iniziando a intendere di cosa stesse parlando il tizio: “ Che cosa intende, di grazia ?” chiese, mettendo mano alla daga che portava appesa alla cintura; un altro sorriso sardonico da sotto la celata: “ Voglio dire che sicuramente per lei sarà scelta una sposa più adatta che la figlia di una puttana, senza offesa; chi non le dice che non l’ha sedotta solo per avere accesso al potere ?” La giovane emise un verdetto inorridito e strabuzzò gli occhi, terrorizzata: “ IO NON SONO QUEL GENERE DI PERSONA !” Ammalianti occhi castani la derisero nella penombra: “ Ma certo, e io allora non sono figlio di una troia; tutti mirano al potere, se no perché pensi che tua madre ti abbia venduta ? Lei voleva avere il potere sulla propria vita e per avere questo le serviva del denaro: tu sei stata solo pedina che lei ha usato per giocare meglio…” “ ORA BASTA COSÌ !” Il prossimo sovrano dell'Ithilien urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni e levò l’arma; l’ibrido tra l’elfo e il nano lo fermò prima che potesse scagliarsi in avanti, tenendolo per un braccio: “ Non farlo: quell’uomo è troppo strano per i miei gusti; potrebbe nascondersi un essere malvagio sotto quella maschera…” gli mormorò all’orecchio; ma l’altro non gli diede ascolto: paonazzo si buttò a capofitto contro il suo bersaglio: “ Non ti permetterò di oltraggiare in questo modo la mia signora un minuto di più ! Ti spedirò dritto all’inferno con le mie mani !” Questo sbuffò, spazientito: “ Questa frase me l’hanno ripetuta così tante volte che ormai mi da noia” la lama era a qualche pollice dal suo petto quando si spostò di lato; condusse le danze, schivando ogni fendente e saltando da ogni parte gli fosse possibile, fino a che non si stufò del tutto: “ Troppo orgoglio e poco cervello, ragazzino, ecco che cos’hai: tu vedi solo il lato buono delle cose, la luce, l’amore, la speranza, ma dimentichi che esistono anche il buio, l’odio e … la disperazione” fece scivolare una sacca di cuoio tra le braccia e ne estrasse una lunga falce lucente . La fece roteare davanti a sé e continuò a punzecchiare l’avversario; infine il ragazzetto cadde per terra e per un attimo credette che sarebbe presto stato ucciso. Ma qualcosa andò storto nelle sue previsioni. Il bastone nero che era puntato contro il suo pomo d’Adamo venne smosso dalle mani gentili di Pipino: “ Comandante della guardia ! Che piacere rivederla dopo così tanto tempo !” esclamò, deliziato come al solito. Il figuro si mise in posizione di riposo e si tolse la protezione alla testa: una cascata di capelli colore delle nocciole ricadde sulle spalle, i tratti delicati di una donna si erano induriti col tempo, non sembrava avere più di ventisette anni, i modi erano quelli di un austero capitano responsabile di un intero impero; si inchinò, facendo dondolare un pendaglio fuori dalla cotta di maglia e mostrando i tatuaggi neri sui polsi: “ L’onore è mio, Mastro Tuc; sarei voluta tornare prima per vedere un po’ i miei nipoti, ma purtroppo i miei doveri nelle Terre selvagge mi hanno trattenuta. E devo dire che ho fatto bene a non fare i salti mortali per arrivare prima; il gioco non valeva la candela: questi qua sono un po’ tocchi…” Nessuno dei giovani capiva qualcosa e ben presto la situazione sarebbe peggiorata…

***

Aragorn, Faramir e Tauriel arrivarono di corsa in compagnia dei loro consorti: “ Che ci fai qui sorella ?” chiese, piacevolmente stupito, il primo; un sogghigno comparve sulle labbra del’altra: “ La tua memoria vacilla, fratellone: io mantengo sempre le promesse !” Gli altri la guardarono commossi: i figli delle stelle; non se ne era affatto dimenticata… Ora veniva a rivendicare ciò che spettava a lei di diritto.

 

… “ Fra sedici anni verrò a prenderti e ti porterò con me nelle terre selvagge, primo figlio delle stelle”…

 

La tana della scrittrice 

Hemmelere salam! Ýagdaýlaryňyz nähili ? Scusate se il capitolo è molto breve, ma non ho avuto molto tempo per scrivere dati i numerosi impegni; spero che vi piaccia comunque ( fatemelo sapere nella sezione recensioni). Non penso ci sia altro da dire, quindi… mi scuso per eventuali errori nel testo o se non è stato di vostro gradimento, saluti e baci hobbit 

Sempre vostro 

 

Merry

   
 
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