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Autore: giorgyleoo    01/07/2021    1 recensioni
“A volte il silenzio ha più di mille parole”
In quei pochi istanti, quel tocco, il 𝑠𝑢𝑜 tocco…cambiò la sua vita, lo avrebbe mai rivisto?
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un locale. Sembrava una discoteca o un bordello aperto da poco. La ragazza era con un gruppo di amici, o almeno era quello che credeva. Non erano veri e propri amici. Ma solo compagni di università che l'avevano invitata per poi ubriacarsi e dimenticarsi completamente di lei, come se non sapessero nemmeno chi fosse. In effetti era così, dura la vita eh? Quando rimani esclusa dal mondo che ti circonda. E fu così che cominciò. Escludendosi da tutto il resto.

 

Aveva un bicchiere di champagne in mano, ma non lo aveva nemmeno sfiorato con le labbra, quando ad un tratto apparve un ragazzo più o meno della sua età dalla parte opposta del bancone, che aveva in mano lo stesso bicchiere di champagne come lei. 

In quel momento il loro sguardo si incrociò per la prima volta. La ragazza distolse subito i suoi occhi da quella persona, ma intravedeva con la coda dell'occhio che lui continuava a guardarla. A quel punto lei lo riguardò e stavolta fu lui a distogliere lo sguardo. La ragazza si accigliò, continuando a guardarlo. Aveva dei dolci lineamenti e un sottile sorriso invadeva il suo volto. Poi la riguardò e quella volta lei non si scostò dal suo tenero sguardo. In quel momento la ragazza non sentiva più l'incessante musica del locale, non sentiva più nulla. Solo un rimbombo lontano di voci. Guardò attentamente quel dolce ragazzo. Aveva due grandissimi occhioni blu del colore dell'oceano che la fissavano come se non esistesse un domani. All'improvviso il ragazzo sorrise e lei non riuscì a trattenere un involontario sorriso sul volto. Lui alzò di un poco il calice di champagne come per brindare e lei fece lo stesso mantenendo il sorriso. Bevvero insieme, ma non si mossero dalle loro posizioni. 

 

Appena finito lui posò il bicchiere sul tavolo e lei lo copiò subito dopo. Il giovane dagli occhi dell'oceano si mise dritto e fece un dolce inchino alla fanciulla da dietro il bancone e la invitò a ballare da lì. Lei pensava volesse andargli vicino, ma lui scosse la testa e sorrise porgendole la sua mano anche sapendo che era lontana da lui e che non l'avrebbe mai raggiunta. Il misterioso ragazzo cominciò a ballare un lento come se lei fosse accanto a lui e la ragazza divertita lo imitò ridendo. Passo dopo passo si ritrovarono dall'altra parte del locale sempre distanziati di sei metri l'uno dall'altro, come era dal bancone. Lei non smetteva di ridere vedendo il giovane che ballava da solo come se lei gli fosse accanto anche se d'altro canto anche lei faceva lo stesso, malgrado era confusa. La musica che partì nel momento in cui i due ballavano era "The Night We met" e a ogni frase romantica lui sorrideva compiaciuto continuando a ballare. Alla fine della canzone lui fece uno smisurato inchino di ringraziamento e lei contraccambiò. Poi il sorriso di lei diminuì e guardò il giovane che sorrideva molto intensamente. Era di una bellezza unica nel suo genere, non il solito ragazzo bellissimo come fosse un dio greco al quale tutto le ragazze gli girano intorno. Ansi il contrario. Era estremamente carino, ma attorno a lui non c'era nessuno, come se non lo vedessero. Praticamente come lei. "Due anime affine appena conosciute" pensò la ragazza. Anche il sorriso del ragazzo di spense e la guardò con amore. Ad un tratto alzò la mano e la salutò, lei fece lo stesso e mimò la frase "Chi sei?" E lui rispose mimando il suo corpo come per dire "Eccomi. Questo sono io".

Lei sorrise e scosse la testa e lui alzò le sopracciglia compiaciuto.

 

Adesso lei voleva proprio conoscerlo. Cominciò ad avvicinarsi velocemente a lui, ma il misterioso ragazzo scosse la testa aggrottando le sopracciglia. Lei si sentì ancora più sconcertata. Perché non voleva che si avvicinasse? Lui la guardò con mansuetudine e scosse di nuovo la testa, come se voleva che si avvicinasse, ma allo stesso tempo non poteva permetterlo.

Lei lo guardò con preoccupazione e abbassò lo sguardo. In breve tempo cambiò idea e cominciò ad avvicinarsi gradualmente, sorridendo. Lui degludì e scosse di nuovo la testa, ma quella volta di divertito, come se già sapeva che lo avrebbe fatto. Quando si ritrovarono ad un metro di distanza la ragazza si fermò sorridendogli. Lui assunse un discreto sorriso abbassando lo sguardo. Lei si accigliò, continuando a sorridere. Allungò un arto verso di lui, sperando che il ragazzo afferrasse la sua mano. Lui si avvicinò a poco a poco e una lacrima scese dai suoi immessi occhi blu e attraversò la sua candida guancia. Lei smise di sorridere e cominciò a preoccuparsi un poco. Lui abbassò lo sguardo verso il proprio corpo e la giovane seguì la sua vista. 

Lei si portò una mano sulla bocca per coprire l'enorme spavento e le lacrime cominciarono ad invadere anche i suoi occhi. Sul corpo del giovane, all'altezza del ventre si ergeva un ingente macchia si sangue rosso come il rubino. La ragazza cominciò a tremare, alzò lo sguardo al giovane e vide che sorrideva dolcemente. Non sentiva dolore. Non piangeva, non gridava, non si accasciò a terra. Ma perché?

 

A quel punto lui porse la sua mano su quella di lei che era rimasta nella stessa posizione di prima che vedesse la ferita del ragazzo. 

Ma le loro mani non si congiunsero. E lì capì. Era uno spirito. Per questo nessuno gli prestava attenzione, per questo non voleva che si avvicinasse. Per questo non sentiva dolore. Era già morto, probabilmente in un modo brutale da come poteva vedere, probabilmente proprio in quel locale, forse in quel preciso punto. Lui continuava a sorridere e alzò le spalle quando lei lo guardò negli occhi. 

Con l'altra mano, il giovane prese quella della ragazza, ma questa volta fu come se si toccassero davvero. Ma non era così. Probabilmente lei alzò da sola la sua mano come se tutto fosse vero. Se il suo tocco fosse vero...

Il ragazzo si sporse verso di lei con il viso e, quando stettero ad un centimetro di distanza l'un l'altro, lui la baciò. Quello fu il famoso bacio dell'angelo perché anche se non si dovrebbe percepire, essendo solo uno spirito, lei lo sentì. Sentì le labbra fredde e asciutte del ragazzo appoggiarsi delicatamente sulle sue calde e umide. Fu un solo bacio. Ma fu il bacio più inteso, più bello e più puro che avesse mai ricevuto. Quando si staccarono la ferita sul ventre del giovane scomparve. Lui fece un ultimo inchino e un ultimo dolcissimo sorriso, mimò con le labbra un "Grazie" e scomparve come era venuto.

 

In quell'istante la musica e le voci ricomparirono quasi a stordire la giovane. Il suo viso era completamente bagnato dalle sue lacrime. Dalla sua bocca uscì solo un sospiro, e poi sorrise...sorrise come faceva lui. Quel dolce sorriso e quei profondi occhi azzurri che non avrebbe mai dimenticato. Fu solo un tocco per capire ogni cosa. Per capire che lo aveva amato e che lui la aveva amata. Non sapeva nemmeno il perché si era innamorata, ma successe. Quel bacio, in quei pochi istanti, gli aveva rivelato tutta la vita di quel giovane misterioso, come se si conoscessero da sempre. Perché lo aveva fatto? Perché aveva scelto proprio lei? Non lo avrebbe mai scoperto. Fu come se il suo cuore si fermasse per quegli istanti. La ragazza non lo rivide più, ma mai lo avrebbe dimenticato. In fondo fu solo un tocco. Un banalissimo, stupidissimo tocco. Il più bel tocco della sua vita.

   
 
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